Alex
E' una storia che non tiravo fuori da troppo tempo.
Buffo eh? È pur sempre la mia.
Di certo non avrei voluto accadesse proprio ora.
Ma la rabbia mi aveva sopraffatta.
Per lui è davvero così semplice rifiutare una ragazza che non gli piace, il mondo in cui vive -nonostante tutto- è un mondo che glielo permette senza problemi.
Non sono pronta a parlarne.
Eppure so che conoscendo il mio passato, capirebbe tante cose.
Magari capirebbe persino una volta per tutte cosa farne con la sua vita, tutte quelle decisioni che per lui sono montagne si trasformerebbero in una tavola piatta come il mare che abbiamo di fronte.
Non mi ha mai chiesto niente su chi fossi, non direttamente, qualsiasi poliziotto qui avrebbe pagato oro per avere tracce sulla mia storia, mentre lui ha aspettato paziente che fossi io a decidere se e quando parlargliene.
Gliene parlerò, sì.
Anche se giurerei non abbia più voglia di ascoltarla adesso.
Fa bene.
La mia è -era- una di quelle realtà che fatichi a considerare. Quelle lontane da te, come le guerre che dimezzano intere famiglie in Africa, che non ti toccano davvero se non ci sbatti la faccia contro.
Probabilmente Gabriel stava per prendere una bella botta.
Chissà che avrebbe pensato.
Non mi aveva ancora neppure chiesto nulla, troppo sconvolto e concentrato a decifrare le mie parole.
E intanto io avevo già deciso di confessare tutto.
Ma sarebbe comunque rimasta una sua scelta, era giusto.
Se chiedeva avrei risposto.
In caso contrario, il muro che si sarebbe costruito attorno, non avrei più tentato di scalarlo.
Ma la pazienza non era stata proprio il mio forte ultimamente, no.
<<Per come la vedo io, hai due possibilità adesso. O ignori le ultime parole appena uscite dalla mia bocca, o cominci a tartassarmi di domande. Quale scegli Gabriel?>> lo incalzo.
I suoi occhi assumono una sfumatura di blu ancora più intensa. Le sue mani si stringono a pugno attorno ai miei fianchi.
<<Sto per scoprire qualcosa che non mi piacerà vero?>>
<<Non dirò nulla se non vuoi>> lo tranquillizzo.
Lui scuote la testa come se non avessi afferrato il punto.
<<Non posso proteggerti se non conosco tutta la storia. Ma niente domande. Racconta e basta. Raccontami chi è Lexie Jones, e come è diventata la Alex che conosco>>
D'accordo allora.
Mi rendo conto che non è del tutto vero che non sono pronta a parlarne. Forse ne ho addirittura bisogno... l'unica altra persona che conosce la mia storia è Jason, ma a lui l'ho rovesciata addosso poco dopo che l'ho incontrato. Era stato come tentare di scaricare un fardello troppo pesante.
Ero così piccola e ingenua da pensare di potermene liberare veramente.
Ora, sono abbastanza grande da capire che l'unica soluzione è quella di condividerlo.Gabriel
Sapevo già come ci si sentiva ad avere paura per un'altra persona.
L'avevo provata spesso per mio padre quando si imbarcava in missioni pericolose.
Eppure la paura che adesso sentivo per questa ragazza che stringevo fra le braccia, sembrava moltiplicata per dieci, e faticavo a gestirla.
Credo che ormai considerassi un mio impegno esclusivo tenerla al sicuro -avevo bisogno che fosse al sicuro- e scoprire che era già stata ferita quando io non c'ero, mi faceva sentire impotente e frustrato.
Quando vieni a sapere che una parte della vita di una persona a cui tieni è danneggiata, in qualche modo ti senti così anche tu.
Lascio ad Alex il tempo che le serve per organizzarsi le idee. E per quanto voglia continuare ad abbracciarla illudendomi di poter così diminuire il dolore che la sta per travolgere, quando fa per allontanarsi la lascio andare.
Le serve distacco, posso capirlo.
Si risiede a gambe incrociate di fronte a me, e dopo aver posato gli occhi ovunque tranne che sul sottoscritto, finalmente li riporta sui miei.
<<Non sono di qui, non appartengo a questo posto. E per 'qui' non intendo questa città o questo Stato. Non sono neanche di questo continente>>
Non è americana.
Sono già scioccato perché non oso immaginare come diavolo sia arrivata a San Diego da addirittura un altro continente.
<<E da dove vieni allora?>>
<<Giordania>> lo dice lentamente, come per farmi assimilare l'informazione.
Giordania. Ha letteralmente attraversato mezzo mondo.
<<Ok. Continua>>
Sono sicuro che questo è ancora niente.
<<È là che sono nata. I miei genitori... erano benestanti. Abbastanza benestanti. Avrei potuto avere una bella vita, credo. Ma poi, sono morti. So che gli hanno sparato, a entrambi, ma io avevo a malapena tre anni e ho pochissimi ricordi con loro. Sono stata affidata al fratello di mio padre, aveva una moglie ma nessun figlio e non gli era toccata la stessa fortuna dei miei genitori in quanto a benessere. Era molto povero... ma con la mia custodia, automaticamente era diventato il proprietario della casa e dei soldi che ci appartenevano>>
Noto che non si sofferma troppo sui dettagli, mi rivela le notizie essenziali.
Vuole finirla il più in fretta possibile.
<<Sono cresciuta con loro. Mi facevano studiare, mi davano da mangiare, mi vestivano... ma erano così freddi. Era come non avere nessuno. Non gli importava di me, dopo anni di miseria vivevano finalmente in una casa bellissima, avevano del denaro da spendere. Tutte quelle cose dovevano essere mie, però non era scritto da nessuna parte, perciò se le presero loro. Sfruttarono fino all'ultimo centesimo, fino a restare senza niente, si erano drogati della bella vita>>
Per la prima volta da quando ha iniziato a parlare interrompe il contatto visivo, guarda lontano e si schiarisce la voce.
E io provo a immaginare una bellissima bambina dolce e buona tutta sola in una gabbia dorata.
<<Ti trattavano male?>> le chiedo, prendendole una mano fra le mie.
<<Intendi se mi picchiavano, urlavano contro o... altro?>>
<<Si>> bisbiglio.
C'è altro, lo sento.
<<No, niente del genere>>
Il sollievo mi investe subito, però non capisco.
È cresciuta ricevendo un trattamento orribile, ma.... è troppo poco per costringere una bambina di quattordici anni a fuggire così lontano.
E poi a loro non importava di lei, no?
<<Non capisco... da cosa sei scappata Alex?>>
Piano piano un sorriso amaro si apre sulle sue labbra.
<<Da un matrimonio combinato>>
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ChickLitSan Diego: una città da proteggere per lui, una città dove nascondersi per lei. Gabriel ha vent'anni, ed è un poliziotto. Proprio come suo padre. Ma non è per seguire le sue orme che ha scelto questo mestiere. Gabriel è cresciuto con l'insegnamento...