Gabriel
Più cerco di scappare da Alex e più mi accorgo di non riuscirci.
Sia quando si tratta di cancellarla dai pensieri -come ho provato a fare in questa settimana in cui non l'ho vista- sia quando in un modo o nell'altro finisco ancora una volta per ritrovarmi a pochi centimetri da lei.
E dire che sono stato io a offrirmi volontario per venire a controllare questo studio di tatuaggi, era pur sempre un'occasione per sfuggire alla solita routine.
Solo che, una cosa è farci i conti nella mia testa, tutt'altra se me la ritrovo davanti in carne ed ossa.
Con quel piccolo viso perfetto che esprime la mia stessa sorpresa, e un angolo della bocca appena sollevato che mi suggerisce che per lei questa è una bella sorpresa.
E per me? Che tipo di sorpresa è per me?
Un ragazzo poco più giovane lì accanto le si avvicina fino ad attirarla contro di sé, come se volesse proteggerla.
Che cosa stupida, non le farei mai del male.
E lei lo sa.
Infatti si affretta a stringergli un braccio e a scuotere la testa nella sua direzione, credo significhi che va tutto bene.
<<Ehi amico, guarda che qui è tutto in regola eh>> esordisce preoccupato il tizio dietro il bancone, che suppongo sia il proprietario.
Amico.
Uno degli effetti collaterali dell'intraprendere questo mestiere così giovane.
<<Bene. Quindi non c'è nessun problema se verifico di persona>>
Mi avvicino fino a che sono proprio davanti ad Alex.
Decido che è inutile far finta di non conoscerla.
<<Dimmi che non ti sei fatta un tatuaggio>> la prego, incrociando le braccia e fissandola dritto negli occhi.
Occhi che si ingrandiscono in un secondo, e iniziano a guardare veloci a destra e sinistra prima di riposarsi su di me.
Ok. Si è fatta un tatuaggio.
<<Io? No, io odio gli aghi! Ho accompagnato un amico a fare un piercing. E lui è maggiorenne>>
Il ragazzo accanto a lei mi mostra con un sorriso amichevole il piercing sotto il labbro.
Mi stupisce non notare nessuna sfumatura di scherno o fastidio nel suo sguardo.
Il corpo muscoloso e pieno di tatuaggi contrasta totalmente con la sua faccia.
<<Mi fai vedere i documenti?>> chiedo gentile, allungando una mano.
Non fa storie.
Li guardo e noto con piacere che ha sul serio compiuto diciotto anni.
Si chiama Jason.
Glieli restituisco e sposto l'attenzione ancora su Alex.
Mi soffermo sulla pelle nuda che riesco a vedere grazie ai pantaloncini e al top e poi le dico di girarsi e spostare quella massa infinita di capelli dalla schiena per controllare meglio.
Non vedo nulla.
Annullo quella poca distanza rimasta tra noi e incateno i suoi occhi a me per impedirle di schivarmi ancora.
<<Ti sei fatta un tatuaggio?>> ripeto serio.
<<No. Vuoi perquisirmi?>> aggiunge con un sorrisetto.
Stringo le labbra e le lancio un'occhiata di avvertimento.
Ignoro il commento e la sorpasso, mi rivolgo al proprietario per accertarmi che sia davvero tutto in regola.
Poco prima di finire incrocio i suoi occhi e le indico la porta.
Vattene, cerco di trasmetterle.
Vattene ora e non costringermi a buttare all'aria le regole che ho trasgredito finora per te.
Ho trasgredito delle regole per questa ragazza.
E sto continuando a farlo.
Non riesco nemmeno a svolgere il mio lavoro come si deve quando è nei paraggi, perché mi annebbia il cervello.
<<È tutto a posto. Grazie>> sospiro alla fine.
Voglio solo uscire da questo posto.
Intanto Alex mi ha ascoltato ed è sparita.
Il tempo di abbassare la testa, rialzarla e lei non c'era già più.
<<Sai che se fai tatuaggi ai minorenni sei nei guai vero?>> avverto il ragazzo prima di lasciare il negozio.
<<Ma certo>> mi conferma.
Ma certo. Come se non avessi capito niente.
Se si fosse trattato di qualsiasi altra adolescente, l'avrei messo nei casini.
Ma non posso fregare lui senza fregare Alex.
E ora come ora, ho un motivo in più per non volerlo fare.
Non posso rischiare di metterla ancora nelle mani di Raul.
Non mi fido.
E se le dovesse accadere qualcosa per colpa mia, non me lo perdonerei mai.Mi sta seguendo.
Non mi giro per confermare i miei sospetti, ma ci metterei una mano sul fuoco.
La sento.
Da quando sono uscito dallo studio di tatuaggi avverto una presenza a pochi metri da me.
Avverto che è lei.
Mi infilo in macchina e poso le mani sul volante. E aspetto.
Non mi capisco neppure io.
Invece di mettere subito in moto e ricominciare a girovagare senza meta per altri venti minuti, finché non termina il mio turno, me ne resto immobile a ripetermi: un minuto soltanto e accendo il motore.
Perché?
Sto girando la chiave nel quadro quando la portiera dal lato del passeggero si apre.
E Alex si accomoda con calma sul sedile accanto a me.
Sospiro in silenzio e la guardo.
<<Mi stavi aspettando?>> chiede allegra.
Scoppio in una risata ironica.
<<Sei proprio incredibile sai?>> mormoro incredulo.
<<So che mi hai chiesto di starti lontano ma tecnicamente sei tu che sei piombato lì, dove c'ero già io. Perciò ormai... Io ti avevo avvertito eh. Comunque, non volevo disturbarti, sembrava stessi aspettando qualcuno, e qui c'ero solo io, quindi ho dedotto aspettassi me. Aspettavi me o no?>>
Conosce la risposta, ho l'impressione che voglia sentirmi ammetterlo.
<<Non ti stavo aspettando. Mi sono accorto che mi seguivi. Perché mi seguivi?>> mi giustifico.
<<Perché non te ne sei andato e basta?>> rilancia, inarcando un sopracciglio perfetto.
Mi lascio sfuggire una specie di ringhio basso, mi passo le mani fra i capelli.
Mi farà impazzire.
<<Ok. Avrò pietà di te. Chiudiamo l'argomento. Hai finito di lavorare per oggi o devi ancora finire il turno?>>
<<Finisco fra poco. Che hai in mente?>>
<<Qualcosa. Aspetterò. Parti pure, ti faccio compagnia>>
Si mette comoda, scivolando meglio sul sedile.
Apro bocca per obiettare, ma poi ci rinuncio.
Sono abbastanza intelligente da capire che non servirebbe a cambiare il corso di questa serata.Per un quarto d'ora c'è silenzio assoluto. A parte il ronzio del motore e qualche voce che viene dalla strada.
Ho fatto un giro per i quartieri della zona in cui già mi trovavo, e ora mi sto dirigendo verso il mare.
Il mare mi calma, mi rilassa. È quello di cui ho bisogno al momento.
Fermo la macchina con le ruote davanti che toccano la sabbia e la spengo.
Mi prendo del tempo per osservare il movimento imprevedibile delle onde.
Alex fa lo stesso.
Mi volto completamente verso di lei e mi accorgo del suo sguardo rapito. Incantato.
Il mare le fa lo stesso effetto che a me.
Ma è come se fosse la prima volta che lo vede.
Possibile?
Continua ad ammirarlo mentre io ora guardo lei.
E se alla fine decido di parlare non è perché mi sono stancato di guardarla, ma perché sto iniziando a perdermi in questo momento.
<<Allora? Devi dirmi qualcosa?>>
Sbatte le palpebre e si volta anche lei verso di me.
<<Non sei più un servizio ora? Turno finito? Sicuro?>>
<<Sì>> sospiro.
Come se contasse.
Non farei nulla contro di lei, nulla che possa danneggiarla, nulla che possa deluderla, nulla che lei non voglia.
Non lo nego più.
Il suo sorriso si accende.
<<Lo vuoi vedere il tatuaggio?>>
Se voglio vedere il tatuaggio.
Mi chiede se voglio vedere il tatuaggio che poco prima mi ha assicurato di non essersi fatta.
Signore dammi la forza.
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Per Te Sono Importante
ChickLitSan Diego: una città da proteggere per lui, una città dove nascondersi per lei. Gabriel ha vent'anni, ed è un poliziotto. Proprio come suo padre. Ma non è per seguire le sue orme che ha scelto questo mestiere. Gabriel è cresciuto con l'insegnamento...