31: La causa

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Contea di Istmil accampamento

L'annuncio di Ayslin aveva orrmai destato la maggior parte dei passeggeri della nuvola. Haol era tornato a concentrarsi sulla guida, e Ivy, non avendo la minima intenzione di muoversi mentre il mezzo era in volo, era rimasta seduta, le mani ben strette alla cintura argentata.

Erik, a pochi metri da lei, era uno dei pochi che ancora dormiva. Tuttavia, non aveva un'espressione serena, nel sonno. Le sue labbra erano contratte dal dolore, le ciglia tremanti, le palpebre inquiete.

A quella vista, il cuore di Ivy sussultò con dispiacere. I suoi pensieri, durante il viaggio, avevano già iniziato a prendere una piega triste e angosciante, ma il sempre più visibile malessere di Erik fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Per minuti, ore, giorni interi, da quando aveva scoperto chi fosse veramente sua madre e quale la sua vera natura, Ivy era rimasta nascosta dietro a un'armatura che neppure si era accorta di aver costruito ed indossato. Che diavolo stava facendo? Aveva imparato così bene a sopportare il dolore che non era più in grado di sentirlo? Certo, non era una novità che fosse ottimista e forte d'animo: dopo tutto il tempo in cui se l'era sbrigata da sola, si era imposta di essere forte.

Ma ora l'armatura iniziava ad ammaccarsi.

Aveva continuato a ripetersi che doveva essere felice, che Erik era con lei, che aveva trovato degli amici e che non era e mai sarebbe stata sola. Valeva la pena combattere per quella terra, giusto? E allora, era inutile lamentarsi della propria sorte. A cosa sarebbe servito? Solo a perder tempo, si era sempre detta.

Ma ora, che si sentiva circondata da voci che ridevano, che ripensava a tutte le speranze che quei ragazzi, che quegli amici riponevano nel futuro, aveva paura. Una paura umana, naturale ed istintiva. Paura che il futuro che tanto sognavano lei e i suoi amici non si fosse mai avverato a causa di un male troppo grande perché potesse essere sconfitto.

Erano troppo felici per andarsene a quel modo, avevano ancora tanto da vedere e provare.

Ricordò il sorriso incredulo di Ayslin quando Nev si era avvicinata a loro, gli occhi lucidi di Tecla quando aveva capito di poter riscattare la vita che Grevor le aveva quasi rubato, la speranza e l'affetto nelle riflessioni di Faolan, e sentì che era terribile pensare che, nel giro di poche ore, avrebbero semplicemente potuto cessare di respirare e sognare a quel modo.

Per la prima volta, nonostante i suoi poteri, nonostante tutte le volte in cui era riuscita a scappare, a evitare i guai, si sentì iimpotente, di fronte alla situazione. Erano così tanti, tutti loro, e, dal primo all'ultimo, rischiavano. La battaglia, prima di quel momento, le era sembrata quasi un evento distante, ma ora avvertiva la morsa del pericolo stretta al suo animo, e quasi si sentiva soffocare.

E Erik?

Era facile dire che lo avrebbe tenuto d'occhio e gli avrebbe impedito in tutti i modi di farsi del male, ma se non ci fosse riuscita? C'era anche Faolan pronto ad aiutarla, ma..se non fosse stato abbastanza, quella volta? E se fosse morta lei, lui come avrebbe reagito? Lo avrebbe lasciato solo di nuovo?

Ivy nascose il viso tra le mani, con gli occhi colmi di lacrime. In quel momento, si sentì più debole che mai, come se tutto il peso che aveva portato sulle spalle per tanto tempo l'avesse improvvisamente schiacciata. Come avrebbe fatto a mantenere ancora i nervi saldi?

Doveva tentare di farlo? Sì, per i suoi amici che erano arrivati fino a lì per continuare la missione, che avevano rischiato la vita! Per non lasciar vincere Grevor, e, di conseguenza, Evan. Per garantirsi con le loro mani di poter continuare a sognare come stavano facendo ora, nonostante tutto.

SILVER SOUL 2 (Fire Flakes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora