Capitolo 56.

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Mi sento gli occhi di tutti su di me, aspettando un altra mi reazione o cercando di capire il motivo del mio atteggiamento. Io continuo a guardare Giorgia, che mi guarda stupita, incredula a ciò che le ho appena chiesto, resta a bocca spalancata e con gli occhi puntati su di me.
Starà pensando e assimilando ciò che le ho appena chiesto. Vedendo che non mi risponde la incoraggio.
Io: -Allora??- Alzo gli occhi al cielo e sbuffo, poi torno a guardarla fissa e alzo le sopracciglia incoraggiandola a rispondere.
Giorgia: -Beh..- Cerca di prendere tempo, aspettando l'intervento di mia mamma o di sua mamma, ma non arrivano. Lei resta praticamente immobile, nella stessa posizione di quando io sono entrata e ho incrociato i suoi occhi. Loro restano nelle postazioni che avevano non appena entrata io in casa. Mamma vicino la tavola, sparecchiando e la mamma di Giorgia con lo straccio in mano, si vede che stava pulendo la cucina o asciugando le stoviglie. Dopo qualche secondo riprende a parlare. -Va bene..- Dice tutto in un fiato.
Tiro un sospiro di sollievo: -Perfetto, io preparo la mia valigia tu vieni con me e prepari la tua.- Dico fredda e in modo molto deciso. Lei si alza e seguendo i miei ordini va in camera, a grandi passi ma in modo molto lento, tenendo la testa abbassata e le mani lungo la vita chiuse a pugno. Accende la luce prima di entrare e poi prende le valigie riempiendole. Chiude la porta infine. Guardo mia mamma che è più incredula di me.
Mamma: -È successo qualcosa?- Dice avvicinandosi a me. Io faccio cenno di si con la testa guardandola, è spaventata. Mi mordo le labbra e poi prendo a parlare. -Va tutto bene mamma, non preoccuparti. Ho tutto sotto controllo.- Le rispondo facendo un grande respiro e Lasciando andare la maniglia della valigia l'abbraccio, stringendola forte, sento gli occhi andarmi a fuoco, le lacrime girano dentro di essi, ma faccio finta di nulla. Mi strazia lasciarla qui, facendole affrontare tutto da sola, ma ho bisogno di prendermi un po' di tempo per me. Sarò egoista e vero, ma io ne ho bisogno. Lascio andare la presa è così anche lei, facendo qualche passo indietro riprendo la valigia per la maniglia e facendole un mezzo sorriso forzato a grandi passi vado in camera mia. Spingo la porta con la mano libera e una volta entrata in camera la chiudo alle mie spalle. Con lei posso concedermi un attimo di debolezza o di insicurezza. Tiro un forte sospiro e noto che i suoi occhi non si spostano nemmeno per un secondo da me.
Giorgia: -Allora mi dici cosa è successo?- Si mette dritta e fa cadere la maglia che aveva in mano dentro la valigia appoggiata sulla brandina dove dormiva lei.
Faccio un altro sospiro e avvicinandomi al letto le rispondo: -Nulla.-
Lei continua a fissarmi, metto la valigia sul letto e la apro, dopo avvicinandomi all armadio già aperto inizio a prendere più vestiti e portarli dentro la valigia mettendoli in modo ordinato.
Giorgia: -Non mi convinci.- Dannazione.
Io: -Problema tuo.-
Giorgia: -Perché stai male?-
Mi blocco per un secondo, ma poi riprendo in quello che stavo facendo. Mi conosce bene.
Io: -Non sto male.-
Giorgia: -Con me fai senza mentire.- Il suo tono inizia a diventare freddo e anche un po' distaccato. Prima invece era quasi dolce..
Io: -Non ho nessun motivo per mentire. Poi come già detto sto bene.- Il mio tono invece è freddissimo ed e anche molto ma molto distaccato.
Giorgia: -Quando sei così tanto fredda è perché stai male.- Ho finito di prendere i jeans e leggins dall'armadio ora mi sposto al comò dove ho le maglie e le felpe, inizio a prendere e a metterle nella valigia facendo avanti e indietro, lei continua a guardarmi, i suoi cassetti sono già vuoti, ha fatto molto velocemente a preparare la valigia.
Io: -Stavolta ti sbagli, va tutto bene.- Ormai lei mi conosce e anche bene, sa cose di me che nemmeno io so, sa cose che mi piacciono ancora prima che inizino a piacermi, non so come faccio o come sia possibile una cosa del genere ma è così. Io continuo ad andare avanti e indietro per finire di fare la valigia lei Mi viene in contro a grandi passi e mi mi blocca contro il muro vicino la porta, mi porta le mani ai lati delle spalle e le appoggia al muro. Io mi giro verso di lei e Io seguo ogni suo passo, ogni suo movimento o gesto o anche il minimo sguardo. È seria, apatica e fredda.
Giorgia: -Ora.- Smette di parlare. -Tu.- Smette ancora di parlare. -Parli.- Smette definitivamente. Il mio respiro accelera, i miei occhi fissi suoi suoi e così viceversa.
Io: -Io..- Respiro velocemente tanto da fare fatica a parlare. -Io non ho nulla..- Dico tutto in un fiato. Facendo così mi mette alle strette e lo sa. Quando fa così io non riesco a dirle di no.
Lei non si smuove. Continua a fissarmi.
Giorgia: -Parla. Ho detto.- Dice fredda. Sto iniziando ad avere paura.
Io: -Cosa devo dirti?- Rispondo deglutendo.
Giorgia: -Cosa è successo prima con lei giù e perché hai tutta questa necessità di partire.- È sempre fredda, mi spaventa quando fa così.
Io: -Nulla..- Rispondo. -Non gliene importa più di tanto di me e quindi continua ad andare con altre ragazza, io sono stanca di starci male.- Dico piano, facendo riaffiorare tutti i ricordi di lei in me poi abbasso la testa e mi guardo le gambe con i piedi. -Ho bisogno di staccare un po' da qui, un po' da tutto, ho bisogno di pensare a me e non a lei o a mio fratello o altro. Voglio provare a prendermi cura di me..- Anche se non sono brava in questo. Anche se non ci sono mai riuscita. Anche se non so come si fa o da dove partire. Continuo a parlare piano, mi sento i suoi occhi puntati addosso, ma resta immobile.
Aspetta qualche secondo prima di rispondermi.
Giorgia: -Bastava dirlo.- Alzo la testa e torno a guardarla dritto negli occhi. Vedendo che non le rispondo lei continua a parlare. -E se non riesci a prenderti cura di te, lo farò io.- Dice piano abbassando la sua testa all altezza della mia. Sorrido alla sua improvvisa dolcezza e lei lascia andare le braccia, lasciandole cadere ai suoi lati.
Io: -Scusami..- Ho sbagliato ad essere così fredda con lei e a trattarla così male, non dovevo. 
Giorgia: -Non scusarti.- Continua a guardarmi. -Piuttosto finisci di fare la valigia che partiamo.- sorrido, lei mi accontenta sempre in un modo o in un altro, riesce a rendermi felice.
Faccio un passo avanti abbastanza lungo e le butto le braccia al collo alzandomi sulle punte dei piedi e stringendola forte, lei resta stupita per un qualche secondo ma poi si riprende e mi stringe forte mettendomi le braccia in vita e tirandomi su sollevandomi da terra e io sorrido ancora di più.
Io: -Grazie..- Le sussurro all'orecchio. Lei mi stringe ancora di più come risposta e si lascia andare con la testa sul mio collo fra i miei capelli. Dopo quando secondo mi lascia andare e mi rimette giù e allontanandosi un po' da me e lasciando cadere le sue braccia in vita mi dice: -Allora partiamo.- Io sorrido e faccio cenno di si con la testa.

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora