~Quindici~

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Gabriel

Le mie mani si stringono a pugno. La mia mascella si contrae, stringo i denti.
Ma lei non perde il sorriso.
Incredibile. Davvero incredibile cazzo.
<<Mi prendi per il culo?>> esplodo.
Il sorriso si trasforma in un broncio.
<<Poco fa mi hai detto che non c'era alcun tatuaggio, e ora mi domandi se lo voglio vedere? Puoi almeno avere il buon senso di non mettermi al corrente e di non sbattermi in faccia le tue stupide bravate?>>
<<Ho mentito al Gabriel poliziotto. Ma a te voglio dire la verità. E voglio mostrarti il tatuaggio. Insomma lo vuoi vedere o no?>> insiste.
Oh lo voglio vedere eccome.
Invece di farle capire quanto sono incazzato sono veramente curioso di guardare cosa si è fatta tatuare addosso. E dove.
È questa la cosa che mi fa incazzare di più.
Ed è una cosa per cui posso incazzarmi solo con me stesso.
<<Potresti almeno essere un minimo entusiasta. Non ho molte persone a cui farlo vedere, ti costa tanto darci un'occhiata?>> si lamenta, offesa.
Lo sta facendo apposta, me ne accorgo subito.
Sa scherzare sulla sua... condizione. Non è da tutti.
<<Non fare la vittima con me>>
<<Ci ho provato>> ammette ritrovando presto il sorriso.
Come faccio a incazzarmi se sorride così?
<<Andiamo, so che sei curioso adesso. E poi quando ti ricapita una ragazza che si spoglia per te senza che neanche glielo chiedi?>> mi provoca.
I miei occhi stanno per saltare via dalle orbite.
<<Che significa? Dove accidenti te lo sei fatto quel tatuaggio?>>
<<Sul fianco>>
Pensavo peggio.
Ma l'idea che quel tipo le abbia messo le mani lì non mi va giù comunque.
Solleva il top verde su un lato, fin sopra il bordo del reggiseno, e poi con l'altra mano stacca la garza.
Resto senza fiato.
Non riesco a staccare gli occhi da quella meraviglia, da quel fianco delicato interamente ricoperto da un acchiappasogni blu, sebbene allo stesso tempo mi senta un bastardo, per il modo avido in cui la sto guardando.
È difficile ricordarsi che ha soltanto sedici anni, tendo a scordarlo costantemente quando me la ritrovo accanto.
E l'attimo in cui poi lo ricordo, non è piacevole.
C'è una specie di morsa attorno al mio cuore che non fa che allargarsi e restringersi.
E per il mio cuore è un sollievo quando spengo la ragione, e una tortura quando la rimetto in funzione.
<<Non dici niente?>>
Sono troppo concentrato a tenere ferme le mani. Ho una gran voglia di allungarle e sfiorare con le dita i contorni arrossati delle piume.
Sono così realistiche...
<<No. Mi hai lasciato senza parole Alex>>
Già, la mia ragione si è spenta di nuovo.
<<Quindi ti piace>> conclude.
Dal suo tono sento che ne è felice. C'è anche un pizzico di orgoglio.
Io non ho ancora alzato gli occhi e distolto l'attenzione da quei pochi centimetri di pelle.
Dopo un tempo imbarazzante mi costringo a farlo.
<<È davvero bello>>
Annuisce e con la massima delicatezza fa aderire di nuovo la garza alla pelle. Peccato.
<<Perché un acchiappasogni?>> indago curioso.
Qualcosa mi dice che c'è una ragione dietro questo preciso disegno.
<<Perché avevo bisogno di qualcuno che allontanasse i brutti sogni. Gli incubi>> mi spiega, assorta nei suoi pensieri.
In qualche modo la mia mano cerca la sua per stringerla. Lei ricambia. E restiamo così.
Mi ricorda il primo giorno.
Le nostre dita intrecciate attraverso le sbarre.
<<Hai gli incubi la notte?>>
<<Non per forza la notte. E non per forza ad occhi chiusi>>
Mi sta svelando dei frammenti del suo mondo. Della sua vita.
È un gesto importante vero?
<<Conosci le storie sugli acchiappasogni?>>
<<Sì, più o meno>>
<<Il filo intrecciato dentro al cerchio racchiude i sogni positivi, e aiuta a realizzarli. Mentre le piume rappresentano il vento che allontana i brutti sogni. Di solito se ne regala uno ai bambini alla loro nascita, e loro devono conservarlo tutta la vita. Io lo avevo.... poi è andato perduto. Adesso ho fatto in modo di averne uno sempre con me>>
Quanta storia dietro quel tatuaggio.
È una ragazza molto... profonda, per aver praticamente appena iniziato a vivere.
Il suo sguardo si sposta sulle nostre mani unite, e il suo pollice comincia piano a sfregare sulla mia pelle.
È ancora assorta, concentrata sul gesto, come se stesse controllando che effetto fa.
Prima di lasciarmi andare contro il sedile e chiudere gli occhi per godermi il suo tocco troppo delicato per non essere piacevole, decido di sfilare la mia mano.
Faccio finta di dovermi sistemare i capelli e la tiro via.
Ma lo capisce comunque che l'ho fatto per interrompere il contatto, stringe le labbra e per mia fortuna lascia perdere.
<<Tu ne hai? Tatuaggi intendo>>
Sta cercando di alleggerire l'atmosfera, diventata troppo intensa, e gliene sono grato.
<<No, nessuno>>
Ce ne stiamo qui, a parlare tranquillamente come fosse la cosa più normale del mondo, e mi chiedo che scopo avesse questo incontro. Per quale motivo mi seguiva?
<<Alex, dovevi dirmi qualcosa? O sei venuta con me solamente per farmi vedere quel tatuaggio e mettere alla prova l'immensa pazienza che ho con te?>>
Si rabbuia subito.
Si volta per un attimo dall'altro lato e si morde una guancia.
Capisco che ha un problema.
<<Che succede Alex?>> insisto.
<<Sì, in effetti volevo chiederti qualcosa>> ammette titubante.
Mi scruta, attenta alla mia reazione.
Forse teme che mi arrabbi per la richiesta che sta per farmi.
<<Allora?>> la sprono.
Riecco quello sguardo da combattente. Da adulta.
<<Potresti fare delle ricerche su Raul? Non so, tenerlo d'occhio, controllare i suoi contatti, dove va, chi incontra... Ma con molta discrezione. Non devi metterti nei casini, non devi fartelo nemico>>
<<Alex, io...>>
<<Mi bastano anche poche informazioni, qualsiasi cosa riesci a trovare su di lui... o qualsiasi cosa sai su di lui>>
<<Che pensi di trovare? E soprattutto che pensi di poter fare, tu? Nemmeno io mi fido di lui, ma non credo abbia chissà quale scheletro nell'armadio. Per qualche motivo sembra avere un'ossessione per te, è vero, ma non potrebbe essere una sua fissazione e basta? Perché l'altra volta hai detto che è corrotto?>>
<<Non è una fissazione e basta. E adesso ne ho la certezza>> mormora.
<<Che significa? È successo qualcos'altro? Ti ha fatto del male?>>
<<No>>
<<C'è qualcosa che non mi dici di cui dovrei essere a conoscenza?>>
<<Probabilmente si>>
Probabilmente si.
<<E allora perché non mi racconti tutto?>>
<<Perché non voglio metterti in pericolo>> risponde con una semplicità disarmante.
Lei non vuole mettere in pericolo me. Mi sta proteggendo.
<<Alex sono io il poliziotto>> le faccio notare con una risata sarcastica.
Quanto è assurda questa ragazza?
<<Lo so, ma questa storia riguarda me e non ti coinvolgerò  fino a questo punto>>
<<Non vuoi coinvolgermi? Sei nella mia auto a farmi vedere il tuo tatuaggio, me ne sto qui a chiacchierare con te come se niente fosse, invece di portarti all'istituto come dovrei, e non vuoi coinvolgermi? Oh, io direi che è tardi non trovi?>>
<<Tardi per cosa?>>
<<Per non essere coinvolto!>>
<<Quindi lo sei?>> mi stuzzica, attraversandomi con quei suoi occhi penetranti.
Credo che non la intendiamo più allo stesso modo, perciò guardo di nuovo il mare e inspiro profondamente.
Questa giornata è surreale.
<<Sei in pericolo?>>
<<Non lo so>>
Che nella sua lingua vorrà dire sicuramente si.
O almeno, che lei pensa di esserlo.
Voglio sapere cos'è che non mi dice, ma adesso non insisto perché è evidente che non me lo confesserà.
Cercherò da me.
<<Vedrò che posso fare>> sospiro per tenerla buona.
<<Grazie>>
Quindi, oltre a proteggerla e a tradire il mio lavoro per lei, adesso la aiuto anche.
Fantastico.
<<Ammetti solo quanto sia assurdo il fatto che tu cerchi di proteggere me>>
<<Che posso farci, è scritto nel mio destino. È nel mio nome. Sai cosa significa Lexie?>>
Scuoto la testa.
<<Protettrice di uomini>>
Ah. E la sta prendendo proprio sul serio questa cosa.
<<Conosci il significato del tuo?>> mi chiede.
Sì lo conosco. Il mio nome ha segnato anche me.
<<Eroe. Forza di Dio>> sussurro osservandola con la coda dell'occhio.
Sorride.
<<Ovviamente>>
Già, ovviamente.

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