Capitolo 59.

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Giorgia: -Cosa è successo con tua mamma?- Si riferisce a Debora. Chiede guardandomi, con gli occhi fissi sui miei e le mani nelle tasche posteriori dei jeans.
Io: -Nulla ha detto che quando Debora gli ha chiesto di me e lei gli ha detto che ero partita con te si è arrabbiata tanto da lasciare sola martina al matrimonio e andarsene e non si sa dove sia andata o cosa stia facendo.- Guardandola noto che sul suo viso traspare un minimo di preoccupazione. Io non distolgo gli occhi da lei, ho le mani nelle tasche del gubbino e il viso chiuso nella sciarpa, man mano ne andiamo avanti c'è sempre più freddo a parer mio.
Giorgia: -E tu come stai?- Chiede Lei mentre toglie le mani dalle tasche e le lascia cadere lungo i fianchi si mette in cammino verso l'entrata dell'Autogrill e io la seguo.
Io: -Bene, sinceramente non posso stare dietro a tutti i suoi cambi d'umore. Io me ne sono andata perché volevo prendermi del tempo per me e volevo staccare da tutto. Che a lei stia Bene o meno non mi importa.- Arriviamo davanti la porta e lei aumentando il passo, mi supera e mi apre la porta per lasciarmi passare io le sorrido per ringraziarla mentre la sorpasso ed entro dentro l'Autogrill.
Giorgia: -Ma non ti preoccupa?- Fa sempre domande che non deve fare! Mi segue, lasciando andare la porta, che si chiude automaticamente da sola non appena lei molla la presa. Non appena entriamo noto che ci sono grandi spazi: uno per il bar e subito dopo uno per i pranzi e la cena. Prima di arrivare all angolo bar bisogna superare dei scaffali con su delle cose da mangiare.
Io: -Ovvio che mi preoccupo, ma è grande tanto da prendersi le sue responsabilità. Di ciò che dice e ciò che fa.- io mi fermo non appena superiamo l'angolo dei biscotti e troviamo un bar con dei tavolini. Lei si ferma al mio fianco e sorride non appena vede la cameriera sfornare le brioche dal forno.
Giorgia: -Su questo hai ragione.- Ha gli occhi fissi sulle brioche. Sembra una bambina che è appena entrata in un negozio di giocattoli e vuole comprare tutto. Sorrido all idea.
Io: -Allora dove ti vuoi sedere?- Le chiedo guardandola cambiando argomento. Lei mi guarda e il sorriso che ha sul viso diventa ancora più grande.
Giorgia: -Il tavolino vicino il bancone va bene?- Dice tornando a guardare davanti a lei e indicando un tavolino libre proprio vicino al bancone. Io non me ne ero nemmeno accorta che ci fosse un tavolino libero vicino al bancone.
Io: -Perfetto, andiamo.- Lei si incammina e facendosi largo fra i tavolini poco alla volta raggiunge il tavolino che le piace, io la seguo. Lei prende posto e io mi siedo difronte a lei, è tutto abbinato con i colori e le divise sono a righe dello stesso colore, i colori sono blu e giallo, combinazione al quanto orribile a parer mio, ma non è una cosa che dipende da me quindi va bene. Il tavolino e quadrato e anche piuttosto grande, ma tutto sommato non è male.
Giorgia continua a guardare il bancone pieno di brioche con un sorriso che gli va da un orecchio all'altro, non posso fare a meno di sorridere.
Io: -Che bimba che sei.- Le dico guardandola. Lei diventa rossa in viso tutto in un colpo, mi guarda con uno sguardo perplesso.
Giorgia: -Come scusa?- Chiede con un filo di voce è dopo deglutendo.
Io: -Guardi quelle brioche come quando una bambina entra in un negozio di giocattoli e guarda ogni singolo giocattolo sperando che la mamma glielo compri.- Lei continua ad ascoltarmi e io le sorrido, mi guarda impaziente che io finisca di parlare e mi piace, mi sta ascoltando e non solo sentendo. Quindi continuo a parlare: -Hai quegli occhi che se fossimo in un cartone animato sarebbero a cuoricino.- Concludo sorridendo, lei resta immobile, paralizzata davanti a me, con gli occhi spalancati fissi nei miei e le sue braccia chiuse ad intreccio davanti a lei appoggiate sul tavolino quadrato dove sediamo. Mentre aspetto una sua risposta si avvicina una cameriera, alta, magra, con la divisa blu e gialla a strisce composta da un pantalone e una camicia e un grembiule solo in vita con la stessa stampa e colori. Ha i capelli tutti neri lisci che gli cadono in una lunga coda sulla schiena, e poco truccata e con un blocchetto è una penna in mano chiede: -Buongiorno, cosa posso portarvi?- Come al solito con un sorriso molto educato. Guardo Giorgia che si è appena ripresa del tutto dopo essersi accorda della presenza della cameriera.
La cameriera alterna il suo guardo da me a lei, sperando che una di noi si degni di risponderle, io sto aspettando lei e credo che lei stia facendo lo stesso. Gli occhi miei e di Giorgia non si mollano per un secondo e alzo le sopracciglia per incoraggiarla ad ordinare.
Giorgia: -Prego, principessa, ordina pure.- Mi guarda sorridendo avvicinandosi a me, facendo scivolare le sue braccia sul tavolino, piegandosi un po'. E' una provocazione perché gli ho detto che sembra una bambina e lei lo odia. Spalanco gli occhi e ogni mia singola parte non riesce più a muoversi, resto immobilizzata davanti a lei e la cameriera che ha gli occhi fissi su di me. Oddio mi ha chiamata principessa davanti alla cameriera, sa quando mi mettono in imbarazzo queste cose e sa che poi mi agito e che non riesco più a pensare lucidamente e che divento rossa. Sento il viso andarmi a fuoco. Oddio no, sto diventando rossa, Rita smettila, calmati. Resto bloccata nel guardarla e non appena riacquisto un po' di forza di volontà distolgo il mio sguardo da lei e torno a guardare la cameriera, che sta sorridendo, dopo essersi portata una mano davanti la bocca per coprirsi. Sta ridendo perché sono diventata rossa, oddio che imbarazzo. CALMA!! RIPRENDITI!! Ora tu ordini qualcosa da mangiare e poi non appena la cameriera se ne va gli dici che non deve più permettersi di fare una cosa del genere, per quanto possa piacermi davanti a qualcun altro, cosi è imbarazzante e anche tanto. Stringendo le mani a pungo e guardando dritto gli occhi negli occhi la ragazza in piedi davanti a me, che sta aspettando già da troppo tempo un ordinazione, le rispondo: -Io vorrei una brioche al cioccolato e un cappuccino con il cacao su se è possibile.- Dico con un filo di voce cercando di non imbarazzarmi ancora. La ragazza mi sorride dolcemente e togliendosi la mano da davanti la bocca annota ciò che le ho appena detto. Poi passa il suo sguardo a Giorgia che però lei non distoglie gli occhi da me, continua a guardarmi e a sorridere soddisfatta di sé per ciò che ha appena fatto.
Giorgia: -Per me, va bene quello che ha preso lei, ma con una brioche alla crema per favore.-
La ragazza dolcemente dopo che ha annotato tutto si conceda: -Certo, arrivano subito.- Io la guardo e le sorrido e lei molto velocemente se ne va girandosi di spalle e a grandi passi, non appena noto che è andata dietro al bancone e non possa sentirci torno a dare attenzioni alla ragazza davanti a me, che nemmeno per un secondo mi ha tolto gli occhi di dosso da quando ci siamo sedute.
Io: -Ma dico io, ma ti sei impazzita?- La guardo e dal mio viso può trasparire rabbia, mi infastidisce quando mi fanno imbarazzare davanti a qualcun altro.
Lei continua a sorridere e a guardarmi e io non so seriamente per che cosa ride.
Giorgia: -Sei così bella quando ti imbarazzi.- Piega la testa un po' di lato e ha il suo solito sorrisetto malizioso. Lo sta facendo di nuovo, vuole farmi imbarazzare, uffa, ma perché?!
Io: -Non ti permettere.- Distolgo lo sguardo da lei, guardandomi intorno, cercando di non pensare a lei e a ciò che dice così che io non possa imbarazzarmi nuovamente e dargliela vinta. L'Autogrill è piuttosto deserto quindi non ci sono molte distrazioni, la maggior parte delle persone sono fuori, oltre i vetri infondo la sala, ma da dove siamo sedute noi, non si vede praticamente il nulla e quelli che sono qui sono solo di passaggio.
Giorgia: -Di fare cosa?.- Si prende un attimo di pausa e poi ricomincia. -Di dirti quanto bella sei?!.- Fa un sorriso e non è uno di quei maliziosi come prima. Questo è sincero o almeno credo. Io continuo a non guardarla, mi metto a contare i tavolini. 1,2,3..
