121. PERICOLO

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<<Ehi ragazzi, dove andate? Se volete vengo con voi>> Adrian li bloccò poco prima che i due riuscissero a scappare dal locale. <<Facciamo quattro passi, amico. Tranquillo. Tu continua a goderti la serata. Al massimo ci spingeremo al prossimo isolato, non succederà nulla.>>
<<Sicuro?>> i due si scambiarono un'occhiata d'intesa. <<Va bene, ma tieni gli occhi aperti.>> Con una amichevole pacca sulla spalla lo salutò. <<Grazie Megan per la bellissima serata.>>
La giovane tenne per sé il pensiero, non rivelò che in realtà lei non ne sapeva nulla. E dopo un affettuoso abbraccio, l'Elfo li lasciò nuovamente soli.

All'esterno, l'aria frizzantina ricordò quanto il caldo fosse ormai un lontano ricordo. Accentuato dalla limpidezza del cielo, il freddo si insinuò sotto il leggero strato della camicia e, malgrado il cappotto di lana, Megan vibrò intirizzita.
<<Wow, il freddo quest'anno è arrivato all'improvviso...>> disse lei, per stemperare la tensione. Assurdo come quella breve parentesi sentimentale fosse riuscita a spazzare interi anni di amicizia e confidenza.
<<Eh già...>> aggiunse l'amico soprappensiero. <<Jack, non ti sembra di esserci allontanati un tantino?>> chiese lei guardandosi indietro. Ormai il locale era perso in lontananza.
<<No, tranquilla, so dove vado.>>
Dopo passi interminabili e decine di porte incontrare, il Templare si pronunciò deciso: <<Meg...>> sospirò <<hai ripensato a cosa ci siamo detti l'ultima volta? Sei rimasta ferma sui tuoi pensieri oppure ho ancora un barlume di speranza?>>
Mai per un secondo aveva pensato di cambiare idea. <<Jack, io...>> ma non terminò mai la frase. Dei rumori in fondo alla strada attirarono la loro attenzione. Entrambi si voltarono per scoprire chi ci fosse alle loro spalle. E le facce losche, di un gruppo di uomini e donne, non augurarono nulla di buono. I ghigni diabolici accentuarono i timori. A quanto pareva non era stata una bella idea allontanarsi a quel modo, nonostante la via fosse quella principale, nessuna anima viva transitava a quell'ora.

<<Jack...>> spirò, colta dall'improvviso terrore. Ora che la transizione in ninfa era cominciata, le fu facile riconoscere l'aura minacciosa.
<<Megan, cammina più veloce che puoi e non voltarti di nuovo. Queste strade centrali sono piene di accessi segreti e noi siamo vicini ad uno; ci porterà direttamente nei tunnel sotterranei utilizzati da noi Templari.>>
Megan fece saettare una veloce occhiata ai tetti dei palazzi per ricercare quella presenza rassicurante; fu Jack a smontare le speranze.
<<Purtroppo non ci sono sentinelle nella zona, hanno pensato che non ce ne fosse bisogno dato il folto gruppo nel locale. Non sono uno stupido>> si giustificò <<ho considerato l'eventualità di incontrare un Oscuro... anche se non pensavo di scontrarmi con un gruppo tanto gremito>> rimuginò fra sé e sé mantenendo la calma. <<Non siamo lontani... vedi quella porta verde di metallo? Ecco, è li che devi andare. Ora corri.>> Megan si voltò e gli occhi sgranati urlarono tutta la paura repressa.
<<Jack, sei impazzito per caso? Io non ti lascio! Corriamo insieme... non mi muovo altrimenti.>>
Avanzarono svelti, ma le voci di scherno risuonarono sempre più vicine.
<<Dove correte piccioncini! Su, fate divertire anche noi, questa serata è stata così noiosa...>>

<<Ti prego Meg, non discutere anche sulle decisioni necessarie. Insieme non riusciremmo ad arrivare alla porta sani e salvi... non sei abbastanza veloce. Invece se io li distraggo, tu non avrai problemi. È vero, ne sono in cinque, ma stai serena, ho affrontato più Oscuri in un solo scontro uscendone vincitore. E poi cosa faccio?>> le sorrise, ma Megan lesse ugualmente la tensione in quei lineamenti tirati. <<Devo sì o no riconquistarti? Se non mi dimostro un eroe non sarò mai abbastanza per te.>>
<<Jack, ma cosa dici?! Tu sei perfetto! Sono io la stupida...>>
<<Ora corri>> la interruppe. <<Ci sarà tempo domani per scusarti. Vá!>> la spinse in avanti e quindi arrestò il passo. Premendo alcuni tasti sulla propria cinta e gli abiti si ricoprirono di un denso liquido scuro, il quale solidificandosi acquistò le sembianze della solita divisa da Templare.

Megan corse come le era stato ordinato, ma non perse tempo e chiamò i soccorsi. Digitò in fredda sullo schermo. Apparve il nome della persona che per prima era apparsa nella sua mente.
<<Megan?>> Cristian rispose immediatamente. Non le servì neppure parlare, il fiato corto ed il veloce tamburellare dei piedi sull'asfalto bastarono per far capire. <<Vi stavo cercando qui fuori. Dove diavolo siete andati?!>> inveì il Templare iniziando a correre a sua volta.
<<Non lo so.>> piagnucolò lei, consapevole che anche questa volta la causa di qualsiasi cosa sarebbe successa sarebbe stata la sua. <<Ti prego raggiungici! Avvisa anche gli altri. Sono vicino ad una porta di metallo verde, Jack mi ha detto...>> <<Ho capito dove sei. Infilati dentro e non uscire per nessun motivo, neppure se dovessi sentire urlare.>>

La chiamata terminò e la ragazza si voltò per controllare l'amico. Il Templare era accerchiato da un branco di esseri mostruosi apparendo da subito in forte difficoltà. Tremando, riprese nuovamente in mano il telefono e con mani poco ferme armeggiò per fare un'altra chiamata.
<<Maledizione! La segreteria telefonica>> constatò. Aveva provato a rintracciare Adrian, ma probabilmente nel locale il segnale scarseggiava. Lo stesso risultato l'ottenne con Jessica.
Era ad un bivio, doveva fare la sua scelta. Tornare indietro non sembrava la decisione più saggia, nonostante tutto il suo spirito la spingesse verso quella direzione. Tentò di richiamare le forze. Desiderò sentirsi pervadere dall'energia, la stessa luce e l'uguale vento che spirò in lei tumultuoso e potente solo poche notti prima. Ma nulla. Nemmeno il minimo soffio.

<<Cavolo, cavolo, cavolo!>> urlò quando lo vide cadere a terra dopo che un demone, dal muso schiacciato, sferrò un pugno micidiale. Avanzò di qualche passo nella direzione opposta a quella ordinata. Non le importava di sopravvivere questa volta, per Jack si sarebbe immolata con piacere, ma l'arrivo di un ombra nera la fece indietreggiare. La presenza scansò il cappuccio dal capo rivelando il proprio volto.
<<Dove pensi di andare, stupida!>> sbraitò Cristian. <<Non capisci che quel poveraccio si è beccato un pugno per causa tua? Se continui a rimanere in mezzo alla strada lui penserà a guardare te!>> inveì nuovamente. L'ondata di potere percepita da entrambi li fece voltare nella stessa direzione; nuove minacce erano in arrivo.
<<Ora vai! Nasconditi, e rimanici dentro quel tunnel. Ho chiamato i rinforzi, arriveranno direttamente dalla Sede>> proseguì nel parlare nonostante stesse già correndo. <<Purtroppo nel locale i telefoni non hanno campo... ho provato, ma niente.>>
E Megan percepì un peso in più sul petto, sapere che ora entrambi i ragazzi avrebbero rischiato la vita per lei, la mortificò.

Raggiunse la porta col fiatone, lo scontro si era spostato. Ora i rumori del combattimento giungevano attutiti a causa del muro di una casa che stava a delimitare un incrocio.
Provò ad aprire la porta, ma questa non ne volle sapere. Prestando più attenzione, scoprì che la serratura era stata malamente messa fuori gioco.
E il freddo soffiò, giungendo alle spalle, anticipandole la presenza ancor prima che l'Oscuro si rivelasse. Si sentì afferrare per i capelli con violenza. Il volo terminò solo quando un muro cozzò violentemente contro la schiena. Urlò di dolore. Un dolore profondo e sordo si insinuò nel costato bruciandole i polmoni. Tentò di inspirare e nuovamente una scarica elettrica l'attraversò facendola gemere sofferente.
<<Che squisito bocconcino>> ridacchiò estasiato il demone. <<Peccato che Alessandro abbia cambiato pensiero... sai, un tempo io e te avremmo potuto divertirci. Ora invece dovrò limitarmi a darti un piccolo bacino.>>

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