Solo vicino alle celle, senza l'aiuto di nessuno, Faolan non aveva chissà quanta paura dei mostri.
Non era questione di presunzione: semplicemente, aveva alle spalle numerosi anni di addestramento ed esperienza sul campo, e sapeva gestire senza problemi situazioni di quel tipo. A preoccuparlo di più, era l'idea di non riuscire a salvare tutti gli altri.
Ma doveva resistere e fare del proprio meglio.
Prese una rincorsa e saltò agilmente sull'ennesimo mostro di pietra, arrampicandosi sulla superficie dura del suo corpo. Esseri di quel tipo continuavano ad uscire dalle pareti e non gli davano un attimo di tregua: per quanto abile, Faolan si sentiva stanco e spossato. Ma non era certo il caso di arrendersi: bastava solo combattere fino a quando Nev non avrebbe finito le cure e i ragazzi non sarebbero tornati da lui. Molti prigionieri erano già stati curati, Nev poteva lavorare al meglio grazie alla continua protezione di Faolan.
E poi, quegli attacchi, prima o poi sarebbero finiti. Poco prima, lui e gli altri ragazzi avevano combattuto quel pericolo per un paio di minuti, ma poi la creazione dei mostri si era arrestata, almeno per un po'. Probabilmente, si attivava solo quando avvertiva il pericolo intorno a sé, come una barriera difensiva.
Faolan era giunto alla sommità della schiena del mostro; aveva i piedi doloranti a causa della superficie aguzza del corpo dell'essere, formata da numerose pietre. Era facile scivolare giù dal suo corpo, ma la sua presa era ormai ferrea ed era pronto a dargli il colpo di grazia.
Conficcò la spada nella sua nuca, esercitando una certa pressione verso l'alto. La testa del mostro ruzzolò a terra, i sassi che la componevano si sgretolarono. Faolan non fece in tempo a sospirare di sollievo che dovette saltare di nuovo, gettandosi sull'altro mostro e adoperandosi per finirlo. Con la mano sempre stretta all'elsa della spada, il giovane aveva l'occhio vigile a scorgere anche solo il minimo pericolo, l'orecchio attento agli spostamenti d'aria intorno a sé, che preannunciavano i movimenti dei mostri.
Strisciò a terra, sollevando la spada e cercando di insinuarsi sotto alla pancia di un mostro particolarmente imponente. Era impossibile affrontarlo come gli altri: aveva braccia troppo ampie, poteva afferrarlo in un niente, se si fosse arrampicato sulla sua schiena.
Occorreva colpirlo sulle gambe quando meno se lo aspettava e farlo crollare.
Faolan si mosse con cautela, schivando i calci che il mostro scagliava. I suoi piedi erano grandi quanto il suo intero corpo.
Inspirò profondamente, cercando di rimanere lucido e sollevando la spada, avvicinandosi alla caviglia dell'essere. Con un colpo netto e abbastanza forza, forse sarebbe riuscito a tranciarla..doveva solo trovare il momento giusto per farlo.
Le sue orecchie, nel frattempo, non registravano che il rombo cupo dei mostri. Non poté chiedersi, con una certa apprensione, dove fossero finiti gli altri ragazzi.
Provò ad allontanare il pensiero che potessero essersi fatti del male: forse erano ancora in giro per il castello, a condurre i prigionieri fuori.
Doveva mantenere i nervi saldi, non farsi distrarre. Stavano bene, dovevano stare bene! Non si sarebbe ripetuto tutto di nuovo, non avrebbe permesso che Grevor gli rovinasse un'altra volta la vita, non avrebbe lasciato che i suoi amici morissero di nuovo a causa sua..
Meritava di essere felice. Non avrebbe mai dimenticato cosa gli era accaduto in passato, ma doveva concedersi di andare avanti. Quella consapevolezza lo investì in pieno, con una convinzione che mai prima di allora aveva provato.
Sì, meritava di essere felice e ora aveva tutte le ragioni del mondo per combattere per diventarlo. I ragazzi si erano fidati di lui, nonostante il suo comportamento tutt'altro che amichevole..pensò a ciascuno di loro, negli istanti in cui si mosse, furtivo, ad individuare l'angolazione migliore per colpire il nemico.
Pensò a Erik, così coraggioso e determinato, che aveva chiesto i suoi consigli per allenarsi e aveva imparato le sue tecniche con pazienza. Ad Ivy, che gli aveva dato dei preziosi consigli, che aveva collaborato senza lamentarsi, a tutti gli altri, Ayslin, Nev, Haol, Tecla, Lushen..così diversi, ma tutti così . E poi pensò a Darfel, che aveva riposto in lui tutta la fiducia possibile, nonostante tutto. E che aveva detto che lo avrebbe aspettato.
Ma lui non voleva più far aspettare nessuno. Era pronto a riprendere in mano la sua vita e a dare il meglio di sé a chi lo meritava, di nuovo. Era pronto a buttarsi.
Con la forza di quei pensieri a sostenerlo, Faolan colpì la caviglia del mostro in un colpo sicuro.
Soddisfatto, ma pur vigile come sempre, attento a non distrarsi, Faolan si affrettò a scansarsi di lato, mentre il corpo del mostro crollava come un castello di carta e le pietre erano pronte ad abbattersi sul terreno.
-Faolan!-
Quell'urlo arrivò all'improvviso, quando meno se lo aspettava, sovrastando per un istante il frastuono dei sassi che cadevano.
Faolan non poteva voltare il capo per rispondere: era troppo pericoloso distogliere l'attenzione dalle pareti, dai mostri che avrebbero potuto nuovamente crearsi. Ma sapeva bene a chi appartenesse quella voce: ormai, in quell'ala del castello, erano rimasti soltanto in due, lui e Nevaeh. Cosa poteva volere da lui con così tanta urgenza? Aveva riscontrato qualche problema nel curare la gente?
-Nev? Che c'è?- gridò di rimando, una volta che si fu completamente rimesso in piedi.
Nev corse da lui, strattonandolo per un braccio. Non sembrava nemmeno più la ragazza timida e scrupolosa di sempre, l'ansia la scuoteva da capo a piedi, facendola agire d'impulso.
–Che fine hanno fatto, Faolan?!- gli chiese, quasi urlando. Aveva la voce spezzata di chi stava trattenendo un pianto. -Ormai ho finito di curare tutti, ma Ivy, Blez e Erik ancora non arrivano! E Ayslin? E Haol, Lushen, Tecla? Siamo tutti pronti per uscire, ma.. che fine han fatto i nostri amici? Perché..perché ci impiegano così tanto? Che siano stati attaccati?-
Faolan restò zitto per qualche istante, non riuscendo a trovare alcuna parola con cui replicare.
Nev aveva ragione. Combattendo contro i mostri, aveva perso la cognizione del tempo e non si era accorto di quanti minuti fossero trascorsi. Aveva il corpo indolenzito dallo sforzo, i polmoni che sembravano implorare un po' di tregua. Si impose di ragionare velocemente e di trovare una soluzione il prima possibile. Ma come poteva restare lucido, adesso che Nev gli aveva fatto credere che gli altri ragazzi fossero rimasti feriti, o fossero stati catturati al piano di sopra? Senza contare tutte le persone appena curate che aspettavano soltanto di poter scappare di fianco a loro, o i mostri che a breve sarebbero ricomparsi. Ebbe l'impressione che le responsabilità iniziassero a schiacciarlo. Se non si fosse sbrigato, sarebbe soffocato.
-Ascolta, Nev: dobbiamo arrangiarci da soli. Tu corri per prima, se riesci crea uno scudo protettivo e vai verso l'uscita. Porta con te i prigionieri appena curati: qualcuno deve salvarli. Non preoccuparti dei mostri: ti guardo io le spalle. Pensa soltanto a correre più veloce che puoi, va bene?- le chiese rapidamente -Dopo saliremo al piano di sopra, e cercheremo subito gli altri.-
Nev annuì, probabilmente troppo spaventata per aggiungere qualcosa, e urlò ai prigionieri di seguirla.
Faolan non perse un momento: corse dietro al gruppo per diversi passi, prima di arrestarsi di colpo.
C'era a una melodia che sembrava intimargli in tutti i modi di andare avanti, una melodia che conosceva bene, che aveva sentito durante le sue esplorazioni nelle zone vicino al mare e aveva evitato per miracolo. Andò ad afferrare la spalla di Nev, facendola fermare appena in tempo.
Che diavolo ci facevano lì, le sirene? Perché cercavano di incantarli? Il suono sembrava farsi più persuasivo ad ogni passo..
In quel momento, si trovò parecchio disorientato. Cosa avrebbero dovuto fare?Solo una cosa sembrava certa.
-Nev.- disse Faolan, gravemente. –Ora ho capito perché gli altri non stavano arrivando: sono stati bloccati dalle sirene. Non possiamo più proseguire.-
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SILVER SOUL 2 (Fire Flakes)
FantasyNUOVO SEGUITO DI SILVER SOUL(lo trovate sul mio profilo!), romanzo fantasy ambientato tra l'Irlanda e le Terre di Alaron, isola nascosta dal resto del mondo dove guidatori di nuvole, elfi, eredi dei draghi, signori delle rocce e tante altre specie c...