Capitolo 43

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Mi sento accarezzare i capelli, cerco di socchiudere gli occhi, ma la luce che proviene dalla finestra è troppa e non riesco, quindi li richiudo, mi giro verso di lei, abbraccio Teddy con le braccia e mi copro con le mani, appoggiandomi al suo petto.
Debora: -Piccola, devi alzarti su.- Sorrido come una bambina, mi piace quando mi chiama così, poi mi ci sento piccola quando fa così.
Io: -Ma perché?? Non devo andare a scuola, voglio dormire.- Dico lamentandomi, stando con gli occhi chiusi appoggiata a lei. Lei scoppia a ridere e io non posso fare altro che sorridere a mia volta. Mi avvolge con le braccia.
Debora: -Dai voglio portarti a fare colazione fuori.- Cosa?! Ma perché io voglio stare a letto a dormire, non mi importa della colazione!! Non ho nemmeno fame. Apro gli occhi e la guardo, lei mi accarezza i capelli e mi guarda sorridendo. Mi accarezza i capelli e io mi rilasso quando lo fa.
Io: -Altri cinque minuti e poi mi alzo va bene?- Tanto poi la convincerò a stare nel letto e a fare colazione qui. Le sorrido e lei sorride a sua volta. È così bella quando sorride..
Debora: - No, se no facciamo tardi, alzati su!!- Tardi? Per cosa?
Io: -Per cosa tardi?- Chiedo incuriosita.
Debora: -Devo farmi perdonare no?- Oddio cosa avrà in mente di fare? Non mi piacciono le sorprese, mi mettono ansia.
io: -Si..- Dico con un filo di voce.. Non mi piacciono..
Debora: -Dai allora alzati che dobbiamo uscire.- mi sorride e io non posso fare altro che ascoltarla. Tiro indietro le coperte con le gambe e scendo dal letto, lei mi segue. Appoggio Teddy sul comodino e Guardo il cellulare e sono le 5.30 e io la guardo malissimo.
Io: -Ma ti rendi conto di che ore sono?- Le dico con tono quasi arrabbiato.
Lei sorride e alzandosi dal letto mi abbraccia e io mi sciolgo. Sa come prendermi okay si è capito, ma non può fare così tutte le volte.
Debora: -Piccola abbiamo tante cose da fare oggi, quindi vestiti comoda e che dobbiamo uscire e staremo fuori tutta la giornata.- le appoggio le braccia in vita e la stringo e lei mi stringe ancora più forte. Mi devo rassegnare al fatto che se solo mi dicesse di buttarmi da un ponte per lei, io lo farei, ma solo per lei. Sbuffo piano, non mi piace dipendere così tanto da qualcuno.
Lascio andare le braccia e mi stacco da lei e lei mi lascia andare.
Debora: -Poi dobbiamo andare a casa che mi devo cambiare e con noi oggi verrà anche mia sorella e il ragazzo.-
Resto perplessa nel guardarla. Perché devono venire anche loro? Dove vuole andare?? Perché non me lo dice?! Dopo cercherò di farmelo dire dalla sorella.
Io: -Va bene.- dico cercando di restare sveglia, strofinandomi gli occhi, sperando di svegliarmi ancora un po' , ma con scarsi risultati. Ho dormito troppo bene stanotte. Lei esce dalla camera e va in cucina credo o in bagno, sento solo che chiude la porta della camera di mia mamma cosicché non si sveglia. Io torno a me. Ieri sera aveva ricominciato a piovere troppo per farla andare via a piedi e quindi mamma gli ha detto di dormire qui e dopo essersi messa un mio pigiama si è messa nel mio letto dicendo che voleva dormire con me e io l'ho accontentata e pensandoci non ho avuto nemmeno incubi con lei vicino. Ho dormito benissimo fra le sue braccia, Giorgia poi ha deciso di andare a dormire in camera di mia mamma con la brandina e se ne è andata. Guardo fuori dalla finestra e vedo che non piove e stranamente c'è anche il sole, ma il freddo c'è comunque. Mi avvicino all armadio e prendo dei vestiti, i primi che mi capitano, un jeans e una canotta con su la felpa aperta. Mi inizio a cambiare, una volta finito, vado in bagno e Debora torna in camera per vestirsi credo e io mi lavo i denti e mi sciogli i capelli, sono molto gonfi ma non mi va di legarli, mi metto un filo di trucco, così da nascondere un po' le occhiaie, un po' di correttore, fondotinta e un po' di mascara, nulla di eccessivo. Mi guardo per l'ultima volta allo specchio per vedere se tutto è in ordine, e poi torno in camera. Quando torno in camera trovo Debora ad aspettarmi sul letto già fatto, credo da lei dato che gli altri dormono, con un sorriso stampato sul viso è un immensa dolcezza negli occhi. Le sorrido guardandola e poi Mi siedo vicino a lei e mi metto le scarpe che stavano vicino al letto. Lei non smette di guardarmi e di sorridere.
Debora: -Sei bellissima lo sai?- Io sorrido al quanto imbarazzata, non sono abituata ai complimenti, specialmente se sono da lei. Io continuo a mettermi le scarpe, senza guardarla, non voglio che mi veda imbarazzata o tutta rossa.
Io: -Shh non è vero.- Dico senza guardala, ma con un enorme sorriso sul viso. Sono pronta!
Debora: -Andiamo.- Continua a sorridermi e io mi sciolgo tutte le volte che lo fa.
Io: -Si..- Prendo una maglia pesante dal armadio con la sciarpa di lana e la indosso, non mi va di mettermi il gubbino. Mentre lei si mette il gubbino io Prendo il cellulare e la seguo verso l'uscita di casa.
Sono le 5.50. Prendo le mie chiavi ed esco dalla porta, Mi chiudo la porta alle spalle, e giro la chiave nella serratura, così da far dormire più tranquillamente loro. Iniziamo a scendere le scale e il freddo inizia a farsi sentire. Fra uno sbadiglio e l'altro scendo gli scalini, sento Debora sorridere, ma non capisco perché. Io ho sonno!! Voglio dormire, voglio il mio letto e le mie coperte, voglio Teddy. Voglio sprofondare tra il morbido del mio letto e le mie coperte, magari con lei che mi abbraccia e che mi coccola come stanotte, o quando mi accarezza i capelli, che mi piace così tanto. Involontariamente metto male il piede per terra e perdo l'equilibrio, Debora si gira, non appena udisce un mio piccolo urlo e molto velocemente mi tiene, così che io non cada in terra e non mi faccia male. Io spalanco gli occhi e la guardo, è molto vicina a me e mi tiene stretta, sento il cuore uscirmi dal petto tanto che batte forte. Sento il suo battere tanto che siamo vicine.
Io: -Grazie..- Ha dei cosi bei occhi e della pelle che sembra così tanto morbida al tatto, vorrei tanto toccarla, ma non posso. Dico con un filo di voce.
Debora: -Stai più attenta la prossima volta okay?- Faccio cenno di si con la testa, ma la sua vicinanza mi agita,  non so se sia per il sonno o per il fatto che sono così tanto vicina a lei. Mi lascia un po' andare e mentre ha una sua mano sulla mia schiena, mette l'altra sotto e mie gambe, prendendomi di peso. Io istintivamente mi aggrappo a lei, le butte le braccia al collo e la stringo. Non voglio che sia pesante per lei, non voglio che si faccia male, sono troppo pensate e non me lo dice, se le dico di mettermi giù, non mi da ascolto e io non voglio che sia cosi.. Mi mettono sempre in soggezione le persone quando mi prendono in braccio, sono pesante e non voglio che si facciano male. La guardo, non riesco a smettere di toglierle gli occhi di dosso e lei mi sorride, poi guarda avanti a lei e inizia a camminare, tornando a guardare le scale, cosicché nessuna delle due rischia di cadere.
Debora: -Così non corri il rischio di cadere ancora.- Le sorrido e poi aggiunge. -hai tempo di dormire in macchina, tanto non dobbiamo andare qui vicino e c'è tempo, farò guidare a Marco, il ragazzo di mia sorella, così io mi metto dietro con te e puoi dormire comoda appoggiandoti a me.- Le sorrido ancora, Ho perso la capacità di parlare, la sua vicinanza mi distrae da tutto il resto, non riesco a ragionare lucidamente con lei vicino.
Una volta che siamo arrivate infondo le scale mi mette giù molto delicatamente, sorridendomi sempre.
Io: -Grazie..- Dico con un filo di voce, e deglutendo aggiustandomi la miglia.
Lei mi sorride e torna a camminare davanti a me, mi apre il portone e mi lascia passare. Mi guardo intorno, cercando la sua macchina, ma poi mi ricordo che ieri è venuta  a piedi. Non ha la macchina!! Ieri sera è venuta a casa mia a piedi quindi oggi dobbiamo andare a casa sua a piedi, me ne ero dimenticata! non ho voglia di camminare. Ma pensandoci, che lagna sono oggi. Mentre la seguo, lei cammina avanti e io alzo un pochino il passo, per arrivare a camminare come cammina lei, ha le gambe lunghe quindi un passo suo ne sono tre miei.
Debora: -se vuoi cammino più piano, cosi riesci a stare al passo.- Sorride sempre.
Io: -No tranquilla, va bene cosi. Cammino piuttosto veloce.- Lei scoppia a ridere, ma comunque rallenta il passo. Si è svegliata bene oggi, meglio così. Ci mettiamo sulla strada per andare verso casa sua a prendere la macchina.
Debora: -Hai freddo? Vuoi che ti dia il mio gubbino?-
Io: -No no va bene tranquilla, non c'è n'è bisogno davvero.- In effetti c'è freddo, ma non così tanto. -Non vuoi proprio dirmi cosa hai in programma per oggi vero?-
Debora: -No se no che sorpresa è?- Continua a guardare davanti a lei e io ad ogni passo che faccio guardo lei.
Io: -Ma potrebbe essere ugualmente bello se me lo dici.- Sono curiosa e voglio sapere dove mi porta!!
Debora: -Ti piacciono i peluche vero?- La guardo perplessa. Non può mica portarmi in un negozio di peluche, c'è sarebbe bellissimo, ma non avrebbe molto senso..
Io: -Si, ma cosa c'entra?-
Lei scoppia a ridere: -Vedrai.- Tira un sospiro e poi aggiunge. -Devo farmi perdonare per bene, la cazzata che ho fatto è stata davvero grande e ci riuscirò, sarai mia, e io tua alla fine della giornata.- Tiene gli occhi fissi sulla strada, mi guarda solo per qualche istante a volte. Cosa?! In che senso?! Vuole che stiamo insieme?! In che senso io sua e lei mia?
