61. CALDO FREDDO

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Cristian esaltato si tuffò sul letto, sfilò la cinta dai pantaloni e li sbottonò intenzionato a sfilarli. A Megan quasi prese un colpo; urlando come una pazza si coprì gli occhi con entrambe le mani.
<<Cosa stai facendo!>> sbaraitò isterica, <<non osare fare un altro gesto altrimenti ti mozzo la testa!>>

Risate soffocate la spinsero a guardare.
<<Quante minacce questa notte! Mi piacerebbe scoprire con quale arma tenteresti di mozzarmi la testa, dubito tu abbia mai fatto del male ad una formica>> e inscenando un falso sospiro continuò, <<ma dato che penso ti stia spingendo oltre il limite delle prime volte, e lo ammiro, per questa volta lascio correre.>> E posizionandosi comodo sul morbido materasso attese impaziente.
<<L'olio per fare i massaggi è nel mio comodino, prendilo, è il tubetto color verde in basso a sinistra.>>

Megan stizzita seguì le istruzioni e altro imbarazzo si sommò al già presente quando intravide la striscia di profilattici ben custoditi nelle confezioni dai colori scarlatti.

<<Non ho mai fatto un massaggio in vita mia, perciò non pretendere chissà cosa.>>
<<Andrà bene qualsiasi cosa se a farla saranno le tue manine>> la sviolinata non produsse alcun beneficio, se non un pungente fastidio. Venne ricambiato bene da uno scappellotto ben assestato sul capo.
<<Haia!>> Esclamò il giovane preso evidentemente alla sprovvista. <<Sta attenta alle ferite.>>

Versò, senza tanta gentilezza, l'olio su tutta la parte alta della schiena e con manovre energiche e poco carine iniziò a stenderlo con vigore.
<<Ma così impasti pasta per pizza al massimo,>> si lamentò <<con calma fiorellino, accarezza la pelle e poi decisa distendi i muscoli, qui alla base del collo. E siediti normalmente, ti verrà una cifosi in quella posizione. Devi metterti a cavalcioni su di me, come se stessi cavalcando un cavallo.>>
Più calma seguì le istruzioni, prima avrebbe finito e prima sarebbe potuta scappare.
Ma la nuova posizione non favoriva per niente.

Fu il cuore ad iniziare a cavalcare ad un ritmo preoccupante. Le dita percorsero lingue di fuoco, sentieri segreti, nuovi solchi ed attraenti sporgenze, assaporarono triangoli di pelle tutti da scoprire.

Un inebriante piacere si impossessò del suo spirito. Nonostante fosse lei a manovrare sul quel corpo marmoreo, un turbinio di sensazioni cocenti andò calando dalla pancia fino a conquistare il basso ventre. Ingoiò ripetutamente stupita e sconvolta da tante novizie percezioni.

Il suo corpo non si era mai spinto a tanto; ondate di intensa calura la investirono a ritmo concorde con i movimenti continui e un po' incerti delle sue mani. Lisciò le spalle, risalì assetata lungo le braccia ripiegate comodamente sotto la testa dalla folta capigliatura nera, che mettevano malauguratamente in risalto i bicipiti gonfi.

Ritornò sulla schiena andando alla ricerca di nuovi tesori d'assaporare. Sfiorò le carni più delicate delle linee curve del costato e infine si lasciò trasportare; divenne ardita osando più in basso, percorse le profondità di quel busto scolpito, lì dove le linee confluivano ad una stretta e seducente vita. La strada proseguiva ma il confine protetto era stato ormai superato da un pezzo, decise di non andare oltre e col corpo in tumulto tornò a vette ben più sicure.

Nel frattempo il Templare si lasciò sovrastare ed accarezzare, deliziato da quel tocco magico e sensuale, si lasciò scappare un gemito di piacere quando le mani sfiorarono i fianchi e Megan terribilmente imbarazzata e sconvolta non perse tempo nell'abbandonare la nuova tappa. Ansimò disorientata mordendosi il labbro inferiore più forte del dovuto, tanto che percepì un sapore ferroso invaderle la bocca.

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