~Ventitre~

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Gabriel

D'accordo. Mi importa di lei.
Mi importa di questa ragazza che ritrovo troppo spesso sulla mia strada -come se il destino si divertisse alle mie spalle- e che un minuto mi fa impazzire, uno mi fa preoccupare, uno mi stupisce, un altro mi porta a tradire me stesso e un altro ancora mi manca.
Alex pare stupita dalla mia ammissione tanto quanto me di averla fatta.
<<Ok. Ti importa di me. Ti rifaccio la domanda. E quindi, cos'è che vuoi?>>
Bella domanda.
<<Voglio aiutarti. Voglio sapere che stai bene, voglio esserci se hai bisogno di me>>
La sua fronte si riempie di piccole rughe. Non le vedrei se non fossimo tanto vicini.
<<Questo è avere un caso umano da aiutare per sentirsi meglio, non una persona di cui ti importa>> osserva con un pizzico di delusione nella voce.
Un caso umano? Sta scherzando? Pensa di farmi pena, è questo che vuol dire?
Se fosse soltanto un caso umano non me ne fregherebbe nulla di quella divisa che non la copre abbastanza, né di essergli indifferente, di tante altre cose.
Ma questo non posso dirlo.
<<Con il lavoro che ho scelto faccio già la mia parte in questa città Alex. Non mi serve aiutare un caso umano per sentirmi meglio. E di certo non ti vedo in quel modo>>
<<Ma è quello che dimostri. La maggior parte delle volte almeno>>
Davvero?
<<Come faccio a dimostrarti il contrario?>> sospiro.
Già so che mi pentiro' di averglielo chiesto.
<<Come sei venuto qui? Non l'ho vista la tua macchina>>
E questo che c'entra?
<<Ho preso la moto>>
Quel luccichio nei suoi occhi che avevo contribuito a spegnere, riappare in un lampo.
Nel buio le iridi sembrano scintillanti.
<<Fammi fare un giro!>> esclama estasiata.
Oh buon Dio.
<<Non è il caso, è pericoloso di notte e non ho il secondo casco>>
<<Non ci succederà niente>> ribatte convinta.
<<Be' quando avrò la certezza che sai predire il futuro, ne riparleremo>>
<<Ah quindi sai anche essere spiritoso>>
Le lancio un'occhiata torva.
<<Dai! Hai detto che vuoi dimostrarmi che ti importa di me!>>
Si aggrappa alla mia maglietta, e mi guarda dal basso con la testa proprio sotto la mia, all'altezza del petto.
Sta cercando di ammaliarmi, ci scommetto.
<<E in che modo farti fare un giro in moto lo dimostrerebbe?>>
Non so dove mettere le mani accidenti, le tengo strette a pugno lungo i fianchi, perché d'istinto avendo Alex addosso gliele poserei sulla vita.
<<Se io fossi il tuo caso umano allora ti basterebbe sapere che ho tutto il necessario per sopravvivere, del cibo, un tetto sulla testa, sicurezza... Ma se fossi qualcosa di più, allora più di ogni altra cosa vorresti regalarmi un sorriso. Farmi felice>>
Ha degli ottimi punti di vista maledizione.
Ogni volta che un discorso serio esce da quella bocca resto spiazzato.
<<Allora Gabriel? Mi aiuti a cancellare un'altra voce dalla lista dei mai?>>

La lista dei mai.
Accidenti a me e a quando gliene ho parlato.
Aspetta.
<<La lista, te ne ricordi! Ti ho fatto fare il tuo primo bagno in mare perché vedevo quanto lo volevi, ti ho già regalato un sorriso, ti ho già dimostrato che a te ci tengo! E tu... lo so che lo sai>>
<<Ogni tanto è bello se me lo ricordi o me lo dici no?>> sussurra con un'alzata di spalle.
C'è tanta malinconia nella sua voce ora, che non la contraddirei mai.
La prendo per i polsi per staccarla da me, e chiudo una sua mano nella mia, per guidarla verso la moto.
Non ho mai tenuto nessuna per mano.
Pensavo fosse fastidioso.
Ma non è fastidio ciò che provo adesso.
Sulla moto salgo per primo, poi sento lei arrampicarsi dietro di me, e infine ogni centimetro della mia pelle entrare in contatto con la sua.
Ogni.Centimetro.
Mi stringe le braccia alla vita, e posa la testa sulla mia spalla.
Appena parto e pian piano aumento di velocità, mi ritrovo i suoi capelli che mi svolazzano attorno.
E un profumo dolce che aleggia sotto il naso.
Mi dirigo verso il mare, e quasi sbando ad una curva quando le sue labbra si posano sul mio orecchio.
<<È un peccato andare piano con una moto così>>
La ammonisco con gli occhi attraverso lo specchietto.
Sessanta chilometri all'ora non è piano in città.
<<Avanti rompi le regole per una volta. Fammi volare Gabriel>>
Accelero.
E non c'entrano nulla le sue parole. Non quanto quel fiato sul collo che mischiato al vento sulla pelle e all'odore del mare, mi fa provare un forte senso di ebbrezza, e desiderare di provare ancora qualcosa di più.
Sempre di più, solo di più.
Non c'è mai possibilità di accontentarsi con lei.
Però aveva ragione, è bellissimo, è come volare. O la cosa che più si ci avvicina.
Qualche minuto dopo rallento, ci stiamo allontanando troppo.
Scendo dalla moto e cerco di calmare i battiti. E il respiro. E questo senso di euforia che non vuole scemare.
Alex non smette di ridere. A quanto pare l'ho davvero resa felice, e tutto il resto sembra sul serio passare in secondo piano.
Inizio a sorridere anch'io.
Non c'è un motivo preciso, però mi viene spontaneo.
<<È stato così male?>> mi stuzzica dandomi una gomitata sul fianco.
<<Non lo saprai mai>>
<<Non serve. La tua faccia parla da sola>>
La mia faccia parla da sola.
<<Ti riporto a casa. Devi dirmi dov'è che stai Alex>>
Ci pensa su qualche istante e infine annuisce. Mi da l'indirizzo e risaliamo sulla moto.
In un quarto d'ora arriviamo, posteggio davanti ad una specie di garage.
<<C'è tutto quello di cui ho bisogno lì dentro, sta tranquillo>> mi rassicura, accortasi del mio sguardo scettico.
Scuoto le spalle.
<<Eri bravo a scuola? Scommetto di si>> mi chiede un attimo prima di entrare.
<<Che domanda è?>>
<<Rispondi>> insiste.
<<Si, lo ero>>
<<Sei libero domani pomeriggio? Mi serve una mano con lo studio>>
Eh?
<<Tu studi?>>
<<Abbiamo degli insegnanti all'Istituto. Diciamo che è meglio per noi se passiamo i test, e in geografia faccio proprio schifo. Mi aiuti? Domani qui, verso le quattro?>>
Questa storia sta sfiorando i limiti dell'assurdo.
'È meglio per noi se passiamo i test'
Che significa?
<<Allora?>>
<<Sono libero. Ma non ti assicuro nulla>>
Alza gli occhi al cielo.
<<Io ti aspetto. Se per caso non mi trovi... be' vuol dire che mi hanno riacciuffata. Ovviamente se la polizia scopre di questo posto, ti riterrò direttamente responsabile. Mi sto fidando Gabriel, non deludermi>>
E con queste parole sparisce dentro.
Adesso so dove abita.
Conosco il posto in cui si nasconde l'adolescente più ricercata di tutta San Diego.
E ho intenzione di tenerlo per me.
L'euforia e i sorrisi di qualche attimo fa svaniscono.
Lasciano il posto ai sensi di colpa.
Dovrei già averne preso atto. È sempre un'altalena di emozioni con lei.

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