Capitolo 64.

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Rita: -Uffa.- Continuo a lamentarmi. -Fra quanto arriviamo??- Continuo a chiederle. Sono stanca di stare in aiuto non ci fermiamo da quando siamo partite dopo la colazione, è mezzogiorno passato e ho le gambe che non me le sento più. Non mi ricordavo che abitasse così lontano. Sbuffo nuovamente e lei continua a prendermi in giro, continua a ridere e a fare le facce, un po' come fanno le bambine quando sono piccole quando vogliono fare qualche dispetto e devo ammettere che questa cosa mi diverte. Sorrido nel vederla così tanto spensierata e felice. Ma resta il fatto che io sono stanca e voglio mangiare. Siamo uscite dall'autostrada circa mezz'ora fa, e abbiamo passato il paese, e ora siamo perse nel nulla, circondate da alberi altissimi e la strada mi sembra poco affidabile. Continuo a guardarmi intorno, sperando che non ci siamo perse.
Giorgia: -Dai manca poco.- Dice fra una risata e l'altra. Ha detto così anche dieci minuti fa.
La guardo malissimo, sembra più una presa in giro, e lei continuo a ridere.
Io: -Ma mi stai prendendo in giro?- Le chiedo cercando di essere il più arrabbiata possibile, ma in questo ci riesco poco.
Giorgia: -Non mi permetterei mai piccola.- Dice ridendo ancora più forte e tenendo gli occhi fissi sulla strada. E' ironica. Io la continuo a guardare, a vederla bene non mi era mai capitato di vederla così tanto spensierata e felice, mi ricorda un po' me quando stavo con Debora, lei mi faceva dimenticare tutto il resto, può essere che io faccia lo stesso effetto su di lei? Sorrido, una parte di me piace vederla così tanto spensierata, felice, a questa parte di me piace l'idea di stare qui con lei ora e che sia proprio lei a darmi la possibilità di allontanarmi da tutto, ma poi c'è quella parte in cui in questo momento sta morendo poco alla volta perché lei è lontana da me, e forse starà male, e il pensiero di lei che sta male non mi piace. Devo ammettere che mi è difficile non pensarla. Mi guardo le mani e inizio a torturarle, forse venire qui con lei non è stata una buona idea, ma se non fossi venuta mi sarei continuata ad affliggere con quei pensieri, sogni, con lei e nel chiedermi se davvero mi ama oppure no, ora lei ha la possibilità di farsi chiarezza e capire ciò che veramente vuole e soprattutto di capire in dove ha sbagliato. Le mani iniziano a farsi rosse talmente che le torturo e le stringo, fanno anche un po' male, ma non mi importa. Devo ammettere che è più difficile di quanto pensassi, non è così facile allontanarmi da lei, poi il pensiero che se ne è andata dal matrimonio così, e non sapere cosa sta combinando o con chi sta mi preoccupa. Forse è con qualche altra sua amica e io mi preoccupo inutilmente.
Giorgia: -Chiamala.- La sua voce mi porta alla realtà. Alzo la testa e la guardo, il sorriso in volto suo è sparito, ma continua a guardare la strada, con quello sguardo un po' perso. Gli costa fatica ammetterlo o darmi questi consigli, ma conoscendomi dice solo ciò che vorrei fare per incoraggiarmi anche se non condivide pienamente il tutto.
Io: -No.- Dico decisa, tornando a guardare le mani rosse. Non posso, se no non avrebbe avuto nessun senso il mio gesto.
Giorgia: -Ti manca.- Dice con quel tono neutro, lei riesce bene a nascondere le sue emozioni, riesce a nascondere benissimo ciò che prova, io non riuscirei mai, e questa è una cosa che le invidio.
Io: -Non conta nulla che mi manca.- Dico guardandola. Lei così fa, quando gli manca qualcuno sopprime il dolore e io voglio assomigliarle in questo. Giorgia ha un carattere così forte che la invidio. Sorride, come se sentisse i miei pensieri.
Giorgia: -Non mi credevo che tu fossi così.- Dice continuando a sorridere, ma tiene gli occhi fissi sulla strada, non si gira nemmeno per un secondo. Non lo so se lo faccia per non perdere la concentrazione o perché non vuole farmi capire qualcosa o perché semplicemente non vuole vedermi così. Ma così come?
Io: -Non ti capisco scusami..- Dico quasi con un filo di voce.
Giorgia: -Forte.- Spalanco gli occhi e mi viene in mente quando stavo con Debora al ristorante e lei mi aveva detto la stessa cosa, per lei io ero forte. Quando per me quelle forti sono loro due.
Io: -No..- Dico distogliendo lo sguardo da lei.
Giorgia: -Si, sei forte e questa cosa te la invidio.- Non posso crederci, lei invidia qualcosa a me.. Io da quando la conosco ho sempre preso lei come punto di riferimento a cui volevo assomigliare e ora lei mi dice che mi invidia..
Io: -Io non sono forte.- Dico cercando di essere il più decisa possibile.
Giorgia: -Tutti diciamo di non esserlo, ma almeno un pochino tutti lo siamo, tu lo neghi, ma se torniamo indietro nel tempo e prendiamo in considerazione tutto ciò che hai superato e come l'hai superato si capisce che sei una ragazza molto forte, e che certamente non ti lasci buttare giù così tanto facilmente.- Resto sbalordita davanti alle sue parole, non posso crederci che lei lo pensi seriamente, vedendo in una mia non risposta continua a non parlare. -Per esempio, se fossi stata io al tuo posto determinate cose non le avrei mai accettate e sopportate. Come le cose che ti diceva tuo padre, quando ti offendeva per il tuo aspetto fisico o per come sei caratterialmente e tu con tutta la determinazione che hai sei cambiata, tu ora odi ancora il tuo fisico ma per me sei bellissima come lo eri prima, anzi prima lo eri di più, ma sono solo opinioni, o tu che non avevi un bel rapporto con tua mamma eppure ora guardatevi siete quasi inseparabili e sei stata un punto fondamentale per lei quando tuo fratello è andato via con tuo padre, tuo fratello, per quanto lo amassi lo hai lasciato andare e lo hai superato in così poco tempo che io mi sono stupita, poi ci sono io...- Il suo tono di voce va a scendere. Poi riprende: -Se ci fosse stata un altra persona la posto tuo se ne sarebbe fregata di una ragazza problematica come me eppure tu mi hai preso e hai preso i miei problemi, le mie paure e tutti i mostri che avevo dentro e i miei problemi non erano più così difficili da sopportare, quei problemi e quei mostri che avevo dentro di me tu li hai fatti sparire poco a poco, hai amato me e anche loro e hai fatto in modo che anche io iniziassi ad amarmi poco alla volta, mi hai fatto accettare me stessa per come sono. Tu che ti vedi così tanto sbagliata o solo come un peso, eppure in un modo o in un altro sei un punto fondamentale per chiunque e sono sicura che lo sei stata anche per quella ragazza..- Sorriso, il disprezzo lo lascia a vedere tranquillamente.
Io: -Io non ho fatto nulla di che, io fisicamente sono cambiata perché non riuscivo nemmeno più a guardarmi allo specchio, ora riesco ancora a fatica ma riesco. Con mio fratello non avevo altra scelta e con te..- Sorrido. - Non ti avrei lasciato andare via per nulla al mondo.- Lei sorride e non c'è cosa più bella. Per quanto riguarda mia mamma beh.. è tutto da ricordare..

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora