~Trentatre~

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Alex

Gli ultimi giorni che ho passato con Gabriel sono stati come sospesi fra sogno e realtà. Sempre in bilico.
Un mix dolceamaro di confessioni, discussioni, divertimento e sorprese.
Ma questo -questo giorno, questo momento- supera di gran lunga tutto ciò che è già successo.
I cambiamenti che avvertivo in lui erano evidenti, piano piano stava imparando a lasciarsi andare, ad essere più rilassato, nonostante ogni tanto tornasse il solito Gabriel.
Come quando mi addentravo in certi discorsi.
Dopo che mi aveva pregato di aiutarlo, mai avrei pensato ad una svolta del genere.
Una dichiarazione in piena regola.
Un bacio nato per sua iniziativa.
Un miracolo, per farla breve.
A quel bacio avevo risposto con un'avidità che non mi apparteneva.
O che non sapevo mi appartenesse.
È che volevo godermelo, disperatamente. Anche perché, conoscendolo, alla fine di questo bacio sarebbe potuto succedere di tutto: non era improbabile che se ne pentisse e mi lasciasse lì per strada scappando via.
Perciò gli stavo stringendo le mani alla vita, tentando di trattenerlo il più a lungo possibile, e nel frattempo continuavo a ricambiare quel bacio che mi stava facendo perdere la testa.
Devo dirla tutta?
La testa l'avevo già persa per lui.
Per questo ragazzo dal cuore d'oro e dalla mente incasinata, sentivo sensazioni forti, nuove, bellissime.
Era troppo sperare che, non solo ricambiasse, ma anche che finalmente lo ammettesse a me.
Di conseguenza, avevo solo pensato a cosa questa storia poteva significare per lui.
Adesso, inevitabilmente, dovevo riflettere su cosa significava per me.
L'equivalente della mia vita era un enorme punto interrogativo: non sapevo se sarei rimasta, se sarai partita. Se avessi avuto un futuro...
In cosa mi stavo imbarcando?
D'accordo, avevo sempre preso le cose belle che la vita mi offriva. Sapevo gestirle. Ma questo?
Qualcuno poteva farsi male.
Io potevo fare del male a lui.
Che diritto avevo?
Al diavolo, sono stanca di ragionare da adulta. Sono stanca di combattere.
E comunque se entrambi siamo ormai giunti a questo punto, quali scelte abbiamo veramente?
Forse sono egoista, forse sono pazza.
Ma non sarò io a mettere la parola fine a questa storia.

Gabriel

Una piccola parte di me, temeva che Alex mi avrebbe allontanato e magari pure dato uno schiaffo, dopo tutte le volte che io l'avevo respinta.
Si me lo sarei meritato.
Sentirla invece stringermi a sé e ricambiare il bacio con tanta passione da renderlo quasi pericoloso, mi riempie il cuore.
Davvero, è come se si gonfiasse e battesse tutto felice ad un nuovo ritmo.
La sua risposta mi infiamma, perdo il controllo razionale delle mie azioni e spostando le mani sulle sue cosce, la guido verso di me, finché non è seduta sulle mie gambe.
Adesso che i nostri corpi si toccano è perfino meglio.
Ci metto un po' a capire che ha bisogno di respirare e quindi a lasciare libere quelle labbra e quella bocca: ora che l'ho assaporata appieno, so già che non ne avrò mai abbastanza.
Ansimiamo. Come se avessimo corso per chilometri, e in un certo senso prima di arrivare fin qui, è come se lo avessimo fatto davvero.
Non voglio rovinare il momento con le parole, la stringo sui fianchi fino a schiacciarla contro il mio petto e nascondo il volto fra i suoi capelli.
Ho bisogno soltanto di stringerla, di stringere forte questa donna-bambina meravigliosa, sia dentro che fuori.
Se non immaginassi quanto poco esperta sia in questo campo, non so fino a dove mi spingerei.
Di sicuro non mi basterebbe la sua bocca, me la prenderei tutta.
Il mio corpo freme a quel pensiero, e un nuovo bisogno mi assale. Ma devo tenerlo a bada, non sono mai voluto stare tanto vicino fisicamente a nessuna prima.
Però. È liberatorio lasciar scorrere i pensieri a briglia sciolte.
Alex intanto se ne sta accucciata contro di me, una mano sopra il cuore impazzito, l'altra fra le onde dei miei capelli.
Ci passa le dita, li arriccia, li pettina.
<<Gabriel?>>
<<Mmh?>> mugolo. Non mi voglio muovere.
<<Appena scioglieremo questo incastro, tornerà tutto come prima?>>
<<Niente può essere più come prima dopo questo>> sussurro serio. <<Almeno, non per me>> aggiungo.
Ride, quel suono mi fa vibrare il petto.
<<Per me è già da tempo che niente è più come prima>>
Mi si scalda il cuore. Finalmente capisco esattamente il significato di quelle parole.
Mi chino per strofinarle il naso sul collo, e le sue mani serrano la presa fra i miei capelli e sulla maglia. Sento che trattiene il respiro e vedo la pelle che le si increspa di piccoli brividi.
Anch'io ho potere su di lei.
È una cosa stupenda. Inebriante. E pericolosa, sono ancora convinto che avere questo potere su un'altra persona sia pericoloso, si.
<<Stai cercando di farmi impazzire?>> chiede, e le si spezza la voce.
<<In senso buono spero>> la stuzzico senza smettere di sfiorarle il collo.
<<Ti prego... fermati, perché più continui e più non mi basta>> mormora a fatica.
Faccio come dice, sorpreso della semplicità con cui mi ha appena confessato di desiderarmi.
Questa è la sua parte ingenua.
<<Hai ragione, sono andato oltre>> mi scuso, posando un bacio leggero sulla sua guancia bollente.
<<No, non è vero. Ma se non vogliamo andare oltre sul serio, non cominciamo neanche. Il mio corpo non è in grado di sopportarlo>>
Torna sul sedile accanto e già mi manca.
Potrebbe sembrare presto per la conversazione che abbiamo appena avuto, ma non è così se ammettiamo che l'attrazione fisica c'è sempre stata. Sepolta da milioni di scuse, ma viva.
<<Passa la notte con me>> mi esce di getto, e mi rendo conto che sto tardando il momento in cui la lascerò andare perché, ora come ogni volta, non ho certezze di quando e se la rivedrò.
Ma sarebbe proprio un crudele scherzo del destino perderla adesso.
I suoi occhi si spalancano.
<<Non in quel modo!>> mi affretto a precisare. <<Solo... con me. Possiamo dormire in spiaggia>>
Mi fa il sorriso più bello del mondo.
Sempre quello. Sempre il suo.
<<Sembra perfetto>>
È vero, sembra perfetto.
E sembra anche un tipo di perfezione migliore di quella che ho sempre immaginato.

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