Io: -In che senso?- Non voglio che corra così tanto.
Debora: -Basta un bacio, per far diventare una persona sua lo sai?-
Il viso mi va a fuoco, e io distolgo lo sguardo la lei e guardo davanti a me, mi copro nella sciarpa.
Io: -Vuoi baciarmi?- dico quasi sottovoce. No oddio, che imbarazzo, lei chissà quante persone avrà baciato, io no, e se non la saprò baciare bene o non sarò alla sua altezza.. Cosa farò?? RITA CALMATI, FAI UN BEL RESPIRO PROFONDO. E' solo un bacio, e non sei nemmeno tanto sicura che sia così.. QUANTE PARANOIE CHE TI FAI..
Debora: -Io ho il desiderio di baciarti, fin dalla prima volta che ti ho vista, precisamente quando sei entrata a casa tua fradicia. - Sorride, guardando sempre davanti a lei, mentre io la sbircio con la punta dell occhio sorridendo, ma lei non mi vedo mi copro dalla sciarpa. -Poi quando ti ho portato alla casa su in montagna volevo baciarti, ma poi una volta saputa della scommessa non me lo avresti mai perdonato quello. - Torna seria - Molte volte avrei voluto baciarti, ma avevo sempre il timore che tu non volevi..-
Idiota. Io volevo. Volevo baciarti. Fin da subito. Voglio anche ora..
Non le rispondo, siamo arrivate davanti casa sua e lei suona per entrare risponde sua sorella.
Sara: *Chi e?* Stava ancora dormendo si sente dalla voce.
Debora: *Io.* Risponde decisa.
Sara: *Ma non puoi dormire la mattina, sono le 6* Scoppio a ridere.
Debora: *Muoviti ad aprire.*
Il cancello si apre e lei entra, io la seguo.
Superiamo il giardino, dove c'è la sua macchina parcheggiata fuori, e ci avviciniamo alla porta d'entrata e quando entriamo il calore mi avvolge. La sorella di Debora non c'è.
Debora: -Siediti anche o se hai sete o fame il frigo è quello.- Dice indicando un mobile della cucina difronte la porta.
Io: -Tranquilla.- È visibilmente agitata, e stranamente anche io.
Debora: -Io vado a cambiarmi e chiamo mia sorella, prendiamo Marco e poi andiamo a fare colazione.- Le sorride e faccio cenno di si con la testa, lei cammina a passo svelto verso la scala e sale i gradini a due a due, dopo due o tre passi sparisce dietro il muro e resto lì da sola, in quella casa che fino al giorno prima era diventata il mio peggior inferno. Mi avvicino al tavolo e mi siedo su una sedia, la mia testa rivive quei momenti del giorno prima. Lei che scende, che si avvicina e poi i segni, quelli lì ha ancora, ma cerca sempre di coprirli. Dice che è stato uno sbaglio è che voleva solo dimenticarmi per qualche ora, ma io non riesco a crederle. Lei fa sempre così, fa una cavolaia e poi si fa perdonare in tutti i modi possibili, prima mi uccide e poi cerca di rimettermi insieme, ma fino a quando può andare avanti questa cosa?! Mi guardo le mani appoggiate sulle gambe, me le sto torturando, ma non posso farne a meno, è una cosa più forte di me. Forse davvero è l'ultima volta, forse davvero non farà più cavolate e farà la brava. È entrata nella mia vita una settimana fa e io già ne dipendo completamente..
Sara: -Ohh ma che bello, sei di nuovo qui, finalmente. Come stai?- Parla a voce alta scendendo dalle scale e venendomi incontro. -Ieri mi hai fatto preoccupare per come te ne sei andata.- Viene vicino a me e senza esitare una seconda volta mi butta le braccia al collo e mi abbraccia. Mi coglie alla sprovvista e le appoggio le mani sulla schiena.
Io: -Sto bene.- Cerco di essere decisa e di poche parole.
Con i suoi modi molto decisi mi stacca da lei e mi appoggia le mani sulle spalle.
Sara: -È una testa di cazzo mia sorella, potessi dopo ieri sera l'avrei uccisa con le mie stesse mani.- Dice sorridendomi.
Io: -Avrei immaginato.- Lei mi sorride, e io invece resto seria, si avvicina al mio orecchio poi dice sotto voce: -Io faccio il tifo per te.- Si stacca e si avvicina al divano dove c'è appoggiato il suo gubbino. Sembrava ancora addormentata quando ha risposto al citofono e ora sembra così attiva. Ma come fa?! Si sentono dei passi avvicinarsi alla scala, e subito dopo compare Debora dalle scale, è vestita sportiva, jeans e felpa pesante e scarpe da ginnastica bianche. Non appena mi vede mi sorride e io non posso fare altro che sorriderle. È così bella, quando c'è lei dimentico tutto il resto o cosa è successo prima o cosa succederà poi, ha questa bellissima capacità di farmi scollegare dal mondo.
Debora: -Non importunarla.- Dice rivolgendosi alla sorella, che a sua volta la guarda e con un sorriso finto le fa l occhiolino è più aggiunge: -Io non l ho importunata, stavamo solo scambiando due chiacchiere.- Sono molto unite, molte volte avrei voluto anche io una sorella con pochi anni di differenza, almeno avrei la certezza di non stare da sola. Debora la guarda e sorride, prende il gubbino che aveva appoggiato prima sul divano e lo indossa, seguo ogni suo movimento, ogni piccolo movimento che fa, mentre si aggiusta il gubbino e poi il cappuccio della felpa, mentre si guarda allo specchio che sta vicino la porta d'entrata, io resto lì immobile, incapace di muovermi perché sono troppo presa dal guardarla. Potrei guardarla per ore e ore senza mai stancarmi, senza mai dire basta. Quando è pronta, mi guarda e mi sorride.
Debora: -Andiamo?- Dice rivolgendosi a me e a sua sorella.
Sara: -Per me va bene, chiedilo a lei piuttosto che a me.- Io la guardo con gli occhi spalancati. Oddio!! -Non riesce a toglierti gli occhi di dosso, è imbambolata.- CHE IMBARAZZO!! No!! Non ero imbambolata, la stavo solo guardando, non gli toglievo gli occhi di dosso questo è vero ma non ero imbambolata.
Io: -Io la stavo solo guardando.- Cerco di difendermi, cercando di parlare in modo deciso, ma non ci riesco così tanto bene.
Debora si avvicina al frigo, con un sorriso pieno di soddisfazione stampato sul viso, apre il mobile e prende la bottiglia d'acqua per bere. Sara mi guarda anche lei con il sorriso in viso.
Sara: -Si la stavi guardando con gli occhi a cuoricino.- Spalanco gli occhi, e sento il viso andarmi a fuoco, e non solo il viso, tutto.
Debora, posa la bottiglia d'acqua e chiude il frigo e viene verso di me e quando è al mio fianco si ferma e si avvicina al mio orecchio: -Non arrossire troppo piccola, mi raccomando.- E va oltre, esce dalla porta e si dirige verso la macchina, io resto lì, incapace di muovermi, Sara la segue mi tira per un braccio, quando mi è vicina e io la seguo. Usciamo fuori e ci avviciniamo alla macchina, mi metto vicino la porta posteriore, faccio sedere Sara davanti. Non appena Debora apre la macchina, saliamo e lei mette in moto e partiamo, esce dal cancello e si mette sulla strada. Dovremmo andare a prendere il ragazzo di Sara credo si chiami Marco, non mi ricordo tanto bene. Guardo fuori dal finestrino, il cielo è grigio, ma il sole riscalda un po' l'aria, ma c'è comunque freddo.
Debora: -Non morderti il labbro.- La guardo, cavolo è vero involontariamente mi stavo mordendo le labbra. -E perché non parli?- Non so cosa dire..
io: -Non so cosa dire..- Le sorrido e lei sorride a sua volta, mi guardo dallo specchietto retrovisore.
Lei torna ad avere gli occhi sulla strada.
Debora: -Sara dopo fai guidare Marco.- La sorella la guarda esterrefatta e le dice: -Cosa? Perché?- Debora sorride e le risponde: -Voglio mettermi con Rita dietro, stanotte abbiamo dormito poco, ieri ho fatto fatica ad addormentarmi e lei è stata sveglia con me.- In effetti ha ragione, ieri sera dopo che mi ha preso in braccio, ha mangiato qualcosa e quando ci siamo messe nel letto, nessuna delle die riusciva ad addormentarsi e ci siamo messe a vedere film in streaming e lei si è addormentata, una volta che l'ho guardata per qualche minuto o credo ora, non ho una buona percezione del tempo, mi sono addormentata anche io. Era così bella mentre dormiva.. sembrava una bambina.. Dopo essermi persa nel guardarla torno a guardare fuori dal finestrino, mi rilassa. Mi appoggio completamente al sedile e chiudo gli occhi, ma la macchina si ferma e mi guardo intorno, e siamo in una via chiusa davanti una casa abbastanza grande, ha un vialetto immenso, pochi secondi dopo esce un ragazzo, al quanto carino, biondo anche lui con gli occhi verdi, ha il fisico molto palestrato, ma spero che abbia un minimo di cervello e non sia come quegli stereotipi ragazzi tutto muscoli e niente cervello. Sale dietro in macchina e si mette nel sedile dietro a Debora, dato che io sono seduta dietro a quello di Sara, mi guarda e fa un mezzo sorriso.
Marco: -Ciao piacere Marco.- Dice porgendo e allungando la mano verso di me, sorridendomi cortesemente. Io allungo la mano e gliela stringo: -Piacere mio, Rita.-
Torna al proprio posto e poi si avvicina a Sara per darle un bacio e lei ha quel classico sorriso da innamorata, lui anche, si vede che si amano molto.
Marco: -Allora? Dove andiamo ora?-
Debora fa retromarcia e si rimette sulla strada.
Sara: -Ora andiamo al bar, dobbiamo andare a fare colazione.- Marco ha il solito sorrido da innamorato quando la guarda, gli occhi a cuore non sono nulla in confronto. Le risponde: -Va bene, qualsiasi cosa tu voglia amore.-
Debora: -Marco dopo quando usciamo dal bar guidi tu okay?- La guarda perplesso e il suo sguardo si sposa da Debora a Sara.
Marco: -Ehm.. Sei sicura?- Perché è così tanto stupito? Pensandoci anche Sara lo era prima.
Debora: -Si sicurissima.-
Marco si appoggia completamente al sedile e con un filo di voce dice: -Va bene..-
Mi faccio coraggio e glielo Chiedo: -Perché sei così tanto stupito che ti abbia chiesto di portare la macchina?- 
Marco mi guarda e risponde: -Ho la patente da tre anni, ho 20 anni, e sono fidanzato con Sara da cinque anni e Debora è sempre stata gelosa delle cose sue, specialmente della macchina, non l'ha mai fatta usare a nessuno, tantomeno a me.- Resto perplessa anche io ora.
Io: -Oh non lo sapevo..-
Sara si gira sul sedile e mi guarda e sorridendo dice: -Vedi?! La stai cambiando e non te ne rendi nemmeno conto.- Sorrido.
Io: -È un bene o un male?-
Lei mi sorride e dice: -Dimmelo tu, tu cambieresti per chiunque?- La sua domanda mi mette in dubbio. In realtà no, non cambierei per nessuno..
Debora la rimprovera: -Sara siediti bene.-
Lei sorride soddisfatta e l'ascolta, non mi ha nemmeno dato il tempo di risponderle. Sta cambiando per me, ma se dice che sta cambiando perché mi ama, perché sono diversa. La guardo, ed è così bella.. mi prendo qualche secondo per guardarla meglio, ha un profilo così rigido, non fa trapelare nessuna emozione, ma ha quegli occhi, che quando li guardi ti ci perdi dentro, poi ha quella postura così dritta è perfetta. Distolgo lo sguardo da lei e torno a guardare fuori al finestrino. I nuvoloni iniziano ad andare via e sta uscendo il sole. La macchina si ferma nuovamente, davanti ad un bar "La piccola perla", sembra un bar molto elegante. Ha le poltroncine nere e i tavolini fatti di rami tutti intrecciati. Dalla vestina si vede all interno. Debora ha parcheggiato la macchina, non molto lontano dal bar. Tutti scendiamo dalla macchina e non appena torno all aria aperta il calore del sole mi travolge, non fa poi così tanto freddo.
Debora mi raggiunge e sta vicino a me, mi appoggia il braccio sulle spalle e iniziamo a camminare e Sara e Marco ci seguono.
Debora: -Ti piace l'idea di passare l'intera giornata con me?- La guardo sorridendo.
Io: -Lo sai che mi piace stare con te.- sorride soddisfatta e quando arriviamo davanti la porta del bar, la apre, facendomi passare. Una volta dentro, mi guarda, aspettandosi qualcosa, ma non so cosa.
Io: -Cosa c'è?- Lei mi guarda e risponde: -Scegli il tavolo.- Nel frattempo si sono aggiungi anche Sara e Marco. Ehm oddio, non saprei.. Mi guardo intorno, e vedo che l'orologio segna le 6.30. È ancora troppo presto!! Guardando il locale, che è ancora vuoto, vedo che nell angolo ce la poltroncina ad angolo che è bellissima.
Io: -Li.- E indico la poltroncina. La guardo ed ha sempre quel sorriso stampato sul viso.
Debora: -Anche io amo gli angolini così.- Non so perché ma suona al quanto male come frase. Lei cammina e mi prende per mano e mi trascina verso il tavolino. Guardo le nostre mani unite e sorrido, è una cosa dolcissima. Arrivate al tavolino mi lascia la mano e mi dispiace, mi piacere avere questo tipo di contatto con lei, lei che mi stringe la mano o che mi accarezza i capelli o che mi fa perdere fra le sue braccia. Mi siedo sulla panchina e mi trascino verso il centro, e Debora si siede subito vicino a me e dall'altra parte si mettono Marco e Sara. Pochi secondo dopo si avvicina subito una cameriera, alta, capelli rossi, tutti boccoli, occhi verdi, fisico asciutto. Uff perché deve conoscere sempre bar e negozi dove ci lavora qualcuno che gli va dietro, o che comunque è di bella presenza?! Se li va proprio a scegliere lei. Sbuffo e mi appoggio completamente alla panchina. La ragazza è visibilmente agitata alla sua presenza e non gli toglie gli occhi di dosso. Sembra quasi imbambolata.
Cameriera: -Cosa vi porto?- Dice guardando Debora.
Debora la guarda e sorride: -Per me una brioche ai frutti di bosco e un cappuccino, per questa piccola meraviglia..- Mi guarda e mi accarezza i capelli mettendomi un braccio sulle spalle. -Cornetto al cioccolato e cioccolata calda con panna montata su va bene?- Sorrido, non so se per il suo "piccola meraviglia" o per la colazione o ancora più divertente la faccia della cameriera che fa trapelare gelosia e un pizzico di imbarazzo. Faccio cenno di sì con la testa, una colazione calda di questi periodi andrà benissimo. Poi la cameriera si rivolge a Sara e Marco, cercando di fare l'indifferente alla brutta figura che ha appena fatto.
Cameriera: -E per voi?-
Sara: -Due cornetti alla crema e due cappuccini grazie.- La rossa va via, e con lei le ordinazioni.
Debora continua ad accarezzarmi i capelli, ma il suo sguardo è rivolto a sua sorella: -Lunedì torni a scuola?- cavolo è vero!!
Sara: -Torniamo.- Dice guardandomi.
