Capitolo 15.

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Entra e senza dire niente mi abbraccia, io invece non mi smuovo di un passo. Non la abbraccio, resto impassibile.
Io: -Vattene.-
Debora quando se ne è andata gli ho detto di non tornare e invece adesso è tornata.
È tornata per poi riandarsene ancora.
Debora: -Mia mamma mi ha detto tutto, mi dispiace piccola.-
Mi libero del suo abbraccio.
La sua compassione non mi serve.
Io: -Vattene.-
Debora entra e chiude la porta, ignora completamente ciò che gli dico. È così prepotente il più delle volte, è sfibrante, ma devo ammettere che mi è mancata..
Si rigira e mi guarda fisso negli occhi.
Io: -Vattene.-
Si avvicina ancora di più, fin troppo.
Faccio un passo indietro per allontanarmi da lei, se si avvicina un po di più credo che non potrei liberarmene, non potrei insistere, e cederei.
Io: -Te ne devi andare.-
Lei non si smuove di un millimetro, resta impassibile, dal suo viso non trapelano emozioni, resta lì davanti a me a fissarmi, più le dico di andarsene e lei più si avvicina. Resto lì quasi inchiodata al muro, mi basta solo un altro passo indietro per essere bloccata fra lei e il muro, non mi muovo, non voglio avere brutte situazioni, anche se pensandoci bene non è che mi dispiacerebbero così tanto poi, ma Dopo il modo in cui si è comportata deve solo andarsene, a lei mi ci sono affezionata, ma non per questo deve prendermi in giro. Ho paura a dire o fare qualcosa, lei resta lì davanti a me, non si muove, non parla, non dà segni vitali quasi.
Io: -Hai intenzione di restare così ancora per molto?-
Lei si avvicina ancora, aspettava solo questo, una mia parola, un mio gesto, ogni scusa, pur di avvicinarsi. L'unica differenza è che stavolta io non mi sposto, resto lì immobile davanti a lei, a due millimetri di distanza.
Debora: -Quanto cazzo hai fumato?-
E io che pensavo che volesse abbracciarmi o baciarmi meglio ancora.
Che idiota sono.
Adesso resto io immobile, senza dirle niente a guardarla.
Debora: -Hai intenzione di rispondere?-
Mi prendo qualche altro secondo, per realizzare ciò che veramente ha detto, se ne è andata, lasciandomi sola, mentre io dormivo, poi è tornata dicendo che non sarebbe più successo, che sarebbe restata, poi è bastata una chiamata sua per farla andare ancora via da me.
Io: -Non ti interessa. Non ti interessa se fumo, se bevo o di qualsiasi altra cosa io faccia. A te non interessa.-
Debora: -invece si.-
Mi sta solo facendo salire il nervoso.
Io: -Ma tu sei venuta fin qui per rimproverarmi solo perché fumo?! No perché se è così puoi anche andartene. Tanto la strada la conosci, come se venuta, così te ne vai.-
Le dico guardandola dritto negli occhi, quasi sfidandola credo.
Non può. Non può venire qui e fare come se nulla fosse, come se davvero gli importasse di me, se ne è andata due volte e per quanto mi manchi è meglio se va via.
Debora: -Non me ne vado.-
Io: -Si certo, ora non te ne andrai, poi adiamo di là ci addormentiamo o io mi addormento e tu vai via.- Dico guardandola dritto negli occhi.-Certo non te ne vai, hai ragione.- Aggiungo dicendo in modo ironico. Lei non mi risponde, resta lì a fissarmi, come se nulla fosse, e pensare che fino a qualche ora fa aveva lei fra lei braccia, l'accarezzava come accarezza me, l'abbracciava come abbraccia me, la coccolava come coccola me, rideva come ride con me, la guardava come guarda me, o forse anche meglio. Forse ha portato anche lei in montagna, dicendole tutte quelle cose dolci, facendole vedere l'alba, anche con lei si presentava a casa sua nel bel mezzo della notte solo perché non gli rispondeva ai messaggi, lei è importante, io no. Ho una gran voglia di piangere, ma adesso non posso, almeno non qui davanti a lei, gli occhi bruciano, evito di guardala, se no se ne accorgerebbe e non voglio, quindi guardo per terra per qualche secondo, così da prendermi il tempo di far passare quasi tutto.
Debora: -Piccola..-
Ancora?!?! No adesso basta. Non voglio he mi chiami così, non voglio che faccia così.
Io: -Smettila. Smettila di chiamarmi così. Smettila di tornare. Smettila di fare come se nulla fosse. Smettila di presentarti qui nel bel mezzo della notte. Smettila di fare così. Non sono una bambola, che puoi giocare con me quando ti fa comodo e poi quando quella torna te ne vai. Quindi adesso girati, apri quella porta e vattene.-
Gli occhi mi bruciano, l'aria inizia a mancarmi. La febbre è passata, quindi non riesco a capire io cosa abbia, ma non è il momento di pensarci adesso, cerco di trattenere le lacrime, ma è molto difficile. Lei non dice nulla, mi fissa e basta e a me questa cosa sta facendo innervosire e non poco, sa come mi sento, sa che mi ha dato fastidio e soprattutto sa che ho ragione.
Debora: -Vuoi davvero che me ne vada?-
Io: -Si.- No..
Le dico guardandola dritto negli occhi, lei Si avvicina ancora di più, tanto da farmi appoggiare al muro, la continuo a guardare negli occhi, ma la sicurezza inizia ad andarsene.
Debora: -E adesso?-
Io: -Vattene.- Non ti avvicinare più per favore..
Appoggia le mani al muro, proprio all'altezza delle spalle, vorrei oltrepassare il muro, ma non posso, la distanza che c'è fra me e lei sparisce, si abbassa alla mia altezza, il suo viso è vicinissimo al mio, cerco di allontanarmi, ma il muro me lo impedisce.
Debora: -E adesso? Vuoi che me ne vada ancora?-
Mi prendo quando secondo non so cosa rispondere è tutta questa situazione mi sta sfuggendo di mano, non ha senso quello che ha fatto, non ha senso quello che sta facendo. Perché fare così?! Perché venire fin qui per poi riandarsene?! Perché si comporta così?! Io davvero non lo so.
Io: -Perché fai così?-
Lei mi guarda, per un attimo stupita, non si aspettava questa mia domanda.
Debora: -Così come?-
Io: -Così. Te ne vai, poi torni, poi te ne rivai, poi torni e ti comporti come se davvero ti importasse qualcosa di me, ti comporti cose se non te ne volessi andare, ma poi te ne vai. Perché?-
Faccio fatica anche a parlare, ho la voce tremante e sento mancarmi l'aria quasi.
Debora: -Ma piccola.. Davvero pensi che di te non mi importi?-
Io: -Non è che lo penso, è così Debora.-
Debora: -No piccola, assolutamente no. Io a te ci tengo, più di chiunque altro.-
Alzo gli occhi al cielo, come fa a mentirmi così come se nulla fosse?!
Io: -Non mentirmi.-
Debora: -Non ti sto mentendo.-
Io: -Smettila di mentirmi ho detto.-
Questa discussione sta avvenendo con una distanza troppo ravvicinata per me, non riesco a pensare lucidamente. L'unica cosa che riesco a pensare è lei che sta a due millimetri da me e non mi bacia. Lei non risponde quindi continuo a parlare io.
Io: -Se davvero ci tenevi a me non te ne andavi, se davvero ci tenevi a me stare con me, non te ne andavi quando lei ti chiamava solo per delle coccole, mentre io avevo la febbre, posso capire che lei è più importante di me, è stata la tua ragazza, io non sono nessuno.-
Lei mi guarda, ma dal suo viso non trapelano emozioni questa volta.
Debora: -Quello che ho fatto per te, per lei non l'ho mai fatto. Lei non è mai venuta in montagna Con me, non sono mai andata a casa sua quando stava male, se non mi chiamava, non mi sono mai presentata da lei solo perché non mi rispondeva ai messaggi.-
Al posto di togliermi i dubbi che avevo, me ne mette altri in testa, ma io non riesco a crederla.
Io: -E allora perché fai così?! Perché torni e poi te ne vai?-
Non mi risponde.. Sono stanca di tutto questo, e poi sta iniziando a venirmi sonno, e domani devo affrontare mio padre e stare vicino a mia madre, non ho voglia e nemmeno tempo da dedicargli.
Io: -Vattene.-
Non si aspettava questa mia risposta.
Debora: -No, voglio starti vicino, non voglio andarmene da te.-
Io: -Ti ho messo a scegliere quando te ne sei andata, e hai scelto lei, quindi adesso vai via.-
Lei si allontana, allontana le mani dal muro, il suo viso dal mio, e fa anche qualche passo indietro, resta a guardarmi, finalmente l'aria torna, la voce diventa un po più calma e non mi sento così agitata come prima, inizia a giocare con le unghie delle mani, evita di guardarmi, io posso fare un passo avanti così da non stare appoggiata al muro. Sento il cuore battere fortissimo, la voce tremante ma non come prima, le gambe gelatina, non so nemmeno come faccia a stare ancora in piedi.
Debora: -Vuoi che tutto finisca quindi?-
Cazzo no. Non volevo che arrivasse a pensare questo. Io volevo solo farle mettere un po paura, così che poi non potesse più fare cazzate del genere.
Mi prendo qualche minuto per risponderle.
Io: -Ho detto di andartene. Non che è tutto finito.-
La vedo sorridere, alza gli occhi dalle sue mani e mi guarda, si avvicina abbastanza velocemente, mi mette le braccia intorno alla vita e mi prende in braccio, istintivamente gli metto le braccia intorno al collo per non cadere. Mi appoggia al muro, fa scivolare le mani sotto le cosce e mi spinge ancora di più vicino al muro così da non farmi cadere.
Ho il cuore in gola, spero per lei che mi voglia davvero baciare, se no può anche mettermi giù e andarsene.
Mi guarda per un secondo, io gli accarezzo la rasatura dietro la testa, mi rilassa.
Debora: -Mi piace.-
Io: -Cosa?-
Debora: -Te così vicina, tu che mi tocchi la rasatura dietro la testa. Mi piace.-
Parla come se non lo avesse mai fatto nessuno.
Io: -Non lo aveva mai fatto nessuno?-
Debora: -No, non mi piace avere nessuno così vicino, e toccarmi proprio non se ne parla.-
Io: -A me rilassa.-
Gli sorrido e lei Mi appoggia le testa sul petto, io l'avvolgo con le braccia, e appoggio la mia testa sulla sua. Mi è mancata. È così bello averla così vicino. I miei capelli arrivano fino alle gambe, lei ci si è appoggiata sopra. Dopo qualche secondo si alza dal mio petto, e mi guarda, mi dà dei piccoli sul collo, la sensazione che provo con il contatto tra le sue labbra e la mia pelle è indescrivibile, mi viene la pelle d'oca su tutte le braccia e il petto, i respiri iniziano ad accelerare. Cerco di mantenere la calma, ma è una cosa che mi risulta difficile e non poco.
Dopo alcuni baci, si ferma e sorride, ma senza guardarmi.
Debora: -Ti piace?-
Ohhhhh siiii.
Io: -I baci sì certo mi piacciono.-
In quella frase, credo di aver ingoiato la saliva almeno una decina di volte. Lei si alza con la testa dal mio petto e appoggia la fronte vicino la mia bocca, le sue labbra sono vicine al mio collo.
Debora: -Perdonami, perdona i miei comportamenti idioti. Non succederà più te lo prometto, ma non mandarmi via. Non voglio che tutto questo finisca, non voglio perderti, non voglio perdere te, i tuoi sorrisi, la tua voce così da bimba piccola che io adoro. Non voglio perdere tutto quello che c'è fra me e te, da quando ti ho visto, che sei entrata da questa porta tutto è diverso, tutto ora ha un senso. Cambierò te lo prometto, non andrò da lei, e se mi chiamerà che sta male gli dico di cercare qualcun altro, ma per favore non mandarmi più via. Io adoro stare con te, adoro portarti in montagna, adoro vederti sorridere, adoro quando mi guardi, adoro quando stai fra le mie braccia e ti addormenti. Adoro tutto questo, adoro te, quindi per favore non mandarmi via.-
Non riesco a crederle..
Alza il viso da me, e mi guarda dritto negli occhi, li ha licidi e sono anche molto Rossi. Le accarezzo le guance, sembra così sincera, eppure una parte di me non gli crede.
Io: -Chi mi da la certezza che non lo farai ancora?!-
Debora: -Fidati di me..-
La guardo dritta negli occhi e l'unica cosa che vorrei fare in questo momento è baciarla, ma non posso, lei non vuole.
Io: -Un ultima possibilità.-
Mi prende meglio in braccio, afferrandomi meglio per le cosce e mi stacca dal muro, mi fa fare un giro, Poi due e poi tre, per l'entusiasmo e poi continua a sorridere, è qualcosa di unico.
Quando ha finito di farmi girare come una trottola mi mette giù.
Debora: -Prometto di starti vicino sempre piccola.-

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora