~Ventisei~

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Alex

"Eri bellissima".
Quelle parole mi riscaldano all'istante. Quasi fossero delle braccia calde che mi avvolgono.
La mia euforia sta toccando vette inaspettate. Inesplorate. E altissime.
Nessuno me lo aveva mai detto.
Nessuno me lo aveva mai detto guardandomi in questo modo.
Come se addirittura fossi la cosa più bella che avesse mai visto.
Me la ricordo la forza e l'energia e le altre mille sensazioni di quel bacio, era come se non ne potesse fare a meno in un certo senso.
Un bisogno tanto grande da infrangere persino i suoi schemi, le sue regole.
È meraviglioso sentirsi così.
Tutti meritano qualcuno che ti ci faccia sentire, e forse è per questo che le persone cercano quel qualcuno con tanta insistenza e tenacia.
Sono emozioni che danno dipendenza. Tutti finiscono per volerne ancora, e ancora, e ancora...
E adesso ne voglio ancora anche io.

Gabriel

Non ho mai fatto tante dichiarazioni ad una ragazza.
Ci tengo a te.
Eri bellissima.
Con che altro ancora me ne uscirò?
Alex spalanca gli occhi e mi fissa sorpresa, sta aspettando che io dica qualcosa ma davvero non saprei che aggiungere.
E credo sia meglio che resti proprio zitto.
Siamo sempre troppo vicini, praticamente se c'è qualcosa che separa i nostri corpi, è solo una strana elettricità che sembra sprigionarsi da noi.
Alzo a fatica la mano da quel fianco morbido e caldo, e piano piano mi scosto.
Le sue dita corrono veloci a chiudersi sulla maglietta, per impedirmi di arretrare ancora.
<<Smettila di scappare! Per una volta fermati, Gabriel. E finisci quello che hai iniziato>>
C'è determinazione nella sua espressione mentre parla, ma anche un sottofondo che sa di supplica nel tono della voce.
Sospiro perché capisco la sua frustrazione.
E perché odio che mi veda così, come uno che scappa.
Prima di conoscerla non ero mai scappato da niente e nessuno.
Gli uomini affrontano tutto quello che gli si para davanti, e da uomo quale mi ritenevo, era così che avevo sempre fatto.
Ma per qualche motivo, adesso, sento che evitare le sue domande è l'unico modo che ho per non fare danni ancor più gravi delle mie passate azioni istintive e incoscienti.
Se affronto questa cosa, dopo dovrò comunque tornare indietro sui miei stessi passi.
Perciò, che senso ha?
<<Affrontare l'argomento non cambierebbe niente Alex>>
<<Ma certo, tu hai già la tua vita. Programmata, lineare, niente imprevisti e niente sbavature giusto?>>
C'è un pizzico di disprezzo nella sua risposta?
E poi, non ci eravamo già passati su un punto del genere?
<<Mi sto vedendo con una ragazza>> non so perché me ne esco così.
La faccia di Rebeccah mi è apparsa nella testa e la bocca ha fatto il resto.
Le sue sopracciglia non si sono mai sollevate tanto.
<<E lei lo sa che hai baciato un'altra?>> ribatte sarcastica. <<E comunque non mi sto mica candidando a passare la mia vita al tuo fianco, ti ho soltanto chiesto spiegazioni su quel bacio!>>
<<Sono un ragazzo, ok? E tu eri lì e sei una bella ragazza, ho ceduto agli istinti, va bene?>>
Sul suo viso passa un'ombra che non riesco a decifrare.
<<Perfetto. Colpa dei tuoi ormoni, ricevuto. Be' almeno hai qualche debolezza umana anche tu>>
Dio, il sarcasmo sta proprio grondando dalle sue parole.
<<Visto che abbiamo chiarito, che ne dici di riprendere a studiare? Magari dopo esserci ripuliti un po>> aggiungo, prendendo un tovagliolo e passandomelo in faccia.
<<No>> sbotta, alzandosi.
<<No che?>>
<<Vattene>>
<<Sei arrabbiata con me ora?>>
<<No, ma non mi va di stare soli in casa se hai una ragazza da qualche parte>>
Ma dai fa sul serio? Non avrei dovuto dirlo, già so che userà questa cosa contro di me a vita.
E poi non é che si possa esattamente definire la mia ragazza.
Piuttosto, sembra che ognuno di noi stia facendo un altro po' la propria vita, e quando saremo pronti... magari qualcosa succederà. Magari.
Nel frattempo fra di noi c'è stato qualche bacio random.
Situazione davvero buffa la nostra.
<<Ti sto solo aiutando a studiare>> osservo, raggiungendola alla porta.
Mi sta già buttando fuori.
<<Hai già fatto abbastanza. Grazie>>
Non riesco a seguire il suo umore così altalenante oggi.
Sta passando dalla malizia alla frustrazione, dall'ironia all'amarezza, dalla determinazione... alla stanchezza. È questo che sembra adesso: stanca di avere a che fare con me.
Non mi guarda, tiene gli occhi bassi mentre mi invita ad andare via.
Tentenno sulla soglia perché non voglio finire il pomeriggio in questo modo.
È stato un bel pomeriggio. Fino ad un certo punto.
<<Significa che non vuoi vedermi più?>> azzardo ironico.
<<È evidente che sarà impossibile non vedersi più Gabriel. Ci abbiamo già provato no? Qualcuno ha altri piani per noi>>
È talmente seria e convinta mentre lo dice, che mi salgono i brividi lungo le braccia.
Inizio a pensare che abbia ragione.
Sospira, sotto il mio insistente sguardo perplesso.
Allunga una mano.
<<Amici?>>
Amici. È l'unica maniera in cui posso starle vicino.
Con un cenno del capo afferro la sua mano e la stringo per un attimo.
<<Significa che possiamo stare da soli nella stessa stanza senza che ci sia nulla di male?>>
<<Significa che dovrai imparare a resistermi>> ribatte solenne.
Sbianco come un lenzuolo.
Poi ammicca e mi fa l'occhiolino. <<Scherzavo. Di nuovo>> aggiunge spingendomi fuori con una gomitata. E chiudendomi la porta alle spalle.
Scherzava. Di nuovo.
Non ne sono poi tanto sicuro.

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