47: Fiocchi di fuoco

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Erik riuscì ad evitare gli artigli di Grevor per un soffio, si mosse velocemente e lanciò un altro coltello.

Quanto poteva continuare a quel modo? Il nemico era sempre più impaziente, e se ancora non lo aveva afferrato lo avrebbe fatto a breve.

Era spacciato. Gli unici colpi che aveva mandato a segno avevano a malapena scalfito Grevor, e ormai aveva esaurito le forze.

Era solo. Non poteva contare sull'aiuto di nessuno. Aveva davvero sperato di farcela, o si era semplicemente buttato in una mossa suicida?

Probabilmente era stato solo l'istinto a guidarlo, ma neppure in quel momento, in cui si sentiva pervaso dal terrore, si pentì di aver agito.

Aveva visto Blez, Ivy e Oflodor crollargli davanti agli occhi, e, insieme ad essi, aveva intuito cosa sarebbe successo a tutti gli altri amici.

Quella di quei giorni lunghi e faticosi non era stata soltanto una missione: era stata una lunga avventura in cui i legami tra lui e gli altri si erano saldati o creati. E ora non poteva permettersi di stare fermo, di lasciare che tutto finisse per tutti, senza neppure provarci.

Erik fece del proprio meglio per resistere ancora un po', ma non riuscì ad evitare l'inevitabile. Il drago finalmente lo afferrò con la zampa, stringendolo quasi fino a soffocarlo.

Erik sentì l'aria abbandonargli i polmoni, la vista appannarsi, e tutti i propri pensieri soffocare sotto al dolore. Ci mise qualche istante a tornare lucido. Come poteva ragionare, quando ogni fibra del suo corpo sembrava contorcersi dal dolore?

Cos'era che dicevano tutti? Che quando si era a un passo dal morire, si vedeva la propria vita scorrere davanti agli occhi? Lui sapeva di non avere più molte speranze di sopravvivere, eppure non vedeva proprio un bel niente. I suoi occhi, spalancati sulla grande sala, ormai non erano più in grado di mettere a fuoco alcuna figura. Presto ci sarebbe stato solo il buio, e lui era terrorizzato da quel vuoto.

Perché non riusciva a reagire? Il drago era di ghiaccio, doveva esserci un modo per contrastarlo!

-Ti sei sempre divertito molto, eh, Erik?-

Era convinto di non poter sentire più nulla, eppure quella voce sembrò perforargli le orecchie. Il drago lo sollevò fino a portarlo di fronte a sé, e lo scrutò con gli occhi che sembravano braci ardenti.

-Ti sei divertito a vivere due vite? Non è certo da tutti. Scommetto che eri felice, in quella vita falsa che hai trascorso sulla Terra"

Erik sentì la presa degli artigli attenuarsi. Prese un ampio respiro, cercando di recuperare l'aria che tanto era mancata ai polmoni, e non appena lo ebbe fatto, tornò a porsi interrogativi. Perché Grevor gli stava dicendo quelle cose? Se il suo scopo era ucciderlo..perché temporeggiare tanto, perché perdersi via a parlargli?

"Lo sai qual è il mio metodo preferito per affrontare i miei nemici? Per cominciare, non li uccido subito..."

Erik fece per aprire la bocca e replicare, ma la sua gola sembrava serrata. La poca aria che riusciva a prendere gli bastava a stento a respirare.

Pensò, di nuovo.

Grevor, a quanto pareva, per un motivo a lui sconosciuto, era intenzionato ad attendere qualche minuto prima di farlo fuori. Doveva trarre vantaggio da quello..ma come?

Aveva un potere, dentro di sé, constatò. Poi, iniziò a ricordare, meglio di quanto avesse mai fatto..ricordò di quando in Irlanda gli erano comparse le ali e aveva usato il fuoco come un'arma, come la parte più forte che aveva.

SILVER SOUL 2 (Fire Flakes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora