52. ACCUSE SILENZIOSE

1.5K 154 39
                                    

Quando aprì gli occhi se li ritrovò tutti attorno al letto: Jack, Jessica, Melita, addirittura Kate e Bruce. Megan dovette trattenere faticosamente le lacrime che sembrava le spingessero dolorosamente i bulbi oculari, avrebbe però tanto voluto scoppiare in un pianto liberatorio.
<<Come ti senti tesoro?>>

Megan dal canto suo non rispose, le inviò un lento sorriso rassicurante e Kate le lisciò una guancia con amore materno.
La ferita, medicata e fasciata, non si era presentata grave come si pensava. Oramai aveva avuto più parti del corpo fasciate che scoperte in quell'ultimo mese; rischiando di morire così tante volte sarebbe dovuta rientrare per merito nel Guinness dei primati come la ragazza più sfortunata del mondo, o la più sconsiderata.

Da quello che aveva detto Curius, le cause dello svenimento erano da ricercare più nello spavento e il conseguente shock che nella perdita di sangue o nella ferita in sé. Il morso non era stato profondo ma solo superficiale e quindi sarebbe potuta tornare a casa la sera stessa.
                    ****
Mentre percorrevano in macchina la strada del ritorno Megan si stupì nel desiderare la confortevole calma e la sicurezza di quelle mura. Oramai era un uccellino in gabbia; moriva dalla voglia di oltrepassare le sbarre, ma soccombeva nella paura di osare.
Ogni volta che aveva messo piede fuori da lì, (escludendo il ricevimento all'Anima che comunque non si era concluso nei migliori dei modi, ma per altri motivi), aveva rischiato di morire.

"Probabilmente ho come una zavorra del malaugurio che mi pesa sulle spalle, oppure sono terribilmente stolta... penso entrambe le cose. Sono un disastro e attiro solo sventure" sospirò sconfortata.
Kate, Bruce e Jack non avevano smesso per un secondo di parlare e fare supposizioni sul motivo dello strano comportamento dell'Oscuro. Solo Megan ebbe l'orrida sensazione che tutto ciò fosse dovuto a lei. Ma non disse nulla, si tenne quei pensieri tanto assurdi quanto spaventosamente veritieri per sé.

I genitori di Jack si trattennero ancora per qualche ora, approfittandone per stare accanto a tutti loro; erano appena rientrati dalla loro missione e purtroppo sarebbero dovuti ripartire per una nuova a breve, questo era stato il prezzo da pagare per aver trascorso dieci anni nel Salento, portando avanti sì un incarico, ma non dei più pericolosi.

Megan rimase frastornata per tutto il tempo nonostante le fitte di dolore fossero sopportabili. Avendo assunto qualche goccia di Tonico i miglioramenti furono visibili velocemente. Malgrado i benefici, però, rimaneva una ninfa e gli effetti indesiderati comunque non mancarono ad arrivare. Melita, amabilmente le preparò una camomilla.
<<Ti ringrazio Mel, davvero gentile da parte tua...>>
"Soprattutto sapendo che ti ho rubato l'amore della tua vita". Ma questo se lo tenne per sé, come tenne per sé anche il mordente senso di colpa che l'assalì. Era così dolce e premurosa la piccola Templare che le si strinse il cuore al sol pensiero di quanta sofferenza provasse.
"Jack meriterebbe una come te al suo fianco... io lo farò solo soffrire".

Bevve lentamente crogiolandosi nel caldo abbraccio dell'amico, di tanto in tanto Jack calava la testa per baciarle il capo come il più affettuoso dei compagni.
Anche Cristian li aveva raggiunti e, da quando la giovane si era svegliata, non aveva smesso di fissarla. Inviava sguardi vacui e diffidenti tutt'altro che affettuosi o preoccupati, mettendo in tensione i nervi di Megan già pesantemente messi a dura prova quel giorno.

Proprio in quel momento si sentì prudere la guancia destra e, quando si voltò nella stessa direzione, si ritrovò puntati addosso due sfere nere accusatorie. L'alto Templare era appoggiato con la spalla allo stipite della porta della zona living stando attento a non oltrepassarla mai, come se all'interno ci fosse una bomba ad orologeria da temere e tenere alla larga; continuò a studiarla con sfacciata ostentazione, e l'occhiate incriminatorie fecero piombare nel più tetro disagio la giovane la quale distolse prontamente lo sguardo. Anche lui sospettava qualcosa, si capiva, e quelle occhiate esaustive non tradirono l'intento di farlo intuire anche a lei.

Si passò una mano tra la folta chioma bruna sospirando pensieroso e si avviò verso la camera da letto senza neppure dare la buonanotte. Jessica, che non aveva mai smesso di guardarlo sottecchi, si rattristò accasciandosi svuotata sul divano accanto a Melita, e l'amica la consolò, proprio come erano solite fare di frequente.

SWEET LIE - Il Libro Dei Tre Mondi(Completo) [LIBRO ORA DISPONIBILE SU AMAZON💗]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora