14: Lontano da qui

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-Darfel, fermati!-

Faolan corse dietro a Darfel, i capelli scompigliati e la voce affannata.  Era la prima volta, o almeno così gli sembrava, che succedeva una cosa del genere: lui che accelerava il passo fino a sentirsi mancare il respiro, al posto di restare fermo e aspettare che fossero gli altri a raggiungerlo.

"Manderò tutto a pezzi, se continuo così", non poté fare a meno di pensare, nel momento in cui Darfel si voltò di scatto, guardandolo con aria interrogativa.

Erik e gli altri ragazzi si erano dileguati da un pezzo, e nel piazzale dell'Accampamento erano presenti soltanto loro due.

Era sera inoltrata, ormai. Il bosco aveva smesso di riflettere i colori scarlatti del tramonto, e l'aria era fresca e pungente agitava le foglie ormai scure intorno a loro . Sembrava tutto tranquillo; persino il vulcano Kojin alle loro spalle era praticamente spento.  

Eppure,  c'era così tanta tensione, tra di loro, che Faolan aveva quasi paura di muovere un altro passo in avanti. In quel momento, si sentiva come se lui e Darfel fossero due soldati nemici fermi su un confine, incapaci di avvicinarsi e di trovare un accordo.
Ripensò ai litigi che erano corsi tra di loro nei giorni precedenti, e sentì i piedi pesanti come il piombo. Si erano urlati contro troppe parole,  scagliati contro troppi commenti dolorosi come frecce. 

Ma doveva fare un ultimo tentativo di conversazione: se lo era imposto, da quando aveva visto il viso di Darfel sanguinare improvvisamente e aveva compreso che stesse iniziando a sospettare qualcosa. 

-Che c'è? Alla fine vuoi parlarmi di qualcosa?- Darfel parlò con un tono così distaccato da risultare finto. Lo fissò con le labbra private dal solito sorriso, ma gli occhi pieni di angoscia. 

-Diciamo di sì. Non volevo dirti niente, in realtà, ma ci ho pensato su, e ho capito che non era la scelta migliore.- Ammise Faolan, avanzando di un paio di passi, cercando di riformulare quello che in testa gli era sembrato un discorso perfetto, ma concretamente non gli suonava più giusto o sicuro. -Ti ho trattato da stupido, in questi giorni, e mi dispiace. Ti ho fatto soffrire, anche se non volevo. Non avrei dovuto farlo.-

-Hey, hey, sei ancora ubriaco, per caso?- Darfel, a primo impatto, sgranò gli occhi,  ma poi celò velocemente la sua sorpresa dietro a una mezza risata, com'era solito fare quando voleva nascondere dei sentimenti più profondi.
Probabilmente era rimasto colpito dalle sue scuse, e al suo desiderio di rimediare. Ma un'ombra di sospetto gli velava ancora lo sguardo.
Faolan non poteva biasimarlo, dopotutto: erano passati soltanto tre giorni da quando gli aveva detto di lasciare l'Accampamento, come se fosse stato un dipendente qualunque e non il ragazzo con cui aveva trascorso la maggior parte del suo tempo. Erano passate soltanto poche ore, da quando aveva affermato con freddezza di vederlo come un cavaliere come un altro, niente di più e niente di meno. Non poteva pretendere che le sue ferite si ricucissero dopo poche parole, per quanto lo desiderasse.

-Innanzi tutto, non ero ubriaco, soltanto brillo.- puntualizzò Faolan, approfittando di quel discorso più leggero per prendersi del tempo per pensare. -In secondo luogo, ora sono sobrio. Ma..più che altro, scusa, tu come lo sai?-

-Stavo facendo un giro con Nev per l'accampamento e ho trovato Ivy e Erik che ballavano.- sorrise Darfel. -E mi han detto che eri ubriaco e stavi dormendo come un bambino.-

-Non dire altro.- tagliò corto Faolan, aggrottando la fronte. 

-Cos'altro dovrei dire? Che gli hai detto che sono saggi e simpatici?- continuò Darfel, non dandogli retta e continuando a sghignazzare. -Che DOLCE che sei, Faolan. Hai delle buone parole anche per me, allora?-

SILVER SOUL 2 (Fire Flakes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora