53: Due fratelli

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Tempo pochi istanti, e le figure di quei ricordi svanirono. Comparve al loro posto una nuova immagine, più luminosa e definita, e, probabilmente, anche più recente.

Si trattava di ragazzino che camminava per una strada di montagna, e non fu difficile riconoscerlo:  le orecchie a punta, la forma del viso e l'altezza superiore alla media erano caratteristiche che il Faolan ventiduenne aveva mantenuto. Sicuramente, però, la sua espressione era ben diversa: Darfel, abituato al suo sguardo severo e pensieroso, quasi non lo riconobbe. Aveva un'aria spaventata ed abbattuta, sembrava fragile e sottile come un foglio di carta. Teneva lo sguardo incollato a terra e la schiena incurvata, mentre incespicava sul terreno sassoso, trascinandosi dietro un pesante borsone di libri. Quanti anni aveva? Nove, dieci? Com'era possibile che fosse  già tanto triste?

Non si poteva certo leggergli il pensiero, ma non era comunque difficile capire che cosa gli passasse per la testa di quel Faolan così giovane. Le sue labbra erano rigidamente serrate in una piega malinconica: sembrava volesse scomparire da un momento all'altro.

Un ampio viale, seguito un edificio, gli comparve davanti. La struttura era interamente costruita in pietra, ancorata al lato di una possente montagna. Un'insegna poco distante dall'ingresso riportava, a caratteri cubitali, la parola "scuola". A quella vista, Faolan sembrò irrigidirsi ed esitare, ma poi tirò dritto, aggrappandosi alle cinghie dello zaino come in cerca di un conforto.

Pochi istanti dopo, un gruppo di bambini irruppe dietro di lui, urtandolo come se non lo vedesse. Faolan non provò nemmeno a spostarsi, si limitò ad accelerare il passo come se non vedesse l'ora di mettersi in salvo da qualcosa. Cos'era che lo spaventava tanto?

-Anche oggi pomeriggio ci divertiamo un po' con Faolan?-

-Ma perché non adesso?-

Quelle parole erano state urlate con entusiasmo da un paio di ragazzini poco più grandi di Faolan. Quest'ultimo non fece neppure in tempo a voltarsi che si ritrovò intrappolato dalle loro braccia, che lo tirarono e immobilizzarono.

Sul suo viso, al posto della paura, comparve un misto tra stizza e rassegnazione, quasi fosse ben abituato a quella situazione.

Uno dei ragazzi gli strattonó la manica della camicia, scoprendogli il polso, che agguantó subito dopo. Dalle sue dita comparvero delle fiamme sottili. Quei fili di fuoco non esitarono a gettarsi sulla pelle di Faolan, che non sembrava per niente avvezza a sopportarle.

Darfel, istintivamente, sussultó e mosse un passo in avanti: sapeva di stare assistendo soltanto ad un ricordo, ma la situazione che stava osservando gli dava incredibilmente sui nervi e lo spronava ad agire. Quelli erano solo bambini! L'educazione della loro città li aveva deviati al punto tale da fargli ferire un loro coetaneo senza battere ciglio?

Toccò ad Iskender fermarlo: l'incantatore gli posò una mano sulla spalla con delicatezza, prima di mormorargli un malinconico: "non possiamo intervenire sul passato, solo comprenderlo meglio per avere un futuro migliore. Non avvicinarti troppo alle immagini, potrebbero scomparire".

-Ha ragione Iskender.- disse il Faolan del presente, quasi riscuotendosi di colpo, voltandosi a guardarlo. Aveva il viso stanco; probabilmente l'incantesimo gli rendeva difficile reagire e fare commenti più appropriati di fronte a quelle scene, ma per un attimo sembrò riacquistare lucidità. -Ormai..queste cose non si possono più cambiare.-

Darfel scolló le spalle, e, a denti stretti, tornò a guardare l'ultima cosa che avrebbe voluto vedere: Faolan che cercava, completamente solo,di nascondere il dolore e scansarsi, mentre gli altri bambini si divertivano a posargli addosso le mani, imprimendogli dolorosi marchi di fuoco.

SILVER SOUL 2 (Fire Flakes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora