4: Le spie

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Contea di Istmil - accampamento rocca di Cambria
LUSHEN

Il mondo era capovolto, soverchiato da un ordine nuovo. Lushen sbattè più volte le palpebre appesantite, cercando di mettere a fuoco le immagini che aveva di fronte.
Sentiva ancora il profumo dell'asfolyus pizzicargli le narici, la rabbia e il dolore che abbandonavano lentamente il sangue, il cuore e l'animo. Cos'era successo? Cercò di sollevare un braccio, ma lo avvertì dolorante, attraversato da un inquietante pizzicorio. Era percorso dal taglio netto di un coltello, e ancora perdeva sangue.

La sua mente era ancora confusa, ma non abbastanza da fargli dimenticare che non si sentiva a quel modo da tanto tempo, che qualcosa era sostanzialmente cambiato.
Non c'era più l'incessante pulsare del male, non c'era più quella strana voce che gli guidava ogni azione, che gli faceva eco nella testa come una sorta di coscienza esterna. 

Non c'era più il dolore ad ogni passo, la volontà ferma di creare dolore per aiutare il loro capo supremo: il conte Grevor.

-Si sta svegliando!- sentì bisbigliare qualcuno intorno a sé, ma non riuscì ancora a distinguere a chi fosse.
Una mano gli sfiorò il palmo con cautela. Il primo istinto di Lushen fu quello di afferrarla, stritolarla e ridurla in mille pezzi. Ma riuscì a frenarlo.
Fu tanto sorpreso dal potere di controllare le proprie azioni che ignorò il dolore delle membra, e si tirò a sedere di scatto. Se non esultò di gioia, fu soltanto perché avvertì la gola dolorante, quasi avesse urlato per diversi minuti di seguito.
-Ehi, ehi, piano, piano!- esclamò una voce. Lushen fece per ribattere, ma si rese conto presto di quanto quell'avvertimento fosse sensato: una fitta dolorosa gli percorse la schiena come un colpo di frusta.


Lushen attese qualche minuto prima di parlare, le dita che stropicciavano convulsamente gli occhi, fino a quando il reticolo di pallini scuri non abbandonò il suo campo visivo.
Di fronte a lui c'era una ragazza dai capelli rosa, presa a trafficare con siringhe e altri strumenti medici. Poi, poco distante, c'era un'altra ragazza, bionda e minuta, con in mano una manciata di foglie di asfolyus, le stesse di cui aveva sentito il profumo poco prima. Conosceva bene quella pianta: era stato un elfo, prima che Grevor trasfigurasse tutti loro con il sangue di mostro.
Il suo popolo usava quella pianta per addormentare la gente, quando doveva subire un'operazione o soffriva di gravi forme di insonnia.

 E lui era stato indubbiamente addormentato, sedato, ora iniziava a ricordarlo! Si era dimenato a lungo, ma poi la ragazza bionda era riuscita ad evocare l'asfolyus, e lui era crollato.

-Nev ti ha tolto la materia dei mostri del sangue. Ora che sei lucido devi spiegarci cosa è successo,è chiaro?- gli chiese una voce fredda. Lushen alzò lo sguardo, e vide un uomo con l'armatura -un mezzelfo, a giudicare dalle orecchie a punta- avvicinarsi a lui, squadrandolo con palese sospetto.Di fianco al mezzelfo, raccolti a semicerchio, c'erano altri due ragazzi, dai capelli blu e biondi. 

E Tecla. La sua Tecla.


Lushen non riuscì neppure a rispondere, e a malapena ascoltò le parole del mezzelfo: che fosse liberato dal male lo aveva capito da solo. Avrebbe potuto spiegare dopo. In quel momento, la sua attenzione era focalizzata soltanto su Tecla, tanto fu sorpreso di rivederla.

Era seduta su una brandina, posta esattamente di fronte alla propria. Le mani strette sulle ginocchia, lo sguardo basso, triste e pensieroso. Lushen non fu stupito di trovarla bella, anche con la pelle piena di tagli, innaturalmente pallida e con le orecchie sproporzionatamente grandi, trasfigurate.

SILVER SOUL 2 (Fire Flakes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora