Capitolo 49.

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Lei mi tiene stretta la mano e camminiamo per quella via così grande quanto piccola, intorno si stanno accendendo le luci, quelle delle giostre e altre piccole lucine ai bordi della stradina o alle bancarelle. E tutto così dannatamente magico è perfetto, poi stare qui con lei lo rende ancora di più. Mi guardo intorno e ci sono anche alcuni chioschi o bancarelle, alcuni di loro vendono anche i giochi a premi. Mi viene da sorridere, mi sembra di stare in uno di quei film inglesi, che si svolgono la notte di Natale, e il protagonista del film ha il suo lito fine, ma per essere tutto così uguale al film ci vorrebbe anche la neve, ma meglio di no, siamo a Gardaland ed mi basta avere un cielo pieno di stelle proprio come ora. Lo guardo ed non è mai stato così bello prima d'ora. Sorrido.
Debora: -Amore..- Mi chiama sorridendo, io mi giro a guardarla e lei sorride ancora di più.
Io: -Dimmi amore.- Lei mi stringe la mano e mi accarezza il palmo con le dita.
Debora: -A cosa pensi?- Sorrido, non posso dirgli che sto pensando a quando sia perfetto stare qui ora con lei, quindi gli dico solo una parte di ciò che penso..
Io: -Ma nulla, è solo che sembra di stare in uno di quei film inglesi, ambientati a Londra o a New York la notte di Natale.- Forse a lei sembrerà un pensiero stupido o banale, forse non dovevo dirglielo, ora mi prenderà per una bambina e io non voglio.. L'attesa nella quale aspetto una sua risposta sembra interminabile, io continuo a guardarla e lei continua a sorridere.
Debora: -Sai una cosa piccola?- Dice tornando a guardare davanti a lei e sorridere. -Lo penso anche io..- Mi torna a guardare e io sorrido ancora di più. Pensiamo la stessa cosa!!
Io: -Davvero o lo dici solo perché l'ho detto io?- Le chiedo. Non voglio che mi dica solo quello che io vorrei sentirmi dire, o faccia ciò che io voglio non voglio che mi accontenti se così si può dire. Voglio che sia libera di dire o di fare o di pensare ciò che lei vuole, indipendentemente da me.
Debora: -No amore, lo penso anche io, da quando abbiamo iniziato a camminare che si sono accese le luci e tutto il resto.- Dice sorridendomi e guardandomi per alcuni secondi per poi tornare a guardare davanti a lei. Vorrei tanto baciare quel sorriso!
Io: -Meglio.- Sorrido ancora di più, mi guarda. -Abbiamo pensato la stessa cosa allora.- Dico alzando le sopracciglia.
Lei torna a guardare davanti a lei e dopo averla guardata per qualche secondo in più, dopo aver visto il suo profilo, i suoi occhi e quel bellissimo sorriso torno a guardare davanti a me con molta fatica, dipendesse da me non gli toglierei mai gli occhi di dosso. Siamo arrivati infondo la via e ora davanti a noi ci sono solo giostre per i bambini: c'è il bruco o il trenino, le navicelle spaziali che si alzano e fanno il giro, la casa degli specchi o le navi che ti portano a fare un piccolo giro su dei binari alti. Li voglio fare tutti! Tranne quella delle navicelle che è ad un altezza troppo elevate e di altezze oggi ne ho già avute abbastanza. Sorrido e sento Debora sorridere dopo di me: -Qualcosa mi dice che vorresti farle tutte queste giostre.- Lei mi guarda, ma io non posso fare altro che guardarmi intorno, non ne posso fare a meno, è tutto cosi bello, non mi stancherò mai di pensarlo o di dirlo!! Non so cosa gli stia passando per la testa, o a cosa stia pensando, ma continua a tenermi la mano e a sorridermi, io nel frattempo ho la faccia tutta un sorriso e mi guardo intorno con gli occhi di una bambina, ma ha ragione voglio fare tutte le giostre.
Faccio senza risponderle, il mio viso già dice tutto, la sento ridere e la cosa mi stupisce.
Debora: -Da dove vuoi partire?- Io la guardo, non può aver detto seriamente quello che ha detto, c'è verrebbe sulle giostre per bambini con me, okay che vuole farmi felice, ma addirittura portarmi su delle giostre per bambini mi sembra eccessivo..
Io: -Vuoi davvero venire con me sulle giostre per bambini?- Chiedo stupita guardandola, continuiamo a camminare, in mezzo a quella moltitudine di giostre immense, mano nella mano, lei mi guarda per un secondo o due e io anche, poi torniamo a guardare davanti a noi.
Debora: -Non mi vuoi?- Chiede alzando le sopracciglia, parlando con tono serio.
Io: -No non ho detto questo, anzi io voglio stare con te..- In tutti i sensi, ti voglio come ragazza, ti voglio come amica, ti voglio in tutti i sensi.. -Ma tu sei sicura?- Dico con un filo di voce guardandola, lei tiene gli occhi fissi davanti a lei, non so precisamente a cosa stia guardando ma non li smuove nemmeno per qualche secondo, guardo davanti a lei, ma non c'è nulla. Il pensiero di lei come mia ragazza mi fa sorridere, e mi fa stare bene, ma non so se lo stesso vale per lei, se mi vuole in quei modi o forse lo dice e basta e poi lei non sa nemmeno quello che voglio io, potremmo volere entrambe due cose completamente diverse.
Debora: -Tu saresti felice se io ti ci portassi?- Mi chiede guardandomi e avvicinandosi ancora di più a me.
Io: -Si, ma non voglio che tu lo faccia solo rendermi felice.- Gli dico guardandola, con tono molto serio, lei tiene gli occhi fissi su di me e resta perplessa da ciò che le ho detto.
Debora: -Perché?- Ha la voce che va a scendere. Si blocca in mezzo la strada e io mi fermo con lei. Marco e Sara proseguono un altro po' sedendosi ad un tavolo di una bancarella che vende cibo, si siedono su delle panche uno difronte all'altro e si mettono a parlare e sorridere. Lei ha gli occhi fissi sui miei ed ha lo sguardo serio. Ho rovinato un così bel momento, perché ho parlato, dovevo stare zitta e basta, ora lei è arrabbiata ed è tutta colpa mia, dovevo lasciare che mi accompagnasse senza esitare o senza parlare. Aspetta una mia risposta, che io al momento non riesco a dargli, mi sono paralizzata, con gli occhi fissi su di lei. Cerco di respirare piano, ma L agitazione è troppa e quindi il respiro accelera. Non dovevo, dovevo stare zitta. Ora non vorrà più stare con me, non vorrà più avermi introno..
Debora: -Allora..- Mi lascia la mano, ecco ho rovinato tutto.. si mette entrambe le mani nella tasca della felpa e mi guarda. Io metto le mani delle tasche del gubbino e mi ci perdo dentro di essi. Inizia a fare freddo e lei non ha nulla addosso se non La felpa.
Io: -Ehm..- Prendo aria e poco alla volta inizio a parlare. -Io non voglio che fai ciò che piace a me solo per rendermi felice, io voglio che anche tu sia felice..- Dico con un filo di voce, lei rimane impassibile e non si smuove, mi agito. Non riesco a reggere il suo sguardo, quindi prendo a guardarmi le gambe. -Io voglio che anche tu fai ciò che ti piace e non solo ciò che piace a me.- Dico con un filo di voce. Non mi sono spiegata bene così, ma spero capisca.
Debora: -Non ti seguo.- Prendo a guardarmi intorno, non riesco a guardarla, nemmeno per pochi secondi. Guardo oltre a lei e vedo che Sara e Marco hanno ordinato da mangiare e stanno ridendo di un qualcosa che non so.
Io: -Tutto questo, lo hai fatto per rendere felice me, giusto?- Mi faccio coraggio e io la guardo. Lei resta impossibile come sempre e questa cosa mi spaventa.
Debora: -L'ho fatto perché volevo fare qualcosa con te..- Ha la voce che va a scendere. -Non mi importa di cosa sia, io voglio stare con te.- Mi guarda e io faccio lo stesso.
Io: -Mi hai reso felice.. E non ti immagini quanto..- Le dico piano.
Debora: -Allora perché ora dici così?- Il suo tono di voce si addolcisce, ma resta comunque distaccata da me.
Io: -Io voglio che tu sia felice per ciò che vuoi anche tu..- Lei sbuffa e si avvicina a me, mi avvolge con le braccia e io mi appoggio al suo petto e io gli tengo la vita con le mani. Emana calore starle vicino, e poi ha un così buon profumo. Chiudo gli occhi e mi lascio coccolare da quel momento.
Debora: -Io sono felice con te indipendentemente da tutto il resto, okay?- Faccio cenno di si con la testa. -Sai cosa vuol dire stare senza di te!? A quanto pare No non lo sai, non lo puoi nemmeno immaginare, quando non ci sei nulla ha più senso, nulla ha importanza, è tutto perso, vuoto, come se mancasse una parte di me, non puoi nemmeno immaginare ciò che hai fatto o cosa hai stravolto nella mia vita in così poco tempo. Ti sei presa tutto, hai fatto tutto di me tuo. Quando non ci sei lasci uno spazio immenso, incolmabile, che nessun altro se non te potrebbe occupare, potrebbe colmare.- La voce si va a perdere, aspetta qualche secondo e poi riprende a parlare. -Potrebbe provare chiunque ad occupare quello spazio, potrebbero provarci facendo di tutto, con baci, o addirittura coccolarmi, nel farmi sorridere anche, facendomi regali, ma è tutto inutile, perché poi io penso sempre a cosa faresti tu al posto di quella altra persona o come mi sentirei io se ci fossi tu dall'altra parte. E sai una cosa?! Io non sento nemmeno lontanamente una piccola parte di ciò che provo per te per qualcun altra, non ci riuscirei mai, sei e rimarrai la cosa, persona, più bella che io abbia mai avuto in vita mia. Tu che con la tua sola vicinanza mi fai esplodere il petto tanto dalla felicità, tu che con i tuoi soli sorrisi fai sparire tutto, tu con i tuoi solo occhi, i quali mi ci perdo dentro..- Parla piano, ma in modo così deciso. -Tu e tutto ciò che comporti, sono le uniche cose di cui io abbia bisogno per stare bene, per sorridere, per essere felice.- prende un sospiro e poi dice. -Io ho bisogno di te nella mia vita, per colmare quel vuoto, i tuoi sorrisi per tornare a vivere e i tuoi occhi dove perdermici dentro.- Mi sento gli occhi pieni di lacrime, mai nessuno mi aveva detto certe cose, mai nessuno aveva provato a dimostrarmi quanto ci tenesse a me e ora lei sta facendo tutto questo e io non so come comportarmi. Mi appoggio ancora di più a lei e lei mi stringe forte. -Io sceglierei te sempre, sceglierei te ogni singolo istante della mia vita, sceglierei te oggi, domani, e tutti gli altri gironi a venire. Non potrei più stare senza di te..- Ha la voce rotta, credo che anche lei si sia commossa per ciò che ha detto. Si appoggia con la testa sulla mia, e io l'avvolgo completamente con le braccia, stringendola forte, tante parole in questo momento non servirebbero a nulla, potrei dirle che la amo, ma non ci riesco, mi blocco, ho paura quindi mi limito a stringerla a me. Restiamo così per qualche secondo poi lei allenta le presa e io alzo il viso e la guardo, lei mi sorride dolcemente e io faccio lo stesso.
Debora: -Ti va se mangiamo qualcosa?- Chiede piano, Faccio cenno di si con la testa e lei mi lascia, si mette vicino a me e mi prende la mano. Inizia a fare freddo: -Non hai freddo?- Chiedo preoccupata guardandola, mentre ci avviciniamo alla sorella con il ragazzo. Lei mi sorride e mi fa cenno di no con la testa: -Ho sempre caldo io.- Scoppio a ridere. -Fortunata tu, io ho sempre freddo.- Le dico.
Arriviamo al tavolo dove stanno loro e ci sediamo, Debora si mette vicino la sorella e io vicino a Marco, ma non appena ci siamo sedute lei prende a guardarlo male, ma e stata lei che appena ci siamo avvicinati al tavolo e mi ha lasciato la mano si e seduta vicino la sorella, forse si aspettava che io mi sedessi vicino a lei, ma non c'era posto, io la guardo, ma lei non dice nulla, si limita a guardarlo e basta.
Pochi secondi dopo che siamo arrivati noi arriva il cameriere portando una piedina ciascuno con una bottiglina di coca cola, su un vassoio, ci passa intorno e ce li appoggia davanti, per ringraziarlo gli sorrido e lui fa lo stesso, quando ha finito si mette a capo tavola: -Vi serve altro?- risponde Sara per tutti quanti: -No no grazie, siamo a posto così-. Il cameriere molto diligente e dopo aver sorriso cortesemente nuovamente se ne va..
Marco: -Spero vi piaccia, non volevamo disturbarvi prima, avevamo visto che stavate parlando e abbiamo deciso di ordinare noi, anche per voi.- Guarda entrambe, spostando la testa avanti e indietro da lei a me, mentre la sorella guarda fissa me, come se si aspettasse in una mia parola o in un mio gesto, a non capisco riguardo a cosa.
Debora: -Vanno benissimo grazie.- Gli risponde sorridendo e guardandolo. Dopo alcuni secondi, si dedica al suo piatto e così anche noi, Iniziamo a mangiare ma stiamo tutti in silenzio, nessuno dice nulla, io mi guardo intorno fra un morso e l'altro, e a noto che alcune giostre non vanno più perché si sta facendo tardi, tipo quelle ad acqua, ma quelle per i bambini vanno alcune, tipo il bruco o i cavalli, che è a pochi passi da dove stiamo mangiando noi. Quando abbiamo finito di mangiare ci alziamo dal tavolo e Debora mi si avvicina subito per prendermi la mano e mi sorride guardandomi.
Debora: -Ti è piaciuta la piedina?- Faccio cenno di con la testa. Nel frattempo ci raggiungono anche la sorella con il ragazzo.
Marco: -Che ore sono?- Chiede guardando Sara. Lei si è messa vicino sua sorella, invece il ragazzo vicino a me.
Sara: -Sono le nove e cinquanta.- Informa tutti, ha quel tono e freddo e distaccato e io non riesco a capirne il motivo, il suo ragazzo con lei parla normalmente.
Marco si guarda intorno: -E ora? Cosa facciamo?- Chiede.
Debora mi tira con il braccio facendo alcuni passo: -Vieni con me tu.- Dice guardandomi, io la seguo senza esitare e Marco con la ragazza ci seguono.
Cia viciniamo in una di quelle bancarelle a premi. Oddio spero che non mi voglia far giocare, io sono negata con queste cose. Non appena arriviamo vicino al bancone, lei mi lascia la mano e io mi appoggio al bancone e lei fa lo stesso, una ragazza dai lunghi capelli color viola e gli occhi verdi si gira e ci guarda, più che altro guarda Debora. Mi manca questa cosa, si proprio tanto. Sbuffo e cerco di guardare altrove. La ragazza non appena la vede si agita e ci prova spudoratamente, ha una maglia al quanto scollata e tutto ciò che c'è sotto fa fatica a starci. Si appoggia con i gomiti sul bancone così da migliorare la vista a chi guarda. Marco e Sara ci hanno raggiunto, io sono rivolta verso Debora che ha gli occhi fissi sui premi che ha alle spalle la ragazza, Marco appoggia il braccio al bancone dietro di me e si mette vicino a me, mentre Sara le sta vicino dall'altra parte. La ragazza non dice nulla, aspetta che Debora la guardi, ma non le da soddisfazioni. Dopo qualche secondo invece, Debora guarda me.
Debora: -Amore mio. Quale peluche vuoi?- MI VUOLE REGALARE UN PELUCHE!! CHE BELLO!!!! Sorrido e noto che La ragazza mi guarda e dall'espressione sul suo viso si nota che non ci aveva nemmeno fatto caso alla mia presenza.
Io mi giro verso gli scaffali dietro di lei, pieni di peluche e li guardo, non riesco a decidermi su quale prendere.
Ragazza: -Non credi di essere un po' scresciutella per prenderti un peluche.- La guardo malissimo, Debora fa per risponderle, ma rispondo prima io: -E tu non credi di essere un po' troppo scresciutella per la maglia che indossi?- Alzo le sopracciglia guardandola e Sara e Marco scoppiano a ridere, mentre Debora si limita a sorridere per cortesia. La ragazza resta perplessa dalla mia risposta.
Ragazza: -Scegli che è meglio.- Sorrido soddisfatta di me. -E ringrazia che sono a lavoro se no quel bel faccino si sarebbe ritrovato pieno di lividi.-
Io: -Pensi di mettermi paura?- Chiedo decisa. -No perché non ci stai riuscendo.- Sorrido: -Una vestita come te che ci prova spudoratamente con un altra ragazza, facendosi vedere, non mi sembra una persona molto matura e si sa che le persone poco mature l'unica cosa a cui riescono ad arrivare solo le mani.- Mi guarda con aria di sfida e io sorrido. -Comunque voglio il peluche nero quello che ha il naso e il cerchio bianco sulla pancia.-
Debora si intromette e poggiando i soldi sul tavolo si prende le sue attenzioni.
Ragazza: -Servono 100 punti per quello.- Prende una pistola a pallini da sotto il bancone e gliela porge, lei la prende. -Ci sono dieci palline, devi buttare giù i cinque barattoli, ogni barattolo sono dieci punti.- Sbuffa continuando a guardarla. -Per quel peluche devi buttarli giù tutti.- Ha gli occhi fissi su di lei alzando le sopracciglia.
Debora: -Tutto chiaro.- La ragazza si sposta e Debora carica la pistola e si mette in posa per sparare. I barattoli sono messi in modo a piramide, ma manca quello superiore, ne sono tre sotto e due sopra. Mette un piede indietro e un altro avanti, abbassandosi di qualche centimetro e prendendo la mira con la pistola. La ragazza di mette di lato della bancarella lasciandole tutto lo spazio per tirare.
Primo colpo: Prende il primo barattolo a destra in cima.
Secondo colpo: Prende il barattolo prende il barattolo centrale sotto, facendo cadere anche quello sinistro di sopra.
Terzo colpo: Lo manca. Voleva prendere il barattolo in basso a sinistra.
Quarto colpo: Manca. volta sempre prendere quello.
Quinto colpo: Lo prende. Ne manca uno ora, ha solo cinque colpi e manca unicamente il barattolo in basso a destra. Aspetta qualche secondo prima di tirare, si aggiusta e prende qualche secondo prima di sparare nuovamente.
Sesto colpo: Manca.
Settimo colpo: Manca.
Respira molto più velocemente, credo sia per l agitazione. Ma non serve che mi compri IL peluche, io sono felice lo stesso, la guardo, quando prima mi limitavo a vedere i barattoli cadere e lei non appena si accorge che la guardo sorride.
Ottavo colpo: Manca.
Mi sta salendo l'ansia anche a me. Gli sorrido, anche se non mi sta guardando, mi sente. Lei fa lo stesso.
Nono colpo: Lo prende, facendolo cadere. Si niente dritta e fa un sospiro al quanto rumoroso. Si aggiusta i capelli con la mano libra e con l'altra mette la pistola sul bancone. Ma ragazza prende il peluche gigante e lo appoggia sul bancone. IL PELUCHE GIGANTE E'MIO!!!! LA SPOSERO' UN GIORNO MA SOLO PER QUESTO!!!
Ragazza: -Dato che li hai buttati giù tutti, hai dieci punti extra perché non hai usato un colpo.- Indica alcuni peluche piccoli e poi dice. -Ne puoi prendere un altro.-
Debora guarda la sorella che sorride: -Dai scegli.- La sorella la guarda decide in un gufo piccolo tutto grigio e bianco. Lo indica con il dito e dicendo: -Quello.- E la ragazza lo prende e lo appoggia vicino al peluche gigante.
La ragazza se appoggia le mani sul bancone alzando le spalle.
Debora prende i peluche e da quello piccolo alla sorella è quello grande me lo porge. Un sorriso mi riempie il viso, e porgo le mani per prendermelo e lei melo lascia.
Lo prendo da sotto le braccia, è morbidissimo, lo abbraccio e mi appoggio a lui, è troppo bello. Alzo il viso e gliela appoggio sulla spalla del peluche. È più grande lui di me
Debora: -Devo iniziare ad essere gelosa anche del peluche?- Io scoppio a ridere e la ragazza dietro il bancone sbuffa.
Io: -Forse.- Dico scoppiando a ridere.
Debora mi guarda e sorride e si avvicina a me e piano piano ci allontaniamo da quella bancarella e lei mi appoggia la mano sulle spalle. Io non vedo nemmeno dove sto andando tanto che il peluche è grande.
Debora: -Vieni lo porto io.- Dice porgendomi le mani per prenderselo. -No.- Dico seria guardandola. Ormai il peluche è mio e nessuno lo tocca. Lei scoppia a ridere.
Debora: -Ma non riesci nemmeno a portarlo.- Dico fra un sorriso e l'altro. Lei toglie la mano da sopra le mie spalle e io lo appoggio sotto un mio braccio, appoggiandogli la testa sulla mia spalla. Lei scoppia a ridere ancora più forte, Nel frattempo ci siamo avvicinati alla giostra con i cavalli. SONO UNA BIMBA FELICE!!!!! NON C'E' COSA PIU' BELLA ORA!!!
Debora: -ti va di fare un giro?- Mi chiede e io annuisco con la testa continuando a sorridere. Ci avviciniamo e con noi anche Sara e Marco, dopo alcuni minuti la giostra si ferma e noi saliamo. La giostra è su due piani, io resto giù e mi metto vicino ad un cavallo tutto bianco e Debora si mette vicino a me, mentre la sorella con il ragazzo salgono sopra. il cavallo rispetto a me è enorme, io sono troppo minuta e la cosa è odiosa. Mentre cerco di salire sul cavallo Debora mi prende per la vita e mi fa sedere in groppa al cavallo, non mi sono mai sentita più bimba di ora, sorrido e faccio sedere il peluche davanti a me, la seguo con gli occhi e lei si mette in groppa al cavallo vicino al mio, il suo è nero e dorato, mentre il mio è semplicemente bianco. Il giro parte e la giostra gira, i cavalli si muovono e io mi sento così bimba. Mi tengo al mio cavalo tenendo con me anche il peluche. Tutte le luci accese sotto la giostra sono di colori gialli e rosse. Alzo il viso, è così bello. Guardo Debora, che senza nemmeno accorgermene non mi aveva tolto gli occhi di dosso nemmeno per un secondo da quando è partito il giro. Io le sorrido e lei sorride ancora di più. Torno a guardare davanti a me che ci sono bambini, coppie e genitori su questa giostra e tutti si divertono, ridono e stanno bene. Dopo alcuni minuti la giostra si ferma e il giro finisce. Debora scende dal cavallo e mi aiuta a scendere anche a me. Non appena metto i piedi in terra la testa mi gira un pochino, ma subito passa. La giostra non parte più, anche perché ora inizia la sfilata, io e Debora, ci incamminiamo poco più in avanti della giostra dove siamo appena state. Lei mi prende la mano e io gliela stringo a mia volta, metto il peluche sotto l'altro braccio, con la sua testa vicino la mia. Sorrido aspettando che inizino a passare i carri. Alzo gli occhi al cielo quando vedo che iniziano a sparare i fuochi d'artificio, sono di tutti i colori, variano dal rosso, al blu, al giallo a finire con il verde. la musica si alza, quando iniziano a passare delle zucche immense tutte bianche fatte di ferro con le lucine dello stesso colore attorcigliate sopra dentro ci sono delle ragazze e dei ragazzi vestiti con strutture di vestiti e le luci intorno anche loro.
Io la guardo, lei m stava già guardando, il resto del mondo sparisce. Mi lascia la mano e si mette davanti a me, mi mette le mani sotto il viso e lo alza in modo da guardarla dritto negli occhi. La mente si svuota e in quel momento non sento o vedo più nulla, se non lei, li davanti a me. Si morde le labbra e io faccio lo stesso. Si avvicina poco alla volta e io mi avvicino a lei, quando le nostre bocche sono a pochi millimetri una dall'altra, lei mi sussurra qualcosa.
Debora: -Ti amo.-
Io: -Ti amo anche io.- Le sussurro. Sorride e poi azzera la distanza fra le mie labbra e le sue.

SPAZIO AUTRICE
LA GIORNATA A GARDALAND È FINITA (FINALMENTE) VI È PIACIUTA? 🤔

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora