Torniamo in cucina in silenzio, mamma e Federica si sono sedute a tavola giocando entrambe con la manica della tazza del caffè appena bevute da loro. Si sono spostate dal divano per bere il caffè, non stanno parlando di nulla, sono in completo silenzio. Ci sediamo vicino a loro.
Mamma: -Avete finito di mettere in ordine?-
Giorgia: -Si sì.-
Io: -Mamma dobbiamo andare a prendere la brandina, mi dai le chiavi?-
Mamma: -Perché non le hai?-
Io: -No ho solo quelle del garage.-
Mamma: -Portati anche quelle che Giorgia mette la macchina in garage.-
Giorgia: -No Anna tranquilla, non ce n'è bisogno.-
Mamma: -Invece si.-
Federica: -No davvero, può stare anche fuori, dentro al garage metti la tua macchina.-
Mamma: -La mia è una di quelle macchine vecchie, la tua è più nuova, e poi la mia è abituata al clima di qua, la tua non ancora.- Dice ridendo.
Giorgia: -Va bene allora.-
Mi alzo dalla sedia e vado in camera, mi metto il giubbino che prima era sul letto e torno in cucina.
Giorgia: -Dove devi andare? sulla neve con quel gubbino?-
Io: -Ma ho freddo..-
Giorgia: -Come le bambine.-
Io: -No..-
Giorgia: -Shhh.-
Mamma e Federica scoppiano a ridere.
Mamma: -Le chiavi sono sulla stufa.-
Mi ci avvicino e prendo le chiavi.
Giorgia: -Andiamo?-
Io: -Si.-
Apro la porta e aspetto lei che esce prima di uscire io.
E ci dirigiamo giù.
Giorgia: -Ti ci perdi dentro quel gubbino.-
Io: -Siii.-
Giorgia: -Parlami ancora di lei.-
Perché?!?! Cosa gli cambia?!?!
Io: -Cosa vuoi sapere?-
Giorgia: -Come è?-
Io: -Fisicamente o caratterialmente?-
Giorgia: -Entrambe.-
Iniziamo a scendere le scale.
Io: -E alta, poco più di me, Magra, di carnagione olivastra, occhi scuri, capelli anche, ha i capelli rasati con il ciuffo. Credo che l'unica cosa che abbiate in comune siano i capelli.-.
Giorgia: -Caratterialmente? Non paragonarmi a lei.-
Io: -Bhe la conosco da solo quattro giorni, non saprei dirti come è. So solo che è strana, un attimo prima dice una cosa e un attimo dopo ne fa un altra.-
Giorgia: -In che senso?-
Io: -Un attimo prima dice che non se ne andrà più e l'attimo dopo prende e se ne va. Un attimo prima mi chiama che vuole portarmi in montagna e il secondo dopo nemmeno mi saluta quando mi accompagna a casa.-
Giorgia: -portarti in Montagna?-
Io: -Si, una sera mi chiama, mi dice di scendere che vuole portarmi in posto e mi porta nella sua casa in montagna, mi riaccompagna a casa e niente diventa fredda dopo un messaggio da Martina. La sua ex.-
Giorgia: -Capisco.-
Io: -Parliamo un po' della tua ex invece.-
Non voglio più parlare di lei. Voglio sapere qualcosa sulla su ex.
Giorgia: -Cosa vuoi sapere?-
Io: -Come è fisicamente è caratterialmente? Perché vi siete lasciate?-
Giorgia: -Bhe lei è minuta, molto più piccola di te, capelli lunghi Rossi, occhi verdi, magra, ha 16 anni, adorava quando la portavo in giro con la macchina, era una bambina vera e propria lei. Per quanto mamma non riuscisse a sopportarla, con me era dolce, mi ha fatto un paio di sorprese in tutto questo tempo.-
Non pensavo mi infastidisse così tanto sentirla parlare di lei.
Io: -Come si chiama?-
Giorgia: -Claudia.-
Io: -Come mai vi siete lasciate?-
Giorgia: -Te l'ho detto prima, per quanto le persone possano esserci nella mi vita nessuno prenderà mai il tuo posto. Mia madre mi ha dato una scelta da fare e io ho scelto.-
Io: -Quale sarebbe questa scelta?-
Giorgia: -Mi ha chiesto di scegliere tra salire e stare giù.-
Io: -E tu?-
Giorgia: -Appena mi ha chiesto una cosa del genere io ero in cantina a prendere le valigie per prepararle.-
Io: -Perché..?-
Giorgia: -Io amo te, le altre per quanto possa tenerci non arriveranno mai a te..-
Siamo arrivate in fondo alle scale, prendiamo il corridoio che ci porta alla cantina, è un corridoio lungo, pieno di porte che portano ognuno in una cantina, la mia è l'ultima. Stiamo in silenzio per tutto il tempo. Una volta arrivate apro la porta e lascio che lei entri, una volta che anche io sono dentro lei chiude la porta, io la guardo come per chiederle spiegazioni, ma lei non dice nulla. Accende la luce e mi guarda.
Giorgia: -Dove è la brandina?-
Indico con il dito la brandina che si trova in fondo alla cantina, in un angolino, coperta da un lenzuolo. Sento la bocca secca, ma non riesco a capirne il motivo.
Lei mi guarda, si avvicina e mi sposta una ciocca di capelli dalla fronte, prende gli occhiali, me li toglie e lì appoggia su uno scaffale dietro di lei. Si avvicina ancora di più a me, per ogni suo passo avanti io ne faccio uno indietro fino a quando il mio corpo non si appoggia completamente al muro. Lei si abbassa tanto da far arrivare il suo viso a due millimetri dal mio, mette entrambe le mani sotto il mio viso, chiudo gli occhi per mezzo secondo, la sensazione delle sue mani su di me è qualcosa di indescrivibile. Lei sorride.
Io: -P-p-p-er-er-che ridi?-
Dico schiarendomi la voce.
Giorgia: -Perché tu eri quella ha provato ad andare avanti, ma appena io mi avvicino un po di più a te, perdi la capacità di parlare e hai la pelle d'oca. Come quando stavamo insieme.-
Baciami. Baciami. Baciami.
Serro le labbra, ha ragione infondo. Lei si avvicina ancora di più, e io non riesco a muovermi. Si avvicina tanto da sfiorare le mie labbra con le sue, ma stavolta quella ad avvicinarsi sono io. La bacio e lei non aspettava altro, mi mette le mani sotto le cosce e mi prende in braccio, incastonandomi fra lei e il muro, io l'avvolgo completamente con le braccia intorno al collo, lei mi stringe ancora di più, facendomi male. Le sue labbra, sono così morbide e sanno di qualcosa di buono, quel qualcosa che vorrei provare sempre. Aspettava questo bacio da tanto tempo, fin troppo, come me d'altronde.
Continuiamo a baciarci, divorandoci quasi.
Lei si stacca, appoggiando la sua fronte alla mia, sorridendomi.
Giorgia: -Hai baciato bene, per essere il tuo primo bacio.-
Faccio un piccolo sorriso pieno di soddisfazione.
Giorgia: -Dovremmo portare la brandina su.-
Io: -Si lo so, ma sto così bene così.-
Giorgia: -Dormiremo insieme per molto tempo..-
Mi mette giù, e spostando le mani sulla vita.
Io: -Si è vero.-
Giorgia: -Ti metterai nella brandina con me e li potremmo baciarci, coccolarci e stare insieme tutto il tempo che vogliamo.-
Io: -È più comodo il mio letto.-
Staccandosi completamene da me, e diventando fredda da un secondo all'altro va verso la brandina. Io prendo gli occhiali che prima aveva posato e li metto.
Giorgia: -In quel letto io non ci dormo o tantomeno ti abbraccio o ti faccio mia.-
Io: -Farmi tua? E poi perché no?-
Giorgia: -Si farti mia. Come ti ho fatto mia adesso. Mi chiedi anche perché?-
Dice guardandomi.
Io: -Si ti chiedo anche perché?-
Sorrido al fatto che mi ha fatto sua.
Lei mi guarda e in tono molto serio dice.
Giorgia: -Io non mi azzardo nemmeno ad entrare in un letto dove tu ci sei stata con qualcun altra, dove questo qualcun altro ti ha baciato, coccolato, stretto e poteva portarti via da me. Quindi se vuoi stare con me, sai cosa fare.-
Adoro quando fa così..
Io: -Si so cosa fare.-
Quando pensi che sia tutto passato, e che quella persona per te non conti più nulla, o che la vita è andata avanti e lei fa parte del passato, sbagli. Ti sbagli a pensare che tutto è andato perso, che ormai non conta più nulla per te, o che semplicemente vuoi andare avanti, perché per quanto tu lo voglia, se quel qualcosa che ti lega a lei è forte, non ci riuscirai mai. Ciò che è passato non è mai passato del tutto, fa sempre parte di te, delle conseguenze dei tuoi gesti, o delle tue parole. Hai solo una consapevolezza diversa di te stessa e di lei, accetti il fatto che non può essere tua o che tu non puoi essere sua. Accetti il fatto che qualcosa c'è stato e anche di molto importante, ma sai che non ci sarà un futuro per voi, e in parte la colpa non è nemmeno vostra, ma di tutto ciò che vi circonda. Io e lei non potremmo mai stare insieme perché lei abita lontano da me, e quando tornerà giù andrà avanti con la sua vita e io dovrò andare avanti con la mia, e per quanto io possa amare lei o lei possa amare me, non potrà mai esserci un vero "noi". Lei vuole cose che io non posso dargli e lo stesso vale per me.
È strano quanto un bacio può darti tutte queste consapevolezze.
Giorgia: -Ho preso la brandina, andiamo?-
Me la ritrovo vicino a me, che strascina la brandina chiusa, con le rotelle sotto. Mi ero talmente persa nei miei pensieri che avevo perso la cognizione di tutto e anche di lei.
Io: -Si sì, scusami.-
Vado vicino la porta e la riapro, lei trascina la brandina e una volta che è del tutto fuori richiudo la porta a chiave.
Io: -Vuoi una mano?-
Giorgia: -No no. E leggera, riesco anche da sola.-
Io: -Va bene.-
Giorgia: -Cosa è successo?-
Io: -Nulla perché?-
Giorgia: -Sei strana, qualcosa non va. Cosa è successo?-
Io: -Nulla davvero, stavo pensando.-
Giorgia: -A cosa?-
Camminiamo nel corridoio delle cantine e si iniziano a sentire i tuoni, e mi spavento. Lei si ferma subito, lascia la brandina e mi abbraccia. Mi stringe forte.
Giorgia: -Eii bimba, cosa è successo?-
La stringo forte..
Io: -Non voglio perderti. Non voglio che te ne vai ancora.-
Giorgia: -Non me ne vado. Non mi perderai ancora. Te lo prometto.-
Mi accarezza i capelli e io mi calmo.
Io: -Lo prometti?-
Giorgia: -Si bimba te lo prometto. Se sapevo che quel bacio ti avrebbe fatto stare così, non ti avrei baciato.-
Io: -Non è stato il bacio, è solo che non voglio che te ne vai ancora.-
Giorgia: -Non me ne vado.-
Restiamo qualche secondo così, io fra le sue braccia e lei che mi stringe.
Giorgia: -Andiamo?-
Faccio segno di sì con la testa.
Iniziamo a camminare, mi chiudo nel giubbino e lei porta la brandina.
Io: -Dobbiamo mettere la tua macchina in garage.-
Giorgia: -Si è vero. Facciamo così per riacquistare tempo, vai tu ad aprire il garage io vado a prendere la macchina.-
Io: -Va bene. Con la macchina devi entrare nel cancello e seguire il Vialetto, il mio garage è l'ultimo.-
Giorgia: -Va bene.-
Prende la brandina e la mette in un angolo vicino la porta del corridoio così che se qualcuno scende non è di intralcio. Io esco fuori, e vado ad aprire il garage, il cielo è grigio, pioverà a momenti ancora.
Aspetto davanti al garage che Giorgia arrivi e dopo qualche minuto la vedo, lei mi sorride e si avvicina con la macchina a me. Posa la macchina in garage e una volta scesa, la chiude e mi guarda.
Giorgia: -Qualche volta ti ci porterò a fare un giro.-
Io: -Nha.-
Mi guarda con aria interrogativa. Ci portava quella e io non voglio essere come lei. Poi chiamava anche lei "bimba".
Io: -Già, e non chiamarmi nemmeno più bimba.-
Giorgia: -Perché?-
Io: -Perché si.-
Giorgia: -E per Claudia?-
Io: -già.-
Giorgia: -Quanto sei cucciola quando fai la gelosa.-
La guardo malissimo, lei mi sorride, entriamo di nuovo dentro il palazzo, prendiamo la brandina e la saliamo per le scale, per fortuna è abbastanza leggerà quindi non ci impieghiamo molta fatica. Stiamo in silenzio fin quando Non arriviamo in casa. Non appena arriviamo nel corridoio di casa mia, lascio la brandina e lei la spinge, quando arriviamo davanti casa apro la porta e lei entra con la brandina. Io entro dopo di lei e chiudo la porta. Non appena arrivo in cucina noto che c'è anche Marica seduta a tavola con mamma e Federica.
Marica: -Ma ciao Rita. Tu devi essere Giorgia?! Ma quanto sei cambiata?!-
Loro si erano già viste una volta quando Marica era venuta giù con noi a Natale. Giorgia: -Sii, ho tagliato i capelli.-
Marica scoppia a ridere.
Marica: -Stai benissimo così.-
Giorgia le sorride e l'abbraccia.
Sul divano c'è seduta Debora con un altra ragazza. La guardo malissimo e lei non smette di guardare Giorgia.
Marica: -Lei è Debora mia figlia e lei è una sua amica. Debora lei è Giorgia, la ragazza di cui ti avevo parlato.-
Debora gli fa un mezzo sorriso forzato, Giorgia invece resta impassibile, non lascia trapelare nessuna espressione. Faccio qualche passo avanti.
Io: -Ciao a tutti.-
Giorgia si è fermata vicino a me, con la brandina in mano.
Giorgia: -Dove devo portarla?-
Io: -in camera vieni.-
Cammino avanti e lei mi segue, come sempre.
Passino vicino a Debora, che ci segue con lo sguardo.
Una volta arrivati in camera mi guarda.
Giorgia: -È lei?-
Faccio cenno di sì con la testa.
Apro la brandina, per fargli prendere un po d'aria, poi mi tolgo il gubbino e lo appoggio sulla sedia della scrivania. Giorgia invece si toglie la felpa e l'appoggia sul gubbino mio. Prendo delle lenzuola dall'armadio e preparo il letto per lei. La brandina l'avevamo presa già la settimana scorsa che era salita la zia di papà, quindi è pulita.
Giorgia: -E quella con lei chi è?-
Io: -Non ne ho la minima idea.-
Lei si siede sulla sedia della scrivania e mi guarda mentre preparo il letto.
Giorgia: -ti dà fastidio?-
Io: -Un po.-
Giorgia: -Ti importa di lei.-
Io: -D'altronde è come te con Claudia. Non ti darebbe fastidio se si presentasse a casa tua con un altra ragazza.-
Non risponde. Non appena ho finito con la brandina, Torniamo in cucina, questa volta cammina lei avanti. Debora la squadra da capo a piede. Poi passa a guardare me.
Debora: -Ho provato a chiamarti e a scriverti, perché non mi hai risposto?-
Chiede guardandomi.
Io: - Avevo altro da fare a quanto pare.-
Ad essere sincera, da quando Giorgia è qui il cellulare l'ho lasciato non mi ricordo nemmeno dove.
Giorgia si siede vicino sua mamma e io sul divano così da non far stringere loro.
Debora mi guarda, come se volesse spiegazioni, ma tutto gli devo tranne che quelle.
Guardo la ragazza seduta vicino a lei.
Lei fa di tutto per non presentarmela.
È carina, minuta, ma ha un fisico scolpito, capelli lunghi bionda con occhi azzurri. Carnagione chiara.
La guardo e noto che lei mi sta fissando.
Io: -Ciao, io sono Rita.-
Colgo l'occasione per presentarmi, così forse si presenta anche lei.
La ragazza: -Ciao, io mi chiamo Martina.-
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Perché ogni cosa bella, ti fa sempre stare male.
Romance"Perché tu con chiunque starai, ovunque andrai, sarai sempre innamorata di me. Potrai parlare con chiunque tu voglia, puoi anche credere di avermi dimenticata, ma nessuno prenderà il mio posto, nessuno riuscirà a darti ciò che ti do io, nessuno ries...