Capitolo 41.

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Non posso credere che lo abbia fatto, non posso credere che alla prima litigata ci sia andata con qualcun altra, che poi con lei! Con tutte le ragazze che esistono a questo mondo con lei proprio doveva andarci. Le lacrime continuano a scendere inesorabilmente, a furia di piangere gli occhi mi bruciano, mi pulisco le guancia e il naso con la manica del gubbino, ma è inutile, sta piovendo a dirotto e il gubbino e fradicio, mi meraviglio solo che io sono asciutta, è molto impermeabile si deve dire. Mi guardo intorno per vedere dove mi sono diretta intenzionalmente. Intorno a me ci sono solo campi e piante, ho perso la direzione di casa dopo che ho pensato di non tornare a casa in queste condizioni, e poi avevo bisogno di stare da sola. Il cielo è buio, non si vede nulla, se non nuvole e pioggia, mi guardo intorno per vedere se c'è un riparo, all inizio della via c'è un piccolo capannone abbandonato, mi ci avvicino e mi appoggio al muro per ripararmi, è il capannone che si trova dietro casa mia. Guardo il cellulare per vedere che ore sono: 20.00. Cavolo è più di tre ore che sono in giro. Tolgo la modalità aereo. Stranamente va ancora dopo tutta l'acqua che ha preso. Mi arrivano diversi messaggi, la maggior parte di Debora, anche alcune chiamate sue ma non ci faccio caso, non mi va di sentire parlare di lei ora. Ci sono anche alcune chiamate da mamma, ma non la calcolo. Poi c'è lei. Faccio il primo numero che ho nei preferiti. Giorgia! Non ci impiega molto a rispondere, non ci fa fare nemmeno uno squillo.
Giorgia: *Dove cazzo sei?*
Io: *Ciao anche a te.* Dico con voce tremante e mentre mi pulisco il naso con la manica del gubbino, cercando di non piangere.
Giorgia: *Quella sta chiamando da quasi tre ore dicendo che non rispondi e tua mamma ci stava morendo, ma ti ho coperto e ho detto che dopo essere andata da lei sei uscita con una tua amica di scuola e avevi il telefono scarico e che mi hai mandato un messaggio prima che si spegnesse il telefono.* Non poteva farsi i cazzi suoi?! Mi ha già rovinato la giornata, anche questo no!
Tiro un sospiro.
Io: *Avevo bisogno di stare da sola..* Mi scendono ancora le lacrime, mi copro il viso con le mani, odio piangere.
Giorgia: *Dove sei ti vengo a prendere?*
Io: *No fra un po' torno. Dammi ancora qualche ora.*
Giorgia: *Qualche ora il cazzo, è tardi, tu ora mi dici dove sei e io ti vengo a prendere che sta anche diluviando.*
Io: *No, voglio stare da sola..* scivolo per terra e scoppio a piangere.
Giorgia: *Mi spieghi cosa è successo?* è visibilmente preoccupata dalla voce.
Io: *È andata a letto con UN altra.* Prende aria e cerca di non far vedere che è incazzata.
Giorgia: *Dove sei?*
Io: *No..*
Giorgia: *Ti prego..* In quel momento capisco che è più per lei che per me, ha paura che io possa fare qualche cosa di sciocco. Non voglio farla preoccupare o farla stare male.
Io: *In un capannone dietro casa nostra, esci la via, giri a destra e prendi la prima curva, entri in via e in fondo c'è un capannone, sono lì.*
Giorgia: *Perfetto, rimani a telefono con me, vengo a prenderti.* Sorrido, è così tenera quando si preoccupa.
Io: *Va bene..* Faccio un piccolo sorriso.
Giorgia: *Sto scendendo.*
Io: *Tranquilla, fai anche con calma.* Mi siedo bene in terra e stendo le gambe, appoggiandomi completamente al muro, guardando un punto non preciso davanti a me.
Giorgia: *Sei una testa di cazzo.*
Io: *Che ho fatto ora?*
Giorgia: *Dovevi chiamarmi.*
Io: *Volevo stare da sola.* Sbuffo, guardandomi intorno, è tutto buio, in effetti sembra un paesaggio dei film horror.
Giorgia: *No, lo sai.*
Io: *Mi ha ucciso.* Dico con un filo di voce.
Giorgia: *Lo so piccola, sto prendendo la macchina, sto arrivando.*
Io: *Non sei obbligata, non sono nelle migliori delle condizioni.*
Giorgia: *Ti ho amato di prima mattina, con i capelli tutti in disordine e una mia maglia addosso, secondo te non posso amarti ora?* Sorride e io non posso fare a meno di sorridere.
Io: *L'unica volta che ho messo una tua maglia per dormire è stata questa notte..*
Giorgia: *lo so piccola..* Si riferiva a oggi, mia ama.. Tira un sospiro e non mi da tempo di rispondere. *Sono entrata in via, non vedo il capannone.*
Io: *Vai infondo alla via, dall'inizio non si vede.* Mi guardo le gambe, sono così enormi, distolgo lo sguardo mi tirò le gambe al petto appoggiando il braccio destro su che con L altro sto tenendo il cellulare.
Giorgia: *Ma tu come hai fatto ad arrivarci, è tutto buio e non si vede nulla, c'era il rischio che potevi farti seriamente male.* Sarebbe stato un bene ora come ora.
Io: *Lo so.*
Giorgia: *Vedo il capannone, ma non è vicino. Ma sei stata qui tutto questo tempo?* Sento la sua macchina arrivare.
Io: *No, ho fatto il giro al contrario, se vai oltre il capannone e segui la via ti porta in una via piccolissima e piena di terra, dove esci da tutt'altra parte.*
Giorgia: *Hai camminato tanto..*
Io: *Si..* si iniziano a vedere i fari della macchina. E tengo gli occhi fissi sulla strada.
Giorgia: *Potevi seriamente farti male.* Va a finire sempre su questo argomento.
Io: *Si vedono i fari della macchina.*
Giorgia ferma la macchina fuori dal capannone, senza accorgermene ha anche smesso di piovere, scende lasciando la portiera aperta e non appena mi vede corre verso di me. Io sono ancora li seduta per terra, con il telefono con la chiamata che sta andando. Non appena mi vede si inginocchia davanti a me e mi butta le braccia al collo, mi stringe forte e io non posso fare altro che scoppiare a piangere, mi copro il viso, lasciando cadere il cellulare sulle gambe. Mi sento così sbagliata, perché?! io gli avrei dato tutto se solo lo avesse voluto, gli avrei dato il mondo se solo lo avesse chiesto, perché devo essere sempre così sbagliata, perché devo avere sempre così tanta paura, affezionarmi sempre alle persone sbagliate. Le butte le braccia in vita e la stringo, è l'unica che c'è sempre stata. Non può avermi fatto questo semplicemente per come l'ho trattata stamattina, non dovevo, così almeno non stava con lei oggi. I segni che avevano sul corpo mi tornano in mente. Non avrei dovuto lasciarla andare così, avrei dovuto fare qualcosa, ma cosa?! Cosa avrei dovuto o potuto fare per tenermela, Io non lo so.. Si stacca da me e io la guardo asciugandomi le lacrime con la manica del gubbino e faccio un mezzo sorriso forzato.
Giorgia: -Non mi piace quando piangi lo sai vero, sei così bella quando sorridi, ridi.-
Io: -Scema che sei, non ho nessuna voglia di ridere.- ma un mezzo sorriso mi esce ugualmente. Lei si alza soddisfatta e aiuta anche a me ad alzarmi da terra. Mi pulisco il sedere e il gubbino.
Giorgia: -Io ci sarò sempre per te.- Mi butta le braccia intorno al collo e mi fa perdere fra le sue braccia. E' di una dolcezza infinta questa ragazza. Mi lascia andare e andiamo verso la macchina, lei sale dalla parte del conducente e io dalla parte del passeggero. Non appena salgo in macchina mi suona il cellulare, è lei. Mi blocco indecisa se rispondere o no. Voglio sentirla, ma il suo comportamento è stato troppo sbagliato quindi no, ma mi manca la sua voce. RITA NON FARE L A PARTE DELLA VITTIMA O DI QUELLA DEBOLE, TI HA PRESA IN GIRO, RICORDALO, TI HA USATO, PER LEI SEI STATA SOLO UN GIOCO FIN DALL'INIZIO. Chiudo la chiamata e salgo in macchina, non molto dopo, riparte la chiamata da parte sua, io la richiudo nuovamente. Guardo i messaggi che mi ha mandato. Giorgia mette in moto la macchina e gira nello spiazzale del capannone e si dirige verso casa.
Debora: [Sei arrivata a casa?
Perché non mi rispondi?
Ehi..
Ehm, allora non sono molto brava con le parole dovresti saperlo, ma è stato un attimo di debolezza, non dovevo fare quello che ho fatto e ti chiedo scusa. Non potrò mai perdonarmelo.. combino solo casini.
Ho chiamato tua mamma ma mi ha detto che non sei tornata. Dove sei?
Ho paura ti possa essere successo qualcosa..
Ho fatto il giro per il paese e quelli vicini, anche nelle vie più piccole, ma non ti trovo, non ci sei, ho paura.
DOVE CAZZO SEI?
TI CHIAMO E MI VA A SEGRETERIA, AI MESSAGGI NON RISPONDI, DOVE SEI?
Non posso credere di averti perso, non posso credere di aver fatto una sciocchezza del genere..]
Oltre a questi messaggi ci sono anche diverse chiamate senza risposta, ne sono 6.
Poi ci sono quelle di mamma e Giorgia, che piccola anche lei era in pensiero.
Giorgia: -Rispondile.- La guardo con aria perplessa. Non può essere seria.
Giorgia: -Quando ha chiamato a casa che le ho risposto io piangeva, era davvero preoccupata, e per quanto possa starmi antipatica e non possa sopportarla, quello che ho passato io in queste ore non lo augurerei nemmeno a lei che non sopporto, l'idea che ti fosse successo qualcosa o di te che stai male, è un dolore straziante..- Tiene gli occhi fissi sulla strada, io la guardo, siamo appena entrate nella via di casa. Non le rispondo, anche perché non so cosa dirle. Lei parcheggia e io scendo dalla macchina dirigendomi verso il portone, magari dopo quando e se mi chiama le rispondo, se inizierei a mandargli messaggi, poi non la finirei più, invece con la chiamata una volta terminata, finisce tutto li.
Giorgia mi raggiunge e apre il portone con le chiavi e saliamo su, inizio a salire le scale.
Lei: -Tua mamma e la mia sono uscite con la macchina di tua mamma, hanno detto che faranno tardi, perché devono comprare qualcosa per il matrimonio e hanno lasciato qualcosa di cucinato nel forno. Continuo a salire, sinceramente non ho per niente fame, ora come ora mi va di fare una bel bagno caldo e poi andrei a mettermi nel letto.
Giorgia: -Ma dato che stasera, conoscendoti mangerai l'indispensabile e prima ti farai una bella doccia calda, ne mangerò un po' di più io.- Le sorrido.
Arriviamo davanti casa mia e lei apre la porta, non appena entro in casa appoggio il telefono sul mobile vicino la stufa e mi tolgo il gubbino di dosso, appoggiandolo vicino la stufa. Sto ferma li, cercando di prendere caldo, ma è tutto inutile, non riesco a riscaldarmi.
Giorgia: -Tu vai a farti un bagno caldo, quando hai quasi finito, mi chiami e inizio a riscaldare la cena e preparo la tavola.-
Le sorrido e l'ascolto per una volta, vado in bagno e faccio riempire la vasca, nel frattempo vado in camera mia e prendo: un reggiseno, una mutandina e prendo anche una maglia di Giorgia dal cassetto con un pantalone, un leggins. Adoro mettermi le sue maglie! Torno in bagno e mi chiudo la porta alle spalle. Giro la chiave e ora ci sono solo io, butto un po' di bagnoschiuma nella vasca così che ci si fa un po' di schiuma nell'acqua. Mi spoglio e buto direttamente i vestiti nella cesta dei panni sporchi, mi slego i capelli e la treccia, i capelli sono umidi, si vede che un po' di acqua è trapelata attraverso il gubbino. Entro nella vasca piano piano, all'inizio l'acqua è bollente ma poco a poco che ci entro il mio corpo ci si adatta, una volta entrata completamente mi stendo e rilasso ogni muscolo del mio corpo. I pensieri spariscono. Il bagno è l'unico momento in cui i pensieri spariscono, che siano belli oppure no e resto solo io. Io e il mio volermi rilassare. Dopo aver tirato quale respiro mi insapono i capelli e poi ci metto la maschera per ammorbidirli, nel frattempo mi insapono tutta. Quando ho finito, mi appoggio alla vasca e aspetto qualche secondo prima di sciacquarmi i capelli. Mentre guardo il soffitto le immagini di Debora e Martina a casa, i segni, i comportamenti di Debora, Martina che sotto sotto rideva, era così tanto soddisfatta di quello che stava accadendo in quel momento, era più che felice, mi torna tutto in mente. Sono stanca di pensare, pensare a queste cose che mi fanno solo stare male. Sprofondo nell'acqua e mi sciacquo i capelli. Esco da dentro la vasca, faccio scendere l'acqua e mi faccio il turbante ai capelli cosi che non gocciolano. Mi asciugo e mi vesto abbastanza velocemente. Torno in cucina, con il mio turbante in testa e trovo Giorgia che ha già apparecchiato e messo i piatti.
Le sorrido: -Non ti ho avvertita, scusa..-
Lei: -Tranquilla, ho sentito quando hai fatto scendere l'acqua dalla vasca.-
Io: -Stalker.- Le dico sorridendo. Alza le sopracciglia soddisfatta.
Lei: -Mangia, che poi ci mettiamo nel letto e guardiamo un bel film.-
Senza risponderle, mi siedo a tavola e mi trovo la pizza nel piatto. Amo la pizza e mamma lo sa, per fortuna che c'è lei. La mangiamo abbastanza velocemente e senza dire nulla, ne mangio anche tanta.
Quando abbiamo finito aiuto Giorgia a sparecchiare, ma la TV è spenta e nessuna delle due parla, c'è ma più totale tranquillità. Mettiamo i piatti nel lavandino e mentre lei li lava io finisco di togliere la tavola e passare L aspirapolvere. Quando abbiamo finito e abbiamo messo tutto in ordine, andiamo in camera, prendo il cellulare e lo porto con me. Mi tolgo L asciugamano dalla testa e lascio cadere i capelli sulle spalle, sono ancora un pochino umidi. Appoggio L asciugamano sul bordo del comodino.
Io: -Riesci a farmi la treccia?- La guardo e Lei si cambia davanti a me, si inizia a spogliare e io sono un attimo imbarazzata, cerco di non guardarla, ma è bellissima.. deglutisco e mi giro per preparo il letto dopo aver appoggiato il telefono sul comodino. Se non la guardo, l'imbarazzo diminuisce, ma il pensiero che lei è lei è si sta cambiando c'è.
Lei: -Che c'è? Ti imbarazza vedermi nuda?- il viso mi va a fuoco, ma faccio finta di nulla, preparo io letto, dopo aver spostato i pochi peluche che avevo sul letto. Le sorride e mi sento i suoi occhi addosso.
Io: -No no.- Deglutisco.
Quando ho finito mi giro, mentre mi siedo sul letto, la guardo e lei è lì, davanti a me, con i pantaloni del pigiama che gli vanno grandi e senza maglia. È così bella.. ha il corpo che è perfetto. Si gira e io faccio finta di cercare il telecomando della TV nel comodino. La sento sorridere, credo abbia capito il mio disagio.
Lei: -Si riesco a farla, vuoi che te la faccio?-
Oddio!! Sii fammela qualsiasi cosa tu voglia.. QUALSIASI COSA TI PASSI PER LA TESTA!! no Rita no. Non pensarci.
Faccio cenno di si con la testa.
Lei: -Ma se dormo così?! Solo in reggiseno?! Si sta comodi.-
No!!! Non riuscirei a concentrarmi, guarderei solo lei e nient altro.
Io: -Come preferisci.- cerco di parlare in modo regolare e con lo stesso tono di voce e senza sbalzi. Lei scoppia a ridere perché il mio intento di sembrare non presa, non è riuscito.
Lei: -Mi piace il tuo lato perverso. Comunque no mi metto la maglia.- Prende la prima maglia dal cassetto e se la mette.
Un pochino mi dispiace, mi piaceva guardarla, e poi il mio lato perverso gli piace, ma io non ho detto nulla.. mi conosce vero..
Lei: -Ti piaceva così tanto guardarmi- La guardo.
Resto perplessa. Odio quando fa così!!
Io: -Resta con la maglia che è meglio.- Distolgo lo guardò da lei e Prendo gli elasticini piccoli dal comodino per la treccia.
Lei: -Ti piacevo così tanto senza maglia?-
Si avvicina e io la guardo, e appoggia le mani sulle mie gambe che subito si irrigidiscono, le appoggia vicino le ginocchia.
Lei: -Se vuoi che resti senza maglia basta dirlo.- Dicd con voce leggera, Fa salire piano piano le mani a ogni sua parola, il respiro mi accelera e diventa irregolare. -Se vuoi starmi vicino, molto vicino..- Si avvicina con il suo viso al mio, bloccando le mani molto vicino ai fianchi. -..Così vicino, magari senza nulla addosso, basta dirlo.- Deglutisco. Mi sta provocando, ma non devo cedere alle sue provocazioni. Inizia a farmi i grattini sulle gambe, prima sulle gambe, poi all interno coscia, molto vicino a li.
Io: -Basta.- Dico con un filo di voce.
Lei sorride, si morde il labbro e si avvicina ancora di più con il viso, ma stavolta mira al collo, sa che è il mio punto debole.
Lei: -Perché?- Inizia a strofinare leggermente la punta del naso sul collo, sento le sue labbra molto vicine al mio collo, io deglutivo e il suo respiro così leggero, io socchiudo gli occhi. -Tanto lo vuoi, e per quanto tu voglia dire no, il tuo corpo dice si.- Ha ragione!! Ma no non devo, non voglio, non posso farlo!! Ma la voglio, eccome se la voglio, ora mi alzerei e la butterei sulla brandina, mi metterei su di lei, iniziandola a biasciare e poi il resto viene da se, ma no. NO!! Non devo. Un minimo di contegno Rita. -Hai il respiro irregolare, socchiudi gli occhi. Dimmi che mi vuoi.- Non farlo Rita non farlo!! Te ne pentirai poi!

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora