Continuiamo a camminare, guardandomi intorno noto che ci sono un infintà di giostre alte, e un po questa cosa mi spaventa, Debora continua a tenermi la mano, la stringe il giusto da non farmi scappare, anche se non capisce che io senza di lei non andrei mai da nessuna parte. E' persa nei suoi pensieri, io la guardo, ma lei non si accorge nemmeno di me a momenti, ha gli occhi fissi sul vuoto, chissà a cosa starà pensando o a chi.. E se si fosse pentita di avermi portato qui o di stare con me ora.. Forse ha capito che non doveva portarmici, forse avrà capito che avrebbe potuto stare con chiunque altra e non con me o fare qualche altre cosa molto più da adulta, dato che è più grande di me e non di poco, a me non interessa, ma forse a lei importa, non voglio essere un peso per lei. Guardo le nostre dita intrecciate, la mia mano in confronto alla sua è così piccola, le paranoie mi riempiono la testa, ho semplicemente paura. Sbuffo, sono stufa di avere queste tipo di paure, forse dicendogli la verità, dicendogli cosa provo per lei, lei potrebbe rassicurarmi meglio, ma potrebbe andare anche via, perché devo essere piena sempre di paranoie, paure e insicurezze, perché non posso essere una persona normale che si vive il momento come tutte le altre?! Torno a guardare Marco e Sara davanti a me. Siamo arrivati davanti ad un grande cilindro, arriva fin sopra dove partono le gabbie, lei mi stringe ancora di più la mano e io faccio lo stesso guardandola, ma lei continua a guardare davanti a lei. Marco e Sara ci stanno aspettando davanti l'entrata, dato che erano in netto vantaggio, io e lei, abbiamo preso a camminare piano dopo che ho detto che volevo andare. Non appena li raggiungiamo, Debora, si rilassa un po' con il viso, esce dai suoi pensieri: -Allora andiamo?- Chiede dopo che ha notato che nessuno diceva nulla o si muoveva. Marco e Sara entrano dopo aver fatto vedere i pass e quando arriva il nostro turno, lei mi guarda per qualche secondo, dal viso si nota che è incerta se dirmi qualcosa o meno. Alla fine, però si fa coraggio e parla: -Sei sicura?- Se devo essere sincera, la cosa non è che mi entusiasma più di tanto, anzi proprio per niente, ma non voglio lei ci rinunci a causa mia, quindi si sono pronta. -Si, sono sicura.- Dico, guardandola dritto negli occhi, cercando di essere il più decisa possibile. Non appena gli rispondo lei torna ad irrigidirsi e a perdersi fra i suoi pensieri. A cosa starà pensando, e perché poi, io voglio farla felice, come lei fa felice me perché reagisce cosi?! Mi guarda per qualche altro secondo e poi ci incamminiamo anche noi verso l'entrata, lei mi lascia la mano e fa vedere i nostri pass all'addetto della giostra che si trova davanti l'entrata ed entriamo senza aspettare la fila, che è piuttosto lunghina anche qui. Da questa giostra, le persone con il pass entravano da dove entravano tutti gli altri, ma senza aspettare. Non appena entriamo in questo immenso cilindro lei non mi prende più la mano, ma si limita a mettersi le mani nella tasca del gubbino e io faccio lo stesso, anche se avrei preferito mi tenesse la mano. All'interno del cilindro ci sono le scale acchiocciola che ti portano fino sopra, lei si incammina davanti e io dopo di lei. La sorella con il ragazzo sono già a metà, noi abbiamo perso del tempo, fuori quando lei mi ha chiesto se fossi sicura, cerco di essere abbastanza veloce a salire le scale dato che lei sta andando veloce. E' fredda e io non capisco perché, non credo di aver sbagliato qualcosa o altro. Salgo gli scalini uno alla volta, sembrano infiniti, dal cilindro si vede fuori, dagli enormi finestroni che ci sono nei lati. Quando do una sbirciatina fuori noto che siamo già ad una altitudine troppo elevata per me, deglutisco, ma non dico nulla e vado avanti, lo sto facendo per lei, quindi devo farcela, poi forse mi piacerà e mi divertirò come sulle montagne russe, vedremo. Dopo alcuni scalini per fortuna arriviamo alla fine di quel enorme cilindro, si arriva fuori, da dove partono le gabbie, lei mi aspetta alla fine delle scale e mi guarda, io mi metto vicino a lei e guardo l'enorme panorama che c'è fuori, siamo decisamente troppo in alto, si vede tutto il parco da qui su, ma sentendomi i suoi occhi addosso cerco di essere impassibile e decisa come prima, ma non credo di riuscirci del tutto. Davanti a noi ci sono due coppie, che aspettano il proprio turno, prima di noi ci sono la sorella con il ragazzo, e prima di loro una coppia di fidanzati credo, continuano a scambiarsi baci e carezze. Loro sono visibilmente tranquilli, ma come fanno dico io, devono entrare dentro a delle gabbie e se succedesse qualcosa.. io non riuscirei mai a stare così tanto calma e continuare a ridere e scherzare. Continuo a guardarmi intorno, mentre Debora continua a fissarmi.
Io: -Amore mi sento osservata.- Dico guardandola e sorridendo, gli ho rubato la frase che mi ha detto prima quando lei si stava aggiustando il gubbino al McDonald, cercavo solo di sdrammatizzare il momento, ma non ci sono riuscita, lei si limita a sorridere, ma non dice nulla, la fila scorre, la prima coppia entra nella gabbia, il ragazzo addetto alla giostra la chiude bene e poi un altro ragazzo che sta dietro ad un enorme specie di tastiera preme un pulsante e le gabbie partono, le gabbie arrivano dai binari che ci sono vicino a noi, si fermano sulla piattaforma dove siamo noi, ora e dopo che i ragazzi scendono, altri due ne salgano. Le gabbie sono di colore verde e sono tutte coperte fino a meta, così che da non riuscire a vedere sotto di te. Poco dopo secondi arriva un altra gabbia e il procedimento è lo stesso di prima il ragazzo vicino a loro le apre, fa scendere i passeggeri con molta calma e poi fa salire Marco e Sara, non appena la chiude, l'altro ragazzo le fa partire, man mano che la gabbia va avanti Sara ci guarda e saluta con la mano e facendo un sorriso enorme, io ricambio nello stesso modo e Marco scoppia a ridere, Debora invece è seria, fin troppo credo, continua a fissare la sorella e il ragazzo, non ha detto nemmeno una parola da quando siamo salite qui, continua a guardare la sorella e il ragazzo in modo molto arrabbiato e non ne capisco il motivo. Facciamo un passo avanti e aspettiamo il nostro turno, che non tarda ad arrivare. Faccio un piccolo sospiro e non appena i ragazzi scendono io salgo, Debora mi segue, il ragazzo chiude la porta da fuori e partiamo. Mi guardo per un secondo intorno e la paura mi avvolge, ho fatto una cavolata, dovevo dirglielo che non volevo salire, dovevo dirglielo che ho paura, ma ora è tardi e devo aspettare che finisca il giro. Il battito aumenta, e cerco di tranquillizzarmi, ma è del tutto inutile, non riesco. Ci stiamo a stento in due, in questo piccolo spazio, io sono al centro ho paura di appoggiarmi da qualche parte o anche solo avvicinarmi alle sbarre per vedere giù.
Debora: -Ma se hai paura, perché sei salita?- Chiede fredda.
Io: -Volevo farti felice..- Dico con un filo di voce, lei sta nell' angolo della giostra, con gli occhi puntati su di me a guardarmi, mentre io non riesco nemmeno a fare mezzo passo o guardarla soltanto.
Debora: -Perché?- Ha quel tono di voce così tanto freddo e distaccato, e non riesco a capire perché, riesco a sentire l'assenza di terreno sotto i piedi e a piccoli passi mi giro verso di lei per guardarla, ha le braccia incrociate al petto e gli occhi fissi su di me, ma non appena vede che mi sto girando verso di lei sorride, forse trova buffo il mio modo di muovermi, non lo so.
Io: -Beh, da quando siamo arrivati qui, praticamente l'unica giostra che abbiamo fatto che volevi sono state le montagne russe, ti piacciono le giostre così, con l'altezza, quindi perché non avrei dovuto?- Dico guardandola, riesco a parlare con poca voce, non so se è per la paura o altro.
Debora: -Io non ho bisogno che mi faccia felice okay?.- Perché? voglio anche io farla stare bene come lei fa stare bene me, ma non lo vuole, ma non ne capisco il motivo. Inizio a mordermi le labbra involontariamente e mi guardo le braccia dopo averle intrecciate sotto al petto. Mi chiudo nella sciarpa, lei si avvicina e me e mi avvolge con le sue di braccia intorno alle spalle e stringe forte: -Per me è già una felicità immensa averti portato qui e vederti così tanto felice lo capisci?- Dice abbassa voce anche lei e appoggiandosi con la testa sulla mia, io mi appoggio al suo petto e mi lascio coccolare da lei, annuendo. Ma forse stava pensando questo prima quando stavamo venendo qui o quando non mi parlava ed era fredda.. E non pensava a quelle cose brutte..
Io: -Io volevo solo farti felice.- Dico piano.
Lei: -Shh, mi basta vederti sorridere e non immagini nemmeno quanta felicità tu mi dia.- Mi sento così piccola in questo momento, e la cosa mi piace. Lei alza la testa da sopra la mia e lascia andare un po' la presa delle braccia e io alzo il viso per guardarla e i nostri occhi si incrociano per l'ennesima volta, amo perdermi dentro di essi. Sorrido involontariamente e lei fa lo stesso.
Io: -Prima..- Ho paura di rovinare il momento, ma devo chiederglielo.. -Mentre stavamo venendo qui, che avevi lo sguardo così tanto serio e distaccato, a cosa stavi pensando?- Lei senza lasciarmi, ma lasciando andare la presa, sorride ancora più di prima.
Debora: -Stavo cercando di capire perché tu volessi venire qui e non riuscivo proprio a pensare che tu lo stessi facendo per me.- Il suo sorriso si va a perdere, ma tiene comunque gli occhi fissi sui miei. -Poi ho pensato che lo ha detto Marco.. e ho ripensato che lo sei andato a chiamare quando era arrivato il cibo, ho pensato a quando lui ti ha chiesto quelle cose e tu sorridevi, o anche mentre lui parla tu sorridi e ha capito che sei speciale..- Ha la voce che va a scendere a ogni sua singola parola. Non può pensare che a me mi piaccia Marco o che io sia venuta qui solo per lui, sono venuta qui per lei. L'ho seguita ovunque anche in piena notte, come fa a pensare che io la lasci per un lui, che poi è un ragazzo.. E okay che è carino, ma non ci starei mai insieme a lui!!
Io: -Amore mio, sono voluta venire qui per te, okay?- La rassicuro guardandola dritto negli occhi. -Non mi piace Marco è simpatico questo è vero, ma potrebbe aver capito tutto ciò che vuole lui, ma a me lui non importa, mi importa di te..- Io ti amo.. -Seguirei te ovunque, andrei con te ovunque. Prima l'ho seguito solo perché mi faceva tenerezza, hai visto tua sorella come lo tratta, e gli sorrido solo per cortesia, non per altro..- Fa cenno di si con la testa e io sorrido per tranquillizzarla. -Non andrei mai via da te, non l'ho fatto ora e non l'ho farò mai!- Continuo a sorriderle.
Lei si tranquillizza un pochino e mi guarda: -Starai con me vero?- Ha la voce tremante, forse non riesco a darle le rassicurazione che lei vuole..
Faccio cenno di no con la testa e gli rispondo: -Starò con te fin quando mi vorrai.- Lei sorride e io non ne capisco il motivo, poi mi risponde: -Sempre allora.- Li sono io a sorridere.
Io: -Sempre allora.- Lei continua a sorridere e mi dice: -Girati dai, vedi quanto è bello qui.- Io con un po' di coraggio mi giro e lei torna a stringermi in vita e io appoggio le mani sulle sue, la sua testa vicino alla mia e la paura sparisce.
Debora: -Visto amore, quanto è tutto più bello qui su?- Mi chiede, in effetti ha ragione, mi guardo intorno e si vedono giostre ovunque, dove abbiamo mangiato a pranzo. Esulto: -Amore guarda.- Dico puntando con il dito un enorme albero al centro del parco. Mi sento una bambina, calmati, ricorda che stai parlando con una ragazza che ha sette anni più di te! Un minimo di ritegno. Faccio un bel respiro e dopo essermi pentita della mia esclamazione torno ad appoggiare le mani sulle sue. Lei scoppia a ridere e io cerco di rimanere seria.
Debora: -E' l'albero di prezzemolo amore, tutte le giostre ci sono costruite introno. Dopo ti ci porto.- Spalanco gli occhi e la guardo, è a due millimetri da me e anche lei prende a guardarmi.
Io: -Davvero?- Dico alzando le sopracciglia e lei sorride ancora di più. Potrei baciarla ora, potrei avvicinare le mie labbra alle sue e capire finalmente di cosa sanno, ma no, non posso, ci sarà un momento più opportuno di questo o almeno lo spero, non voglio aspettare ancora molto per baciarla. Mi limito a sorridere e basta.
Debora: -Certo amore, te l'ho detto, se tu sei felice, lo sono anche io.- In quel momento sorrido soddisfatta e torno a guardare davanti a me. Non basta poi così tanto a far felice qualcuno, basta una parola, un piccolo gesto o anche un semplice sorriso alle sue parole, per far capire all'altra persona quanto ci si tiene a lei. Guardando ancora intorno vedo alcune giostre che sono bellissime, che non abbiamo ancora fatto o nemmeno visto, spalanco gli occhi e sorrido.
Debora: -Amore cosa hai visto che sei così tanto felice?- Mi mordo le labbra e continuo a guardare le giostre. Sono troppo belle. Quelle ad acqua specialmente sono bellissime. Non avendo una mia risposta, Lei mi segue con lo sguardo: -Amore quelli sono i tronchi.- Dice guardando le giostre che guardo io. La guardo entusiasta, voglio andarci, e lei sorride: -Certo amore ti ci porterò.- Continuo a sorridere.
Io: -Andiamo anche nella giostra vicino?-Vicino ai tronchi c'è un altra giostra, è praticamente sono dei cerchi dove ti ci siedi dentro e fai dei giri su una specie di Fiume.
Debora: -Ti ci porto anche lì amore.- Non contenendo l'entusiasmo, mi giro verso di lei, e le butto le braccia al collo, lei mi stringe forte e lei mi sorride, si mette dritta e mi tira su con lei, praticamente mi prende in braccio. Non so come faccia a sapere cosa voglio, ma in un modo o in un altro mi rende felice. Mi stacco da lei e quando mi giro davanti a me il giro su questa giostra finisce poco dopo, lei si stacca da me e non appena il ragazzo apre la gabbia, scendo, e Debora mi segue, inizio a sentire la terra sotto i piedi un altra volta e non ce cosa più bella a parer mio. Lei si mette vicino a me, e non appena siamo entrambe sulla piattaforma lei mi prende la mano e la stringe forte e io sorrido poi mi guarda.
Lei: -Andiamo amore?- Faccio cenno di si con la testa e non appena superiamo i ragazzi addetti alla giostra, torniamo indietro e iniziamo a scendere le scale, da dove siamo saliti, per tutto il tempo mi tiene la mano, e va al mio passo senza correre. Ci impieghiamo pochissimo a scendere. Non appena arriviamo giù ed usciamo dal cilindro noto che Sara e Marco ci stavano già aspettando. Stavamo poco dopo l'uscita a guardarsi intorno sul decidere dove andare o per cercarci non lo so. Non appena ci vedono Sara sorride e Marco anche. Ci avvicinano a loro.
Marco: -Allora come è andata??- Dice contento. -Non è stato bellissimo Rita?- Dice guardandomi e con un sorriso che gli va da un orecchio all'altro. Debora mi stringe la mano, ma sempre guardando lui, fin da quando siamo uscite dal cilindro, con quel modo freddo e distaccato, questo è il suo essere gelosa. Io la amo proprio per questo.
Io: -Si è stato bellissimo, all'inizio avevo paura.- Poi Guardo lei o meglio il suo profilo, continua a guardare lui, starà pensando a ciò che pensava prima di lui. -Poi lei mi ha abbracciato e la paura è sparita.- Si gira verso di me e non appena mi guarda sorrido ancora di più, vedo un velo di imbarazzo nel suo viso, un po' di rossore, il che rende tutto ancora più bello. Mi sorride e Lei si rilassa e tutto torna al proprio posto. Io torno a dare attenzioni a Marco e Debora continua a guardarmi.
Marco: -Beh l'importante è che sia andato tutto per il verso giusto.- Mi sorride e io non cambiando argomento dico: -Ora dove andiamo?- Dico guardando ognuno di loro, uno alla volta. Sara e io ragazzo si guardano, ma Debora ha le idee chiare.
Debora: -Giostre ad acqua, quelle che abbiamo visto quando stavamo sulle gabbie.- Dice guardando loro e non controllandomi, mi spunta un sorriso che va da un orecchio alla altro. Le rispondo: -ma sei sicura?-
Lei fa cenno di si con la testa e Marco e Sara continuano a guardarsi. Mi guarda per mezzo secondo sorridendomi e dopo torna a dare attenzioni alla sorella e al suo ragazzo.
Marco: -Io pensavo di fare altre giostre così e poi andare da quelle che dici tu.- Dice quasi perplesso, ma Debora lo continua a guardare malissimo e lui si intimorisce, non capendone il motivo.
Debora: -Noi, andiamo ai tronchi.- Dice seria e diretta verso di lui, guardandolo. -Se voi volete venire bene, se no ci incontriamo dopo, cosi che voi potete andare dove volete.- Io guardo sia lei che Marco, che poverino sembra quasi impaurito. Sara guarda perplessa la sorella, non capendo i suoi atteggiamenti. Marco resta paralizzato, non capendo il significato di tanta aggressione.
Sara: -No, veniamo con voi.- Guarda la sorella, che rilassa i lineamenti del viso non appena Sara parla. -Qui le giostre sono troppo alte e mi spaventano anche alcune, quindi meglio quelle che hai detto tu.- Continua a guardare la sorella e io sposto gli occhi da una all'altra e ogni tanto anche su Marco, che poverino ci è rimasto male.
Debora: -Bene.- Senza aspettare risposte o altro si incammina, superandoli. Marco e Sara ci impiegano un po' a riprendersi, ma comunque prendono a seguirci anche loro.
Io: -Non credi di essere stata troppo fredda con Marco?- Le chiedo abbassa voce, cosicché gli altri non possano sentirmi. Lei accarezza la mia mano con le dita, ma non mi guarda, guarda davanti a lei, come sempre.
Debora: -No amore mio, se lui sta al proprio posto va bene, ma ti da troppe attenzioni.-
Sorrido, amo la sua gelosia, non mi stancherò mai di pensarlo: -Amore mi ha solo chiesto se mi è piaciuto il giro..- Ho la voce che va a scendere, non voglio che si faccia strani pensieri su questa cosa, o che pensi di nuovo le cose che ha pensato prima.
Debora: -Si amore lo so. l'ho sentito, ma guarda caso lo ha chiesto solo a te e non a me.- Mi guarda e il suo sguardo è serio e io non insisto più.
Poco dopo pochi passi siamo arrivati al centro del parco, non appena ci arriviamo Debora si ferma e anche io, c'è l'albero che abbiamo visto dalle gabbie, visto da lassù sembrava minuscolo, invece, visto da vicino è enorme, intorno c'è un enorme spazio libero, con i sentieri e i tappeti e alcune statue piccole vicino, raffigurano gnomi o nani o cose del genere. Ai bordi delle strade ci sono anche alcune panchine, ma non di quelle normali, sono rotonde perse nel verde delle aiuole, sono bellissime. Prendo a sorridere e sento sorridere anche lei.
Debora: -Contenta piccola?- Faccio cenno di si con la testa, non posso crederci che riesce sempre a rendermi così tanto felice.
Fa qualche passo in avanti e io la seguo, sempre tenendomi la mano.
Ci avviciniamo all albero e vedo che c'è la fila anche qui. Ci fermiamo poco prima.
Io: -Che giostra c'è qui?- Chiedo guardando lei che molto dolcemente mi guarda e mi risponde: -Non sei mai andata nell albero di prezzemolo?- Faccio cenno di no con la testa. Nel frattempo ci hanno raggiungo anche Sara e Marco.
Sara: -Come mai non ci sei andata?- Mi chiede. Io la guardo e le rispondo: -Sono venuta pochissime volte qui in vita mia, e nessuna di entrambi ho fatto giostre che mi piacevano.- Facevo solo quelle che voleva mamma.
Marco: -E come mai?- Debora mi stringe ancora di più la mano e io ricambio accarezzandogli i palmi.
Io: -Facevamo le giostre che piacevano a mia mamma, volevo vederla felice.- Ammetto e Debora mi guarda.
Sara: -La faremo ora allora.- Io sorrido e lei si incammina superandoci, Marco la segue e anche io e Debora poi.
Io: -Tua sorella è sempre così?- Lei mi guarda non capendomi. Io aggiungo: -Impulsiva?- Lei sorride e anche io.
Debora: -Si, lo è sempre stata.- Dice ridendo.
Io: -Beh da qualcuno dovrà pur aver preso.-
Spalanca gli occhi e scoppia a ridere: -Stai parlando di me??- Io scoppio a ridere e annuisco. Lei ride ancora di più.
Ci avviciniamo all albero e come sempre superiamo la fila, molte delle persone della fila sono bambini e io mi sento come una di loro. Debora da entrambi i pass, li guardano e poi c'è lì ridanno, ed entriamo. All interno è tutto buio, un lungo corridoio davanti a noi, e alcune luci sul verde e rosse ai lati, tipo lanterne, noi andiamo avanti a piccoli passi, seguiamo il corridoio, ci sono molte persone che stanno andando e io continuo a guardarmi intorno, è ambiguo e spaventoso per certi versi. Mi avvicino a Debora e lei mi tiene vicino a lei.
Debora: -Cosa hai piccola?- Chiede guardandomi.
Io: -Nulla, mette un po' paura Tutto.- Dico guardandomi intorno preoccupata.
Debora: -Piccola è una giostra per bambini.- Dice con un sorriso dolcissimo.
Io: -Lo so..- Dico con un filo di voce. Siamo arrivati infondo al corridoio, l'addetto apre la porta e dentro ci sono un infinita di posti a sedere, la stanza è chiusa, e sulle pareti ci sono tutti i disegni per bambini. Debora mi tira su uno dei posti in alto, dato che ci sono due file per lato, la prima fila è quasi attaccata al muro ed è quella più alta, poi ce n'è un altra che è un po' più in basso, le luci sono come nel corridoio. Si ferma davanti i posti centrali della prima fila, quella alta, guardo davanti a noi e vedo che Sara e Marco si sono seduti esattamente difronte a noi, solo che sono nella fila dell'altra parte della stanza. Lei mi sorride e mi saluta con la mano in modo molto euforico, Marco si limita a togliersi lo zaino e appoggiarlo vicino ai piedi. Io ricambio il saluto di Sara e le sorrido e lei dopo prende a parlare con Marco e io faccio lo stesso con Debora.
Io: -E ora?- Chiedo guardandomi intorno. I posti sono da due a due e hanno delle sbarre di protezione che si abbassano.
Debora: -Ora niente, aspettiamo.- La guardo perplessa e nel frattempo lei abbassa la sbarra di protezione. Mi guarda e io mi agito, non so che giostra è o cosa accadrà.
Debora: -Amore..- Mi giro a guardarla e noto che lei mi fissa, io mi ci perdo nei suoi occhi.
Io: -Amore mio..- Le rispondo con un filo di voce, mi mette in soggezione.
Debora: -Sei bellissima lo sai?- Il sorriso in un secondo si fa largo sul mio viso e anche lei sorride.
Io: -No amore, non lo sono..- Dico con un filo di voce
Debora: -Per me lo sei, tantissimo.- Continuo a sorridere, non riesco a smettere.
Io: -Shh amore no.- Dico appoggiandomi completamente al sedile e cercando di guardare qualcosa che non sia lei, ma non riesco, mi è impossibile non guardarla. Lei invece non si smuove di un millimetro, resta impassibile, continua a guardarmi e a sorridere.
Debora: -Mia piccola meraviglia, lo capirai un giorno che tu potrai essere testarda quanto vuoi, ma resterai comunque bellissima ai miei occhi?- Mi blocco per qualche secondo, la sua troppa dolcezza mi fa sciogliere e quando lo fa la mia mente continua a pensare solo ciò che dice e tutto il resto sparisce.
Debora: -Mia meraviglia riprendi a respirare quando puoi?- Dice sorridendo, Il mio viso mi va a fuoco, lo copro con le mani, concedendomi il privilegio di sorridere ancora di più. In effetti ha avuto ragione, ero talmente persa nel guardarla dopo ciò che ha detto che credo di aver iniziato a respirare molto meno. Mi scopro il viso dalla mani e le appoggio sul petto.
Io: -Non sono bella, per niente e respiro solo che mi ero persa un attimo in ciò che avevi detto.- Dico con un filo di voce continuando a sorridere. Lei scoppia a ridere. Nel frattempo si avvicina una ragazza, per vedere le sbarre di sicurezza se sono ben fissate. Dopo aver controllato si limita ad un semplice sorriso di cortesia e poi va avanti. Debora si siede comoda sulla sedia, si appoggia completamente e io faccio lo stesso appoggiando le mani sulla sbarra di ferro. Mi guardo intorno e noto che che i ragazzi che controllavano le misure di sicurezza escono dalla stanza, dopo qualche secondo le luci si spengono e restano pochissime luci accese che variano dal rosso al verde. La giostra parte, all inizio iniziano a dondolarsi solo le sedie, avanti e indietro, guardando intorno per la stanza, noto che la piattaforma dove siamo seduti è appesa a dei sostegni ai lati e questo permette di dondolarsi. È divertente, inizio a sorridere, guardo Debora che sorride anche lei, sembra una bimba. Dopo qualche secondo la giostra aumenta la velocità, e la altezza, il che rende tutto ancora più divertente. Guardandomi intorno dopo un po' vedo che la stanza intorno a noi ha preso a girare. Non c'è nessuna musica, c'è solamente il suono delle urla delle persone sedute.
Debora: -È bellissimo amore vero?-
Io la guardo e non so se sia per il momento, o per il fatto che sia tutto così magico qui, ma è tutto così magico e lei è così perfetta sotto queste luci o con i suoi occhi puntati su di me.
Io: -Si amore è tutto estremamente bellissimo.- Dico con tono di voce normale, lei mi ascolta, continua ad alzare la testa, ed ad urlare come tutti gli altri, sorride e ed è tutto così perfetto con lei. Quando gli ho detto che è tutto estremamente bellissimo lei non ha capito che io mi riferivo a lei e non alla giostra o ad altro, ma semplicemente a lei.
Il giro continua per un tempo infinito credo, io mi limitavo a sorridere e a guardare i miei capelli scendere quando la mia fila andava su o a guardare le reazioni delle persone difronte a me quando loro vanno su.
Non appena la giostra si ferma lei mi guarda, esterrefatta ed è felicissima. Si prende qualche secondo per riprendersi completamente e Alza la sbarra di ferro e si alza per prima, mi porge la mano, aiutandomi ad alzarmi e così faccio, non appena sono in piedi davanti a lei, mi stringe la mia piccola mano nella sua e le guardo, sono così belle una unita all altra. Lei inizia a camminare e io la seguo, quando arriviamo infondo alla fila, mi aiuta a scendere lo scalino e poi andiamo fuori, ripercorriamo il corridoio al contrario e usciamo dall'altra parte del tronco da dove siamo entrati, senza dire nulla e senza fare nulla se non a camminare e tenerci per mano. Non appena siamo fuori la luce del sole mi acceca, mi copro il viso con la mano libera e Debora sorride: -Ti sei accecata amore?- Faccio cenno di si con la testa in un mezzo lamentio e lei si mette davanti a me e mi copre dal sole.
Debora: -Avanti amore su, poco alla volta.- Dice avvolgendomi con le braccia e coccolandomi con voce bassa e dolce.
Io: -Si amore.- Tolgo poco a poco la mano da davanti il viso e così riacquisto la mia piena capacità nel vedere. Lei si allontana e quando mi guarda mi sorride. Mi rende la mano, e io la prendo, guardando davanti a noi noto che un po' più avanti di dove siamo noi ci sono la sorella ci il ragazzo e li raggiungiamo.
Debora: -Allora, come è andata?- Chiede prima che possa farlo qualcun altra.
Sara: -Divertente dai.- Dice sorridendo.
Marco: -È stato divertente fare qualche giostra per i bambini.- Io sorrido nel pensare che qualche minuto prima avevo paura e credo che lo stia pensando anche Debora dato che sorride con lei.
Sara: -Ora dove andiamo?-
Debora: -Ora andiamo sui tronchi.- Dice decisa guardando Marco e Sara, io sorrido, all'idea di lei che vuole rendermi felice. E per l'ennesima volta ci incamminiamo.
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Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male.
Romance"Perché tu con chiunque starai, ovunque andrai, sarai sempre innamorata di me. Potrai parlare con chiunque tu voglia, puoi anche credere di avermi dimenticata, ma nessuno prenderà il mio posto, nessuno riuscirà a darti ciò che ti do io, nessuno ries...