Gabriel
È solo un bacio.
Ma sono comunque andato oltre.
Se mi fossi portato a letto una qualsiasi donna, al primo appuntamento, la cosa ancora non reggerebbe il confronto con il baciare questa donna.
Questa ragazza.
Perché è questo che è in fin dei conti: soltanto una ragazza, e io la sto baciando in un modo di cui dovrei vergognarmi.
Non ho mai assalito nessuna così.
E non ho mai avuto la sensazione di fondermi con la persona che tenevo fra le mani.
I baci erano passatempi piacevoli.
Questo mi stava accendendo come un fiammifero.
Si proprio un fiammifero, perché al primo contatto con la sua bocca c'è stata una sorta di scintilla, e poi l'energia ha iniziato a divampare dentro di me.
Forse sono riuscito a rubarle un po' di quell'euforia. Perché ora l'avverto.
Non posso sapere se è davvero la sua però, o se è una nuova euforia tutta mia.
Un'euforia che lei ha fatto nascere in me.
Intanto so che devo smetterla di infierire con la mia bocca avida su quelle povere labbra.
Dal momento in cui prendo questa decisione nella mia testa, a quello in cui effettivamente mi stacco, passa ancora qualche secondo.
Durante i quali mi impongo di rallentare, e mi limito a strofinare le mie labbra sulle sue.
Un rimedio alla prepotenza di poco prima.
Lei si prende e accetta tutto quello che le do, dai baci violenti a quelli più leggeri.
Alla fine è un'altra onda che ci investe a dividerci, mi accorgo delle sue mani aggrappate alla mia maglietta bagnata soltanto ora.
E soltanto ora mi rendo conto in modo cosciente di ciò che ho fatto.
<<Merda il tatuaggio!>>
Lo strillo di Alex frena i miei pensieri.
Si guarda il fianco e cerca di staccare la maglietta dalla pelle.
<<Come hai fatto a dimenticartene?>> la rimprovero preoccupato.
Sono abbastanza sicuro che un tatuaggio fresco di giornata debba stare lontano da... be' qualsiasi cosa.
<<Tu me lo hai fatto dimenticare!>> ribatte, dirigendosi verso la riva.
E qui non posso aggiungere niente. In quei minuti non eravamo in noi.
<<Devo portarti all'ospedale?>>
<<No, lo disinfetto e metto la crema che mi ha dato il tatuatore. Andrà bene così. Devo tornare a casa>>
Mi chiedo dove vada quando dice 'a casa'.
<<Dove diavolo siamo esattamente?>>
<<Non vorrai andartene via da sola? Sali in auto ti accompagno io>>
Si è fatta sera ormai, il sole ha lasciato il posto alle luci dei lampioni.
<<No, non te lo dico dove vado>>
Sta camminando nella direzione opposta alla macchina, la fermo per un braccio.
<<Allora abbiamo un problema, perché io non ti lascio vagare per la città a quest'ora. Mi sa che non hai scelta. Sei più matura della tua età Alex, non essere incosciente adesso>>
Chiude gli occhi e stringe i denti, e ora sono le sue dita che vanno a serrarsi sul mio braccio.
<<Cazzo brucia>> mormora. <<Devo pulirlo subito>>
<<Piantala di imprecare!>> sbotto.
<<Impreco quanto voglio>>
Fra poco sarò di nuovo al limite dell'esasperazione.
Sto iniziando a capire cosa voglia dire sentirsi sulle montagne russe con una persona.
D'accordo.
Oggi ho ormai preso una discreta dose di scelte poco sagge, chiudiamo in bellezza.
<<Ho una casa qui al mare. In macchina non sono neanche cinque minuti, vieni da me. I miei genitori non si fermano per oggi. Puoi farti subito una doccia e disinfettare il tatuaggio>>
I suoi occhi che si spalancano non fanno che confermare quanto sono uscito di testa.
<<L'hai detto sul serio?>> chiede scettica.
<<Vuoi anche farmelo ripetere?>>
<<No. Non è un trucco per ingannarmi e poi prendermi alle spalle vero?>>
<<Dopo tutto questo credi che lo farei?>> scatto incredulo.
Mi ferisce anche solo che lo pensi.
E lei se ne accorge all'istante, perché come al solito non riesco a nascondere niente.
Sospira dispiaciuta.
<<Scusa. Ma io non posso fidarmi praticamente di nessuno all'infuori di me. Quasi di nessuno. Per quanto per una volta, mi piacerebbe tantissimo>>
I suoi occhi confermano le sue parole.
Forse sto cominciando a capire quando quelle iridi mentono, e quando dicono la verità.
Le piacerebbe tantissimo fidarsi di me.
<<Non c'è nessuno in casa>> ripeto. <<E non ti colpirò alle spalle, te lo giuro>>
La capisco la sua prudenza nel voler contare su se stessa e basta. Non capisco perché invece di accettarlo, insisto perché di me si fidi almeno un po'.
Alex mi studia con il suo tipico sguardo intenso e penetrante.
Quello sguardo che ti fa sentire allo stesso tempo sotto esame, e importante.
<<Fai strada>> acconsente con una scrollata di spalle.Le ho lasciato fare la doccia per prima. Ho messo i suoi vestiti ad asciugare e le ho preso una mia vecchia maglietta.
Mentre l'acqua nel bagno scorre, vado in cucina a cercare il numero per ordinare una pizza.
Chiudo la chiamata e mi accorgo di Alex ferma sulla soglia, poggiata allo stipite, che si guarda intorno.
E io guardo lei.
Nella mia maglietta che le copre a malapena le cosce. I piedi nudi incrociati alle caviglie. I capelli umidi raccolti di nuovo in una treccia.
Le labbra più rosse che mai per colpa del mio bacio.
Per tutta la sera non farò che ricordare ciò che è accaduto in mare, grazie a quei segni evidenti su di lei.
Sono stato davvero troppo violento? Dovrei forse dire qualcosa?
<<È una casa bellissima>> dice ammirata.
<<È vero>>
<<Dove hai messo le mie cose? Mi serve la crema>>
La prendo dal mobile dietro di me e gli passo il tubetto.
<<Eccola, come va il bruciore? Ti serve una mano?>>
<<Va meglio e no, posso fare da sola. Anche perché il tatuaggio è sotto la maglietta, perciò...>>mi indica le gambe nude per farmi notare che non ha alcun pantalone sotto e io mi do dell'idiota.
Dannazione riprenditi.
Le ho chiesto di spogliarsi, in pratica.
<<Vado a fare la doccia>>
Mi chiudo in bagno e tiro un sospiro di sollievo. Sarà una serata lunga.
E una notte insonne.Alex
Per non pensare a Gabriel sotto la doccia dietro la porta chiusa del bagno, dopo aver medicato il tatuaggio esco fuori sul porticato e mi siedo sul dondolo.
È da quando l'ho visto che volevo farlo. Questa potrebbe essere la casa dei miei sogni.
Il mare è proprio qui di fronte, e inevitabilmente mi riporta a quello che è successo poco prima.
Lei mie dita accarezzano le labbra arrossate e lievemente gonfie.
Credevo non fosse vero che un bacio potesse ridurle così.
Tanto meno avrei immaginato che sarebbe stato un ragazzo come Gabriel a farlo.
Quel bacio mi ha svegliata. Mi sento diversa, un po' più grande su quel fronte.
Certo, ho sempre notato i ragazzi carini che passavano per strada e mi parlavano.
Ma adesso, dopo il contatto fisico, dopo le conversazioni, dopo ciò che abbiamo condiviso, qualcosa di completamento nuovo si sta agitando dentro di me.
Se chiudo gli occhi riesco a risentire le sue labbra sulle mie, se lo penso sotto la doccia ho un'assurda e intensa voglia di toccarlo.
Ma io non ne so niente di queste cose.
Non so perché lui dopo avermi baciata stia facendo finta di nulla, sospetto che si sia lasciato trasportare dai suoi istinti e adesso però se ne sia pentito.
Io dal canto mio, sono più confusa che mai. E se in qualche modo non faccio chiarezza, non ne posso parlare.
Sono troppo poco esperta per prendere le redini di una conversazione simile.
STAI LEGGENDO
Per Te Sono Importante
ChickLitSan Diego: una città da proteggere per lui, una città dove nascondersi per lei. Gabriel ha vent'anni, ed è un poliziotto. Proprio come suo padre. Ma non è per seguire le sue orme che ha scelto questo mestiere. Gabriel è cresciuto con l'insegnamento...