Io: -È vero me ne ero dimenticata, devo farmi dare anche i compiti di venerdì che non sono andata.- Dico sbuffando.
Debora: -Ma domenica c'è il matrimonio, e andremo a dormire da noi in montagna e quindi lunedì starai a casa nuovamente.- Dice guardandomi, poi rivolgendosi alla sorella: -Anche tu sorellina.- È vero non ci avevo pensato, meglio così ho più tempo per riposarmi.
Sara: -Amore tu ci sei a dormire in montagna domenica dopo il matrimonio vero?- Ha quegli occhi così pieni d'amore quando lo guarda.. È una cosa bellissima da vedere.
Marco: -Certo amore, a proposito devo venire con la mia macchina?-
Debora: -No verrai in macchina con noi, saremo tu, io, Rita e Sara poi mamma e la mamma di Rita e Federica prenderanno un altra macchina.- Si rivolge a loro, ma continua ad accarezzarmi i capelli, ed è così tanto rilassante..
Sara: -Te lo ha detto mamma?- Si rivolge a sua sorella.
Debora: -Si, si è messa d'accordo con Anna ieri.-
Sara: -E per le camere, ne sono cinque, ci stiamo tutti?-
Debora: -Si si, una la diamo ad Anna, una l'amica con la figlia, una mamma nostra, una vostra e poi c'è la nostra.- Spalanco gli occhi. Vuole dormire con me, devo dormire con lei, ehm è già successo è vero, ma programmarlo così prima, mi agita..
Marco: -Voi due dormite insieme?- È più meravigliato di me.
Debora: -Si ma non è la prima volta, abbiamo già dormito insieme.- Sara sorride e Marco è ancora più meravigliato di prima. Arriva la cameriera con le ordinazioni e stavolta almeno ha la decenza di non sbavare dietro a Debora. Mi mette la brioche con la cioccolata davanti e Debora mi toglie il braccio da dietro le spalle, cosa che mi dispiace e non poco, ma deve mangiare. Una volta dato l'ordine a tutti sparisce nuovamente. Prendo la tazza con la cioccolata calda tra le mani e inizio a soffiarci su così da raffreddarla un pochino, è bollente.
Io: -Come mai sei così tanto meravigliato che io e lei dormiamo insieme?- Mi rivolgo a Marco che sta addentando il cornetto.
Marco: -Che io so, mai nessuno ha dormito con lei.- Debora sorride soddisfatta e inizia a mangiare la brioche.
Sara: -La mia meravigliosa sorella, ha avuto molte e molte ragazze, ma mai nessuna è rimasta dopo, guarda caso sparivano tutte.- Non so se essere gelosa o lusingata da tutto questo, nel dubbio faccio un mezzo sorriso sarcastico. Distolgo lo sguardo da lei e prendo il cucchiaino per mangiare la panna da sopra la cioccolata. È buonissima!!
Debora: -Non se lo meritavano.- Dice semplicemente, senza sorriso stavolta, ma quasi in modo ironico.
Io: -Perché io si?- tutti e tre abbiamo gli occhi fissi su di lei e per qualche secondo credo di averla vista arrossire anche. Una parte di me voleva metterla in soggezione, ma l'altra parte vuole conoscere la verità, o almeno quello che lei dice.
Debora: -Sei diversa..- Alzo le sopracciglia, esplicitandola a continuare e lei lo capisce. -Hai quegli occhi che boh a solo vederli perdi il mondo intorno, hai quei capelli che sono così morbidi e la pelle così delicata, i tuoi modi di fare, il più delle volte bruschi ma sono bellissimi..-  Mi sto agitando, inizio  ad imbarazzarmi e a pentirmi di ciò che le ho chiesto. -È impossibile non amarti, hai qualcosa di più degli altri, ma se ti dovessi dire cosa è, non saprei risponderti nemmeno io, so solo che sei diversa, che come mi sento con te non mi sento con nessun'altra, come sto con te non sto con nessun'altra. -Ha gli occhi fissi sui miei e io non riesco a distogliere lo sguardo. -Hai un qualcosa, nel tuo sorriso o nei tuoi modi di fare, che mi è impossibile stare senza, mi è impossibile stare senza di te e di ciò che comporti.-
Deglutisco, Marco ha fatto un mezzo sorriso e Sara sta sclerando silenziosamente, io invece vorrei solo buttarle le braccia al collo e non lasciarla più andare via.
Io: -Meglio..- Dico con un filo di voce, cercando di non agitarmi più di tanto. Inizio a Bere a piccoli sorsi la cioccolata calda e a sorridere come un ebete, ma senza dire nulla di più.
Sara: -Ma tutta questa dolcezza dove l avevi nascosta fino ad ora?- Debora le sorride e non risponde.
Marco: -Si vede che la stava conservando per la persona giusta.- Dice alzando le sopracciglia. Forse è vero. Forse ha ragione Marco, teneva la sua dolcezza e la parte migliore di lei per la persona giusta, e sarei io quella persona?! No c'è almeno non credo. Dopo pochi sorsi la cioccolata è finita e la rimetto sul piattino con il sporco cucchiaino all'interno, inizio a mangiare la brioche, ma arrivata a metà non ne voglio già più.
Debora: -Non ne vuoi più?- Come fa a capirlo?! Faccio cenno di no con la testa. Mi guarda cercando di fare la finta arrabbiata ma no ci riesce.
Sara: -Mangi poco.- Dice guardandomi.
Io: -Ma no, mangio perfino troppo.- come fa a dirlo?! Ha visto il mio fisico?! Come fa a dire una cosa del genere??
Lei mi guarda con aria dubbiosa, Debora si intromette: -Per lei è grassa.- Sara scoppia a ridere.
Marco: -Tu non sei grassa, in palestra dove vado io ci sono persone davvero tanto, ma tanto grasse, saranno cinque volte te. Tu non sei grassa, vai benissimo così.- Debora si irrigidisce.
Debora: -Hai già la tua ragazza, i complimenti falli a lei.- Faccio un mezzo sorriso, è gelosa. Sara sorride, non sembra essere una persona molto gelosa.
Debora: -Vado a pagare.- Si alza dalla panchina e va verso il bancone, io la seguo con gli occhi. Come fa ad essere così tanto perfetta?!
Sara: -Sei importante per lei e non poco.- Mi dice abbassa voce, io tengo gli occhi su Debora, si avvicina al bancone e inizia a parlare con la ragazza con i capelli rossi.  -Non l'ho mai vista così con nessuno e di ragazze intorno ne ha avute tante. Ieri era distrutta quando te ne sei andata, il pensiero di averti fatto male la mangiava dentro. Poi gli è bastato sentirti per tornare a stare meglio, anche se tu eri acida, ma il suono della tua voce è bastato.- Quindi stava con lei ieri quando mi ha telefonato. -Ci morirebbe per te lei.- Sorrido, non riesco proprio a smettere di guardarla
Io: -Ieri ero venuta a casa tua, per dirle che la amo.- Distolgo lo sguardo da lei, per rivolgerlo a Sara. -Io la amo, amo ogni singola cosa di lei, il suo sorriso, la sua voce, cosa che lei odia, amo il suo modo di camminare, quel modo che ha di tirarsi i capelli indietro, quelle piccole fossette che gli si fanno sul viso quando sorride. Amo lei o tutto ciò che comporta, come dice lei.- Torno a dare attenzioni a Debora che sta ancora vicino al bancone a parlare con la ragazza rossa. Ma cosa avrà da dirgli che ci sta da così tanto tempo?! -Io ero andata da lei per dirgli che la amo, ma lei stava con un altra.- Guardo Sara e lei è lì con la bocca spalancata con gli occhi fissi su di me, io le sorrido semplicemente. -Io la amo, è quello di ieri è stato uno sbaglio, spero per lei che non riaccada più.-
Sara: -L'hai già perdonata?- Chiede con tono meravigliato. Perché sta parlando ancora con lei?! Cosa le starà dicevo? Perché ride quella?? MA DI CHE MORTE VUOLE MORIRE!!
Io: -Io l'ho perdonata nel preciso istante in cui ieri sera lei mi ha chiamato che stava piangendo. Non è il tipo di persona che piange così tanto semplicemente.-
Sara: -Si è vero, non l'ho mai vista piangere, o almeno si, una sola volta, ieri sera, quando stava al telefono con te.- Dice meravigliata con un filo di voce, parla come se avesse paura che Debora la sentisse.
Io: -Io l'ho vista piangere due volte. Ma che ha da dire a quella ragazza??- Marco scoppia a ridere, lui è rimasto li tutto il tempo, non ha detto una parola, guardava la ragazza come mi stava fissando esterrefatta.
Marco: -Sei gelosa?- Lo fulmino con lo sguardo. Odio quando mi dicono che sono gelosa!
Io: -No.-
Marco: -Io direi di sì.- Mi alzo dalla panchina, senza dare importanza a ciò che dice e raggiungo Debora al bancone.
Io: -Ehi, andiamo?- Le Chiedo non appena la raggiungo, guardandola, sorridendole, evitando di calcolare la cameriera.
Lei: -Certo amore mio.- Dice prendendomi per mano, e sorridendomi a sua volta. Mi ha chiamato amore mio, mi sciolgo.
La cameriera: -Vabbè io torno a lavoro, ci vediamo okay?- Dice girandosi e tornando a fare il suo lavoro. Ecco brava, pensa a lavorare e non a lei.
Io e Debora, ci dirigiamo verso l'uscita, mano nella mano, e qualche secondo dopo ci raggiungono anche Sara e Marco.
Debora: -Tieni.- Dice buttandogli le chiavi nelle mani. -Guida e mi raccomando..- Dice con un tono di voce preoccupato.
Io: -Guida tu, se hai paura.- Le dico rassicurandola. -È passato il sonno.-
Fa cenno di no con la testa, Marco e Sara si incamminano avanti senza dire nulla, mano nella mano, sorridendosi e scambiandosi baci e coccole, e io mi aggrappo al braccio di Debora, tenendogli sempre la mano.
Debora: -Mi piace averti vicina.-
La guardo: -A me piace stare con te.-
Arrivati alla macchina, Marco si mette al posto di guida e Debora nel sedile dietro di lui. Marco mette in moto la macchina, si mette sulla strada e parte. Qui tutti sanno dove dobbiamo andare, tranne io.
Debora mi guarda e mi fa cenno di appoggiarmi a lei, io l'ascolto e mi appoggio al suo petto, stendendo le gambe dove ero seduta prima, lei si appoggia nell angolo fra il sedile e la porta, avvolgendomi con le braccia e stendendo le gambe sotto le mie. Con una mano inizia ad accarezzarmi i capelli, sa che mi rilassa, chiudo gli occhi e avvolgo la sua vita con un braccio, mentre con l'altro suo braccio mi accarezza la spalla. Appoggia la testa sulla mia, e chiude gli occhi. Il mondo sparisce, ci siamo solo io e lei, e non c'è cosa più bella. Mi fa stare così bene quando stiamo solo noi, perché deve fare sempre cavolate su cavolate?! Inizia ad avere un respiro regolare, sento il suo cuore battere, È così rilassante. Sara accende lo stereo e parte una canzone bellissima. "All of me" di John Legend. La amo, questa canzone riesce a spiegare a parole, cose che alcune persone non sanno nemmeno di provare. Mi è venuto in mente quando l'altro ieri ha cantato la canzone in macchina. La canzone parte.
Canzone: "What would I do without your smart mouth Drawing me in and you kicking me out? Got my head spinning, no kidding I can't pin you down What's going on in that beautiful mind? I'm on your magical mystery ride And I'm so dizzy, don't know what hit me
But I'll be alright."
Io la canticchio sottovoce, mi piace troppo. Debora inizia a parlarci su, la traduce.
Lei: "Cosa farei senza la tua bocca intelligente che mi calma e mi sprona? La mia testa gira, non scherzo non riesco a fermarti che succede a quella bella testa? sono sul tuo magico viaggio del mistero e sono così confuso, non so cosa mi abbia colpito ma starò meglio"
Resta ferma, senza smuoversi, parla con un tono di voce che è un misto tra dolcezze e tensione, continua a coccolarmi. Canzone: "My head's underwater But I'm breathing fine You're crazy and I'm outta my mind Cause all of me loves all of you Love your curves and all your edges All your perfect imperfections Give your all to me, I'll give my all to you You're my end and my beginning Even when I lose, I'm winning Cause I give you all of me And you give me all of you."
E lei parla su: "La mia testa è sott'acqua ma respiro benissimo sei pazza e sono fuori di testa." Io la interrompo e vado avanti io: "Perché tutto di me ama tutto di te amo le tue curve e i tuoi spigoli tutte le tue perfette imperfezioni dammi tutto di te, darò tutto me stesso a te sei la mia fine e il mio inizio anche quando perdo, vinco perché ti do tutto di me e tu mi dai tutto di te.." Debora smette di accarezzarmi i capelli e mi guarda e dice seria : -La sai?- Sorrido. Alza le testa e apre gli occhi per guardarmi e io mi giro per ricambiare lo sguardo.
Io: -Si, amo questa canzone, l'ascolto da quando è uscita, poi la traduzione è bellissima.- La guardo e appoggio il mento sulla sua clavicola. -Tu come fai a sapere la traduzione di tutte queste canzoni?-
Debora: -Quando andavo a scuola, mi esercitavo a tradurre le canzoni.- quanto è bella?! Non riesco a pensare ad altro. Le guardo gli occhi che tiene fissi su di me. Voglio un bacio o anche più di uno.
Io: -Bello.- torno ad appoggiarmi a lei, che a sua volta mi stringe forte con le braccia. Mi accarezza i capelli e si attorciglia alcune ciocche intorno le dita, io sorrido, e lei vi avvolge ancora di più con le braccia. Io chiudo gli occhi e mi rilasso, ma non mi addormento, resto lì appoggiata a lei sentendo il suo respiro accompagnato dal cuore che batte. È UNA VOSA RILASSANTE E ANCHE TROPPO!! Restiamo così, per alcune ore credo, non lo so, comunque sia il tempo passato è ancora troppo poco quando Marco ferma la macchina, durante tutto il viaggio nessuno a parlato, io mi sono lasciata coccolare da lei e Sara si e riposata tutto il tempo. Apro gli occhi ancora intontita, mi alzo per vedere dove siamo, ma il sole che entra dal finestrino mi prende in pieno viso e mi acceca. Mi copro con la mano e scendo dalla macchina. Mi guardo intorno e non posso credere a quello che vedo. Lo spiazzale è enorme, ci sono poche macchina, l'ultima volta che sono venuta qui ero piccola, e non appena mi giro, mi trovo la statua di prezzemolo in mezzo ad una fontana enorme. GARDALAND!! Sorrido, non posso credere che mi abbia portata qui. Io amo i parchi giochi. Lei mi raggiunge e nel frattempo scendono tutti dalla macchina. È vicino a me e mi mette una mano sulla spalla: -Contenta piccola?- Tanto che sono felice, le butto le braccia in vita e la stringo fortissimo.
Io: -Sii tantissimo, come sapevi che volevo tornarci?- Le dico guardandola e con un sorriso che mi va da un orecchio all altro.
Debora: -Tua mamma ha raccontato alla mia di come eri felice quando ci sei venuta l'ultima volta.- Mi stacco da lei e la prendo per il braccio.
Io: -Daii andiamo.- La tiro per il braccio e lei da un po' di forza prima, ma poi si lascia tirare, sorridendomi sempre. Sara e Marco ci seguono, mentre ridono della mia bellissima figura, ma quando vedo questi tipi di parco giochi non capisco più nulla!!

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora