Alex
Mi sento bene.
Dio se mi sento bene.
Sono distesa per metà su un letto comodissimo e per metà sul torace di Gabriel. Dalla finestra entra un costante flusso d'aria fresca, e ogni volta che inspiro, un profumo da uomo mi inebria i sensi.
Se potessi bloccherei le lancette dell'orologio proprio adesso.
Quando Gabriel cerca di muoversi per cambiare posizione, lo libero dalla mia presa e rotolo sul fianco. Poco dopo però è lui che torna a stringersi contro la mia schiena.
<<Sei sveglia?>> mi sussurra sul collo.
Brividi. Brividi ovunque.
Mi giro ancora per guardarlo dritto in faccia, in quegli occhi blu. Poi sposto l'attenzione anche ai capelli spettinati, al suo fisico asciutto quasi del tutto scoperto.
È bellissimo.
Avverto delle nuove sensazioni agitarsi nella mia pancia, ma ormai so riconoscerle. So che è il desiderio di toccare quel corpo caldo, di essere toccata, e di riprovare tutte le emozioni di ieri sera.
Gli faccio un sorriso appena accennato, è stupido ma a stare mezza nuda accanto a lui mi sento timida, vulnerabile, e perdo gran parte della sicurezza e del controllo che ho di solito.
Perché questo è più il suo campo, almeno per adesso.
È lui l'esperto, e io mi sento una bambina che da un lato vorrebbe chiedergli sempre di più ma dall'altro ha paura di sperimentare, di sbagliare.
Quando mi guarda così e mi parla con quella voce dolce e piena d'amore però le paranoie scompaiono.
<<Ehi. Come ti senti? Ti fa male qualcosa?>> mi chiede accarezzandomi la schiena e le guance.
<<Un po'>> ammetto. Eppure il mio desiderio non si affievolisce. Lo voglio, lo voglio ancora in quel modo, ma non so come chiederglielo.
<<Dimmi la verità, ti ho fatta stare bene ieri sera?>>
Annuisco e gli sfioro il naso col mio. Decido di essere coraggiosa, infilo una gamba fra le sue e comincio ad accarezzarlo sul petto. Pian piano scendo e mi fermo a giocare con l'elastico dei boxer, guardandolo da sotto le ciglia con un'espressione che spero dica tutto quello che la mia bocca non è capace di esprimere.
<<Lo sai che quando non fai la dura e ti liberi di tutte le barriere, i tuoi occhi parlano?>>
Continuo a guardarlo senza dire una parola. Mi sforzo di resistergli ma è così vicino che la mia pelle brucia.
Forse se ne è perfino accorto e mi sta infliggendo questa dolce tortura prendendo tempo.
<<Non credi che dovrei darti il tempo di riprenderti?>>
Gli graffio una spalla, frustrata al massimo.
<<Hai detto che mi avresti dato tutto ciò che avrei voluto>> gli ricordo.
Aggrotta le sopracciglia ma poi mi sorride.
<<Hai ragione>>
Finalmente mantiene la promessa.Gabriel
Nonostante avessi fatto l'amore con lei solo poche ore prima, per tutta la notte non pensai ad altro che ad averla ancora. Era normale, quando arrivavi a quel punto era difficile che ti bastasse una volta soltanto, ma di certo non potevo pressarla.
Quella mattina però mi aveva piacevolmente stupito per l'ennesima volta, avrei voluto accontentarla subito -capivo cosa voleva da come accostava il suo corpo al mio- eppure allo stesso tempo adoravo il modo in cui mi stava implicitamente chiedendo di farlo di nuovo.
Alex timida e imbarazzata era una visione quasi mistica, ne avrei approfittato almeno un po'.
Passiamo metà mattina a letto, finché non sono costretto a portarla da Jason per montare il mio turno.
Oggi, per quanto possibile, è ancora più difficile lasciarla lì e allontanarmi.Al lavoro mi ci vuole il doppio della concentrazione per non fare casini, ma arrivo a metà pomeriggio senza combinarne. Torno a casa per cambiarmi la divisa, e sul portico trovo una spiacevole sorpresa.
Raul e Katlin che parlano.
Aspetto che finiscano prima di uscire dall'auto. Katlin torna dentro e Raul mi viene incontro, fermandosi a un metro da me.
<<Che ci fai qui?>> gli chiedo guardingo.
<<Tengo molto a tuo padre Gabriel, ho messo in guardia la tua famiglia, mi sembrava giusto farlo>>
Sussulto.
<<Mettere in guardia su cosa?>> sbotto incazzato.
<<Sul fatto che rischi di giocarti la carriera per un paio di belle gambe e un caratterino intrigante>>
Stringo i pugni e cerco di calmarmi.
<<Ma che ti è successo Gabriel? Ti è bastato così poco per perdere la testa?>>
Non riesco a trattenere una risata amara.
Poco. Alex non è poco. È tutto.
Adesso è davvero tutto per me.
Mi chiedo quanto sappia di noi, e soprattutto come. Comunque è evidente che sa abbastanza.
<<Stai attento, molto attento>> mi avverte avvicinandosi.
Dovrei lasciar perdere e andare via. Magari salutarlo pure educatamente anche se lo detesto, perché è questo che avrei fatto un tempo.
Be', di quel ragazzo è rimasto ben poco.
<<Non preoccuparti per me. A quanto mi risulta, hai molti più scheletri nell'armadio tu, no?>>
Mi becco un'occhiata gelida. Che vada al diavolo. Lo supero ed entro in casa.
Katlin è già sul divano che mi aspetta per il secondo round.Mi lascio sfuggire un bel sospiro, nella speranza che capisca che non ho alcuna voglia di parlare.
<<Gabriel vieni qui>>
Come non detto.
Meglio togliersi il pensiero dopotutto.
<<Cos'è questa storia che ti sei infatuato di una ragazzina ricercata dalla polizia? Lexie Jones? Sul serio Gabriel?>>
Come accidenti la conosce?
<<Ti bastano le parole di Raul per attaccarmi? Ti fidi così ciecamente di lui?>>
<<Si. Stiamo lavorando al suo caso insieme>>
Come?
<<Che significa?>>
<<Non ti riguarda Gabriel, non dovrebbe riguardarti in nessun modo, per il tuo bene esci da questa storia adesso>>
<<Non sai niente>> ribatto.
E io non so cosa dire, non so quanto posso espormi, non so cosa fare perché ogni passo potrebbe rivelarsi un passo falso e pericoloso per lei.
Proprio io la sto mettendo a rischio.
E cos'è questa storia di Katlin che lavora al suo caso? Ormai vedo solo pericoli, pericoli ovunque.
E ancora mi chiedo perché mai tante energie per una sola ragazza.
Ho paura, paura di perderla ora che l'ho trovata.
<<So che improvvisamente hai messo da parte Rebeccah. È a causa sua? Era un ottimo partito, una gran brava ragazza, le volevi bene. Perché mandare tutto all'aria per un colpo di testa? Perché distruggere i tuoi piani?>>
<<I tuoi piani, semmai>> la interrompo brusco.
È scioccata.
<<Ma che ti è successo? Vedi di tornare in te al più presto>>
Stai zitta, non sei mia madre!
Ce la metto tutta per non urlare quelle parole, me ne pentirei e lo so.
Mi ha cresciuto. Ma adesso non si sta comportando da madre. E a pensarci bene, ha sempre mantenuto una certa freddezza con me, ma questo fa parte di lei.
Fa parte della donna in carriera sempre perfetta, impegnata ed educata.
Un persona del genere non sembra quasi neanche una persona vera.
E io stavo per diventare esattamente così.
Se Alex non mi avesse salvato, sarei diventato così.
<<Non la puoi pianificare la tua vita Katlin. E di certo non puoi pianificare quella di qualcun altro>>
Non fa in tempo a rispondermi perché entra papà.
<<Ah è arrivato giusto in tempo!>>
Ma io me ne sto già andando. Non voglio scoprire da che parte sta mio padre.🌻🌻🌻
Quella sera stessa torno a cercare Alex, l'ho vista solo stamattina ma non resisto. Ho bisogno di lei.
Al telefono non la sento da ore e anche adesso non mi risponde. Prendo la moto e infilandomi in stradine strette per assicurarmi che nessuno mi segua, raggiungo il garage di Jason.
Busso alla porta e viene ad aprirmi lui.
<<Alex?>> chiedo subito.
La sua faccia mi dice tutto.
Stringe le labbra ed evita il mio sguardo.
<<Temo che l'abbiano presa>>
Le parole che non avrei mai voluto sentire.
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Per Te Sono Importante
ChickLitSan Diego: una città da proteggere per lui, una città dove nascondersi per lei. Gabriel ha vent'anni, ed è un poliziotto. Proprio come suo padre. Ma non è per seguire le sue orme che ha scelto questo mestiere. Gabriel è cresciuto con l'insegnamento...