29: Il codice di Blez

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-Dobbiamo iniziare a organizzare il matrimonio. Prima cominciamo e meglio è.-

Blez non avrebbe mai pensato di dover parlare di matrimonio senza un briciolo di affetto, con la voce tremante di rabbia.

 Per tutta la vita si era battuta per dei diritti apparentemente semplici, ma fondamentali: uno tra quelli era la libertà di potersi sposare con chi si desiderava, solo ed esclusivamente sotto comune accordo.
A lei, ad esempio, sarebbe piaciuto sposare Oflodor, prima o poi. Aveva sempre immaginato quel giorno come un evento felice, come quello in cui era diventata una contessa o come quello in cui era stata ammessa a una scuola prestigiosa, dove aveva potuto studiare la storia e le altre materie che più apprezzava. E aveva sempre immaginato il matrimonio come una scelta naturale e spontanea, che ognuno dei suoi cittadini doveva prendere soltanto se voleva, non certo come un obbligo.

Sembrava quasi uno scherzo del destino, che ora fosse proprio lei a dover diventare moglie di qualcuno che non le piaceva affatto. Di qualcuno che non era altro che un nemico, e che sembrava quasi il suo opposto: la priorità di Grevor era dare la sua contea in mano ad Evan, quella di Blez proteggerla.

Ma in quel momento non aveva altra scelta: dovevaguadagnare tempo per pensare, o almeno cercare l'aiuto di qualcuno, o un modo di evitare che Grevor facesse altri danni, mentre aspettava che Faolan, Ivy e Erik la liberassero. E soprattutto, doveva convincerlo a riportare in vita Oflodor.

Ripensare al suo corpo brutalmente trafitto, ai suoi occhi che si erano spenti, riaccesi e poi spenti di nuovo, le faceva soltanto venire voglia di piangere e fermarsi. Ma sapeva bene che con Grevor le lacrime non servivano: doveva prenderlo in contropiede, proprio come aveva fatto quand'era riuscita a far fuggire via Ivy. E distrarlo.

-Come mai tanta fretta? Evan arriverà soltanto tra tre giorni. Ci sposeremo la mattina stessa, prima del suo arrivo.- la interrogò Grevor, con un cipiglio severo. Era seduto di fronte a lei, nel suo ufficio privato, e la fissava con aria sospettosa, nonostante le avesse lasciato le manette a stringerle i polsi, e si era anche premurato di stringerle ai braccioli della poltrona, impedendole di muoversi.

Blez, sentendo il suo sguardo indagatore su di sé, si ritrovò inevitabilmente a tremare. Grevor aveva abbandonato per qualche istante il suo solito modo di parlare, quel tono mellifluo e snervante a cui era abituata, e si era fatto completamente serio, quasi a dimostrarle che poteva smascherare ogni suo piano e pensiero.

-Sono la contessa di Nevis, e tu sei il conte di Istmil. Il nostro matrimonio darà grande spettacolo.- rispose Blez, imponendosi di usare un tono calmo.

Quello che stava affermando era vero. Si stava arrampicando parecchio sugli specchi, e stava cercando le scuse più plausibili per fermarlo e allontanarlo da tutte le torture che stava compiendo in quei giorni, ma per lo meno sapeva che, anche se avesse voluto, Grevor non avrebbe potuto contraddirla. Non quando non stava mentendo, ma soltanto rigirando la verità a suo piacimento.
-Come da tradizione, a conti o contesse è riservato un matrimonio molto prestigioso: bisogna organizzare la festa a Rairevan, firmare i documenti, dare l'annuncio al popolo. Se annunciamo il nostro matrimonio esattamente il giorno stesso che ci sposiamo sarebbe decisamente sospetto, non credi?- Blez aggrottò la fronte. -Il consiglio ci chiederebbe qualche giorno per organizzarlo. E poi,non dimenticare che, secondo la legge, dobbiamo entrambi incontrare il consiglio delle due capitali, firmare sia a Nevis che a Istmil, e tenere un ricevimento in entrambi i castelli. Abbiamo bisogno di almeno un paio di giorni, per fare le cose in regola.-

Era da parecchi decenni che due conti non si sposavano tra di loro: essendo le due contee indipendenti, era più facile che i loro capi si incontrassero di rado, o che, semplicemente, si innamorassero di persone lontane dall'ambiente di corte. Eppure, la loro legge era ben chiara: un conte doveva tenere un ricevimento di matrimonio nel suo castello, e due conti due ricevimenti, così da non marcare alcuna preferenza o denotare meno importanza da una parte o dall'altra.

SILVER SOUL 2 (Fire Flakes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora