SILVER SOUL 2 (Fire Flakes)

40: La scuola

-Ma cosa sta succedendo?-

Darfel era ben consapevole di aver già posto quella domanda almeno un paio di volte, ma non poteva fare a meno di preoccuparsi. Le guardie avevano praticamente trascinato via lui e Artalis dalla casa, e non erano passati neanche dieci minuti da quando aveva fatto scomparire una tazza semplicemente toccandola, sentendo una voce misteriosa nella mente. In quel momento, la testa gli girava come una trottola e la vista gli si era appannata. Di certo non lo calmava l'eco lontano di alcuni spari, o la vista delle prime cortine di fumo vicine alla strada che stavano percorrendo.

-La contessa Blez ci ha inviato delle informazioni sul suo matrimonio con il conte Grevor. Ma una volta codificati i suoi messaggi, seguendo le prassi segrete del consiglio, abbiamo notato una serie di segnali nascosti. C'erano tanti avvisi che ci hanno preoccupato.-, spiegò meglio una guardia, indirizzandoli verso una curva. -Ci ha detto che alcuni seguaci di Grevor stanno organizzando delle rivolte in città, probabilmente per distrarre la polizia dalle sue mosse.-

Darfel non poté fare a meno di notare una serie di bagliore scarlatti nel cielo, piccole scintille di fuoco che si stavano propagando nell'aria, e represse a stento un sussulto di paura. Pensò al modo in cui Faolan aveva cercato di metterlo in guardia, a quanto avesse insistito perché restasse a casa, e si chiese se fosse al corrente di quello che stava accadendo. Probabilmente ne era a conoscenza almeno quanto Blez, ma, per qualche motivo a lui ignoto, non era riuscito ad avvisare quasi nessuno, non in maniera così specifica. Fortuna che Blez era riuscita a trovare un metodo per minimizzare i danni.

-Ma Grevor cosa sta facendo adesso? Dov'è?- si informò Artalis, preoccupata.

- Grevor è al castello di Istmil, dove tiene Blez prigioniera.- rispose la guardia, avviandosi poi verso la scuola dove Artalis aveva detto di recuperare le sue figlie. Mancavano solo poche centinaia di metri, ma più si addentravano per le vie interne della città, più Darfel si preoccupava: una cappa di fumo ormai stava oscurando la loro vista, e non gli ci volle più di qualche istante perché iniziasse a tossire. Sperava vivamente che le guardie avessero preso delle misure di precauzione, prima di farli avanzare con passo così spedito in piena città,qualunque cosa stesse accadendo.

-Da quando abbiamo ricevuto i messaggi, è diventato impossibile passare i confini tra le conte.  Non sappiamo nemmeno che cosa stia succedendo a Nevis!.- aggiunse l'altra guardia, scuotendo il capo. -Le frontiere e i confini sono state assediate da bande di elfi, ma anche in città sono scoppiate delle rivolte. Probabilmente vogliono distrarre le guardie per tenerle lontane dal  castello di Grevor.-

Darfel pensò agli elfi che avevano catturato alla Guardia di Istmil, Tecla e Lushen:  anche quelli che stavano creando i disordini erano probabilmente altri esperimenti di Grevor. Sotto il suo controllo, non si sarebbero certo fermati facilmente.

-Ma le persone in città sono sempre degli elfi?- domandò Darfel, apprensivo. 

-No, non tutte, per lo meno. Non sembrano essere coalizzate in un gruppo particolare, creano solo disordini in varie zone.- ribatté la guardia, indicandogli un punto lontano, in fondo alla via. -Vedete quel fumo là in fondo? Hanno fatto scoppiare dei congegni, prima. Ci sono già dei feriti, sono portati d'urgenza a un ospedale. Adesso è meglio raggiungere la scuola e nasconderci subito là dentro, dove le mura sono più resistenti. Non preoccupatevi, dovremmo arrivarci senza problemi.-

Le guardia accelerò ulteriormente il passo, portando Artalis e Darfel sul ciglio di un sentiero, evitando alcuni cocci di vetro sparsi a terra. I piedi di Darfel si mossero d'istinto più velocemente, mentre non aveva neppure il tempo di replicare, e cercava di rimettere insieme le informazioni appena ottenute.

La sagoma della scuola emerse finalmente da dietro agli alberi, un edificio che gli era capitato raramente di osservare: quando era arrivato nella contea di Istmil, ormai non aveva più l'età per frequentarla.