Capitolo 61.

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Finiamo di mangiare abbastanza velocemente quel poco che ci resta della brioche, senza dire più nulla, poi Giorgia sia alza lasciando tutto sul tavolo, si volta verso la cassa e vuole andare a pagare.
Io: -Tieni.- Dico prendendo i soldi da dentro la tasca del gubbino, molto velocemente, sono cinque euro dovrebbe riuscire a pagare entrambe le colazioni. Ieri mia mamma prima di andare a dormire mi ha dato un po' di soldi in caso mi servissero, poi ha detto che se nel caso trovassi un lavoro di accettarlo o di cercarlo anche così che non faccia la mantenuta da Giorgia almeno per il periodo che starò qui, se poi mi stabilizzerò è tutto di guadagnato.
Giorgia resta in piedi davanti a me, di lato, con una mano appoggiata a pugno sul tavolino e l'altra che mantiene la spalliera della sedia dove era seduta poco fa. Ha gli occhi fissi su di me, è molto seria, questa cosa mi spaventa fino a poco fa andava tutto bene., sorrideva e stava bene ora invece è l'esatto contrario.
Giorgia: -Ascoltami mia piccola principessa.- Dice con la bocca chiusa a fessura. -Ascoltami davvero molto bene.- Precisa. -Fino a quando starai con me, e spero che ci starai per molto, ma molto, ma moltissimo tempo, tu non dovrai cacciare nemmeno un centesimo chiaro?- Dal suo viso traspare rabbia, ma non ne capisco il senso, io volevo solo essere "cortese" se così si può dire. Richiudo i soldi nella mano e li rimetto nella tasca abbasso la testa sulla tazza vuota sporca di schiuma dove prima c'era il cappuccino e sui piattino pieni di briciole dovute alla brioche che c'erano prima. Mi stringo in me stessa chiudendomi nel gubbino e nella sciarpa. Mi faccio piccola piccola. Sbaglio sempre tutto. Sento il rumore della sedia strusciare in terra e avvicinarsi a me, poco dopo mi sento qualcuno avvolgermi, alzo la testa ed è lei. Giorgia si è seduta sulla sedia avvicinandosi il più possibile a me, mettendo una gamba dietro la mia sedia e l'altra sotto il tavolo vicino le mie. Alzo la testa da dentro la sciarpa e torno a guardarla, è molto vicina, ma cerco di non pensarci, Non appena nota che la sto guardando mette un braccio dietro la mia schiena e uno sulle mie braccia intrecciate sul tavolo, molto vicine, chiuse in loro. Mi abbraccia, stringendomi forte e appoggiando la sua testa sulla mia, fra i miei capelli e poi si spostane si appoggia con la testa sulla mia spalla. Ha il viso rivolto verso il tavolino, alcune sue ciocche di capelli mi fanno il solletico sul viso.
Giorgia: -Voglio prendermi io cura di te..- Dice restando in quella posizione. La sento fare un piccolo sorriso alla fine. -Non voglio che tu ti debba preoccupare. Voglio che tu stia tranquilla su tutto e che abbia la mente libera da tutto.- Sorrido. È un idiota il più delle volte e sbaglia la maggior parte delle cose che fa o che dice, ma sa sempre come farsi perdonare e senza grandi gesti, proprio come piace a me. Appoggio la mia testa sulla sua, sento il profumo dei suoi capelli ed è così buono, e le ciocche che mi fanno il solletico sulle guance aumentano.
Io: -Scusami allora..- Dico piano, quasi a bassa voce, in modo che solo lei possa sentirmi. -Io volevo solo non essere un peso..- Non voglio essere di troppo o un peso per lei.
Giorgia alza la testa è così anche io, ma non mi lascia andare, mi tiene sempre ben stretta a lei. Appoggia il mento sulla mia spalla e mi guarda, io faccio lo stesso e lei mi sorride, io non posso fare a meno di ricambiare. I nostri visi sono molto vicini, tanto da sentire il calore del suo respiro su di me.
Giorgia: -Mia piccola principessa mettitelo bene in quella testa dura, tu non sei un peso e non lo sarai mai.- Quando fa così si vede che ci tiene a me.. Mi fa completamente sciogliere quando fa così.
Io: -Sicura?- Chiedo con voce insicura e con un velo di paura all interno. Non voglio che vada tutto male solo perché divento un peso per lei.
Giorgia: -Sicurissima.- Dice decisa sorridendomi. Poi alza il suo mento dalla mia spalle e mi allontano con il viso da lei, mi sorride dolcemente e allungandosi mi dà un bacio sulla fronte, chiudo gli occhi per assaporarmi del tutto quel momento. Mi fa stare così tanto bene, poi quando stiamo solo noi non esiste nessun altro, ci siamo solo noi ed è una cosa bellissima. Mi lascia andare togliendomi le braccia da torno e alzandosi dalla sedia, si aggiusta il gubbino in pelle un po' stropicciato in fondo e poi rimette la sedia che aveva spostato al proprio posto. Io mi alzo dopo di lei e tutte e due ci avviciniamo alla cassa dopo aver messo in ordine il tavolo, per pagare, come al solito ha pagato lei. Una volta aspettato la fila e aver pagato ci dirigiamo verso l'uscita immergendoci nella moltitudine di scaffali pieni di buste di patatine e altre schifezze altrettanto buone. Le guardo una per una, contemplandomi una busta alla volta fino a quando un bambino mi viene addosso, facendomi quasi cadere in terra, Giorgia fortunatamente mi prende per la vita così da non farmi andare in terra. Quel bambino alto meno di un metro se ne va senza dire niente, si comporta come se nulla fosse accaduto, secondo me non se ne è nemmeno accorto di quello che ha fatto o di essermi venuto addosso.
Giorgia: -Quanti bambini maleducati esistono a questo mondo.- Dice guardando il bambino allontanandosi da me che corre incontro ad altri bambini della sua età dove stanno giocando ad acchiapparello. Continua a tenermi le mani in vita nonostante io mi sia rimessa del tutto dritta.
Io: -Fa lo stesso, non se ne è nemmeno accorta, e poi non l'ha nemmeno fatto di proposito. Sono bambini lasciali stare.- Le rispondo guardando anche io il bambino biondino che poco prima rischiava di farmi cadere.
Distogliendo lo sguardo da lui e Guardandomi intorno noto che L'Autogrill in un istante si è riempito, ed è pieno di persone e bambini che continuano a correre avanti e dietro.
Giorgia: -Andiamo dai, prima che si faccia troppo tardi.- Dice in tono serio lasciandomi andare la vita con le mani.  Ha ragione, abbiamo perso troppo tempo qui dentro. Torno a guardare davanti a me e a passi lunghi e molto velocemente raggiungo l'uscita convinta che Giorgia mi seguisse, ma non appena arrivo fuori e mi volto noto che Giorgia non ce più.

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora