3: I nostri ricordi

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ERIK

Tempo pochi minuti, ed Erik aveva già raggiunto la stanza di Ivy. Aprì la porta, e la trovò già sveglia. Era seduta sul materasso, intenta ad aprire e richiudere il palmo della mano, studiando con attenzione i germogli che ne uscivano.

-Ehi!- la salutò Erik, facendola riscuotere. Lei si stropicciò gli occhi, alzandosi dal letto. –Tutto bene?-

-Eccoti!- esordì Ivy, mettendosi di fronte a lui. -Sì, grazie, mi sono ripresa. Devi dirmi qualcosa?-
Erik le spiegò rapidamente il piano, e lei annuì più volte.
-Un elmo, eh? Va bene. Ma..dì un po', sono scomodi come sembrano?-
-E io che ne so?- Erik sorrise, scrollando le spalle. –Di solito in testa ho solo i capelli, sai.-
-Per ora.- ad Ivy sfuggì un piccolo ghigno. –Stai già invecchiando, attento.-
-Ma se abbiamo la stessa età!- obiettò Erik, aggrottando la fronte.

-Hai ben due mesi in più.- precisò Ivy, le labbra ancora piegate in un sorriso divertito.
-No: un mese e.... ventisei giorni. Almeno questo me lo ricordo.- Erik e si tolse di dosso la giacca, porgendola ad Ivy. –Comunque..vedi se riesci a coprirti il viso con il cappuccio e seguimi. -

Ivy si infilò il cappuccio, affrettandosi a corrergli dietro per le strade dell'accampamento. Gli afferrò poi un braccio, seguendo i suoi passi, fino a che Erik non aprì le porte dell'armeria.

Gli occhi di Ivy si sgranarono alla vista delle spade appese al muro, degli archi, dei cerchi per tirare al bersaglio. Si tolse il cappuccio dal viso, guardandosi in giro con aria curiosa.

-Mi piacerebbe imparare a usare una di queste armi, anche se alcune non so neanche cosa siano. Sulla Terra non ho mai visto roba del genere, nemmeno sui libri. Tu sai usare qualcosa?-

-Hai già il tuo potere, è un'arma straordinaria.- replicò Erik, per poi avvicinarsi a un coltello, picchiettandoci sopra con le dita. –Questi, un po', ma devo migliorare.-

-Potresti spiegarmi come si usano, prima o poi?- gli chiese Ivy, osservandoli incuriosita.
-Vedremo. Sai, sono un uomo molto impegnato, ormai.- disse Erik, con tono scherzoso, per poi fermarsi e osservarla per un istante.

Prima di rendersi conto di quanto fosse crudele chiedere delle informazioni del genere proprio a lei, lei che probabilmente soffriva più di tutti della sua amnesia, non riuscì a reprimere la curiosità e le domandò: -Senti, ma..usavo i coltelli anche quand'ero Brian?-

Lo sguardo di Ivy si velò di una leggera malinconia,tanto che Erik provò una fitta al cuore, e il disperato bisogno di scusarsi. Ma poi i suoi occhi parvero tornare allegri, mentre scuoteva il capo. –Direi proprio di no! Sulla Terra non c'erano molte occasioni di lanciarli, a meno che non volessi trovarti appeso alla forca.-

 -E disegnavo? Leggevo?-
-Sì, disegnavi e leggevi- Ivy sorrise, seguendolo nella stanza delle armature. –E facevi anche un sacco di domande, come adesso.-

Erik si fermò di fronte a una serie di elmi, indicandoli ad Ivy, che si sollevò sulla punta dei piedi e li scrutò, come a cercarne una adatta per sé.

 -Senti Ivy.. mi dispiace.- le disse, e poi le parole gli sfuggirono dalle labbra come incontrollate. Si era ripromesso di non parlarne, di non darle preoccupazioni, ma gli sembrava più naturale confidarsi con lei, in quel momento, quasi l'istinto gli suggerisse che erano ancora alleati, nonostante tutto. Era certamente più naturale che stare zitto e continuare a rimuginare tra sé e sé, nascondendo dolore e preoccupazione.
-Volevo dirtelo fin da subito, ma..me ne vergognavo troppo. Mi dispiace di ricordare soltanto poche cose, e non nell'ordine giusto, magari. E' come se ricordassi degli eventi, ma non cosa stavo facendo io in quel momento. Come se fossi stato uno spettatore esterno, ecco.-

 -Non devi scusarti..- fece per dire Ivy, sollevando le sopracciglia.

 -Ma di te mi ricordo.- la interruppe Erik. –So di averti conosciuta.-
Ivy tacque per un istante, prima di posargi una mano sulla spalla, abbassando lo sguardo. –Senti: non è colpa tua. E' colpa di Evan. Questo lo so bene. Non ti do nessuna colpa, anzi: so che stai soffrendo anche tu. Comunque sia, sono felice che ti ricordi un po' di me. Non posso negarlo, mi fa davvero piacere.-

 -Ma tu sapresti spiegarmi cosa mi ha fatto Evan?-le chiese Erik, con il cuore che martellava sempre più in fretta. Desiderava risolvere quella questione, che sembrava pungergli la mente come un ago fastidioso. E Ivy era sicuramente la persona più affidabile a cui assegnare dei dubbi. -Nessuno sembra capirlo.-

SILVER SOUL 2 (Fire Flakes)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora