Capitolo 36.

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Giorgia: -Chi te lo ha mandato?-
Io: -Debora.- Rispondo senza guardarla, e sorridendo nel guardare le cose che sono uscite da dentro la scatola.
Giorgia: -Ti fai fare anche i regali brava.- Dice con tono freddo e distaccato.
Io: -Non me li faccio fare io, è stata una idea sua mandarmeli.- Le dico. Guardandola, è visibilmente arrabbiata.
Giorgia: -si certo come no.-
Io: -Ma quale è il tuo problema?-
Giorgia: -Il mio problema è lei.-
Io: -Cosa?-
Giorgia: -Ti sta portando via da me.-
Io: -Io non sono mai stata tua.- Mi guarda per qualche secondo perplessa, assimilando ciò che le ho appena detto. Io a volte davvero non riesco a capirla.
Giorgia: -Ah no?-
Io: -No.-
Giorgia: -Nemmeno quando ci siamo baciate? nemmeno quando hai dormito con me? Nemmeno quando stavi fra le mei braccia?.-
Io: -No.-
Mento, in un qualche modo sono stata sua, in un qualche modo ha ragione, abbiamo avuto attimi nostri in cui io ero sua e lei era mia, è Debora non c'era..
Giorgia: -Quindi mi hai solo preso in giro?-
Io: -Non ti ho preso in giro..-
Giorgia: -Mi hai fatto credere che fossi mia, almeno in quei momenti, e questo non me la chiami presa in giro?! Mi hai fatto credere di avere un posto nella tua vita, se pur piccolo, ma che almeno nessuno protesse portarmelo via quel posto.- Ora sono io a non capire lei.
Io: -Non ti seguo.-
Giorgia: -Io non c'è la faccio a vederti felice con un altra..- Ha gli occhi lucidi. -Non ce la faccio a vederti andare via da me quando io sono ancora innamorata di te..- Si gira da tutt'altra parte per non far vedere i suoi occhi lucidi.
Alzo gli occhi al cielo, non può fare così.
Io: -Smettila.-
Giorgia: -Io ti ho appena detto che ti amo ancora e tu mi hai detto di smetterla..-
Io: -Si perché non è vero.-
Giorgia: -Cosa?-
Io: -Se mi amavi come dici tu, le cose ora sarebbero molto ma molto diverse.-
Giorgia: -Cosa vorresti dire?-
Io: -Ti ricordi di me solo quando mi stai per perdere. Ti ricordi di me solo quando non hai qualcun altra con cui stare, ti ricordi di me solo quando ti fa comodo.-
Lei: -Non è affatto vero.- Dice guardandomi dietro negli occhi.
Io: -È sempre stato così.- Stringo le mani a pugno tra le quali ho il vestito.
Lei: -Perché dici così?-
Io: -Perché quando io stavo lì per te, tu ti giravi dall'altra parte e facevi finta di nulla, quando io stavo male e passavo le notti a non dormire o a piangere o peggio ancora a fare incubi tu le passavi fra le braccia di qualcun altra, mentre io non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto perché mi mancavano le forze, perché ero debole, tu passavi le tue giornate insieme a lei o a qualcun altra, a ridere e scherzare, fra baci, carezze e coccole. Mentre io non mangiavo, perché il solo sentire il profumo di cibo o il pensiero di mettere del cibo in bocca mi faceva venire la nausea tu stavi tranquilla, sul tuo divano o sul tuo letto a guardare un bel film magari con una bella coperta addosso perché faceva freddo e con lei fra le tue braccia. Mentre io stavo morendo, per te, tu vivevi per qualcun'altra. Quindi ora non hai nessun diritto di dirmi così, non hai nessun diritto di dirmi che mi ami o che mi hai amato, perché questo non è amore, non lo è mai stato, tu non mi hai mai amato. Quella che ha preso in giro sei stata tu, non io, non io che nonostante i miei pianti e i miei occhi lucidi e le guancia arrossate ti ascoltavo mentre mi dicevi i particolari della relazione tua e della tua ragazza. Quella che prendeva in giro non ero io che nonostante le mie notti passate a non dormire o a sognarti o piangere, a fissare il nulla e avere il vuoto dentro, e tu sorridendo e scherzando mi chiamavi dicendomi che avevi conosciuto una ragazza è che era bella è che ti piaceva. Ora sei qui e va bene dici che Mi ami e poi?! Non appena te ne andrai, non appena tornerai a casa tua, tutto tornerà come prima, tutto tornerà Esattamente come prima..- Senza essermene resa conto ho iniziato a piangere, non pensavo mi facesse ancora così tanto male parlare del passato, parlare di lei o di quello che mi ha fatto, non ho la forza per guardarla in faccia, non ha mai saputo tutto queste cose, non gliele ho mai dette, non ne ho mai avuto il coraggio.
Lei: -Sei stata così tanto male?-
Io: -Giorgia, ero innamorata di te, avrei fatto qualunque cosa pur di vederti felice..-
Lei: -Per fare felice me sei stata male tu..-
Io: -Venivi prima tu. Io ero importante, avermi nella tua vita ti faceva stare bene, per te era una specie di soddisfazione e quindi io dovevo rimare perché tu dovevi stare bene.- continuo a non guardarla, lascio la presa del vestito e inizio a piegarlo e rimettere tutto nella scatola.
Lei: -Dovevi dirmi che stavi così tanto male.-
Io: -Per concludere cosa?-
Lei: -Avremo trovato una soluzione.-
Io: -L'unica soluzione per essere felice per me era stare con te, ma tu avevi la testa per altro non di certo per me.-
Lei: -Avremo trovato un altra soluzione.-
Io: -L'unica altra soluzione sarebbe stata andare via e non parlarci più, perderci.-
Lei: -No..-
Io: -Si invece, nelle mie tante notti insonne ci ho pensato e ripensato e ripensato ancora, altra soluzione non c'era.-
Lei: -E non te ne sei andata solo per rendermi felice?-
Io: -No, c'era una piccola parte di me, la più piccola, ma anche la più importante, che mi diceva di non andarmene, stare senza di te era una cosa straziante, come un qualcosa che ti divora dentro poco alla volta. Io la guardavo mentre mi uccideva lentamente e non potevo farci nulla, e mi sentivo incapace perché l'unica persona che poteva salvarmi da tutto quel dolore eri tu e tu non ceri.-
Lei: -Io quelle cose te le dicevo perché volevo semplicemente farti ingelosire, non volevo questo..-
Io: -Volevi oppure no è successo, ora è passato, sto bene.-
Lei: -Perché quella sera hai deciso di andartene allora?.-
Io: -Me ne sono pentita subito dopo averti mandato il messaggio, ma non ne potevo più, io ero rimasta nonostante tutto quel dolore e volevo che tu facessi un passo verso di me e non che io dovevo rincorrerti sempre..-
Lei: -E invece no ti ho lasciato andare via..-
Io: -Non ci tenevi abbastanza.-
Lei: -Non è vero.-
Io: -Si invece. Se ti importava di me, quando parlavi di te, allargavi un po' la prospettiva e ti bastava sentire una mia parola o una mia frase per capire quanto io ci stessi male, per capire quanto tu mi abbia fatto male, ma tu non lo hai voluto. Io ti amavo e avevo messo te davanti a tutto, tu si provavi amore, ma verso te stessa, riuscivi a vedere solo te stessa e non tutto intorno.- Chiudo la scatola tirando un sospiro lunghissimo, non ho il coraggio di guardarla, rendermi vulnerabile per L ennesima volta davanti a lei e qualcosa di devastante. -Ho pensato più volte di fare una cavolata, prendere il primo biglietto per il treno e venire da te, presentarmi davanti casa tua e urlarti contro quanto io stessi male a causa tua, ma dirti anche che ti amavo e che volevo stare con te, non importandomi di nulla e di nessuno, ma poi pensavo che a te non sarebbe importato nulla, perché lontano o no avresti sempre trovato qualche scusa per non amarmi, ma la verità è che tu non mi amavi proprio, non mi hai mai amato.-
Mi faccio coraggio e la guardo e la trovo come l'ho vista l'ultima volta, seduta lì sul letto, con la schiena dritta, le mani sulle gambe e gli occhi fissi su di me.
Lei: -Io.. non lo sapevo..-
Io: -Anche se lo avresti saputo, non sarebbe cambiato nulla, tu avresti provato compassione per me e io la odio lo sai, se te lo avessi detto qualcosa ti avrebbe obbligato a stare con me e io non volevo nessun obbligo.-
Lei: -No..-
Io: -Si, se ti avessi detto che stavo male perché tu non mi amavi tu avresti iniziato a farti le paranoie e a stare male perché io stavo male, ti saresti preoccupata e mi avresti assillato con le tue frasi "non mi meriti", "meriti di meglio", "qualcun'altra starà meglio con te", quelle frasi già fatte insomma e io non lo avrei sopportato, perché per me il meglio eri tu, per me non c'era qualcun'altra migliore di te, c eri tu e tu soltanto, ma tu non lo capivi.-
Lei si alza dal letto e continua a fissarmi, resta lì in piedi, vicino al letto, con gli occhi fissi su di me, non traspare nulla, ma è sempre stato così, quando sta male non vuole mai far vedere il dolore, preferisce morire dentro e sorridere piuttosto che far vedere il suo dolore agli altri. Stringe i pugni ai lati della maglia, ed esce dalla stanza. Cosa?! Non può!! Io le ho appena detto queste cose e lei fa così?! Ma che cazzo gli passa per la testa?! Mi alzo di scatto dal letto e la seguo. Mi deve una risposta e se non vuole darmela almeno deve dirmi perché ha fatto così, uscire da camera senza dire nulla, così senza alcun senso. Va in bagno e io la seguo.
Lei: -Esci.-
Mi impongo e chiudo la porta alle spalle, mi appoggio ad essa così che non può scappare, lei resta lì immobile davanti a me, con i suoi occhi su di me e io che seguo ogni suo movimento.
Io: -Perché cazzo hai fatto così?-
Lei: -Non ti azzardare a dire parolacce.-
Io: -Perché?-
Lei: -Non mi piace lo sai.-
Io: -Perché hai fatto così?! Perché hai preso e te ne sei andata?!-
Lei: -Vattene.-
Io: -Perché hai fatto così.?-
Lei si avvicina e appoggia le mani alla porta, è molto vicina, come quando ci eravamo baciate. Fa scivolare la mano vicino la porta all altezza delle mie spalle e si avvicina, forse fin troppo a me. Ha gli occhi un po' lucidi. Forse le veniva da piangere e voleva farsi vedere, ma non mi interessa, deve darmi delle spiegazioni per questi cazzo di comportamento. Cerco di mantenere il respiro regolare, e di non abbassare gli occhi, devo essere forte e tenere il suo sguardo.
Io: -Sto aspettando una risposta.-
Fa un respiro profondo.
Lei: -Io non volevo farti stare così male. Te lo giuro, io ti amavo e ti amo tutto ora, il pensiero di te con qualcun altra mi distrugge, mi mangia dentro, vederti sorridere a qualcun altra che non sia io, vederti felice con qualcun altra che non sia io, vedere che qualcun altra riesce ad amarti tremila volte meglio di come lo farei io è qualcosa che non riesco a sopportare. Tu sei felice e io questo voglio, voglio vederti felice, mentre scleri per qualche film o per qualche scena di un film, mentre disagi perché ti annoi, o perché vuoi un peluche, mentre sorridi a una mia battuta o a una mia parola, mentre ti chiamo e stiamo ore a telefono perché amo la tua voce e senza non potrei viverci, ti ricordi?! Come quando c eravamo solo io e te, senza lei o qualcuno altra?! Io senza di te non ci vivo. Sono un idiota, testa di cazzo, ma ti amo e se solo potessi, se me ne dessi la possibilità vorrei prendermi cura di te, ma ami lei, e io non posso intromettermi.- le lacrime le iniziamo a scendere sul viso, cerco di rimanere il più possibile impassibile, lei per non farsi vedere si appoggia con la testa nello spazio tra il mio collo e la mia spalla e si lascia cadere le braccia ai lati. Io continuo a guardare un punto fisso davanti a me non smuovendomi di un millimetro. -Non posso obbligarti ad amarmi, non posso obbligarti a stare nella mia vita, per quanto io voglia una vita con te, voglia addormentarmi e svegliarmi con te fra le mie braccia, per quanto io voglia viziarti e proteggerti, per quanto io voglia magari un giorno sposarti e dire "ora siamo una famiglia" mentre torniamo nella nostra casetta dove ci aspetta il nostro piccolo cagnolino, io non posso obbligarti.- smette di parlare, la tristezza mi assale. Queste cose io le volevo, ma non ora, le volevo prima con lei. Si lascia cadere ai miei piedi, in ginocchio, appoggiando la testa sulle mie ginocchia, inizia a piangiate di più, singhiozzando anche. -Per quanto io voglia una vita con te, non posso averla.-

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora