Capitolo 2.

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Arrivo alla fermata giusto in tempo per prendere l'autobus, spengo la sigaretta ormai quasi finita e salgo.
•Signorina il biglietto?• chiede l'autista.
Prendo il cellulare dalla tasca e poi.. Cazzo il biglietto! Ho dimenticato di farmi dare il biglietto da mamma, di solito lo metto dentro la cover  del cellulare.
•Scusi, ma ho dimenticato di farmi dare il biglietto da mia madre stamattina..• dico con voce tremante quasi.
Autista: •Allora puoi scendere se non vuoi una multa.•
Fanculo.
Scendo Dall autobus, e torno a casa, mentre torno a casa vedo una macchina passarmi vicino a forte velocità, tanto da bagnarmi tutta la gamba quando va a finire in un pozzanghera.
Cazzo che giornata di merda.
Per fortuna sono vicino a casa, cerco di muovermi, cammino molto velocemente, quasi corro, come se non bastasse inizia anche a tuonare, come stanotte, e per completare il tutto ho dimenticato l'ombrello a casa, spero solo che non inizi a piovere mente sono ancora per strada..
Quando sono quasi arrivata a casa inizia a diluviare, piove fortissimo, sono fuori la via di casa mia. Non può succedere tutto oggi però.
Arrivo a casa che sono bagnata fradicia, abitando in un palazzo devo salire due piani, arrivata davanti casa mia, mi tolgo le scarpe, così da limitare i danni.
Prendo le scarpe in mano ed entrò in casa, sento la voce di mamma e quella di un altra signora.
Mamma: •Chi è?•
Io: •Sono io mamma.•
Mi guarda stupita, arrivo in cucina che sono sgocciolante, noto che con lei c'è Marica, una sua amica.
Mamma: •Cosa ci fai qui?•
Io: •Ti sei dimenticata di darmi il biglietto stamattina..•
Mamma: •E vero, me ne sono ricordata quando ormai ero già a lavoro. Vabbè vorrà dire che oggi è festa.•
Le sorrido, per rassicurarla.
Io: •Ciao Marica, scusami se non ti ho salutato prima.•
Marica : •Tranquilla, ciao anche a te.•
Poso lo zaino vicino la stufa, che mia mamma ha accesso prima che io arrivassi, mentre vado in camera vedo che oltre a mamma e a Marica c'è un altra ragazza con loro, lei potrebbe avere la mia età o qualche anno in più, è minuta come ragazza, piccolina, capelli corti, è l'esatto opposto mio. Noto che mi sta guardando, le sorrido, ma lei si gira dall altra parte.
Che maleducata.
Vado in camera mia, prendo dei vestiti asciutti. Poso il cellulare che ho intasca sul letto, per fortuna non si è bagnato, almeno lui si è salvato. Mi tolgo il gubbino, la Sciarpa e tutto il resto. Ho troppo freddo, prendo il Phon dall'armadio e mi asciugo un po', poi vado in bagno e prendo un asciugamano così da attorcigliarmici i capelli per farli asciugare. Mi metto i leggins e la canotta, prendo i vestiti bagnati e vado in lavanderia, li butto nella lavatrice, la finisco di caricare con altri vestiti sporchi e la faccio partire. Torno in camera mia per prendermi la felpa, che ho freddo, prima di arrivare all'armadio mi soffermo allo specchio che ho difronte al letto, mi guardo, non ho mai avuto un rapporto così bello con il mio fisico, anzi se devo essere sincera odio il mio fisico. Gambe triplo grandi, troppa pancia, vorrei essere magra.. Meglio non soffermarsi ancora se no va a finire che mi innervosisco ancora di più. Prendo la felpa dall'armadio, non ci arrivo, dato che ho l'armadio sul letto salgo sul lettino, tiro la felpa, scendo dal letto e la indosso. Prendo il cellulare e accendo la connessione, nessuno mi calcola mai, ma almeno per controllare vediamo.
Nel frattempo che il cellulare si colleghi al Wi-Fi vado a prendere le pantofole, mamma giusto ieri me ne ha comprato un paio a forma di leoncino con la rosa in bocca, sono adorabili. Quando torno in camera per controllare il cellulare noto che c'è un messaggio.
Scarlet:
[Buongiorno psicopatica❤️]
Lei è la mia salvezza se così si può dire, abita lontano da me, non ci siamo mai viste, ci siamo consociate su Facebook, continuava a mettere mi piace alle mie foto e gli ho scritto. È arrivata così dal nulla, mi ha stravolto in meglio. Non era un bel periodo quando l'ho conosciuta, stavo male per via di una ragazza, ci eravamo appena lasciate, poi è arrivata lei e con lei è tornato anche il sorriso. Abbiamo questa strana cosa che ci unisce, che la maggior parte delle volte, quasi sempre pensiamo la stessa cosa, o in un determinato momento facciamo la stessa cosa, quello che ci unisce e più di una semplice amicizia, ma non arriva all'amore, anche perché lei è innamorata di un altra ragazza ed è così cucciolosa quando parla di lei.
Io:
[Buongiorno puffetta❤️]
Lei mi chiama psicopatica perche io sono molto gelosa e possessiva, il più delle volte tendo a "proteggerla" anche se ha qualche anno più di me, e allora è uscito fuori questo nome. Io la chiamo puffetta perché è bassa, poi è dolce, come puffetta dei puffi. Lei è la mia certezza.
Finito di rimettere in ordine camera e di avergli risposto, torno in cucina, appena entro mi guardano tutti, la ragazza seduta sul divano scoppia a ridere, ma non capisco perché..
Io: •Perché mi fissate tutti?•
Chiedo al quanto imbarazzata..
Ragazza: •Non pensavo che fosse già arrivato carnevale.• E scoppia a ridere in una risata ancora più forte. •Vestita da Clown saresti perfetta.• continua ridendo.
Cazzo il trucco e L asciugamano in testa..
Sento la faccia andarmi a fuoco.
Marica: •Sotto la poggia e senza ombrello è normale che il trucco si è sciolto.•
Che vergogna.. Fatemi sprofondare per favore...
Vado in bagno e mi guardo allo specchio come è possibile che prima non mi sia accorta di questo obbrobrio?! Prendo lo struccante e i dischetti, inizio a strofinare, ma non si toglie, strofino più forte, tanto che la pelle è diventata rossissima ed è molto irritata.
Mi sento osservata, mi giro verso la porta per vedere se c'è qualcuno è con mia grande sorpresa noto che c'è la ragazza tanto "simpatica" di prima, non dice nulla, ma resta lì a fissarmi, mi mettono in soggezione quando le persone mi fissano. Con quel aria di chi si crede chissà chi, appoggiata alla porta, con le braccia intrecciate. Ora che la guardo un pochino meglio noto che non è così tanto minuta come pensavo, anzi è più alta di me..
Io: •Ti diverti?•
La ragazza: •Non immagini quanto.•
E fa un piccolo sorrisetto.
Stronza.
Io: •Hai intenzione di fissarmi ancora per molto?•
La ragazza: •Sei così buffa.• dice con quel sorrisetto, che sta iniziando a darmi fastidio.
Io: •Tu sei così stronza.•
Scoppia a ridere dopo questa mia affermazione. Mi sta facendo innervosire ancora di più.
La ragazza: •Aspetta ti aiuto.•
Dice avvicinandosi a me, Cerco di contenere il mio stupore, non mi aspettavo che volesse aiutarmi. Quando vedo che è quasi vicino a me le dico..
Io: •No grazie, riesco anche da sola.•
La ragazza: •Non credo, stai quasi da dieci minuti a cercare di togliere tutto quel fondotinta e quella cosa schifosa che ti messa in faccia e non ci riesci.•
E la frase più lunga che gli ho sentito dire fino ad adesso, scoppio a ridere.
Io: •Non sei una grande amante del trucco vero?•
Le dico guardandola.
La ragazza: •No, odio il trucco.•
Si avvicina e mi prende il dischetto con sopra lo struccante da mano, mi guarda per un attimo e poi inizia a strofinare, fa con delicatezza.
La ragazza: •Ma quanto cazzo te ne sei messa?•
Scoppio a ridere.
Io: •Non molto.•
La ragazza: •Io direi fin troppo.•
Scoppiamo a ridere tutte e due.
Per un po' restiamo in silenzio, almeno fino a quando finisce di struccarmi.
La ragazza: •Finito.•
Sembra soddisfatta, le sorrido.
Io: •Grazie.•
Inizio a mettere in ordine il casino che ho fatto sul mobile del bagno. Lei resta lì a fissarmi, con la schiena appoggiata al mobile e le braccia intrecciate.
La ragazza: •Quanti anni hai?•
Resto un po stupida da questa domanda, non me l'aspettavo.
Io: •19 tu?•
La ragazza: •26. Sei una bambina.•
Io: •E tu sei vecchia.•
Mi guarda stupita.
La ragazza: •Hey, porta rispetto per le vecchiette.• mi dice sorridendo.
Io scoppio a ridere.
Io: •Come ti chiami?•
La ragazza: •Se non te lo volessi dire?!•
La guardo perplessa. Perché non vorrebbe dirmelo?!
Io: •Perché non vorresti dirmelo?•
La ragazza: •È divertente il mistero.•
Io: •Ti guardi troppi film secondo me.•
Le dico ridendo, mentre continuo a mettere in ordine.
Lei sorride e abbassa la testa.
La ragazza: •Forse.•
Io: •Adesso mi hai fatto diventare curiosa, voglio sapere quale è il tuo nome.•
Le dico in modo diretto guardandola negli occhi.
La ragazza: •Proprio perché lo vuoi sapere, non te lo dico.•
Mi guarda sorridendo.
Io: •Non mi sbagliavo quando dicevo che eri stronza.•
Scoppia a ridere, ma non si smuove di un passo.
La ragazza: •Hai la macchina?•
Ma che domande sono?!
Io: •Secondo te se avevo la macchina stamattina andavo a perdere il pullman per poi perderlo e ridurmi così?!•
Mi fissa per un secondo.
La ragazza: •E poi sarei io la stronza vero?•
Io: •Sei tu che non vuoi dirmi come ti chiami. Io rispondo alle domande.•
La ragazza: •Hai ragione.•
Mi dice sorridendomi. Poso lo struccante, e torno in cucina. Lei non si smuove di un millimetro.
Io: •Perché non vieni in cucina?•
La ragazza: •Hai L asciugamano in testa.•
Cazzo è vero..
Io: •Lo sapevo, voglio vedere se me lo ricordavi.•
Lei scoppia a ridere e io torno indietro, mi rimetto davanti allo specchio e mi tolgo L asciugamano, i capelli mi cadono sulla schiena sono umidi e gonfi, cerco di aggiustarli un pochino, poi prendo l'esastico, li voglio legare.
La ragazza: •Perché li leghi?•
Io: •Sono lunghi, non mi piacciono, vorrei tagliarli corti, ma non ne sono sicura.•
La ragazza: •Io trovo che sono bellissimi invece.•
La guardo stupita.
Io: •Grazie.•
Mi prende una ciocca di capelli e se la attorciglia fra le dita.
La ragazza: •Non li legare, sono tutti boccolati, sono bellissimi. Se li leghi si rovinano.• dice seria giocando ancora con i miei capelli, sembra persa.
Io: •Li tengo sciolti se tu mi dici come ti chiami.•
Lei mi guarda stupita.
La ragazza: •Questo si chiama ricatto.•
Io: •Lo so.• dico con aria soddisfatta.
Lei mi guarda con un sorriso malizioso.
La ragazza: •Va bene, però tienili sciolti. Te lo dico dopo come mi chiamo, quando sto per andarmene. Adesso torniamo di la.•
Le sorrido, soddisfatta di me quasi.
Torniamo in cucina insieme è noto che mamma ha preso il dolce al cioccolato che ha fatto ieri. Quando ci vede tornare ci chiede se ne vogliamo un po, io rifiuto, lei invece ne prendo una fettina.
La ragazza: •Perché non lo mangi?•
Io: •Non mi va.•
La ragazza prendo la sua porzione e me la passa.
La ragazza: •Non sopporto vedere le ragazze che non mangiano.•
Io: •Prepotente.•
Alza le sopracciglia come se volesse dirmi che lo sa. Io le sorrido. Ormai rassegnata prendo la fettina di torta che è buonissima e la mangio.
Io: •Mamma come mai sei già qui, non dovevi tornare alle 8.30?•
Mamma: •Si, ma stamattina siamo andate prima ricordi che te l'ho detto, Poi siamo tornate prima.•
Marica lavora con mia mamma, fanno le pulizie in un supermercato, fanno tre o quattro ore al giorno. Papà invece lavora fuori, sta via per mesi a volte, adesso è partito, stamattina se n'è andato ancora, doveva andare in Russia se non sbaglio.
Dopo un continuo chiacchierare..
Marica: •Dai andiamo, che devo andare al supermercato a fare la spesa.• dice rivolgendosi alla ragazza, io sapevo che lei avesse una figlia, ma non così grande.
La ragazza: •Si mamma andiamo.• dice sbuffando.
Inizio a sparecchiare, ho questa strana abitudine che ogni cosa deve stare al proprio posto, in ordine.
Marica: •Non vuoi?•
La ragazza: •Lo sai che odio fare la spesa.•
Io sorrido, è divertente come cosa.
La ragazza: •Perché ridi?•
Io: •Sei buffa.• rido ancora.
La ragazza: •Vieni anche tu a fare la spesa con noi, poi vediamo se ridi ancora o no, perché dici che ti annoi.•
Io: •No no tranquilla.•
Marica: •Si dai vieni, così forse si lamenta un po di meno la ragazza qui.•
Perché non mi sono stata zitta?!
La ragazza: •Sii dai, mettiti le scarpe e andiamo.•
Io: •No no ci impiego troppo, dovrei cambiarmi, truccarmi, pettinarmi, meglio di no.•
La ragazza: •Vai bene così come stai, dai mettiti le scarpe e andiamo.•
Marica: •Guarda che ormai non te ne esci più, mia figlia è molto cocciuta. Se dice una cosa la deve fare. Se dice che qualcuno deve fare qualcosa, questo qualcuno la deve fare.•
Dice ridendo.
La ragazza sorride soddisfatta che non posso tirarmi indietro dopo questa cosa.
Mamma: •Marica guarda che Rita non è da meno, quando si mette in testa una cosa ma deve fare e non si sono se o ma che tengano.•
La ragazza sorride.
La ragazza: •Ecco appunto andiamo.•
Io: •Va bene andiamo..•

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