Capitolo 50.

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Mi sento accarezzare i capelli e lei sorridere, non c'è modo migliore per svegliarsi a mio parere.
Debora: -Piccola, svegliati dai..- Faccio dei piccoli lamenti, e mi giro dall'altra parte da dove sta lei, con gli occhi chiusi, fortunatamente Debora ieri ha chiuso la finestra se no a quest'ora mi sarebbe entrata tutta la luce negli occhi. La sento ridere e io mi copro con la testa sotto al peluche. Ieri sera dopo che ci siamo baciate, abbiamo finito di vedere la sfilata che è stata bellissima, mano nella mano come sempre e siamo tornate a casa ma quando siamo arrivate a casa che io dormivo, durante il viaggio mi sono addormentata in macchina. Mi sono messa davanti con Debora che guidava, e praticamente mi sono distesa sul sedile, abbracciata e rannicchiata al mio peluche e mi sono addormentata. Poi quando siamo arrivati qui, Debora mi ha preso in braccio e mi ha portato in camera sua, mi sono svegliata una volta che mi ha appoggiata sul letto e lei mi ha dato una sua maglia per dormire, in modo molto buffo mi sono cambiata, ma lei non c'era, era uscita a mettersi il pigiama e poi nulla quando è tornata una volta che si è messa anche lei nel letto vicino a me sono crollata e nulla mi sono addormentata così, fra le sue braccia, con la sua maglia addosso e il suo profumo che mi sommergeva.
Debora: -Amore, dai, devo andare a tagliare i capelli, vuoi venire o no?- Cavolo è vero che la devo accompagnare, ma io ho sonno!! Abbraccio il peluche con un braccio, ieri sera non volevo proprio separarmene di lasciarlo andare e quindi Debora mi ha reso felice, dicendomi che potevo farlo dormire nel letto con noi, io stavo in mezzo, da una parte c'era lei e dall'altra parte il peluche.
Debora: -okay, ora sono gelosa del peluche, abbraccia me, ma non il peluche.- Dice come se fosse una bambina e si stesse lamentando. Sorrido davanti alla sua gelosia, Mi giro con il viso verso di lei, ma continuando comunque ad abbracciare il peluche. Non appena i nostri occhi si incrociano lei sorride e anche io.
Io: -Sei davvero gelosa di lui?- Chiedo con voce assonata.
Debora: -In questo momento si.- Dice cercando di fare la finta arrabbiata, ma non ci riesce, io scoppio a sorridere e lei anche. Lei è già vestita, pronta per uscire, distesa sul letto di lato, con la testa appoggiata sulla mano piegata e l'altra sull'addome e mi guarda.
Io: -Ma perché?- Le chiedo strofinandomi un occhio con le nocche delle dita. -E' solo un semplice peluche.- Mi giro verso di lui e torno a stringerlo. -Dobbiamo trovargli un nome.- Le dico. Lei scoppia a ridere come se mi stesse prendendo in giro. Io sorrido appoggiando la mia testa sulla testa del peluche. E' troppo comodo!!
Debora: -Un nome?- Faccio cenno di si con le testa. Lei allunga la mano che aveva appoggiato prima sull'addome e mi accarezza i capelli con la punta delle dita, io chiudo gli occhi rilassandomi.
Io: -Si, è il nostro peluche dobbiamo trovarci un  nome.- Lei ferma la mano e dice: -Nostro?- Io mi volto a guardarla e lei sposta la mano, la appoggia nuovamente su suo addome. Stavolta mi giro completamente verso di lei, mi metto le mani sotto il collo chiusi a pugno, con la testa rivolta verso di lei appoggiata sul cuscino.
Io: -Si..- Dico con un filo di voce. Lei sorride, e io anche. Si distende completamente sul letto e io mi avvicino a lei, mi appoggio con la testa sulla sua spalla e un altra mano gliela appoggio in vita. Con la mano che gli passa sotto il mio collo, prende ad accarezzarmi i capelli e io mi avvicino ancora di più al suo collo con il viso.
Debora: -Vediamo..- Guarda il soffitto. -E' un maschio hai detto giusto?-
Io sorrido e mi lascio coccolare da lei: -Si amore, è un maschio.- La informo.
Ci impiega qualche secondo a rispondere ancora: -Teddy si chiama l'altro tuo peluche vero?-
faccio nuovamente cenno di si con la testa.
Debora: -Vediamo..- Ha la voce che si va a perdere, io la guardo, è così persa nel suo mondo che nemmeno si accorge di me che la guardo. Io sorrido: -Tod, oppure non saprei sai.. non è facile trovare un nome per un peluche.- Dice persa fra i suoi pensieri. -Jade, anche andrebbe bene, Ozzy è bellissimo poi, Tito è bellissimo.- Mi guarda, avendo un sorriso che gli va da un orecchio all'altro. -Chiamiamolo Scott.- Scoppio a ridere, ma non posso fare a meno di guardarla, di prima mattina, lei è comunque bellissima, ma come fa?! Non gli tolgo gli occhi di dosso.
Debora: -Perché mi guardi cosi?- Mi chiede perplessa.
Io continuo a guardarla e a sorridere: -Perché è mattina, ma tu resti comunque bellissima.- Dico decisa. Per un qualche momento all'inizio resta paralizzata, ma poi il viso diventa tutto un sorriso e io non posso fare a meno di innamorarmi ancora di più di lei.
Debora: -Io sarei bellissima?- Mi chiede al quanto imbarazzata. Amo farla imbarazzare e poi ora che so come fare non la smetterò più.
Io: -Si si.- Lei mi guarda e si avvicina ancora di più a me. Io sorrido. Le nostre labbra sono così vicine. Tempo di un ultimo sorriso e la distanza tra le due labbra si azzera, le appoggia delicatamente sulle mie, io chiudo gli occhi e lei anche e le sue labbra sono così morbide, non potrei mai stancarmi di lei. Non appena lei è così tanto vicina a me provo una sensazione strana allo stomaco, che non so spiegarla nemmeno io, non credo che siano le così dette farfalle, ma è come se ci fosse tutta la mia felicità si fosse concentrata li.
Quando lei si stacca da me, io apro gli occhi e le sorrido.
Debora: -Come farò io a stancarmi di te?- Ha quel sorriso pieno di dolcezza e amore.
Torna a guardare il soffitto persa nuovamente tra i suoi pensieri: -Allora quale nome scegliamo per il nostro peluche?- Sorride ancora di più quando dice le parole "Nostro peluche". Io da brava ragazza, quale sono mi sono già dimenticata quali nomi ha detto.
Io: -Quello che piace a te va benissimo.- Dico sorridendo. Mi limito ad appoggiarmi al suo collo senza dire più nulla.
Debora: -Scott?- Dice scoppiando a ridere.
Io: -Si.- Scoppio a ridere anche io. -E' bellissimo.-
Lei si gira verso di me e mi da piccoli bacini sulla testa e io mi lascio coccolare fra le sue mani fra i miei capelli, dalle sue labbra che mi riempiono di baci e dal calore che emana il suo corpo.
Debora: -Devo andare a tagliarmi i capelli amore, vuoi restare qui e poi ti vengo a prendere dopo o vuoi venire con me?- Dice tornando ad appoggiarsi completamente sul letto.
Io: -No, vengo con te.- Le dico, alzandomi da lei e mettendomi seduta sul letto. Anche perché mi farebbe strano rimanere a casa sua senza di lei, sarebbe imbarazzante e non poco.
Debora: -Vado a scaldarti la colazione allora.- Dice scendendo dal letto. -Tu intanto vestiti, non preoccuparti del letto lo faccio io oggi quando torniamo o addirittura stasera, tanto in camera mia non ci viene mai nessuno.- Dice guardandomi. Dopo un ultimo sorriso, apre la porta ed esce chiudendola alle sue spalle.
Ed io resto solo in quella camera. Mi avvicino al bordo del letto, poggio i piedi in terra e scendo, non appena sono completamente in piedi, finisco di alzare la tapparella della finestra per far entrare un po' di luce. Guardo fuori, la giornata è piena di sole e senza nuvole, credo che le giornate piene d'acqua siano passate. Mi giro verso la stanza e mi guardo intorno, è tutto così pulito ed in ordine, Noto con mio grande stupore che i miei vestiti sono tutti piegati molto ordinatamente su una sedia vicino la sua scrivania, mi ci avvicino, li prendo e mi inizio a cambiare. Indosso prima il pantalone, perché avendo solo la maglia addosso mi risulta più facile, poi prendo scarpe e calzini che sono sotto la sedia e li metto. Quando arriva il turno della maglia, dopo averla tolta la porta della camera si apre.
Debora: -La colazione è pronta..- Per mia fortuna sono di spalle alla porta, quindi lei mi vede solo la schiena. Oddio però che imbarazzo..
Debora: -Ehm... si.. scusa.. Non volevo..- Dice con voce al quanto imbarazzata.
Io sorrido, ma lei non mi vede: -Ti imbarazza vedere una ragazza senza maglia?-
Lei fa un mezzo sorriso, non vedo la sua espressione, ma vorrei tanto: -No..- Dice con un filo di voce. Da quando ha aperto la porta non si sono sentiti passi, quindi credo si sia appoggiata alla porta.
Io: -Beh dalla tua voce, si direbbe che sei molto imbarazzata.- Prendo la canotta dalla sedia e la apro, prendo i bordi e la indosso. Mi alzo dal letto e finalmente mi giro verso di lei per guardarla, come immaginavo è appoggiata alla porta con le braccia intrecciate a lei. Chissà cosa gli starà passando per la testa..
Debora: -Non sono imbarazzata..- Dice con un filo di voce, ingoiando la saliva più volte. -Alzati la maglia che ti si vede tutto.- Io scoppio a ridere e mi guardo la scollatura della canotta che è al quanto larga, la tiro un po su con la mano e lei con tono molto freddo dice: -Bene.- Si mette dritta e sparisce dietro il muro, io prendo la felpa e la seguo, la indosso mentre cammino, lei inizia a scendere le scale e io la seguo. Non appena arriviamo giù noto che in casa non c'è nessuno. La colazione è pronta sul banco della cucina. Tutto in ordine. Mi ci avvicino e mi siedo sullo sgabello, lei si siede vicino a me. Noto che mi ha preparato la mia colazione preferita: brioche al cioccolato e cioccolata calda. Sorrido e lei mi guarda sorridendo soddisfatta.
Debora: -Contenta?- Come posso non essere felice con lei?
Io: -Ovvio.- Dico con un filo di voce, continuando a sorridere.
Debora: -Dai mangia, che se no facciamo tardi.- Senza dire o fare nulla, inizio ad addentare la brioche. Nel giro di qualche minuti ho finito la mia colazione, mentre lei, seduta di fianco a me, sta ancora mangiando. Scendo dallo sgabello in modo molto goffo. Non sono mai stata un amante degli sgabelli così tanto alti, non so sedermi bene qui su e ho sempre la paura di cadere. Prendo il mio bel piattino, tutto bianco con le rifiniture in oro dove c'era prima la brioche e la mia tazza, decorata nello stesso modo del piattino, dove c'era prima la mia calda cioccolata e mi avvicino al lavandino. Ci appoggio tutto all'interno.
Debora: -Lascia stare faccio io.- Dice lei, raggiungendomi con il suo piattino e la sua tazza, lei al contrario mio ha mangiato una ciambella alla crema con un bicchiere di succo alla pesca.
Io: -ma no, voglio aiutarti a mettere in ordine.- Dico con un filo di voce guardandola, mentre mette tutto nel lavandino.
Debora: -Ma no, lascia stare, ci penso dopo quando torniamo o mia mamma quando si sveglia, ora dobbiamo andare.- Mi guarda sorridendo e io non posso fare altro che ricambiare. -Mettiti di nuovo la mia maglia, il tuo gubbino sta ancora nello zaino di Marco e lui sta dormendo con mia sorella ora, e credo che abbia lo zaino in camera con lui e poi in tal caso sarebbe ancora bagnata.- Mi informa, io faccio cenno di si con la testa e mi dirigo verso il divano dove c'è appoggiato il suo gubbino, quello che mi aveva prestato ieri sera. Lo indosso e lei mi raggiunge prendendone un altro dal piccolo armadietto che ha in sala. Mi fermo due secondi a guardarla, dopo che ho finito di vestirmi. Lei si guarda allo specchio e quando si accorge che la sto guardando mi dice: -Il cellulare tuo è su in camera mia, e anche il mio, vuoi per favore andare a prendere, sono sul comodino.- Faccio cenno di si con la testa e molto velocemente mi avvicino alla scala e salendo gli scalini a due a due così da arrivare molto velocemente in camera di Debora, mi dirigo verso il comodino e prendo entrambi i cellulari. Non appena prendo il cellulare di Debora si illumina e vedo che c'è un messaggio.
Amore: [Amore mio, mi dici che stai combinando, è da ieri che non ti fai sentire.. Spero che tu non stia ancora dietro a quella piccoletta.]
Resto paralizzata davanti al messaggio. Lo fisso per qualche secondo e resto indecisa se aprire o no tutta la cronologia dei messaggi così da vedere cosa altro si dicono o almeno capire chi è, ma poi lei capirebbe che ho letto e quindi litigheremo. Ho paura di scoprire chi è questo "Amore", forse sarà Martina o qualche altra sua amica, e la piccoletta sarei io, non può essere successo ancora, per l'ennesima volta ancora no.. E poi ieri le ho detto che la amo, forse deve ancora informare tutti, io non lo so. E poi da ieri ha scritto, ma ieri era con me, quando le ha potuto scrivere?! Ora che ci penso.. Ieri quando siamo tornate prima che si mettesse nel letto lei ha preso il cellulare e mandato un messaggio, forse lo avrà mandato a lei.. O quando è andata via a mettersi il pigiama aveva il cellulare con lei...
Debora: -Amore daii, che facciamo tardi.- Mi sento chiamare, è lei, è infondo le scale.
E io ora che dovrei fare? Dirglielo? Chiedergli spiegazioni? E se fossero tutte paranoie mie?

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