~Quarantotto~

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Alex

Gabriel teme che possa dimenticarlo.
Che assurdità eh?
Ma dopo i cinque minuti più intensi della mia vita, che lui mi ha fatto passare a causa delle sue insicurezze, non credo che mi lamenterò.
Cavolo se ci sa fare.
Ha ragione, l'idea di lasciarlo non può neanche sfiorarmi la mente se ogni giorno si rivela una scoperta.
Se ogni giorno rivela una nuova parte di sé, che mi piace tanto quanto tutto il resto, sia che si tratti di essere dolce o sexy o protettivo o prepotente.
Cosa darei per vivere una storia normale con lui.
Anzi no, non normale.
Semplicemente non pericolosa.
Doversi sempre guardare intorno, da tutto e tutti, è sfiancante.
È quella maledetta sensazione di non essere al sicuro, che non ti abbandona mai, che ti fa credere di poter impazzire...
Ma non è una sensazione, no. È così, e io lo so.
All'istituto c'era davvero qualcuno che mi teneva d'occhio, ho temuto di restare intrappolata lì dentro una volta per tutte. Cosa vogliono da me? Cosa ho di speciale?
Sarei dovuta andare via da questa città la prima volta che l'idea è entrata nella mia testa. Non ho modo di scoprire che diavolo stanno tramando alle mie spalle, e non ho modo di mettermi al sicuro.
E non ho a chi chiedere aiuto. Nonostante abbia Gabriel dalla mia parte, che forse potrebbe darmene. Ma a quale prezzo? Non voglio scoprirlo.
Non voglio che quel prezzo, comunque vada, lo paghi lui.

🌻🌻🌻

Mi serve una pausa. Ci serve una pausa.
Dai casini, dai problemi, dal mondo.
Ci serve una sera per rinchiuderci nella nostra bolla, lasciare tutto fuori e stare bene. Solo bene.
Voglio fare una sorpresa a Gabriel.
Ne parlo con Jason, che prontamente mi aiuta. Mi compra tutto ciò che mi serve, e mi lascia il garage per un giorno.
Per un giorno possiamo anche premere il tasto stand-by.

Gabriel

Stasera passa da me.
E poi resta.

Mi basta leggere quel semplice e breve messaggio da parte di Alex, perché il mio corpo venga attraversato da leggeri e piacevoli brividi.
A dirla tutta, ormai qualsiasi cosa riguardi lei basta ad accendere il mio corpo.
Mi precipiterei al garage subito dopo il lavoro se non fosse che mi arriva un secondo messaggio, dove mi impone di vestirmi elegante.
Che hai in mente Alex? Che stai combinando?
Passo dalla villetta e infilo al volo un pantalone nero e una camicia bianca, è il massimo che so fare, e comunque so che ciò che indosso alla fine non le importa davvero.
Prendo la moto e poco prima delle nove sono alla sua porta. Vengono ad aprirmi Riley e Jason, che si fermano a scambiare due chiacchiere con me sul marciapiede prima di andare via e lasciarmi entrare.
Il sorriso trattenuto sulle loro labbra la dice lunga e mi mette in allerta.
Una volta dentro resto senza fiato.
La sala principale del garage ha tutto un altro aspetto sotto la luce soffusa di decine di candele, poggiate sulle mensole e sui tavolini. Il profumo forte da donna mi da alla testa, e i mobili spinti contro le pareti fanno sembrare la stanza molto più grande.
Sono le prime cose che noto.
Poi vedo lei. Poggiata al muro, di fronte a me, che mi osserva con sguardo sexy, sicuro, curioso e impaziente.
Potrei morire, potrei morire adesso per come gli ormoni che ho in corpo si stanno scatenando a quella visione.
Alex indossa un vestito che non le ho mai visto, che la fa più grande, che la fa donna. Un corpetto bianco senza spalline troppo scollato, e una gonna a vita alta nera troppo corta. Ecco tutto ciò che indossa.
Oltre ai tacchi. Tacchi altissimi che la slanciano e le stanno da Dio.
I capelli li ha raccolti in una coda alta, neppure quelli le possono coprire le spalle nude così.
Si è persino truccata più del solito, soltanto gli occhi e le labbra però.
Che meraviglia che è.
D

al suo sorrisetto soddisfatto capisco di essermi imbambolato come un idiota. E la situazione non migliora quando si volta per accendere lo stereo lì accanto, da cui parte una musica lenta e bassa, mostrandomi la schiena, in buona parte scoperta.
Finalmente mi avvicino.
E lei incrocia le braccia al petto e mi aspetta.
La raggiungo, le poso le mani sulla vita, respiro il suo profumo.
<<Che fai Alex?>> sussurro, sfiorandole una guancia con il naso.
<<Ti faccio un regalo>>
<<Ah si? E dov'è?>> la stuzzico.
<<Fra le tue braccia, ovviamente>>
Ovviamente.
<<E questa atmosfera?>>
<<È per te>>
<<E il vestito? Da dove salta fuori?>>
<<È per te>> ripete, mentre mi slaccia due bottoni della camicia, per posarmi un bacio sul petto. Sopra il cuore che batta fuori tempo.
<<È solo per me>> la correggo. <<Nessuno deve vederti così. Soltanto io>>
Non so da dove venga tutta questa possessivitaà, credo che più la vedo bella, più ho paura che me la portino via.
<<E perché?>>
<<Perché non voglio vedano queste>> dico accarezzandole le cosce scoperte.
<<Né questa>> e le passo una mano sulla schiena.
<<E soprattutto questo>> finisco, sfiorando con la punta delle dita il bordo del corpetto, proprio sopra il suo seno.
Cazzo se amo il modo in cui la sua pelle si increspa di piccoli brividi appena la tocco. O appena le parlo in questo modo.
<<Siamo protettivi eh?>> mi fa notare.
Ma io non sto neanche ascoltando perché con il pensiero sono già proiettato sulle sue labbra scure. E un secondo dopo sono lì anche con la mia bocca.
Quanto mi era mancato stringere questo piccolo corpo al mio quando non potevo.
Mi basterebbe sapere che posso stringere Alex a me tutte le sere, tornato a casa dal lavoro, e so che sarei felice sempre.
Dopotutto mi bastano ancora le piccole cose. Se fatte insieme alla donna che ami, non c'è comunque niente di meglio.

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