Entriamo in camera e lei chiude la porta alle sue spalle dopo avermi lasciato passare.
Io resto ferma lì davanti la porta con le braccia incrociate e lei invece si siede sul mio letto dopo essersi tolta il gubbino e averlo appoggiato sulla sedia della scrivania.
Giorgia: -Allora mi dici cosa hai?-
Mi chiede in modo diretto e freddo. Tiene gli occhi fissi su di me andando verso il letto e sedendosi su.
Io: -Nulla perché?- La mia voce è sottile, ho quasi paura a parlare.
Giorgia: -Dimmi cosa hai.- Si appoggia con la schiena al muro e sfilandosi le scarpe si porta le ginocchia al petto. -Hai qualcosa e non vuoi dirmelo, già l'altra mattina quando non eri riuscita a dormire che ti sei svegliata nel pieno della notte non mi hai detto cosa fosse successo. Ora me lo dici.- Si impone. -Ora mi dici tutto.- infondo ha ragione, tenermi tutto dentro non mi fa bene, e forse parlandone con lei può aiutarmi.
Lascio andare le braccia lungo la mia vita e a passi lunghi raggiungo il letto e mi siedo vicino a lei. Mi metto nella sua stessa posizione, ma guardo davanti a me, lei invece, tiene gli occhi fissi su di me.
Io: -È tutto un casino con lei, non so come andare avanti o come comportarmi.. continua a mentirmi e a sparire e poi se ne esce portandomi a Gardaland o comprandomi peluche o con regali come il vestito e tutto il resto.- Prendo fiato e dopo qualche secondo continuo. -Io non voglio questo. Io voglio qualcuno di costante nella mia vita.- La guardo e lei resta immobile. Aspetto una sua risposta che dopo qualche secondo arriva: -Non ti fa stare bene.- Dice fredda v
Sorrido, all'idea di lei che ha ragione: -Lo so.- Dico piano.
Giorgia: -Non ti dico di lasciarla in pace e sparire, infondo ci tieni tanto a lei, ma prova a prenderti del tempo per te stessa, stacca un po' da tutto, da lei, da qui.- mi viene in mente la proposta che mi ha fatto mia mamma prima. Forse non è una cattiva idea, ma non lo so, io non sono pronta a lasciare tutto, a lasciare mia mamma, lei, e poi non voglio dare fastidio a Giorgia..
Io: -Lo so, anche mia mamma lo ha detto.- Dal suo viso traspare perplessità. Io continuo a parlare: -Ho detto a mia mamma di me.- Lei senza esitare mi butta le braccia al collo e mi stringe forte, io stendo le gambe e la stringo in vita, mi sto perdendo fra le sue braccia. Sa quanto è stata difficile per me.
Giorgia: -Hai fatto benissimo piccolina.- Sorrido e mi nascondo con il viso fra il suo collo e la sua spalla. Mi piace quando mi chiamano cosi.
Giorgia: -Allora vuoi venire con me?- Dice staccandosi da me, io la lascio andare e il sorriso sul mio viso sparisce.
Io: -Non lo so, forse sono tutte mie paranoie e non è nulla come penso io..- Dico con un filo di voce, torno ad appoggiarmi completamente al muro e inizio a torturarmi le mani, le guardo e mi vedo i segni che mi sto lasciando sulle dita e sui palmi delle mani.
Giorgia: -Come vuoi, ma sappi che io domenica pomeriggio parto.- Tiene gli occhi fissi su di me e non li distoglie nemmeno per un minuto.
Io: -Va bene..- Prendo coraggio e la guardo e continuo a parlare. -Io non voglio darti fastidio e poi non voglio nemmeno lasciare mia mamma qui da sola, ha già perso troppo anche questo no..- prendo fiato. -Ha già perso troppo.-
Lei dolcemente mi risponde: -Secondo te preferirebbe vederti qui, ma stare male o sapere che per un periodo stai con me e potresti stare bene?- beh in effetti non ha tutti i torti, potrei stare bene, potrebbe passare tutto. Ma non posso lasciarla da sola.
Io: -Non posso lasciarla da sola..-
Giorgia: -Ci Sarà mia mamma.- Continua a sorridermi e io la guardo. -Mia mamma non la lascerà un secondo e gli dirò che non appena e se mai accadrà qualcosa mi avvertirà così che potremmo salire presto okay?-
Non ha tutti i torti, si potrebbe fare così, ma no, non posso.
Io: -Vedremo okay?-
Lei fa cenno di si con la testa. Si trascina con il sedere sul margine del letto e mettendo i piedi in terra si alza, io faccio lo stesso seguendola. Si avvicina alla porta di camera mia e Lei la apre, tenendola per la maniglia e lasciandomi passare. Lei mi segue, non appena arriviamo in cucina vedo che mia mamma stava cucinando e la mamma di Giorgia ha appena finito di apparecchiare la tavola. Io e Giorgia ci sediamo sul divano, lei inizia a parlare con mia mamma del matrimonio per domani ma Sento il cellulare nella tasca dei miei jeans vibrare. Lo prendo, e vedo che è un messaggio di Debora. Mi appoggio completamente sui cuscini del divano e apro la cronologia dei messaggi per risponderle.
Debora: [Domani passo a prenderti alle 10 okay?] il matrimonio inizia alle undici ci vuole mezza ora per arrivare in chiesa e quindi va bene.
Io: [Ok.] Risposta diretta.
Debora: [Perché sei così fredda?]
Io: [Sparisci un pomeriggio intero, stamattina ti scrive una che si chiama "amore", poi torni e dici che ti manco. La coerenza non è il tuo forte!]
Debora: [Hai guardato i miei messaggi?]
Io: [Non mi permetterei mai. Il messaggio è arrivato quando ho preso il cellulare e involontariamente ho visto.]
Debora: [Ah..] Mi fa innervosire ancora di più quando fa così.
Io: [Quindi la tua spiegazione è un semplice ah?] Mi irrita ancora di più quando fa così.
Debora: [È Martina..] Non ci posso credere.. Mi prendo qualche secondo o minuto prima di rispondere. Non può stare succedendo ancora.
Io: [Bene.]
Debora: [Amore..]
Io: [Non chiamarmi così.]
Giorgia si appoggia vicino a me, chiudendo la conversazione con mia mamma, appoggia la testa sulla mia spalla e legge i messaggi.
Giorgia: -A me non mi hai mai risposto in questo tono così freddo.- Dice ridendo. Sorrido anche io.
Io: -Ma tu eri diversa.- Dico piano, così che solo lei mi può sentire.
Continuo a guardare la conversazione, aspettando in una sua risposta che non arriva, lei mi guarda.
Giorgia: -Ora non lo sono più?- Dice piano. Io la guardo e sorrido poi le rispondo: -Tu sarai sempre diversa rispetto alle altre.- Lei sorride ancora di più, si gira completamente verso di me, e mi avvolge con un suo braccio in vita, io appoggio una mia mano sul suo braccio e il mio viso sulla sua testa, fra i suoi capelli, che sono morbidissimi e hanno un profumo adorabile. Lei sorride e si mette comoda appoggiandosi a me e io faccio lo stesso. Il cellulare si illumina ancora, un altro messaggio da Debora.
Debora: [Daii..]
Io: [L'hai vista oggi?]
Debora: [Si..] Fanculo.
Io: [Perfetto.]
Debora: [Sei arrabbiata?]
Io: [Fanculo.]
Debora: [Non è successo nulla.]
Io: [Non mi riguarda.]
Debora: [Si se no non ti arrabbieresti.]
Io: [Pensala come vuoi.]
Giorgia: -Gli parli come parlavo io a te.- Dice diretta senza far trasparire alcuna emozione.
Sorrido e le rispondo: -Lo so.-
Debora: [Domani vieni ancora con me?]
Io: [Scordatelo.]
Debora: [Daii.]
Io: [No vado con mia mamma.]
Giorgia: -Sarà un privilegio per me accompagnarla signorina.-
Scoppio a ridere e le risponde: -E per me sarà un privilegio essere accompagnata da lei signore.- Ha un sorriso in pieno viso, gli va da un orecchio all altro e io non posso fare altro che sorriderle ancora di più.
Debora: [Mi dispiace..]
Io: [A me no.]
Giorgia: -Il polo nord in confronto è nulla.-
Debora: [Mi farò perdonare.]
Io: [Non hai più tempo.]
Io: -Domenica parto con te.- Dico con un sospiro e lei sorride compiaciuta.
Giorgia: -Perfetto.-
Debora: [In che senso?]
Io: [Lo vedrai.]
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Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male.
Romans"Perché tu con chiunque starai, ovunque andrai, sarai sempre innamorata di me. Potrai parlare con chiunque tu voglia, puoi anche credere di avermi dimenticata, ma nessuno prenderà il mio posto, nessuno riuscirà a darti ciò che ti do io, nessuno ries...