Capitolo 65.

1.8K 92 7
                                    

Invece per quanto riguarda mia mamma beh sembra di rivivere ancora quel momento, non potrò mai dimenticarlo.

Era una domenica mattina, mio papà era tornato a casa dopo due mesi di lavoro fuori e da quando era tornato non aveva fatto altro che urlarmi contro ricordandomi quanto io facessi schifo. Quella mattina ero sul mio lettino, seduta a gambe incrociate con il mio peluche in mano, lui diceva che era troppo da bambina tenere i peluche, ma a me piaceva e quindi lo tenevo, il mio Teddy, lo nascondevo nell'armadio quando lui c'era, così lui non poteva trovarlo e buttarlo via come ha fatto con il resto dei miei giocattoli quando avevo solo cinque anni. Le sue parole continuano a tornarmi in mente "fai schifo", "Non dovevi nascere", "Sei sbagliata", "Sei stata solo uno sbaglio" o "Mi fai solo schifo". Rabbrividisco al solo ripensarlo.
Mia mamma stava pulendo e io ero li sul letto a fissare il mio copriletto a pallini viola e nero, è successo tutto più o meno un anno fa. Mia mamma continuava a passare davanti la porta andando da una stanza a l'altra per pulire..
Io: -Mamma..- Non so nemmeno dove mi sia uscita la forza per chiamarla, eppure l'ho fatto. Lei si ferma davanti la porta con una fila di vestiti in mano da mettere in ordine, mi guarda e mi risponde: -Si dimmi.- Ha sempre quel tono freddo quando parla con me, un po' mi spaventa.
Io: -Beh.. Mi chiedevo... Si ecco.. Ti va di parlare un po?- Ho gli occhi fissi su di lei e Stringo il peluche a me, come se mi desse la forza di parlare, sperando che non dica no, non ha mai tempo per me e non voglio disturbarla. -Si ecco se non ti disturbo ovviamente.- Abbasso lo sguardo. Ho sbagliato non dovevo darle fastidio.. Lei entra in camera e posa i vestiti sul bordo del mio letto e si siede davanti a me, la cosa mi lascia perplessa, non me lo aspettavo.. alzo la testa per guardarla e i nostri occhi si incontrano, ma ha sempre quello sguardo serio.
Mamma: -Di cosa vuoi parlare?- Mi chiede quasi in modo dolce. Accavalla le gambe in quel modo così tanto composto, lei è molto "pulita" nei suoi comportamenti e nei suoi gesti. Si sbilancia su un lato restando in equilibrio mettendo le mani sul letto appoggiandole delicatamente sul bordo. 
Io: -Pensi anche tu le cose che mi dice papà?- Lei resta immobile per qualche secondo, senza dire o fare nulla, resta completamente paralizzata.
Senza scomporsi, alza le mani e le poggia entrambe le mani una sopra l'altra sulle gambe e mi fissa.
Mamma: -Perché me lo chiedi?- Dal suo viso non traspare nessuna emozione se non un minimo di perplessità.
Io: -Vedo che quando papà le dice tu fai finta di nulla.- Dico piano distogliendo lo sguardo da lei, poi facendomi un minimo di coraggio riprendo. -Quindi pensavo che anche tu pensassi le stesse cose di lui.- Continuo a guardare il basso e stringo Teddy a me, lei si prende qualche secondo prima di rispondere. Poi con estrema naturalezza riprende a parlare: -No amore.- A quel nomignolo alzo la testa e il petto si riempie, non avevo mai provato quella sensazione, è un calore che ti riempie dentro e poco a poco ti colma completamente. I miei occhi si incrociano ai suoi e lei sorride. Allora perché non dice nulla?
Mamma: -Amore, non penso le sue stesse cose, per me sei la cosa più bella che mi sia mai capitata in vita mia, sei stata un regalo che mi ha mandato il cielo.- Mi risponde come se avesse sentito la domanda che gli ho fatto mentalmente.
Io: -Davvero lo credi?- Non posso crederci, lo pensa davvero, e io non sono uno sbaglio per tutti, ma per lei no.
Lei mi sorride e nel modo più dolce possibile mi risponde: -Lo credo davvero, per me sei bellissima così come sei.- Alza un braccio e con i polpastrelli delle dita mi sfiora la fronte togliendomi alcune ciocche di capelli liberandola cosicché non mi vadano negli occhi, io alzo gli occhi e seguo il movimento delle sue dita, non appena mi sfiora gli occhi si riempiono di lacrime, ma non per tristezza o altro, ma semplicemente per un senso di completezza che provo. Gli occhi sono pieni di lacrime, ma nessuna di loro scende.
Io: -Ohw..- Non riesco a dire altro, è la prima volta che ho un momento così con mia mamma, mi ha spiazzato completamente. Riabbassa la mano con il braccio e torna nella posizione di prima, mi fa un sorriso che le riempie il viso, ed è talmente dolce che non sembra nemmeno lei.
Mamma: -Solo che penso che tu sia una ragazza forte e per questo non dico nulla.- Corrugo la fronte, non la capisco.
Io: -Forte?- Le chiedo.
Mamma: -Molte ragazze o persone in generale sarebbe crollata davanti a tutto ciò che quell'uomo dice a te.- Dice con disprezzo quasi le ultime cinque parole, poi torna a sorridere e continua a parlare. -Eppure tu lo affronti guardandolo dritto negli occhi e senza far trapelare nulla.- Non ci posso credere che lei lo pensi. -Non tutti sarebbero in grado di farlo.-
Io: -Io sinceramente reputo te forte, non me.- Le dico piano.
Mamma: -È forte chi affronta le proprie paure, senza mostrare il terrore che ha o ciò che prova e poi quando è da sola si lascia andare magari piangendo, crolla per così dire, per me non è forte chi non piange mai.- Io dopo un litigio con mio padre mi chiudo sempre in camera e sto da sola, a volte mi concedo il privilegio di lasciarmi andare, e li pensavo di non essere forte, ma una debole, eppure lei dice che io sono forte.
Io: -No.- Dico decisa. -Per me è forte chi affronta le sue paure e non si lascia abbattere da loro mai.- Mi prendo qualche secondo e poi riprendo. -E io non ne sono in grado.-
Lei sorride e porgendosi verso di me, mi avvolge con le sue braccia, sento il calore della sua pelle su di me, sento il calore che emana e mi avvolge completamente.
Mamma: -Tu amore mio, sei la ragazza più forte che io abbia mai conosciuto, e non lo dico solo perché sei mia figlia.- Si prende un attimo di pausa. -Fin ora sono stata fredda con te perché pensavo che non avessi bisogno di me, ma a quanto pare mi sbagliavo e ti chiedo scusa, avrei dovuto chiedertelo o parlatene, ma ti prometto che da ora in poi, tutto cambierà.- alcune lacrime mi rigano il viso ma non ci faccio caso, lascio Teddy e la avvolgo anche io stringendola forte a me, sperando che quel momento non passi mai.

È così che tutto è iniziato con lei, è bastato un attimo di puro coraggio e tutto è cambiato. Da allora non ci siamo mai più separate, e abbiamo iniziato a confrontarci su tutto e soprattutto a dirci tutto. Senza di lei ora non so dove sarei o come sarei. Io la ringrazio per ciò che ha fatto e per il periodo precedente a quel momento, se non fosse accaduto ora cederei alla minima parola sbagliata e ora invece riesco a sopportare almeno un po' in più.

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora