Gabriel
Stavo iniziando il turno della giornata quando un Raul tutto sorridente mi si piazza di fronte, una mano posata sulla mia spalla per richiamare completamente la mia attenzione.
<<Scommetto che ti stavi preparando per un noiosissimo giro di ricognizione>>
Che fa, mette il dito nella piaga?
Lo sa che è così.
Mi limito ad un cenno di assenso.
<<E se per oggi avessi un'offerta migliore per te?>> mi tenta.
Credo che i miei occhi stiano luccicando come quelli di un bambino al suo compleanno.
Qualsiasi cosa. Pur di sfuggire a questa routine, qualsiasi cosa.
<<Ti ascolto>>
<<Non ho un partner questo pomeriggio, e c'è una questione che richiede la mia attenzione. Ti va di accompagnarmi? Ti spiego in auto>>
Non mi da neppure modo di accettare o rifiutare, comincia a incamminarsi verso l'uscita e non mi resta che seguirlo.
<<Allora?>> chiedo curioso, dopo che siamo partiti.
<<Lexie Jones. Mai sentito questo nome?>>
Mi ricordo di averlo sentito uscire dalla bocca di papà la sera della festa. Mi ricordo della ragazza che hanno portato via proprio sotto i miei occhi.
<<Non l'avevate già presa?>>
Raul scoppia a ridere, ma è una risata amara.
Se devo essere sincero, quest'uomo a volte mi inquieta.
<<Quella stupida bambina. Crede di poterci fregare tutti. Crede di poter fregare me>>
Il suo tono è pieno zeppo di cattiveria. Non mi piace neanche un po'.
<<Non hai risposto alla domanda>> gli faccio notare cauto, mentre guida per le piccole strade ad una velocità che mi sembra superi i limiti prestabiliti.
<<Lexie sta in un orfanotrofio. E non c'è giorno che non tenti di scappare da lì, e ci riesce sempre. Per rispondere alla tua domanda, si l'ho già presa e riportata in quel posto. E guarda un po', è per l'ennesima volta fuori. Ormai dovrebbe saperlo che la troverò ogni cazzo di volta. Mi sono perfino creato dei contatti in città che mi aiutano. Uomini senza speranza che per qualche spicciolo mi avvisano se la vedono in giro, o la cercano loro stessi>>
<<Sono parecchie risorse ed energie per una sola ragazzina>> osservo scettico.
So per certo che ci sono un sacco di bambini e adolescenti senza famiglia che se ne vanno tranquillamente a spasso per San Diego. Ma la polizia non gli sguinzaglia dietro agenti o uomini poco raccomandabili.
Se creano problemi e vengono presi, allora la polizia se ne occupa eccome, ma altrimenti amen.
Cos'ha questa ragazza per ossessionare tanto Raul?
Perché è abbastanza evidente che per lui sia diventata una questione personale.
E pare che la mia obiezione lo abbia preso in contropiede. E che lo abbia anche infastidito.
<<Vedi Gabriel, se ho la possibilità di riportare a casa una povera bambina smarrita, lo faccio, e non importa se la cosa richiede un pizzico di energia in più>>
Mmh.
Mi mordo la lingua e sto zitto, per quanto Raul sia una specie di amico di papà, so bene che parlare male ad un mio superiore equivale alla prospettiva di una carriera infernale.
<<Siamo arrivati>>
Un attimo prima di svoltare, già riconosco il posto.
L'auto si ferma e scendo, guardandomi intorno finché non noto due figure accanto al muro.
Seguo Raul e avverto una certa curiosità nel conoscere finalmente questa Lexie Jones.
Come questo pensiero mi attraversa la mente, avvicinandomi, oltre il corpo massiccio dell'uomo, comincia a delinearsi il profilo delicato di un viso.
Poi incontro i suoi occhi.
Occhi che non ho mai visto tanto impauriti come ora.Appena si accorge di me, Alex -o Lexie suppongo- inizia a scalciare nell'inutile tentativo di liberarsi.
<<Levamelo di dosso! Digli di non toccarmi, allontanalo da me!>> mi urla, presa dal panico.
Con la coda dell'occhio vedo Raul camminare lento e gustarsi la scena. Ma che problemi ha?
Io sento la rabbia montarmi dentro quando osservo quell'uomo rozzo stringerla in vita, e non perdo altro tempo nel fare quello che lei mi ha chiesto.
<<Lasciala>> ringhio, sostituendo quelle mani possenti con le mie.
Alex mi si butta addosso e continua a urlare di non farlo avvicinare.
Sta tremando.
<<Gabriel è Lexie il problema non quel pover'uomo>>
Pover'uomo un cazzo.
Ignoro la voce divertita di Raul e provo a calmare la ragazza che ho tra le braccia, le accarezzo la schiena e le ripeto che è al sicuro ormai.
Com'è possibile che sia la stessa Alex che nelle ultime due volte mi ha tenuto testa?
Forse contro ogni logica preferivo vederla in quello stato combattivo, piuttosto che in questo.
<<Sta attento a non fartela scappare Gabriel, ci tenta proprio quando meno te lo aspetti>>
<<E dove dovrebbe andare Raul? È terrorizzata!>> esplodo, stavolta incapace di trattenermi.
<<Ce la fai a portarla in auto? Io ringrazio questo gentile signore>>
Faccio come dice senza degnarlo di una risposta. Credo che mi aspetti una bella strigliata al ritorno.
Appena ci allontaniamo di qualche metro, cerco di guardarla scostandole il viso nascosto nel mio petto.
<<È finita, ok?>> mormoro.
Ha gli occhi serrati, li apre e ancora una volta la paura è stata rimpiazzata da una furia cieca.
Non è sotto shock. Non è in trance. Non è fuori di sé.
Ha perfettamente ripreso il controllo di se stessa.
<<Che ci fai con quel bastardo? È un fottuto uomo corrotto, mi fa schifo... è... Gabriel?>>
La sto guardando in modo strano vero?
<<Quindi ti chiami Lexie>> chissà perché è la cosa che mi preme più sapere al momento.
<<Per te sono Alex>> insiste.
Lexie. Alex.
Ma certo, è il suo diminutivo.
Penso che il suo nome crei un dolce contrasto se paragonato alla persona che è.
Lexie è così raffinato.
Però in effetti Alex è perfetto.
<<Gabriel?>>
Ma che diavolo vado a pensare?
<<Cosa c'è? Ti ha fatto del male quel tipo?>>
<<No, ma averlo addosso mi faceva sentire... sporca>>
In questo momento mi ricordo di quanto deve essere piccola, è troppo facile scordarlo.
<<Me le togli queste?>> mi implora, e solo adesso vedo le manette ai suoi polsi.
Quell'idiota le ha pure messo le manette, da non crederci.
<<Se scappi ancora...>>
<<Non ti metterò nei guai con quel bastardo, te lo giuro>>
Ha uno sguardo così profondo.
<<Le tue promesse non valgono con me>>
Già, mi riferisco al murales.
<<Infatti te lo sto giurando>>
La studio, sospiro, ma poi gliele tolgo.
Gliele avrei tolte comunque.
Poi per fortuna torna Raul, e ci costringe a salire in auto.
Per fortuna, perché a vederla lì a massaggiarsi i polsi, metà bambina impaurita e metà principessa guerriera, mi stava assalendo un'assurda voglia di abbracciarla.
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Per Te Sono Importante
ChickLitSan Diego: una città da proteggere per lui, una città dove nascondersi per lei. Gabriel ha vent'anni, ed è un poliziotto. Proprio come suo padre. Ma non è per seguire le sue orme che ha scelto questo mestiere. Gabriel è cresciuto con l'insegnamento...