Capitolo 33.

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Hai presente quando sei sul punto di morire ma non muori mai, quando se ad un passo dal cedere, ma non cedi, quando non ti reggi in piedi, e non hai voglia di nulla?! Quando l'unica cosa che vorresti fare è sprofondare, magari sotto le coperte e restarci per tipo fino a quando non avrai nemmeno la forza per rigirarti nel letto, fin quando il respiro diventa leggero fino a non sentirlo proprio più, fino a quando il tuo corpo diventerà così piccolo dall'assenza di cibo o di acqua, quando l'unico calore addosso che riesci a sentire è quello delle coperte, mentre dentro hai solo freddo. Fino a quando quegli occhi, quei maledetti occhi, che prima mi tradivano tutte le volte che provavo ad essere forte e non mostrare le mie fragilità e loro puntualmente si dimostravano per quello che ero, fragile. Tutte quelle volte in cui non volevo piangere o non volevo stare male davanti a qualcuno e loro si riempivano di lacrime o diventavano Rossi fino a bruciarmi e io mi arrabbiavo. mi arrabbiavo perché non volevo accettarlo. Non volevo accettare di stare male davanti a qualcuno. Io cercavo di impedirglielo, ma loro no dovevano fare come volevano loro. Mi torturavo le mani, le braccia, qualsiasi cosa io tenessi a tiro. Anche Ora è così, mostrano ciò che realmente sono, ciò che realmente provo, quei occhi che sono così tanto spenti, così tanto vuoti, persi da tutto, senza una via d'uscita, ora che fissano il soffitto. Quegli occhi che prima venivano guardati da persone meschine, piene di finte parole, e false promesse. Sono loro che mi hanno ridotto così, è colpa loro se oggi sono incapace di fidarmi o affezionarmi a qualcun altra. Ma chi voglio prendere in giro?! Devo essere sincera, almeno con me stessa, la colpa più grande è stata mia, sono stata io a far entrare loro nel mio mondo, ad aprirmi e a dare loro la possibilità di farmi stare così, di ridurmi così, di ridurmi il nulla. Gli occhi si riempiono di lacrime, che iniziano a scorrere incontrollabili sul mio viso, oggi più pallido del solito, non posso essermi ridotta così.. le persone promettono e promettono, dicono e dicono ancora, non danno peso alle parole che dicono, non capiscono ciò che promettono, ti fanno illudere, dicono di volerti regalarti il mondo e poi ti fanno restare solo con le loro parole e con quelle non puoi farci nulla. A volte inizi anche un qualcosa, ma avendo piena consapevolezza di come andrà a finire, eppure ti ci butti completamente, ci dai anima e corpo e alla fine ti riduci così, come mi sono ridotta io adesso.. al nulla totale.
socchiudo gli occhi per qualche secondo e la testa inizia a girarmi, quando li riapro non vedo più nulla, è tutto buio intorno a me, sento delle urla, sono acute e profonde, non capisco da dove provengano. Ho paura.. Non riesco ne a parlare o tanto meno muovermi, faccio fatica anche a respirare, mi manca l'aria.  Non sono più nel mio letto, mi guardo intorno, ma non vedo nulla. Mi sto agitando.. L'aria è sempre meno, e le urla sempre più forti, il vuoto mi sta trafiggendo l'addome, il petto, gli occhi mi bruciano.. le urla, continuano, diventano più forti, il mio battito cardiaco accelera, inizio a sudare. Mi copro le orecchio con le mani, nonostante il dolore, sperando di sentire meno le urla, ma è tutto inutile sembra che diventino sempre più forti. Basta ti prego.. Non riesco più a capire dove io sia o cosa stia succedendo.. Chiudo gli occhi, cercando di pensare ad altro, ma è tutto inutile, mi rannicchio e mi copro le orecchie con le mani fino a farmi male, ma nulla, le urla continuano, ma la mia voce manca ugualmente.  
Quando li riapro vedo il soffitto di camera mia, è tutto buio, ma non come nel sogno, c'è quella poca luce provenire dalla finestra, ho ancora il respiro pesante, mi giro verso Giorgia e lei dorme, è sommersa dalle coperte, sono sudata fradicia, ma non ho caldo, anzi ho freddo, un freddo che proviene da dentro e non da fuori.. Ho bisogno di un bagno. Mi tolgo le coperte da dosso e Poggio i piedi in terra, le gambe mi tremano e le mani anche, mi prendo qualche istante per cercare di riprendermi, ma è tutto inutile. Guardo il cellulare per vedere l'orario, segna le quattro e mezza, ho dormito per due ore più o meno. Sento il cuore battermi in petto, sembra che a momenti voglia uscire dal mio petto. Ci appoggio la mano su sperando che si calmi, ma è tutto inutile. L'ansia e l'agitazione dovute all'incubo non vanno via..
Ieri sera dopo che Giorgia mi ha fatto quella domanda e non ho voluto risponderla siamo tornate in sala facendo finta di nulla dopo qualche minuto Debora e la mamma se ne sono andate, e noi abbiamo passato la serata tranquillamente, abbiamo visto alcuni film mentre mangiavamo e abbiamo fatto tardi.
Mi faccio forza e mi alzo dal letto, sperando che le gambe mi reggano e non cedano, guardo il letto che è inzuppato di sudore. Non posso tornare a dormire lì dopo..  Prendo l'intimo dal cassetto vicino al letto dove sopra c'è il telefono che sta caricando, guardo l'armadio pensando che dovrei prendere dei vestiti per dopo la doccia, ma fa troppo rumore e se lo apro corro il rischio di svegliare Giorgia e non mi sembra il caso, apro uno dei cassetti della cassettiera per prendermi una maglia, ma mi ero dimenticata che avevo svuotato alcuni cassetti per lei e ne ho aperto uno suo, così facendo prendo una sua maglia che dovrebbe andarmi abbastanza grande. Vado in bagno e mi chiudo a chiave la porta alle mie spalle, ho ancora il respiro accelerato, mi sento le gambe di gelatina che a momenti cedono tanto che sono deboli, resto li con la schiena appoggiata alla porta a fissare un punto non preciso di quella stanza. Era una vita che non mi capitava una cosa del genere, non avevo incubi da moltissimo tempo ormai, avevo preso a dormire poco ma gli incubi erano passati.. Poggio i vestiti sul mobiletto vicino al lavandino, accendo la piccola lucina sopra lo specchio  e vado ad aprire l'acqua prevalentemente calda, mi guardo allo specchio, ho il viso arrossato e gli occhi gonfi. Apro il primo cassetto del mobiletto e prendo L elastico per legarmi i capelli, non posso lavarli, perché è tardi e non posso accendere il phon. Il lego in una coda alta, attorcigliando la coda con le mani e li lego intorno al codino. Mi giro verso la vasca che ormai è riempita poco più della metà, chiudo l'acqua e mi inizio a spogliare, mi immergo nell acqua, che all inizio sembrava bollente, ma poi il corpo si abitua e l'acqua va bene, prendo la spugna con il bagnoschiuma dal muretto della vasca e mi inizio ad insaponare, una volta finito lascio la spugna piena di schiuma in acqua così che si fa un po' di Schiuma, mi appoggio all vasca. Quell'incubo, le urla, erano così reali.. riesco quasi a risentirli ancora nella mia testa, come se stessi facendo ancora quel incubo. Faccio un sospiro. Prima non erano così, non erano così reali, poi li vivevo in terza persona, mai in prima, quando mi sono svegliata avevo la tachicardia, le altre volte il massimo che poteva succedere era che mi sveglio nel pieno della notte e non riuscissi più a dormire, ma mai successo che io mi sia svegliata in questo stato. Chiudo gli occhi e mi appoggio completamente alla vasca, scivolo un po' in giù cercando di rilassarmi, il respiro è diventato piuttosto regolare, il freddo che proveniva da detto è piuttosto sparito, grazie all'acqua bollente, cerco di calmarmi, ma è tutto inutile. Perché?! Io ho paura, non posso tornare ad avere paura di addormentarmi o di chiudere gli occhi anche solo per qualche istante solo perché rivivo quelle scene nella mia testa come fossero vere.. Quando avevo pensato di affrontare le mie paure, non dicevo così, non pensavo in questo modo, non posso farcela se sono così, non posso continuare se sono così. Mi perdo nel guardarmi le ginocchia, che escono poco da dentro l'acqua, sento freddo in quel punto, quindi faccio rilassare le gambe dentro l'acqua, così che prendono caldo. Ho paura a chiudere gli occhi, ho paura di rivivere di nuovo quel sogno.. Mi alzo ed esco da dentro la vasca, prendo l'asciugamano da peso e me la attorciglio sotto le braccia, per asciugarmi, faccio scendere l'acqua della vasca e poso la spugna con il bagnoschiuma sul muretto della vasca. Mi asciugo con l'asciugamano che ho intorno al petto, mi vesto e mi metto le pantofole che avevo prima e mi sciolgo la coda, mi pettino i capelli e li lego in una treccia, mi arrivano in vita, mi guardo allo specchio e sono pallida, tanto anche, mi tocco le guance. Come può un solo incubo ridurmi cosi?! Come può una sola mia paura ridurmi così?! Non voglio affrontarle cosi! Non voglio affrontarle tutte in una sola volta, non sono pronta!! Forse dovrei tornare ad essere la ragazza di prima, quella che non dorme, ma che almeno non ha gli incubi. Forse dovrei reprimere le mie paure ancora e non dare loro questo potere o affrontarle così che poi forse possano passare, potrei tornare ad essere "schiava" di loro, ancora, almeno fare in modo che quegli incubi non tornino. Non so più cosa fare o cosa pensare.. Ho paura adesso di andare in camera e dormire.. Nel letto non posso mettermici.. Se mi mettessi nel letto con Giorgia.. forse con lei le paure in parte spariranno o almeno non saranno così pesanti o forse non li avrò proprio più.. Faccio un sospiro togliendo gli occhi dallo specchio e guardandomi le mani appoggiate sul lavandino, Prendo i vestiti che erano in terra e li butto nella cesta dei panni sporchi.. Ho bisogno di una sigaretta, ma le ho finite.. Esco dal bagno dopo aver spento la luce e quando vado in camera mia guardo il mio letto, la poca luce che proviene dalla finestra fa vedere abbastanza, il sudore si è asciugato sulle lenzuola Non posso e non voglio tornare in quel letto. Mi appoggio allo stante della porta e guardo Giorgia, lei dorme così tanto bene, è rilassata, ha il respiro leggero, si muove sotto le coperte, mi avvicino a lei, e mi chino per spostarle una ciocca del suo ciuffo, lei apre gli occhi, all'inizio si spaventa, ma subito dopo aver realizzato che sono io mi sorride, non dice nulla, ma mi guarda perplessa, si sposta verso il bordo del letto e mi tira le coperte indietro come per chiedermi di dormire ancora con lei, per qualche secondo resto incerta su cosa fare. Non voglio che mi veda nelle condizioni di prima, non voglio che accada ancora, ma forse con lei potrà passare.. Mi distendo vicino a lei. Mi avvolge con le sue braccia, ne mette una sotto al collo e una intorno alla vita, la mia testa è appoggiata al suo petto, sento il suo cuore battere, è una cosa bellissima, ascoltare quella "melodia". Appoggia il suo viso sulla mia testa e io sorriso al sentirla sorridere. Sento il suo profumo, le urla nella mia testa si affievoliscono, ma ci sono ugualmente. Ho paura, non voglio dormire. Mi stringo le mani una all'altra vicino al mio petto, restiamo così, io fra le sue braccia e lei che mi stringe.

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora