18: Il nuovo impiego sul mare

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Darfel aveva impiegato buona parte della notte e tre biglietti di terratreno per arrivare nella contea di Nevis, ed era giunto alla Guardia Costiera quando l'alba era appena sorta. Già avvertiva la nostalgia bruciante di casa, più viva di ogni altra cosa.

Non aveva così importanza che l'Accampamento di Istmil non fosse esattamente la sua casa, né il luogo dove era nato. Certo, era così distante dal deserto e dalle steppe bruciate dal sole in cui era cresciuto, così freddo, ventoso, talvolta persino cupo..ma era il luogo in cui aveva ricominciato a credere di poter vivere; vivere sul serio: non sopravvivere a stento.

In quel momento osservava il paesaggio marino di fronte a sé, dirigendosi con passo spedito verso quello che sarebbe stato il suo nuovo accampamento. Era certo che avrebbe impiegato del tempo, ad abituarsi a tutto quell'azzurro, all'aria salmastra e calda. All'assenza di Nev e Faolan.

L'Accampamento , ormai, era vicinissimo. Decine di abitazioni erano situate su larghe palafitte di legno, a cui erano ancorati decine di vascelli, alcuni dei quali in procinto di salpare.

Non era, come l'Accampamento di Istmil, totalmente circondato da mura: per buona parte erano l'acqua e le scogliere a fargli da scudo. Le onde sembravano avvolgerle in un abbraccio saldo, quasi aggressivo.

Darfel, per un istante, fu talmente incantato dai colori vivaci degli alloggi, rischiarati dai raggi del sole, che dimenticò la propria malinconia e rabbia. Raggiunse un ponte sottile che collegava la terra ferma ad una palafitta ,e proseguì imperterrito, cercando di ignorare la nausea che lo travolse non appena iniziò a camminare su quella superficie traballante.

D'un tratto, proprio mentre, tra un'imprecazione e l'altra, era quasi arrivato alla fine del tragitto, Darfel sentì una voce richiamare la sua attenzione. Spostò lo sguardo di fronte a sé, e vide un uomo con un'armatura azzurra, fermo esattamente di fronte al portone. Non si riusciva molto a scorgere il suo viso, sotto all'elmo elaborato, ma nel suo sguardo Darfel lesse una certa severità.

-Qui è Gor, capo dell'accampamento di Nevis a parlarti! Annunciati, prego!- esclamò l'uomo, senza muoversi dal portone.

-Buongiorno, signore. Sono Darfel del Des..-

-AH, alla buon ora!- lo rimproverò il cavaliere, senza neppure lasciargli il tempo di finire di rispondere. –Ce ne avete messo di tempo. Avete la vostra medaglia?-

Darfel trattenne uno sbuffo irritato: voleva vedere lui, ad attraversare una contea in una notte! Si avvicinò all'uomo, porgendogli la medaglia dorata che recava inciso il suo nome e la certificazione della carica. Il cavaliere si rigirò tra le mani l'oggetto, per poi porgerglielo, annuendo in segno di approvazione.

-Il signor Grenwall mi ha assicurato che siete estremamente bravo, quando ha richiesto il vostro trasferimento. Spero che le previsioni sul vostro conto si rivelino veritiere.-

Darfel sapeva benissimo che il suo interlocutore non aveva la minima colpa delle sue vicende contorte con Faolan, ma sentendo nuovamente parlare di lui, la sua infelicità crebbe. Non gli faceva male il pensiero di essere da tutt'altra parte rispetto a lui: avendo scelto di fare il cavaliere, si era spesso abituato a fare missioni con altre persone, distanti da Faolan. Ma avere la certezza che fosse in pericolo da tutt'altra parte dell'isola e sapere di non poterlo raggiungere fino a chissà quando lo angosciava ogni istante.

-E' stato fin troppo gentile.- ribatté, abbozzando un sorriso con fatica.

–Beh..quindi, posso andare a lavorare subito?-, gli domandò poco dopo, cercando di parare con con tono ottimista e di sviare l'argomento.

SILVER SOUL 2 (Fire Flakes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora