Capitolo 42.

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Io: -Io.. n-n-n..- prendo aria fra una parola e l'altra. È come se il mio corpo si fosse dimenticato come si fa a respirare o a parlare e si sia concentrato solo su di lei e sulle sue mani sulle mie cosce o sulle sue labbra così vicino al mio collo. La voglio, eccome se la voglio. Voglio le sue mani su ogni millimetro del mio corpo, le sue labbra sulle mie e voglio lei. Voglio lei ovunque. Tengo gli occhi socchiusi e mi concentro su lei, inizia a darmi anche piccoli baci ai lati del collo e nel giro di qualche istante mi sale un brivido dietro la schiena e ho la pelle d oca ovunque. Ho le mani ferme sul mio grembo, a torturarmele perché vorrei tanto toccarla o sfiorarla, ma poi non avrei più modo di fermarmi. Non mi controllerei più. Non farlo Rita, non farlo, è la tua prima volta, non buttarla via così. Non sprecare la tua prima volta con lei. Fallo piuttosto con una persona che ti ami e che voglia stare con te davvero, voglia averti davvero e che tu non sia solo uno sfizio. MA IO LA VOGLIO. ORA. NO!! È solo un modo per fare un dispetto a Debora, non farlo. MA LEI STAREBBE MALE POI, COME SONO STATA MALE IO, te ne pentirai, non farlo. LA DIMENTICHERESTI LER QUALCHE ORA. Allungo le mani per avvicinarle al suo collo, lasciando perdere i pensieri e portare il suo viso vicino al mio per poterla baciare e prendermela, ma un suono mi distrae. Subito non capisco da dove provenga, ma mi fermo. Il mio cellulare sta suonando, è una chiamata in arrivo e io apro gli occhi e mi vedo Giorgia a due millimetri da me, basterebbe un mio movimento in avanti per baciarla, ma allungo la mano per prendere il cellulare sul comodino e senza vedere chi è rispondo. Non mi smuovo da lei, non mi allontano, ma non mi avvicino nemmeno.
Io: *Pronto?*
Debora: *Ma finalmente, dove sei?* perché non ho visto chi era?! Giorgia sentendo la voce al telefono, si allontana ed esce dalla camera, il mio respiro inizia ad essere più regolare e la pelle d'oca è andata ormai via.
Debora: *Rita, ci sei?*
Io: *Si, sono a casa.* Dico tutto in una volta, in modo molto veloce.
Debora: *Mi hai fatto preoccupare, stai bene vero?*
Io: *Si sto bene.* Mi tiro indietro a sedermi, appoggiandomi al muro e tirandomi le ginocchia al petto. Guardo la brandina di Giorgia e ascolto Debora. Non mi va di parlare con lei, specialmente ora, io non ho nulla da dirle o condividere con lei ora.
Debora: *Potrai mai perdonarmi?*
Io: *Forse un giorno o mai.* Cerco di avere un tono freddo e distaccato.
Debora: *Ho fatto una grandissima cazzata.*
Io: *Lo so.* Le rispondo in modo molto freddo, non mi va di sentirla, mi innervosisce e basta.
Debora: *Dove sei stata oggi?*
Io: *Avevo bisogno di stare da sola.*
Debora: *Hai fatto qualche cavolata?*
Io: *Ti sembro ragazza che fa cavolate?*
Debora: *Bhe in effetti no. Hai la testa sulle spalle.*
Io: *Ecco. Al contrario di qualcun altro si.*
Per qualche secondo non risponde, credo abbia capito che mi riferivo a lei.
Debora: *Gia..* Dice con un filo di voce, credo che si stia per mettere a piangere, ha la voce così spezzata.. Non c'è la faccio a sentirla così.. Ma devo. Mi ha fatto stare male. Ha sbagliato. Mi stavo fidando di lei.. ma ha saputo solo prendermi in giro.
Io: *Altro?* Cerco di essere decisa e fredda, molto distaccata, non deve capire che ci sto male a sentirla così, non deve capire che il solo pensiero di farla stare così mi mangia dentro. Non devo darle soddisfazioni.
Debora: *No, anzi scusami se ti ho disturbato, è solo che non rispondevi e poi ti ho chiamato, ma andava a segreteria..* Si sentono sei singhiozzi tra una parola e l'altra, sta piangendo.. *Mi sono preoccupata, poi quando sei uscita volevo seguirti, ma mia sorella me lo ha impedito, ha detto che ti serviva del tempo, e io non sapevo cosa fare..* Mi si sta lacerando il cuore a sentirla così..
Io: *Aveva ragione tua sorella, e sto bene.*
Debora: *Potrai mai perdonarmi?* Dice con un filo di voce, cercando di non singhiozzare, cosa che non gli riesce tanto bene.
Io: *Se dovessi risponderti ora, se dovessi perdonarti ora, non lo farei mai.*
Scoppia a piangere e io alzo il viso verso il soffitto, cercando di non crollare e dirgli che mi manca o vorrei semplicemente averla qui, sento dei rumori dei passi, non è a casa perché si sente anche il rumore della pioggia che tocca terra. Dove starà?! Perché non è a casa?! Avrà fatto qualche calcolata?! Si sarà fatta male o è successo qualcosa?!
Debora: *Posso venire a casa tua..? Voglio vederti..* Voglio vederti anche io, ma no.. Se la vedessi crollerei e questo non deve succedere. La sua sola presenza mi fa perdere il lume della ragione, se poi la vedrei stare male o addirittura piangere, davvero non sarà servito tutto questo. Deve capire che ha sbagliato, e che non sono cose a cui io ci passò sopra così tanto facilmente.
Io: *No, non mi sembra il caso, anzi meglio se non ci vediamo proprio più.* Se le dico così forse la smetterà di venirmi dietro e io potrò dimenticarla e stare meglio.
Debora: *No no , assolutamente no.* La voce è decisa, c'è un filo di paura in essa e io non so cosa pensare. Forse è stato davvero uno sbaglio, forse davvero è stato solo un attimo di debolezza, io.. io non lo so.. non so più che pensare..
io: *Perché?*
Debora: *E lo chiedi anche.. io ti amo.* Faccio un mezzo sorriso sarcastico. Non posso credere che lo abbia detto. Non posso credere che davvero pensa che io ci caschi ancora.
Io: *Non mi ami, no mi hai mai amato.*
È tutta una bugia.
Debora: *Quando sono tornata a casa, era già li, non l'ho chiamata io..* La interrompo.
Io: *Sentimi, risparmiami i particolari davvero, non ne ho proprio bisogno.* Non voglio sapere come sia successo tutto.
Debora: *Ascoltami.*
Io: *Non ho nulla da ascoltare.* Alzo la voce. *TU CI SEI ANDATA A LETTO QUANDO IL GIORNO PRIMA MI AVEVI DETTO CHE MI AMAVI.*  Non so se questa cosa abbia fatto più male a lei o a me, ma sta di fatto che andava detta. Faccio respiri profondi per calmarmi, ma lei non risponde e io non so più che pensare.
Io: *Cosa c'è non parli più ora.* Nessuna risposta, guardo il cellulare, ma ma chiamata è ancora aperta. *Ehi..* Avrai fatto qualche cavolata?! Dove è sparita?! Perché non risponde?! I secondi passano e non si sente nessuna voce o respiro, si sentono solo le gocce d'acqua cadere e io mi sto preoccupando.
Debora: *Non mi importa di ciò che dici, io sono sotto casa tua, scendi? O salgo io oppure aspetterò qui fin quando non ti deciderai a vedermi.* NON POSSO CREDERCI!! E ora cosa faccio?! Cosa le dico?! Spalanco gli occhi e mi guardo intorno, cercando di farmi venire un idea in mente su cosa fare. Se viene mamma e la vede lì la fa salire e se mi vede anche a me giù poi dice di salire a tutte e due. Se sale poi non se ne va perché dice che dobbiamo chiarire. Cosa faccio?!?! Mi agito. Mi alzo dal letto molto velocemente, una parte di me è felice che e qui, ma l'altra parte di me no, ora come ora non sarei mentalmente stabile per affrontarla.
Io: *No, vai via. Non voglio vederti!* Sorride, credo per il mio tono di voce, non è stato così tanto sicuro.
Debora: *Ascoltami, è stato uno sbaglio, il più grande sbaglio che io potessi mai fare in vita mia okay?! L'idea di perderti, di vivere i miei giorni senza di te è qualcosa con cui non riesco a convivere okay?! C'ho convissuto oggi ed è una cosa che non potrei mai rivivere. Solo l'idea di non vederti più sorridere o abbracciarti o anche solo sfiorarti magari mentre camminiamo o tenerti la mano, coccolarti, accarezzarti i capelli, portarti ovunque tu voglia, anche in quei posti che a me non piacciono è qualcosa che non sono ancora pronta a lasciare andare. Credo che non sarò mai pronta a lasciare andare tutto questo, a lasciar andare te.. Anche oggi mentre stavo con lei e lei chiedeva le mie attenzioni io non facevo altro che pensare a te, volevo dimenticarti per qualche secondo o minuto o anche ora.. volevo tornare ad essere quella stronza, acida ragazza a cui non gliene fregava niente di nessuno, ma non ci sono riuscita, non ci sono più riuscita da quando ci sei tu..* Io resto immobile, in mezzo la camera, ad ascoltare ciò che lei dice ed una parte di me le crede, vuole crederle, ma l'altra parte quella piena di paure e insicurezze ha solo il timore che possa farmi nuovamente male..
Io: *Io come faccio a crederti..?* Dico con un filo di voce.
Debora: *Dammi un altra possibilità, l'ultima okay?! Ti ho già deluso una volta, oggi la seconda, sono una testa di cazzo lo sai, ma voglio amarti e prendermi cura di te.*
Io non so più che pensare..
Io: *Se vuoi amarmi come oggi, evita di farlo..* Ho paura ad essere così fredda, ho paura a continuare a fare l acida. Una parte di me vorrebbe allontanarla, mentre l'altra parte ha paura di riuscirci.
Debora: *Ti amerò come si deve, ti amerò come meglio ti meriti, ti farò sorridere ogni giorno, ti farò amare, ti farò amare te stessa, cosa che può farlo solo chi ti ama veramente, e io ti amo..*
Sorrido non so se sia per il nervoso o per l agitazione o per le troppe cose dolci che sta dicendo.
Io: *E come pensi di farlo tutto questo se io non voglio?* VOGLIO. TI PREGO INSISTI.
Debora: *Non mi importa se tu lo voglia oppure no, sei diventata parte di me. E io senza quella parte non riesco più a vivere.* Sorrido e credo che mi abbia sentito perché sorride anche lei. *Mi venderei anche l'anima al diavolo pur di riaverti mia soltanto, lo sai si?* Sorrido ancora di più.
Io: *Si..* Faccio un sospiro. *Non ti renderò le cose facili lo sai vero?*
Lei sorride e credo che non ci sia cosa più bella e dice: *Io amo le cose difficili, è la dimostrazione che non sono per tutti, si chiamano così a posta. E io non sono tutti, sono diversa.* Credo di essermi sciolta in quel momento..
Io: *Bene allora.*
Debora: *Ho carta bianca vero?*
Inarco le sopracciglia, anche se lei non può vedermi, non la agisco.
Io: *Su cosa scusa?*
Debora: *Per farti innamorare di me.* Dice con tono deciso. Ma io ti amo già idiota.
Io: *Si hai carta bianca.* La sento sorridere e io non posso fare a meno di sorridere a mia volta. Cosa posso io non amare questa ragazza?!
Debora: *Allora cosa fai scendi o salgo io?*
Io: *È meglio se torni a casa, ora come ora hai bisogno di un bagno caldo e di mangiare qualcosa e di dormire. Non di me.*
Debora: *Perfetto salgo io.* cosa?! È come fa a salire?!
Debora: *Salve.* cosa?? Si sentono sai mormorii ma non riesco a capire chi è.
Debora: *Si Rita non mi risponde si vede che sta dormendo, o non saprei.* La sento sorridere e la voce di mia mamma che la tranquillizza.
Mamma: *Tranquilla ora sali con me e vediamo che sta combinando.* MAMMA!! Oddio no!! Crollo se la vedo!! Sento aprire il portone e Debora mette giù la chiamata. Guardo il cellulare, che è tornato sul blocco schermo e io non so più che fare. Torno in cucina quasi correndo e trovo Giorgia seduta sul divano, sul punto di piangere e io resto ferma nel guardarla. Le ho fatto male..
io: -Scusa..- lei senza guardarmi e girandosi dall'altra parte aspetta qualche secondo prima di rispondere.
Giorgia: -Non parliamone più, non dovevo.- Sento la porta aprirsi ancora prima che io possa risponderle, è mia mamma con la mamma di Giorgia entrano accompagniate da Debora. Deglutisco, guardo Debora ed è lì, con gli occhi rossi, il sorriso stampato sulla faccia e mi guarda, io non posso fare a meno di sorridere, ma non appena mi vede mi corre in contro e mi butta le braccia alla vita, mettendosi alla mia altezza e abbracciandomi. Io la stringo il collo e lei mi prende in braccio, le metto le gambe in vita e lei per non perdere l equilibrio fa qualche passo in avanti, andando dell altra camera. Mi stringe fortissimo, fino a farmi mancare l'aria quasi.
Debora: -Perdonami ti prego..-
Ha la testa appoggiata sul mio petto e io la testa appoggiata sulla sua.
Io: -È difficile..-
Fa un sospiro e risponde: -Lo so, ma ti amo, e non ti lascerò andare così tanto facilmente.-

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora