SILVER SOUL 2 (Fire Flakes)

52: I leridi

-Hai detto che tuo padre era un elfo. È successo qualcosa di grave alla tua famiglia?- Iskender assunse un tono di voce paziente, quasi avesse paura di forzare troppo il cavaliere  a parlare e toccare dei tasti dolenti, benché fosse praticamente inevitabile.

-Mia madre e mio padre si conobbero e fidanzarono prima dei litigi tra elfi e leridi, prima dell'epidemia. - iniziò a raccontare Faolan. -Si dovettero trasferire a Blisky per evitare l'epidemia il più possibile, ma poi tornarono nei villaggi degli elfi, a causa della brutta atmosfera che c'era in città. Molta gente in città non vedeva di buon occhiola loro relazione, genitori compresi. Non si sentivano al sicuro, e avevano iniziato a cercare un altro posto dove vivere, soprattutto per crescere me, che stavo per nascere.- replicò Faolan, senza nascondere un'espressione amareggiata. –Ma poi, dopo che è successo l'incidente e i leridi hanno fatto quel patto con il Grande Signore,  hanno cercato di trattenere mia madre in città. Avevano bisogno dell'aiuto di ogni abitante per produrre abbastanza energia, e sopratutto, avevano troppa paura che qualcuno rivelasse il loro patto segreto. Tutti arrivarono a essere ossessionati dal patto col Grande Signore: ogni persona di Blisky finì per essere costretta a seguire quel compito. Chi provò ad andarsene fu addirittura inseguito, minacciato, fatto sentire in colpa.- 

Faolan avrebbe voluto dire di più su ciò che accadde in quel periodo, ma conoscendolo soltanto attraverso i racconti, cercò di ricordare semplicemente le parole della madre. -Si era sviluppato un vero e proprio culto del lavoro e dell'energia. L'idea iniziale di rivedere i propri cari era nobile, ma la gente a capo della città perse la testa, dopo quel patto. Nessuno riusciva a scampare al dovere di riportare in vita i draghi e accerchiare l'isola. Quando mia madre provò ad andarsene, fu inseguita e minacciata anche più di tutti gli altri. Avevano paura di lei, di mio padre che era un elfo, e di quello che potevano fare una volta scappati da Blisky.Avevano paura che potessero fermarli, o denunciarli.- si strinse nelle spalle, scuotendo il capo. -Non che sarebbero riusciti a fare molto: ogni volta che un membro el consiglio ispezionava la città come da prassi, erano abili a nascondere ogni cosa. E poi, minacciarono i miei genitori di fare del male a me, quando sarei nato, se se ne fossero andati.-

Darfel non poté fare a meno di rabbrividire: quelle persone si erano batutte per salvare delle persone al punto tale da dimenticare la compassione per qualcuno che non aveva fatto niente di male. Non osava neppure immaginare come si dovesse essere sentita la madre di Faolan di fronte alla minaccia di ferire suo figlio.

-E tuo padre?- domandò Iskender.-E' rimasto lì con lei, quindi?-

-Sì, per qualche anno.- Faolan abbassò lo sguardo per un istante. -Mi ha cresciuto insieme a leia Blisky, per un po'. Ma dopo, lui è.. - Faolan si interruppe, faticando a proseguire. Quello che stava raccontando apparteneva a un passato distante, ma non per questo meno doloroso. Quelle vecchie ferite avevano ripreso a sanguinare: per cicatrizzarle era necessario tornare a scoprirle, ma non era certo un'operazione semplice. Riuscì a tornare a guardare Iskender solo dopo un po', la voce bassa e leggermente tremante. -..è morto. E' stato ucciso.-

-D'accordo. Hai già parlato abbastanza, non ti preoccupare, Faolan..adesso mostrami qualche ricordo.- disse Iskender, con un tono che somigliava più a una richiesta gentile che a un ordine, prima di sollevare entrambe le mani in un movimento deciso.

Un suono si diffuse nell'aria e si ripercosse più volte contro alle mura della stanza, come un boato minaccioso. Soltanto dopo qualche istante Darfel riuscì a distinguere delle parole, mormorate da decine di cori diversi, lontani, a stento uniformi ed udibili.

"Gli elfi sono pericolosi."

"Gli elfi potrebbero ucciderci! Secondo me hanno scatenato l'epidemia apposta. Non ci si può fidare. E quella sta ancora con quell'elfo? Di questi tempi, poi, è la cosa  peggiore."