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36.2 STEVAN

                          

"Cosa ci fa un soffice agnellino tra queste losche strade buie?

Da questa tua passeggiatina solitaria intuisco che tu non abbia obbedito agli ordini dei tuoi amici.

Ah, birichina!

Hai un temperamento focoso mia giovane Ninfa. Chissà quanto ci metterai a scottarti... o a scottare.

Io lo so che sei potente, riesco a percepire la danza di fuoco che comincia a prender vita dentro te. Non so cosa tu mi stia facendo, ma non è una buona cosa. Ho avvertito una strana sensazione standoti vicino. Poco fa, non hai notato la mia presenza mentre ti camminavo accanto, hai continuato a sorridere e osservare quella bigiotteria da quattro soldi.

Non riesco a capacitarmi di come tu riesca già ad influenzarmi a tal modo. Possiedi un'aura molto potente, mia giovane Ninfa, è evidente soprattutto nei momenti di intimità, quando ti emozioni e ti lasci andare; proprio quando credi di essere più vulnerabile, e invece...

Non oso immaginare cosa succederebbe se t'innamorassi, quale strabiliante potere ne risulterebbe. Forse quel biondino... o magari sarà il bel moro a farti perdere la testa?

Ma dubito staremo qui a scoprirlo. Ci vuole ancora più di un anno al compimento dei tuoi vent'anni e il consacramento al tuo essere Ninfa, tuttavia, vedrai che avrai il piacere di conoscermi prima. Alessandro ha cominciato a essere insistente e, seppur non penso sappia molto, non posso permettere che per un caso sventurato arrivi a te prima di me.

Come farò però, a convincerti? Dovrai agire senza costrizione; dovrà essere una tua scelta.

Bene, anzi, male. I Segugi hanno rintracciato la loro più anelata fragranza.

Cosa farai ora? Non vedo Templari nei paraggi, neppure quello scansafatiche posto di guardia sul tetto della casa, ma pure se ci fosse, dubito riuscirebbe a salvarti. Questa sera sono decisamente in troppi a corteggiare il tuo nettare prelibato. C'è anche quel bestione di Golia e con uno Strisciante di quarto livello non si scherza. Chiunque avrebbe difficoltà con un Oscuro di quel calibro.

Mmm... lo spettacolo si sta facendo interessante. Chi sta arrivando?

Quei due Templari mi sembrano parecchio giovani. Penso che me ne starò qui ad osservare come si evolverà la scaramuccia. Sono proprio curioso di scoprire i nuovi miglioramenti apportati al loro genoma. E poi, sicuramente avranno chiamato rinforzi... tanto meglio per me, non dovrò mostrarmi.

Per poco ho temuto che avrei dovuto sconvolgere i miei piani".

«Che dici, Argo, scommettiamo? Per te quanto dureranno quei due bambocci?»

«Mio sire, non credi sia il caso di intervenire? Dubito che quei mocciosi durino più di qualche secondo e, quest'oggi, Alessandro ha sguinzagliato ottimi combattenti. Prendiamoci la ragazza e andiamocene».

«Abbi fede amico. A breve giungeranno rinforzi, ne sono certo. Ti assicuro che i Templari riusciranno a stupirti. Li ho osservati in questi ultimi anni e devo dire che quelle cellule staminali hanno avuto un grande impatto sulle nuove generazioni. Ad esempio, c'è quel biondino, quello che le sta sempre attorno, devo ammettere che se la cava. La scorsa settimana ha sconfitto quel rompi scatole di Skiler e la sua compagna; l'ha fatto con poca difficoltà, per giunta».

«Cosa? Quel Bennet è riuscito ad uccidere un Cento Denti da solo?»

«Cos'è quella faccia sbigottita? Nel corpo di guardia c'è anche di meglio, e poi è ovvio che quel deficiente prima o poi ci avrebbe lasciato le penne. Era impulsivo e scarsamente intelligente. Ma ora godiamoci lo spettacolo.

Io scommetto sulla sconfitta degli adolescenti Templari. Tu, ahimè, sarai costretto a puntare su di loro. Dubito che in due riusciranno a battere tre Segugi e due Striscianti. Tuttavia, sono convinto che la macchina dei soccorsi si sia messa già in moto...»

«Ma non è giusto! Solo perché sei tu il capo... d'accordo, d'accordo... cosa vuoi scommettere?»

«Non so, magari una Ninfa delle acque? Mi manca assaporare quel dolce e fresco nettare... è così dissetante.

Ora però stai zitto e goditi lo spettacolo. Non vorrei ci scoprissero, e allora saremmo costretti a intervenire, e sarebbe solo colpa tua. Lo so che non ti piacerebbe vedermi arrabbiato».

Nessuno fiatò. Il silenzio s'impadronì dello spazio.