Giorgia: -Dovrei smetterla di dire che sei bella quando ridi.- 4,5,6,7,8.. -Di dirti che sei bella quando ti copri con la sciarpa perché hai freddo o quando ti fai piccola la notte sotto le coperte perché hai freddo o hai paura di fare brutti sogni e ti lasci coccolare.- 9,10,11,12.. -Di dirti quanto bella sei quando ti fai abbracciare e ti sciogli appoggiandoti delicatamente all'altra persona e stringendola ancora più forte per il semplice motivo che hai bisogno di conforto.- 13,14.. -Di dirti quanto bella sei quando la mattina appena sveglia con una semplice maglia addosso e quel bel visino assonnato mi guardi e mi dai il buongiorno sorridendomi. Ecco per me li finisce e ricomincia il mondo.- 15.. -Di dirti quanto bella sei anche ora che mi stai ascoltando, ma fai finta di nulla, ma ti fa piacere ricevere tutti questi complimenti, o quando prima ti sei imbarazzata quando ti ho chiamata "Principessa". - La guardo, e lei sorride e poi continua a parlare. -Tu, mia principessa, sei bella sempre, in ogni condizione, in ogni singolo istante della giornata e della notte, indipendentemente da ciò che tu stia facendo o dicendo o ascoltando o parlando, tu sei bellissima e no non smetterò mai di dirlo, perchè per te è il contrario e lo so, ma ci sono persone come me, che trovano fantastico ogni singolo particolare di te, quindi tu potrai dire di no quanto vuoi, ma per me sei stata, sei e sarai sempre la ragazza più bella che io possa mai aver conosciuto, e se proprio vuoi saperlo, se proprio vuoi sapere la verità io ringrazierei il mondo intero per averti conosciuro, ringrazierei ogni singola persona che in un qualche modo mi ha portata a te. Mi ha portata a conoscere i tuoi sorrisi, la tua forza, la tua dolce e così tanto delicata voce, ringrazierei ogni singola persona che mi abbia portato da te, perchè quando ci sei tu con me è come se io stessi nel posto giusto al momento giusto, come se non fossi così tanto sbagliata come sono.- Si prende un attimo di pausa e si rimette dritta sulla sedia sempre guardandomi e non togliendomi gli occhi di dosso. -Tu sei così, riesci a far andare tutto per il verso giusto con me, in un modo o in un altro. E okay io non ti piacerò più, non mi amerai più  e va bene, non importa, ma tu sei stata la prima ragazza di cui mi sono innamorata seriamente e non sono cose che passano cosi, anzi sinceramnete credo che non passino mai cose così.- Oddio, ehm.. troppe cose da assimilare. Io no so cosa dirle o come risponderle, potrei farla male con qualsiasi cosa io le dica. quindi non lo so. Continuo a guardarla. lei aspetta una mia risposta e io non so cosa dirle. Meglio se le dico la verità.
Io: -Tu sei stata la prima ragazza che ho amato, prima di te non sapevo nemmeno cosa fosse l'amore.- Le sorrido e lei si appoggia del tutto alla sedia ascoltandomi. -Prima di te non mi ero nemmeno mai vista con una ragazza, non avevo idea che io un giorno avrei potuto avere una famiglia con una ragazza..-
Cameriera: -Scusate l'attesa, ma vi ho portato tutto.- Cavolo non mi ero nemmeno accorta che fosse arrivata, immediatamente le sorrido e le rispondo: -Non preoccuparti.- Lei mi risponde con un altro sorriso. Qui c'è troppo uno scambio di sorrisi.
Possa i piattini con le brioche sul tavolo e con i cappuccini vicini entrambi con il cacao su e poi va via lasciandoci un altra volta da sole.
Io: -Allora stavo dicendo..- Cercando di ricordare al punto dove ero arrivata, lei si avvicina il cappuccino, allontanando un po' la brioche, prende due bustine di zucchero e rompendo i margini le mette nel cappuccino, prendendo poi il cucchiaino sul piatto e iniziando a girare, poi torna a darmi attenzioni e io riprendo a parlare.. -Io si provavo attrazione per alcune ragazze, mi piacevano ma pensavo fosse una cosa così, non ho mai avuto l'istinto di baciarle o starci insieme, non so se mi spiego. -La guardo mentre prendo alcune bustine di zucchero per metterle nel cappuccino. Normalmente gliene metto quattro, mi piace molto zuccherato, poi prendo il cucchiaino appoggiato sul piattino e inizio a girare. Quando la guardo lei fa cenno di si con la testa, vuol dire che mi sta seguendo. Poi prende la tazza in una mano posando il cucchiaino sul tavolino e bevendo a grandi sorsi.  Allora riprendo il discorso: -Tu praticamente mi hai scombussolato il tutto, mi hai cambiato la vita, mi hai stravolto il domani, io non potrò mai ringraziarti abbastanza per questo, mi hai fatto capire chi sono e cosa mi piace.- Le sorriso, posando il cucchiaino sul piattino e bevendo poi un bel sorso dalla mia tazza calda. -Tu mi hai fatto capire cosa significa lottare per qualcuno e amare quel qualcuno, io dopo di te non sono più riuscita a vedermi con nessun altra..- Poso la tazza sul piattino. -Io non potrò mai smettere di amarti, tu nonostante io stessi con un altra persona, tu ci sei sempre. Non riesco e non voglio mandarti via..- Finisco la frase con un filo di voce, infondo perché mentirle sono stata sincera.

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora