Capitolo 51.

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Debora: -Amore daii, per favore.. Scendi.- Dice quasi implorandomi. Proprio ora che stava andando tutto bene.. Spengo il suo cellulare e lo metto nella tasca della felpa insieme al mio. E molto velocemente scendo le scale. Non appena arrivo infondo trovo lei che mi aspetta e non appena mi vede mi sorride. Io resto sull'ultimo scalino, la guardo e sorrido.
Debora: -È successo qualcosa?- Chiede preoccupata.
Faccio cenno di no con la testa e gli rispondo: -Puoi accompagnarmi a casa?- Resta perplessa davanti a questa mia richiesta.
Debora: -Perché?- Dice con un filo di voce.
Cerco di essere il più fredda e distaccata possibile, cercando di sorridere sempre, ma la cosa non mi risulta facile: -No.- Rispondo nel modo più semplice che conosco.
Debora: -Allora perché vuoi andare a casa?- Mi guarda fredda, ma gli occhi mi implorano di restare.
Io: -Mia mamma, mi ha mandato un messaggio chiedendomi se potevo tornare a casa, devo aiutarla a preparare delle cose per domani.- Le dico sorridendo. Non riesco ad essere fredda o arrabbiata con lei. -Solo per questo amore.- Continuo a sorriderle, e lei si addolcisce improvvisamente. Mi si avvicina e mi dà un bacio veloce.
Debora: -Ah..- Tira un sospiro di sollievo. -E io che pensavo che non volessi più stare con me.- Dice sorridendomi. Io la guardo e la sorrido senza dire nulla. Scendo l'ultimo scalino e mi dirigo verso la macchina che si trova proprio fuori casa sua. La supero e Lei mi segue.
Debora: -Amore il mio cellulare?- Mi chiede mentre andiamo verso la sua macchina, io mi fermo e prendo il suo cellulare dalla tasca, siamo fuori la porta d'entrata e lei si ferma a sua volta dietro di me. Gli do il cellulare, guardandola per mezzo secondo e sorridendole e lei fa lo stesso. Riprendo la mia camminata verso la macchina e dopo pochi passi sono arrivata, mi metto davanti lo sportello e aspetto che lei apra la macchina. Non appena raggiunge la postazione di guida e apre la macchina io salgo senza esitare e lei anche. Non appena sale in macchina controlla il cellulare, e non appena vede che c'è un messaggio sorride, dopo poco digita una risposta e poi posa il cellulare in tasca. Mette le chiavi nell'apposita fessura e mette in moto la macchina e fa retromarcia per uscire dal cancello e mettersi sulla strada. La guardo e lei continua a sorridere. Perché sorride? Di chi era quel messaggio? Perché è così tanto felice che lo ha ricevuto?? Mi appoggio completamente al sedile e guardo la strada passare sotto di noi dal finestrino. Non posso crederci che stia succedendo tutto di nuovo, stavolta basta, se fa qualche altra cavolata con me ha chiuso, non le sto ancora dietro, non le perdono più nulla. Entriamo nella via di casa mia, e io la guardo, ha sempre quel sorriso stampato sul viso. Sbuffo piano e torno a guardare davanti a me. Ferma la macchina davanti il mio palazzo e la spegne.
Debora: -Oggi ho avuto un imprevisto non posso accompagnarti.- Dice sorridendomi mentre mi guarda. Non posso crederci..
Io: -Non preoccuparti, mi faccio accompagnare da qualcun altro.- Dico con tono freddo. Apro lo sportello della macchina e metto una gamba fuori per scendere. Lei mi afferra un braccio e mi ferma, torno a sedermi sul sedile e la guardo aspettando che dica qualcosa.
Debora: -Amore..- Dice con tono perplesso. -Amore mio, se vuoi disdico tutto e ti accompagno.- Dice preoccupata.
Io: -No.- Il tono è molto freddo. -Hai di meglio da fare quindi no.- Dico guardandola dritto negli occhi. Strattono il braccio e Mi libero della sua presa e scendo dal auto, senza guardarmi indietro, chiudo lo sportello della macchina e lei ci impiega qualche minuti prima di ripartire. Io nel frattempo suono il citofono e risponde Giorgia.
Giorgia: *Chi e?*
Io: *Sono io..*
Esita qualche secondo prima di aprirmi il portone e non appena lo fa, a passo molto svelto ci arrivo, lo passo e lo chiudo, lasciando andar e il portone che sbatte chiudendosi alle mie spalle.
Salgo gli scalini a due alla volta cosi da arrivare il prima possibile a casa. Non appena salgo e arrivo davanti casa, prima di aprire la porta faccio un leggero sospiro, la apro e una volta dentro chiudo la porta alle mie spalle. Non appena arrivo in cucina noto che Giorgia e la mamma sono pronte per uscire e mia mamma invece sta cucinando, non appena mi vede mi sorride. La mia mamma, ultimamente la sto ignorando tanto. Faccio qualche passo avanti, mentre Giorgia con la mamma mi sorpassano per uscire fuori di casa.
Federica: -Allora noi andiamo.- Dice rivolgendo un ultimo sguardo a mia mandare. -Torneremo stasera.- La saluta con un sorriso ed escono entrambe dalla porta, Giorgia non mi ha degnato nemmeno di uno sguardo o di un saluto, infondo ha ragione dopo i miei comportamenti. Non appena loro escono torno a dare attenzioni a mia mamma. Mi avvicino a lei, mentre è concentrata sulle pentole sul fuoco, sta cucinando non so cosa. La osservo attentamente, sul viso gli si stanno formando delle piccole rilevanze, delle piccole rughe proprio vicino gli angoli di entrambi gli occhi e ai lati della bocca. Quella donna ha superato così tanto e ora si trova proprio qui, davanti a me, a cucinare qualcosa di caldo. Sorrido, lei mi guarda e sorride dolcemente anche lei: -Come mai sorridi piccola mia?- Emana amore, solo guardandomi, e poi quelle piccole parole dette da lei, con quel tono di voce che è a dir poco rilassante mi fa stare ancora meglio.
Io: -Pensavo mamma.- Guardo le pentole sulla cucina, noto che sta cucinando la pasta con l'uovo e la pancetta, la mia preferita.
Mamma: -A cosa amore?- E se glielo dicessi? Se gli dicessi di me e che mi piacciono le ragazze e tutto quello che mi sta succedendo?!
Io: -A quanto tu sia forte mamma..- Dico con un filo di voce. Se aspetto a dirglielo forse potrebbe prenderla male perché io non gliel'ho detto prima.
Mamma: -Non lo sono amore..- La guardo e cerco di mandare via i miei pensieri e di farle il meglio sorriso che io riesca a fare: -Mamma lo sei, sei la donna più forte che io abbia mai conosciuto.- Mi si riempiono gli occhi di lacrime, nel guardarla, il pensiero che io potrei farla stare male dicendogli di me o che potrebbe non accettarlo.. io non voglio farla stare male, è stata male già troppo, e sta male già troppo, più di quanto lei non voglia ammetterlo.
Mamma: -Ehi.- Dice guardandomi e lasciando andare il mestolo nella pentola che cade nella pentola Piena di acqua. Mi butta immediatamente le braccia al collo, senza esitare, senza sapere cosa realmente io abbia. -Qualunque cosa sia si risolverà okay..?- Mi stringe forte a lei e io gli appoggio le braccia in vita, la stringo a me, appoggiandomi sul suo petto, sotto il mio viso ci sono i capelli neri, ricci, sono così morbidi e belli e io glieli sto inzuppando di lacrime. Le lacrime cessano di scendere almeno un pochino lei mi lascia un po' andare, tanto da guardarmi ma cingendomi sempre la vita, è più alta di me, quindi tutto questo gli risulta facile. Mi guarda come se si aspettasse che io gli dica qualcosa, ma non posso dirglielo, non ora.
Io: -Mamma va tutto bene..- Mi mette le mani sotto il viso, e mi costringe a guardarla, le lacrime iniziano a sommergermi il viso nuovamente.
Mamma: -Amore, stai piangendo, non va bene.- Dice decisa. -Dimmi che hai.- Ha quel tono così tanto preoccupato, io non voglio che stia male.. -Amore ti prego, mi distrugge vederti così..- Dice con un filo di voce.
Deglutisco e con un filo di voce le rispondo: -Mi piacciono le ragazze..-
Resta immobile, non sbatte nemmeno le palpebre, ha gli occhi fissi suoi miei. L'ho fatta male ora. Non dovevo dirglielo, non dovevo farlo. Ora sta male e io non potrò mai perdonarmelo. Ha le sue mani sul mio collo e io continuo a guardarla. Il mio respiro accelera per l agitazione mentre lei resta impassibile.
Dopo qualche secondo o minuto, non so precisamente, ho perso la percezione del tempo, lei mi risponde: -Ed era questo che ti faceva stare così?- Mi sorride e torna ad abbracciarti, io resto esterrefatta, continuo ad avere la sua vita fra le mie mani mentre lei mi stringe fortissimo a lei.
Dopo qualche secondo mi lascia andare e torna alla cucina.
Io: -Mamma tutto bene?- La guardo, continua a sorridere, e riprendere ad armeggiare con la sua cucina.
Lei mi guarda e spegne tutti i fornelli: -Siediti che il pranzo è pronto.- Mi guardo intorno e vedo che la tavola e già apparecchiata, non ci avevo nemmeno fatto caso. È apparecchiata per due, me e lei. Torno a dare le mie attenzioni a lei che sta armeggiando con le pentole.
Io: -Mamma ti ho appena detto che mi piacciono le ragazze..- Lei sorride prendendo due piatti dal mobiletto sopra il lavandino: -Amore mio ho visto come guardi Debora e come stavi quando non c'era e quando ce e come speri sia lei ogni volta che qualcuno suona. Quando Giorgia era giù che facevate le videochiamate o la chiamavi, spesse volte sentivo cosa dicevate.- Resto esterrefatta, non posso credere che sia così. Lei continua a parlare: -Piccola mia, a me importa che tu sia felice okay?- Mi guarda, facendo quel sorriso da mamma dolce e amorevole quale è, mentre mette la pasta in entrambi i piatti. -Abbiamo e hai passato tante cose brutte, ti meriti di stare bene e di essere felice.- Io sorrido e alcune lacrime continuano a scavarmi gli occhi e a scendere lungo le mie guance. È la persona migliore di questo mondo, il mio unico punto di riferimento ed la mia unica forza. Mi guarda aspettando una mia reazione.
Io: -Si mamma..- Le dico con un filo di voce, fra una lacrime e l'altra continuando a sorridere. Lei prende i due piatti da sopra la cucina e li appoggia sulla tavola, ognuno ad un posto ben preciso.
Mamma: -Ora siediti, togliti quella maglia e mangia qualcosa di sano.-

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora