Capitolo 37.

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Non so cosa fare o cosa dirle, lei è lì immobile davanti a me, inginocchio con la testa appoggiata sulle mie gambe e io mi ritrovo appoggiata alla porta, in piedi, incapace di muovermi o dire qualcosa di sensato in modo da poterla fare stare meglio, la sento singhiozzare. Mi sento stringere il petto. La guardo, ma lei guarda in terra, odia farsi vedere in quella situazione. All'improvviso sento bussare alla porta.
Io: -Chi e?- Non ho chiuso la porta a chiave..
Mamma: -È successo qualcosa?? Sembra come se qualcuno stia piangendo.-
Io: -No, va tutto bene mamma non preoccuparti.-
Per un qualche momento mi ero anche dimenticata che non stavamo sole in casa. Io continuo a guardarla mentre parlo con mia mamma e lei continua a tenere la testa bassa, le lacrime che continuano a scenderle dal viso, bagnano il pavimento, ha le mani strette a pugno e continua a stringerle sempre di più, tenendole appoggiate in terra.
Mamma: -Noi andiamo a trovare la nonna.-
Io: -Va bene mamma, salutamela.-
Mamma: -Perché non scendi anche tu a salutarla?- Alzo gli occhi al cielo.
Mamma vai via, non ora ti prego. Resta in ginocchio con la testa appoggiata sulle mie gambe a guardare in terra.
Io: -Magari dopo, ciao mamma.-
Sento i suoi passi allontanarsi dalla porta e dopo qualche secondo la porta d'entrata chiudersi, ora siamo sole a casa. Io continuo a guardare Giorgia in quello stato, non volevo ridurla così. Faccio scivolare la schiena vicino la porta, verso il basso, così da arrivare alla sua stessa altezza, arrivo ad inginocchiarmi anche io. Le metto le mani sotto il viso e glielo alzo, in modo che riesca a guardarmi dritto negli occhi.
Giorgia: -Non mi guardare.- Dice con un filo di voce. Povera piccola..
Io: -Shh guardami.-
Giorgia: -Perché? Perché mi fai questo?-
Le lascio il viso e avvolgo le sue mani con le mie. Lei è sempre quella forte, quella che fa la finta indifferente davanti a tutto, come se niente e nessuno potesse farle del male. Lei è quella ragazza che piuttosto che farsi vedere in questo stato, preferirebbe la tortura. Lei è quella che dice va bene anche quando le cose non vanno ben per niente, è la tipica ragazza che nonostante il suo stare male e morire dentro fa sempre ridere chiunque altro sfoggiando un sorriso che gli va da un orecchio all'altro, quella persona che darebbe l'anima anche per chi non lo merita e guardala, è lì, davanti a me, con gli occhi gonfi, le guance arrossate, il naso che gli cola, e io l'ho ridotta in questo stato, come potrò mai perdonarmelo?!
Io: -Io non voglio farti stare male okay?! Non voglio che tu ti riduca così a causa mia.- Le dico abbassa voce. Mi sento il groppo in gola a vederla così, se non fosse stato per lei molte cose non le avrei mai superate, se non fosse stato per lei sarei rimasta sola più volte, ma lei c'è sempre stata, nonostante il suo dare attenzioni al altre.
Lei non risponde, si siede in terra e incrocia le sue gambe fra me e lei, così da mettere distanza, mi alzo e metto le mie ginocchia intorno alle sue gambe in modo da sedermi in braccio a lei, resta perplessa a questa mia mossa. Sinceramente non so nemmeno io cosa io stia facendo.. la avvolgo con le mie braccia e lei si appoggia a me e io a lei.
Giorgia: -Per tutto il tempo in cui non ci siamo sentite, era come se mancasse qualcosa, ma non che mi hai lasciato un vuoto, mancava proprio qualcosa di me.-
Me lo diceva sempre "ora sei parte di me.", ma non immaginavo stesse così, anzi pensavo che stesse bene senza di me.. stavo anche io così.
Io: -Lo so, mi sentivo così anche io.-
Mi avvolge con le braccia intorno alla vita e spinge ancora di più verso di lei, cosicché la distanza che ci divide si azzera.
Giorgia: -Quando ti ho abbracciato, che ero appena arrivata e tu mi cercavi e io ti guardavo sclerare perché non mi vedevi è stata la cosa più bella di questo mondo, vederti avvicinare a me poco a poco annullando la distanza, poi quando ti ho avuto fra le mie braccia, il mondo intorno è sparito è c eri solo tu, tu fra le mie braccia.-
La stringo ancora più forte a me, senza dire nulla, appoggia le mie labbra sulla sua fronte e la sento chiudere gli occhi e appoggiarsi del tutto a me. Stendo le gambe dietro di lei così da poterla abbracciare meglio.
Giorgia: -Mi sento protetta.- Sorrido, Non lasciava mai nessuno prendersi cura di lei eppure ora con le lo sta facendo.
Io: -Io non ti farò mai male, almeno non intenzionalmente e se mai te ne farò tu dovrai dirmelo.-
Lei: -No.- Lei si appoggia sulla mia clavicola e io appoggio la testa sulla sua, coccolandola.
Io: -Shh. Si invece. Voglio sapere quando io ti faccio male.-
Lei: -ma..-
La interrompo: -Niente ma, voglio sapere quando stai male e per di più se è a causa mia.-
Lei: -Testarda.-
Io: -Quando si tratta di te, sempre.-
La sento sorridere e sorrido anche io.

Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora