Sei mesi dopo
Gabriel
L'anno più sconvolgente, meraviglioso, sorprendente e migliore che abbia mai vissuto.
Senza ombra di dubbio.
Quanto sono cresciuto negli ultimi mesi? E cambiato? Non solo io, anche ciò che mi sta intorno. Chi mi sta intorno. E parlo di Riley e papà.
Il mio miglior amico, che credevo un eterno donnaiolo, si è sistemato felicemente con un ragazzo.
E papà... papà ha lasciato Katlin. E Katlin ha lasciato casa nostra.
Una piccola sensazione di perdita l'ho provata, lo ammetto. Ma era rivolta più ad una famiglia che si stava distruggendo che a quella che era stata mia madre sin da quando ero un bambino.
Ogni tanto mi chiama, chiede di vedermi, ma finiamo per non avere un solo punto in comune da condividere.
Non più. Da quando sono diventato ciò che sono oggi, da quando non corrispondo al figlio perfetto che aveva immaginato di crescere, non vado bene per lei.
Ed è una cosa che avverto perfettamente.
Fa meno male di quanto credessi, il rapporto con mio padre si è fortificato e compensa quella mancanza.
Tra l'altro, lui adora Alex. È bastato che parlassero per mezz'ora perché lui comprendesse il mio amore per lei.
Sono stato l'unico idiota a metterci settimane per capire quanto fosse fantastica.
E una volta venuto a conoscenza del suo passato, è diventato protettivo verso di lei quasi quanto me.
A proposito di Alex. Dopo essere rimasti nascosti fino al mese scorso a Toronto, siamo tornati a San Diego.
Non c'era più alcun pericolo.
Non c'erano più Javier e suo zio, ormai tornati al loro paese da tempo.
Non c'era più Raul.
Non c'è più Raul.
È rimasto coinvolto in una sparatoria, l'hanno colpito dritto al cuore.
Ma è una cosa a cui non penso spesso, perché mi farebbe sentire sollevato e non voglio sentirmi così davanti alla morte di un uomo. Non è comunque giusto.
Il mio di lavoro? Non so quando e se potrò tornare. Papà si sta dando da fare, e io nel frattempo aiuto Riley al negozio. Per adesso mi va bene.
Ho soltanto ventun anni, non devo per forza essere già adulto.
E in ogni caso la mia splendida ragazza non me lo permette.
Per una volta ci stiamo vivendo gli anni che abbiamo.🌻🌻🌻
Queste giornate non sono esattamente l'ideale per venire a passeggiare sulla spiaggia, il vento leggero ma freddo ti entra fin nelle ossa, non importa se indossi sei strati di vestiti.
Purtroppo mi sono trovato una ragazza testarda, e se si mette in testa di voler venire al mare, è proprio lì che finiremo.
Non che non la capisca: se qualcuno dovesse vederci passeggiare mano nella mano con sguardo assorto verso le onde agitate ci prenderebbe per pazzi, io no, perché per quanto freddo possa sentire provo le stesse identiche sensazioni che prova Alex.
È pur sempre il nostro posto preferito, dove ci siamo baciati le prime volte, dove abbiamo iniziato ad amarci, dove ci siamo salvati a vicenda. E finalmente è bello poterci venire senza bisogno di guardarci le spalle ogni cinque secondi.
Questo mare ci ha visto crescere.
È stato un testimone della nostra storia, quando ci nascondevamo da tutti venivamo qui davanti a lui.
<<Un giorno ti sposerò proprio qui. Avremo una cerimonia sulla spiaggia, io indosserò un vestito lungo e nessuno di noi porterà le scarpe>>
Mi blocco di colpo a quelle parole e Alex rimbalza contro il mio corpo per la frenata.
<<Che hai detto?>> le chiedo come uno stupido.
<<Che un giorno ti sposerò Gabriel>> ripete sicura, con un sorriso sfrontato sulle labbra.
Il mio povero cuore. Quanti battiti mi fa perdere questa ragazza ogni volta che mi parla, che mi tocca, che mi sorride?
<<Dovrei essere io a farti una promessa del genere>> le faccio notare.
<<E perché cambiare le abitudini? L'ho sempre presa io l'iniziativa in questo rapporto, no?>> ammicca.
Non posso dissentire.
<<Ah davvero? Davvero?>> la butto sulla sabbia e comincio a farle il solletico.
<<Non ho paura di sfruttare i tuoi punti deboli!>> le sussurro poi in un orecchio, schiacciandola con il mio corpo.
<<Ehi non è giusto! Ho soltanto detto la verità. Probabilmente sarò io a doverti fare la proposta di matrimonio, dovrò comprarti un anello...>> riprende a stuzzicarmi.
<<Continui eh?>>
Alex torna a ridere e io con lei.
Non le dico che per stavolta mi sa tanto che si sbaglia. Non le dico che nel cassetto del mio comodino, fra i pantaloni di un vecchio pigiama, c'è già un anello che la aspetta.
È ancora presto.
La regola del non correre vale anche per questo, ma di sicuro è una tappa a cui arriveremo.
<<Potresti spostarti per favore? Sei pesante. E Jason e Riley ci aspettano per cena>>
<<Dì la verità, stai morendo di freddo>>
<<No>> nega subito.
Mi alzo lo stesso ma le lancio un'occhiata per farle capire che non ci casco.
<<Ok, adesso inizio a sentirne giusto un po'>> ammette, mentre viene ad accucciarsi sotto il mio braccio.
La stringo e strofino il naso sulla sua guancia prima di lasciarci un bacio.
<<Sei fuori di testa>>
<<Devo esserlo. Mi hai conosciuta e presa così giusto? Vuol dire che ti piace. Perciò adesso devo mostrarti almeno un pizzico di follia ogni tanto, o ti chiederai dov'è finita la Alex che amavi tanto>>
La Alex che amerò sempre.
È vero. L'ho conosciuta e poi apprezzata e poi amata e poi tenuta anche per la sua follia. Perché è diversa. Unica. Assurda. Ma nel senso più fantastico che esista.
E io che alla vita chiedevo soltanto semplicità. Che pensavo di potermi accontentare.
Non avevo idea di cosa volesse dire vivere. Non avevo idea di cosa volesse dire amare.
Adesso entrambi i verbi portano il suo nome.
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Per Te Sono Importante
ChickLitSan Diego: una città da proteggere per lui, una città dove nascondersi per lei. Gabriel ha vent'anni, ed è un poliziotto. Proprio come suo padre. Ma non è per seguire le sue orme che ha scelto questo mestiere. Gabriel è cresciuto con l'insegnamento...