122. BATTAGLIA ALL'ULTIMO SANGUE

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Non mi odiate 😖
E se vi è piaciuto mettere una stellina 😘

<<Jack! Dobbiamo coprirci le spalle a vicenda! Smettila di fare l'eroe delle favole>> strillò Cristian col fiato corto. Scaricò la furia in un pugno e le quattro lame affilate sprofondarono nel duro petto di un segugio; questo si afflosciò sull'arto del Templare per poi sparire tra miliardi di granelli di polvere. <<Non lo capisci che ne sono in troppi? Dobbiamo collaborare, altrimenti...>> un poderoso morso sul braccio lo fece ringhiare di rabbia. <<Maledizione Bennet! Giuro che te la faccio pagare.>> <<Risparmia il fiato, capitano, e pensa ad uccidere. Le spalle me le so guardare da solo, non mi serve la tua protezione. Anche tu, perciò, dovrai fare a meno della mia.>>
<<Idiota cocciuto!>>

Altri Oscuri si erano uniti ai primi, ed ora i due Templari apparirono nettamente in svantaggio con la bellezza di ben sei avversari a testa. Jack fece saettare la spada e, producendo un sibilo stridulo, tagliò l'aria prima di fendere la testa di uno strisciante. Dal tozzo collo, schizzi di sangue guizzarono in aria assieme ad un esercito di minuscoli serpenti verdi, i quali una volta giunti a terra si dileguarono strisciando in ogni direzione.
<<Meno uno. Schifosi!>> gridò Jack asciugandosi il sangue che sgorgava copioso dal labbro inferiore.
<<E ora tocca a voi.>>
<<Alle tue spalle!>> urlò Cristian, nel vano tentativo di avvisare il compagno. Quest'ultimo, colto di sorpresa, ruzzolò a terra perdendo la spada; non più manovrata, quest'ultima scomparve riducendosi in un cubo d'acciaio.
<<Te l'avevo detto! Ma no, noi siamo troppo forti, vero moccioso?>> Si abbassò evitando una mano artigliata, quindi recuperò la posizione attaccando di conseguenza. Al cento denti furono tagliate di netto le braccia, al posto delle quali, rimasero solo un paio di moncherini insanguinati.

Jack, nel frattempo, tentò di proteggersi come poté; rotolando sul fianco riuscì a raggiungere l'arma, la rinsaldò e questa prese nuovamente vigore infilzando come burro lo sterno del malcapitato segugio, demone dalle sembianze lupoidi.
<<Dove caspita sono gli altri, non avevi detto di averli avvisati?>>
<<Stanno arrivando; pensi che volino?>>
Lo strillo di Megan giunse chiaro e straziante, e i due lo percepirono fin troppo bene. La distrazione causò ad entrambi una mascella dislocata, ma per Cristian andò persino peggio. Il giovane si ritrovò nuovamente con lunghi denti affilati infilzati nella spalla. Poco importava del dolore, si divincolò facilmente sbarazzandosi definitivamente del cento denti.
<<Megan!>> ulularono all'unisono.
La posizione in cui si trovavano, non permetteva loro di assistere a cosa stesse accadendo nella strada accanto.
Jack accennò nell'abbandonare lo scontro. Sferrò poderosi affondi multipli, ma, con l'agitazione scorrere nelle vene, risultarono scarsi o nulli.

Altri Oscuri si unirono allo scontro.
<<Ma quanti diavolo ne siete!>> imprecò a denti stretti il giovane che nuovamente tentò di correre in direzione dell'ultimo urlo, ma una mano l'afferrò per una caviglia facendogli rincontrare l'asfalto.
<<Dove credi di andare?>> sibilò uno strisciante che, con solo metà del corpo, avanzava sull'asfalto inumidito dal sangue. Fu l'ultima sua frase, un colpo deciso e ben assestato e la lama sprofondò nel cranio.
<<Jack, tenta di andare da lei, qui me la cavo bene anche da solo>> ordinò Cristian digrignando i denti per lo sforzo.
<<Non c'era bisogno che me lo dicessi... è quello che sto tentando di fare.>>
E allora il capitano giunse a dar manforte. Gli aprì la strada e il giovane Templare fu libero di correre senza altri ostacoli. Non si pentì di aver lasciato solo il compagno. La sua Megan avrebbe avuto la precedenza su tutti, sempre. E lo stesso volere valeva per Cristian.

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