61: Una nuova vita (penultimo)

61 6 3
                                    

Quando Erik smise di abbracciare Alaron si asciugò in fretta le guance rigate di lacrime e si rimise in piedi. Si sentiva svuotato, in un certo senso, come se le aspettative e i dubbi covati durante la sua vita fossero svaniti nel nulla, rimpiazzati da una verità che ancora non accettava. Il viso sconvolto della madre che veniva colpita da Evan, le sue mani protese verso il vuoto mentre crollava a terra e il padre che reggeva tremante il suo corpo erano delle immagini che non avrebbero mai smesso di abitare la sua mente.

Sapeva già che avrebbe portato il peso di quelle scoperte per sempre con sé, come un taglio incapace di rimarginarsi. E sapeva anche che anche quello era il momento di reagire e pensare ad altro, ma non aveva più nessuna voglia di farlo.

A primo impatto aveva provato rabbia nei confronti di Evan. Ma poi il nervosismo si era dileguato, lasciando spazio a un insopportabile senso di impotenza e di terrore. Era davvero così semplice cambiare il destino di qualcun altro? Bastava un solo istante per spezzare anni e anni di risultati ottenuti con tanta fatica? Che senso aveva impegnarsi, resistere, stringere i denti e combattere, se poi sopravvivevano sempre persone come Evan, in grado di distruggere qualunque cosa con un solo gesto?

Erik avanzò pigramente sulla sabbia, verso una direzione casuale, con lo sguardo abbassato. Non sapeva neppure più se voleva tornare indietro al castello e rivedere gli altri ragazzi, in quel momento. Avrebbe dovuto spiegare cos'era successo, e non si sentiva ancora in grado di ripensarci o parlarne ad alta voce.

-So che non ti consolerà molto, ma..- Alaron lo seguì, fino a raggiungere il suo fianco e lanciargli un'occhiata comprensiva, seppur addolorata. -..Theralin ha comunque vissuto una vita felice, prima di quel giorno. Difficile, a volte, ma felice.-

Erik inspirò profondamente, sforzandosi di annuire. Si rendeva conto che anche per Alaron fosse difficile trovare dei lati positivi in una simile situazione, quindi si sforzò di rispondergli.

-Meno male, almeno questo. Ma..meritavate di più, molto di più! Io meritavo di conoscerla, e tu di averla ancora qui. Non è giusto! Io..-

-Lo so, hai ragione.- concordò Alaron. Camminava lentamente, con il viso rivolto verso l'oceano, quasi avesse sperato di vedervi riaffiorare la sirena da un momento all'altro. -E' tutto ciò che ho pensato anch'io in tutti questi anni, continuamente.-

Erik provò una stretta al cuore, chiedendosi come avesse fatto il padre a sopravvivere con lo stesso senso di impotenza che lo stava attanagliando solo da cinque minuti, ma che già sembrava soffocarlo.

-Ed è anche il motivo per cui avevo smesso di credere di poter fare ancora qualcosa, la causa della mia mancanza di reazioni negli ultimi anni.- ammise Alaron, passandosi rapidamente una mano tra i capelli scompigliati dal vento. Sembrò costargli parecchio sforzo far presente quelle debolezze ad alta voce, dato il tono leggermente tremante.-Proteggevo la mia terra ma non mi affezionavo più a nessuno, parlavo solo con Iskender, l'unico vicino a me. Non potevo interagire con gli isolani, li proteggevo quasi passivamente e mi sentivo completamente rassegnato. Tanto, qualunque cosa avessi fatto, niente avrebbe riportato indietro Theralin.-

-Però..se ora Evan è tornato, potrebbe... fare del male a qualcun altro.- osservò Erik, dopo qualche istante di silenzio. 

-Lo so. Ed è il motivo per cui non dobbiamo fermarci.-

Erik si lasciò sfuggire un mezzo sospiro.

-Che facciamo, adesso? Pensi che sia ancora pericoloso? Di che attacchi parlavate prima?-

-Al momento la sua energia si è placata, ma non possiamo restare in guardia per sempre. Io e la contessa Blez abbiamo notato delle attività sospette, prima, quando siamo venuti a chiamare te, Ivy e gli altri per a dirvi di cambiare stanza.- spiegò Alaron, cautamente, quasi temesse che dargli ulteriori preoccupazioni finisse per spezzarlo.

SILVER SOUL 2 (Fire Flakes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora