120. FESTA DI COMPLEANNO

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Cosa avrà predetto l'incubo? La fine si sta avvicinando... 😣 mettete tante stelline

<<Ma sei ancora così!>> la rimproverò Jessica, irrompendo nella stanza assieme a Melita. Entrambe le Templari, impeccabili come sempre, vestivano scintillanti abiti succinti e Megan, in preda al panico, spalancò gli occhi e vibrò di terrore consapevole di come le due avrebbero insistito nel farle indossare un qualcosa di simile.
<<Dai, forza!>> la invitò nuovamente la rossa alzandola di peso dal letto senza mostrare alcuna fatica. <<Non esci mai dolcezza, e quelle poche volte che lo fai devi lasciare il segno!>>
<<Sembra quasi una minaccia>> ribatté la ninfa scatenando risate nelle altre due; fraintesero evidentemente la serietà della frase. E Megan, rassegnata, alzò le spalle in segno di resa.
<<Okay okay, ma deciderò io cosa mettere. Niente vestitini, tacchi vertiginosi o scollature scabrose, un jeans andrà più che bene...>>
<<Ma come Meg>> si lamentò Melita, accompagnata dallo sbuffo dell'amica; nascose dietro la schiena un paio di décolleté nere e poi tentò di contrattare: <<però metterai questa>> le mostrò un'elegante camicia bianca di seta.
E alla giovane piacque. Sentire sulla pelle tanta fresca delicatezza la deliziò.

<<Dove festeggeremo?>> chiese Megan una volta in viaggio.
<<Abbimo prenotato un tavolo ad un pub davvero carino al centro di Roma, vicinissimo al Colosseo; così potremo fare due cose in una... tu non l'hai mai visto, giusto?>> e alla risposta affermativa della ninfa, Jessica proseguì: <<ottimo, di notte è suggestivo, forse anche più che di giorni. Sono sicura ti conquisterà.>> E senza che nessuno gliel'avesse chiesto aggiunse: <<Jack non è con noi perché ha un compito importante da portare a termine... e guai a lui se si fa scoprire.>> Le due Templari sogghignarono complici. <<Dovrà condurre Adrian al locale con la scusa di una semplice bevuta fra amici... Meg, so che avete discusso...>> lo sguardo accorato, che le indirizzò dallo specchietto retrovisore, non colse appieno la scia di imbarazzo da parte di Megan.
<<Sai che ce ne puoi parlare>> accompagnò Melita.
<<Grazie ragazze. Quando sarò pronta, allora sicuramente sarete le prime con le quali mi confiderò.>>

Il locale era affollato. Da ormai troppi mesi le sue sole compagnie erano il silenzio e la solitudine, fu strano per Megan ritrovarsi in spazi tanto gremiti, tanto strano che un leggero capogiro la fece sbandare.
<<Ehi tutto okay?>> si assicurò Jack. Da quando si erano ricongiunti all'interno, non l'aveva più persa di vista.
<<Sì, sì, solo un leggero capogiro, forse la causa è il prosecco>> prese posto su di un puff di pelle e fissò il bicchiere ancora mezzo pieno.
<<Se non ti senti bene possiamo anche andarcene>> si offrì prontamente il giovane.
<<Grazie, ma sto comoda qui. Godiamoci solo la serata.>>
Il giovane, in evidente stato di disagio, si mosse scomodo sulla seduta accanto. <<Meg... io vorrei parlarti. Magari dopo...>>
<<Sì, dopo andrà benissimo>> tagliò corto lei. Non le andava di rovinare la serata. Si dipinse un sincero sorriso sul volto per tranquillizzarlo. E Jack, più sicuro di sé, parve rianimarsi.
<<Allora io vado a prendere qualcos'altro da bere, per te solo succhi di frutta d'ora in poi!>> sentenziò deciso.

La sorpresa ad Adrian riuscì alla perfezione. L'Elfo, non avvezzo ai festeggiamenti, si mostrò parecchio stupito e riconoscente per la serata. Ad attenderlo ci fu persino un regalo. Non ricevette, però, il permesso per scartarlo nel locale. A detta di Jessica, consisteva in una particolare arma ricavata da un pregiato materiale resistente a qualunque condizione atmosferica, e Megan dedusse si trattasse di una spada Templare, forse qualcosa di ancora più innovativo scoperto di recente.

Gran parte dei ragazzi, appartenenti all'Ordine, presero parte ai festeggiamenti e coloro che apparvero assenti erano purtroppo incastrati col lavoro. Il locale perciò apparì per metà occupato da guerrieri ed Elfi. I normali osservavano incuriositi i bellissimi abitanti delle Terre Antiche. Qualche ragazza, tra le più sfacciate ed affascinate da tanta bellezza, avevano addirittura chiesto loro da dove provenissero, la scusa era stata già preparata da tempo. In teoria, rappresentavano una squadra di nuoto proveniente dal nord della Norvegia, arrivati a Roma per disputare una gara importante. Credibilissima come scusa; i corpi scultorei degli incriminati non avevano nulla da invidiare a quelli degli sportivi olimpici.
Megan contemplò affascinata i delicati lineamenti elfici. Uomini e donne, tutti bellissimi... Adrian aveva ragione, seppur possedesse una marcia in più rispetto a loro, il principe Elfico assomigliava parecchio ai suoi fratelli e sorelle.

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