Capitolo 53.

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Entriamo in camera e lei chiude la porta alle sue spalle dopo avermi lasciato passare.
Io resto ferma lì davanti la porta con le braccia incrociate e lei invece si siede sul mio letto dopo essersi tolta il gubbino e averlo appoggiato sulla sedia della scrivania.
Giorgia: -Allora mi dici cosa hai?-
Mi chiede in modo diretto e freddo. Tiene gli occhi fissi su di me andando verso il letto e sedendosi su.
Io: -Nulla perché?- La mia voce è sottile, ho quasi paura a parlare.
Giorgia: -Dimmi cosa hai.- Si appoggia con la schiena al muro e sfilandosi le scarpe si porta le ginocchia al petto. -Hai qualcosa e non vuoi dirmelo, già l'altra mattina quando non eri riuscita a dormire che ti sei svegliata nel pieno della notte non mi hai detto cosa fosse successo. Ora me lo dici.- Si impone. -Ora mi dici tutto.- infondo ha ragione, tenermi tutto dentro non mi fa bene, e forse parlandone con lei può aiutarmi.
Lascio andare le braccia lungo la mia vita e a passi lunghi raggiungo il letto e mi siedo vicino a lei. Mi metto nella sua stessa posizione, ma guardo davanti a me, lei invece, tiene gli occhi fissi su di me.
Io: -È tutto un casino con lei, non so come andare avanti o come comportarmi.. continua a mentirmi e a sparire e poi se ne esce portandomi a Gardaland o comprandomi peluche o con regali come il vestito e tutto il resto.- Prendo fiato e dopo qualche secondo continuo. -Io non voglio questo. Io voglio qualcuno di costante nella mia vita.- La guardo e lei resta immobile. Aspetto una sua risposta che dopo qualche secondo arriva: -Non ti fa stare bene.- Dice fredda v
Sorrido, all'idea di lei che ha ragione: -Lo so.- Dico piano.
Giorgia: -Non ti dico di lasciarla in pace e sparire, infondo ci tieni tanto a lei, ma prova a prenderti del tempo per te stessa, stacca un po' da tutto, da lei, da qui.- mi viene in mente la proposta che mi ha fatto mia mamma prima. Forse non è una cattiva idea, ma non lo so, io non sono pronta a lasciare tutto, a lasciare mia mamma, lei, e poi non voglio dare fastidio a Giorgia..
Io: -Lo so, anche mia mamma lo ha detto.- Dal suo viso traspare perplessità. Io continuo a parlare: -Ho detto a mia mamma di me.- Lei senza esitare mi butta le braccia al collo e mi stringe forte, io stendo le gambe e la stringo in vita, mi sto perdendo fra le sue braccia. Sa quanto è stata difficile per me.
Giorgia: -Hai fatto benissimo piccolina.- Sorrido e mi nascondo con il viso fra il suo collo e la sua spalla. Mi piace quando mi chiamano cosi.
Giorgia: -Allora vuoi venire con me?- Dice staccandosi da me, io la lascio andare e il sorriso sul mio viso sparisce.
Io: -Non lo so, forse sono tutte mie paranoie e non è nulla come penso io..- Dico con un filo di voce, torno ad appoggiarmi completamente al muro e inizio a torturarmi le mani, le guardo e mi vedo i segni che mi sto lasciando sulle dita e sui palmi delle mani.
Giorgia: -Come vuoi, ma sappi che io domenica pomeriggio parto.- Tiene gli occhi fissi su di me e non li distoglie nemmeno per un minuto.
Io: -Va bene..- Prendo coraggio e la guardo e continuo a parlare. -Io non voglio darti fastidio e poi non voglio nemmeno lasciare mia mamma qui da sola, ha già perso troppo anche questo no..- prendo fiato. -Ha già perso troppo.-
Lei dolcemente mi risponde: -Secondo te preferirebbe vederti qui, ma stare male o sapere che per un periodo stai con me e potresti stare bene?- beh in effetti non ha tutti i torti, potrei stare bene, potrebbe passare tutto. Ma non posso lasciarla da sola.
Io: -Non posso lasciarla da sola..-
Giorgia: -Ci Sarà mia mamma.- Continua a sorridermi e io la guardo. -Mia mamma non la lascerà un secondo e gli dirò che non appena e se mai accadrà qualcosa mi avvertirà così che potremmo salire presto okay?-
Non ha tutti i torti, si potrebbe fare così, ma no, non posso.
Io: -Vedremo okay?-
Lei fa cenno di si con la testa. Si trascina con il sedere sul margine del letto e mettendo i piedi in terra si alza, io faccio lo stesso seguendola. Si avvicina alla porta di camera mia e Lei la apre, tenendola per la maniglia e lasciandomi passare. Lei mi segue, non appena arriviamo in cucina vedo che mia mamma stava cucinando e la mamma di Giorgia ha appena finito di apparecchiare la tavola. Io e Giorgia ci sediamo sul divano, lei inizia a parlare con mia mamma del matrimonio per domani ma Sento il cellulare nella tasca dei miei jeans vibrare. Lo prendo, e vedo che è un messaggio di Debora. Mi appoggio completamente sui cuscini del divano e apro la cronologia dei messaggi per risponderle.
Debora: [Domani passo a prenderti alle 10 okay?] il matrimonio inizia alle undici ci vuole mezza ora per arrivare in chiesa e quindi va bene.
Io: [Ok.] Risposta diretta.
Debora: [Perché sei così fredda?]
Io: [Sparisci un pomeriggio intero, stamattina ti scrive una che si chiama "amore", poi torni e dici che ti manco. La coerenza non è il tuo forte!]
Debora: [Hai guardato i miei messaggi?]
Io: [Non mi permetterei mai. Il messaggio è arrivato quando ho preso il cellulare e involontariamente ho visto.]
Debora: [Ah..] Mi fa innervosire ancora di più quando fa così.
Io: [Quindi la tua spiegazione è un semplice ah?] Mi irrita ancora di più quando fa così.
Debora: [È Martina..] Non ci posso credere.. Mi prendo qualche secondo o minuto prima di rispondere. Non può stare succedendo ancora.
Io: [Bene.]
Debora: [Amore..]
Io: [Non chiamarmi così.]
Giorgia si appoggia vicino a me, chiudendo la conversazione con mia mamma, appoggia la testa sulla mia spalla e legge i messaggi.
Giorgia: -A me non mi hai mai risposto in questo tono così freddo.- Dice ridendo. Sorrido anche io.
Io: -Ma tu eri diversa.- Dico piano, così che solo lei mi può sentire.
Continuo a guardare la conversazione, aspettando in una sua risposta che non arriva, lei mi guarda.
Giorgia: -Ora non lo sono più?- Dice piano. Io la guardo e sorrido poi le rispondo: -Tu sarai sempre diversa rispetto alle altre.- Lei sorride ancora di più, si gira completamente verso di me, e mi avvolge con un suo braccio in vita, io appoggio una mia mano sul suo braccio e il mio viso sulla sua testa, fra i suoi capelli, che sono morbidissimi e hanno un profumo adorabile. Lei sorride e si mette comoda appoggiandosi a me e io faccio lo stesso. Il cellulare si illumina ancora, un altro messaggio da Debora.
Debora: [Daii..]
Io: [L'hai vista oggi?]
Debora: [Si..] Fanculo.
Io: [Perfetto.]
Debora: [Sei arrabbiata?]
Io: [Fanculo.]
Debora: [Non è successo nulla.]
Io: [Non mi riguarda.]
Debora: [Si se no non ti arrabbieresti.]
Io: [Pensala come vuoi.]
Giorgia: -Gli parli come parlavo io a te.- Dice diretta senza far trasparire alcuna emozione.
Sorrido e le rispondo: -Lo so.-
Debora: [Domani vieni ancora con me?]
Io: [Scordatelo.]
Debora: [Daii.]
Io: [No vado con mia mamma.]
Giorgia: -Sarà un privilegio per me accompagnarla signorina.-
Scoppio a ridere e le risponde: -E per me sarà un privilegio essere accompagnata da lei signore.- Ha un sorriso in pieno viso, gli va da un orecchio all altro e io non posso fare altro che sorriderle ancora di più.
Debora: [Mi dispiace..]
Io: [A me no.]
Giorgia: -Il polo nord in confronto è nulla.-
Debora: [Mi farò perdonare.]
Io: [Non hai più tempo.]
Io: -Domenica parto con te.- Dico con un sospiro e lei sorride compiaciuta.
Giorgia: -Perfetto.-
Debora: [In che senso?]
Io: [Lo vedrai.]

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora