Il panico scatenava il potere: Ivy lo aveva imparato da un pezzo.
Mentre il trottavolo sbandava ovunque, precipitando sugli alberi con le lamine di metallo che vorticavano impazzite, dalle mani di Ivy avevano preso a diramarsi robusti rampicanti, che si avvinghiarono convulsamente al proprio corpo e a quello degli altri passeggeri.
C'era acqua ovunque, gocce che impedivano di tenere gli occhi aperti, freddo che sembrava insinuarsi persino nelle ossa. Ma non era quello il peggio: il peggio era il vento, il vortice terrificante dell'uragano che li avvolgeva.
Ivy non avrebbe saputo ben dire cosa stesse facendo: sapeva solo di voler salvare sé stessa e tutti gli altri, e le piante stavano eseguendo il suo ordine. Ad occhi chiusi, tra un urlo e l'altro, mentre scivolava giù dal sedile e strisciava sulla lastra di legno ormai scivolosa, andando a sbattere contro Tecla, cercava di pensare a tutti i volti di chi voleva salvare e intrappolarli in quel reticolo di piante, a sua volta stretto al macchinario.
Avrebbe dovuto farcela, no? Aveva intrappolato già altre volte delle persone, con quel metodo, ma lo scopo era ben diverso, quella volta: non si trattava di imprigionare, si trattava di immobilizzare e assicurare, impedendo cadute.
C'erano urla, intorno a lei, talmente forti da farle accapponare la pelle già tremante. Ora che tutti erano ben avvinghiati a una superficie del trottavolo e i rampicanti li proteggevano, per lo meno non sarebbero caduti nel vuoto. Ma questo non sarebbe bastato a salvarli: il trottavolo continuava a ondeggiare pericolosamente nella tempesta.
Ivy aprì leggermente gli occhi, e vide Faolan avvinghiarsi con una mano al volante, cercando di manovrarlo come meglio poteva, evitando che il trottavolo andasse a sbattere contro agli alberi più alti.
-Dobbiamo eliminare i rami, collaborare!- urlò Faolan. -Ivy, tu continua a tenerci fermi con l'incantesimo!-
Ivy non se lo fece certo ripetere due volte. Con gli occhi chiusi e i denti affondati nel labbro inferiore, continuava a restare ben vigile alle piante intorno a sé, aprendo bene i palmi e lasciando che si irrobustissero intorno ai loro corpi. La presa era sufficientemente salda per non farla scivolare: era legata ad un sedile, con i rampicanti che le circondavano braccia e fianchi. Sperava che anche gli altri fossero altrettanto assicurati.
-Lushen, Tecla!- chiamò Erik -Sapete tirare con l'arco, giusto?-
-Sì!- asserì Lushen
-Bene, datemi subito le vostre frecce! Non appena ve le restituirò, scoccatele!- esclamò Erik.
-In fretta, qualunque cosa abbiate in mente! Non so quanto reggerò qui!- li esortò Faolan. I suoi rampicanti lo tenevano legato al sedile del guidatore quanto più possibile, ma rischiava comunque di scivolare ad ogni mossa; inoltre, le sue mani erano scivolose sul volante, e non riuscivano a guidarlo come desiderato.
La pioggia e il vento, inoltre, di certo non eran d'aiuto: la sua visuale era completamente ostruita dalle gocce, i movimenti imprecisi e impacciati.
Erik prese in mano una ventina di frecce. Le strinse con forza tra le proprie mani, fino a che la loro punta non prese a divampare, bruciata da una fiammella che iniziava a sorgere. Con altrettanta velocità, porse metà delle frecce a Tecla e metà a Lushen.
I due elfi recuperarono gli archi dalla schiena e incoccarono le frecce.
-Colpite i rami! Dobbiamo liberare il passaggio fino a che non riusciremo ad oltrepassare la tempesta!- ordinò Erik.
-Che idea è?- protestò Tecla. -Vuoi che andiamo incontro ad un incendio?-
-Erik sa trasformare l'acqua in fuoco.- gli fece notare Faolan. -Fate come vi dice!-
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SILVER SOUL 2 (Fire Flakes)
FantasiNUOVO SEGUITO DI SILVER SOUL(lo trovate sul mio profilo!), romanzo fantasy ambientato tra l'Irlanda e le Terre di Alaron, isola nascosta dal resto del mondo dove guidatori di nuvole, elfi, eredi dei draghi, signori delle rocce e tante altre specie c...