71. NUOVI ARRIVI

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<<È permesso?>> Adrian oltrepassò la porta con timore. Non aveva mai abitato fuori casa, non con persone che non facessero parte del suo popolo. Gli risultava difficile sapere come comportarsi, ma l'idea della nuova esperienza lo elettrizzava parecchio.
<<C'è nessuno in casa?>> ritentò.
<<Entra pure amico,>> lo incoraggiò Jack sorpassandolo nel corridoio. <<Megan sicuramente sarà a fare una nuotata. Nell'ultimo periodo ha trovato un fresco rimedio per l'insopportabile calura. Questa è la sua stanza>> indicò la porta socchiusa dalla quale sopraggiunse un tenue profumo di vaniglia, <<ti porto la valigia di sopra, oppure vuoi dare prima un'occhiata alla casa?>>

Adrian scosse la testa e poi sbadigliò, <<penso che andrò a riposare prima, è stata lunga la traversata di questa notte, anche se allenate, le mie gambe chiedono tregua.>>
Il Templare strabuzzò gli occhi incredulo, <<cosa? E tu mi vorresti dire che avete raggiunto Roma a piedi? Che vi siete fatti una corsetta dal nord della Norvegia fino a qui?>>
<<Ovvio fratello>> l'Elfo rispose con tanta naturalezza da sconvolgere maggiormente il giovane Templare.
<<A voi gli aerei non piacciono proprio, vero? Al massimo prendevate un treno... che diamine, siete folli amico! Ricordami di non progettare mai un viaggio in tua compagnia.>>

Si ritrovarono a ridere assieme mentre scalavano la ripida rampa di scale fatta di legno; li avrebbe condotti in soffitta.
<<Lo facciamo per tenerci in forma,>> Adrian ritenne doveroso informarlo. Non conosceva lo svago il principe elfico, abituato fin da piccolo a sacrificare spirito e corpo in estenuanti allenamenti. <<Mio padre è un fissato. Sai, dall'attacco all'Anima, si è ripromesso di rendere imbattibile il suo popolo di guerrieri, e ti assicuro che sta ottenendo risultati soddisfacenti.>>

<<Ah lo credo bene>> Jack rafforzò il pensiero, aveva combattuto amichevolmente col principe e sapeva bene quanto i suoi attacchi e i suoi affondi fossero estremamente letali. <<Eccoci qui. Non sarà come la tua stanza al palazzo reale, ma ti assicuro che è la parte della casa che più preferisco, non ho occupato io stesso questo posto perché preferivo stare accanto a Megan, ma come puoi vedere, questo posticino ha il suo fascino.>>

Adrian si guardò attorno soddisfatto. Il tetto spiovente si abbassava ambo il lato dell'ampia stanza quadrata, le basse finestre allungate, presenti ai lati opposti delle pareti, donavano all'ambiente un soffuso senso di silenziosa pace. Attraverso di esse la luce filtrava dai vetri colorati, degradando al suolo in arcobaleni dalle sfumature accese. I due si diressessero verso il fondo della stanza dove ad accoglierli, sotto il punto più alto del tetto, un ampio e morbido letto a due piazze era a ridosso dell'unica parete senza sbocchi d'uscita, un lungo quadro rettangolare dalle tinte calde suggellava il giaciglio invitante. A completare l'arredo: una piccola scrivania, un paio di armadi dallo stile antico e dall'aspetto pesante e un comodo sofà di velluto rosso, colore che ben si intonava alle perline di legno che circondavano i quattro muri.

<<Certo fa un po' caldo qui su, ma se vuoi...>>
<<Jack, è perfetta.>> Lo bloccò prontamente.
<<Non potevo chiedere di meglio, anzi, vi ringrazio per avermi accolto con tanta naturalezza.>>
<<Beh, non tutti.>> Si riferiva a Cristian, il quale aveva malamente digerito la nuova convivenza, essendo il tipo abituato a stare per conto suo, vedeva di cattivo grado il continuo popolarsi della casa Trasteverina. E Jack si ritrovò a sperare che, questa nuova incursione, lo inducesse a fare definitivamente i bagagli e trasferirsi nella casa di proprietà nel centro città.

<<Ti assicuro che non mi interessa cosa pensa quel gradasso. Non mi piace affatto, fin dalla prima volta che l'ho incontrato ho come percepito una certa repulsione verso di lui. A quanto pare il sentimento è reciproco.>>
I due ragazzi si trovarono, così, ad avere un punto in comune, ma non l'unico. Anche Megan tendeva ad unirli, Adrian si ripromise che il proprio interesse nei confronti della ninfa non sarebbe stato causa di separazione di quell'amicizia nascente. Aspettava alla giovane decidere con chi stare e, anche se Ninfe ed Elfi erano destinati all'unione eterna, mai e poi mai l'avrebbe costretta a fare di lui la sua scelta; inoltre sembrava che lei l'avesse già fatta.

<<Jack sei tu?>> Una timida voce riecheggiò nel tromba delle scale.
<<Eccola, il mio pesciolino preferito è di ritorno>> sussurrò all'amico senza vergogna. <<Dai scendi a salutarla, lei non sa nulla del tuo arrivo, sarà contenta di vederti.>>
Adrian esibì un sorrisetto tirato, avrebbe preferito che il Templare gliel'avesse almeno accennato, chissà come l'avrebbe accolto ora lei. Il loro ultimo incontro non era stato dei più normali.

<<Avevo sentito la tua voce, ma avevo paura fosse un'allucinazione, ho sempre pensato che questa porta nascondesse un armadio o al massimo un ripostiglio, non essendo mai...>> Megan arrestò il gioioso fiume di parole quando si accorse della nuova presenza alle spalle di Jack. Lo riconobbe all'istante, anche senza vederne il volto, le bastò scorgere le vesti strane dalle tinte particolari, caratteristica di quei popoli lontani. La lunga camiciola bianca decorata d'oro ai lati e chiusa in vita da una massiccia cinta di pelle nera, non poté che ricordargli il principe elfico.

Adrian ci mise del suo nello stemperare la tensione e mitigare gli animi, ma anche senza il dono elfico, la giovane avrebbe comunque accolto con allegria il biondino dalle orecchi affusolate. Forse davvero un particolare legame legava i due popoli. Proprio come tra di loro le ninfe potevano percepire la benefica aura, Megan fin dalla prima volta che lo vide, poté riconoscere la piena fiducia nell'Elfo, percependo infinita bontà in quell'anima pura.
<<Che piacere Adrian,>> lo salutò con un caloroso bacio sulla guancia, <<come mai da queste parti? Mi fa piacere tu sia venuto a farci visita, sai non esco molto spesso, perciò esser passato di qui non può che rendermi felice.>>

Ci pensò Jack a rivelare la situazione.
<<In realtà, Meg, Adrian è venuto per restare. Da oggi sarà il nostro nuovo coinquilino.>>
<<Spero non ti dispiaccia>> indagò titubante l'Elfo accorgendosi dell'espressione smarrita di lei.
<<Oh niente affatto! Anzi, un po' di movimento è proprio quello che serviva>> si avvicinò al nuovo ragazzo con fare confabulatorio <<questi qui,>> indicò Jack col pollice, <<sono sempre a lavoro e mi lasciano continuamente a casa da sola o con qualche strambo Templare, ora che ci sarai anche tu, non sarà più necessario farmi sorvegliare giorno e notte da sconosciuti.>>

<<Anch'io sono qui per lavorare Megan, mi dispiace deluderti>> si grattò una tempia desolato.
<<Ah...>> si fece di colpo seria, <<quindi anche tu sei stato ingaggiato per difendermi, questo vuol dire che non me la cavo molto bene, vero? Sguazzo in un mare di guai a quanto pare.>> Tirò i lembi dell'asciugamano attorno al busto consolidando la stretta, di colpo una morsa di gelo le aveva fatto drizzare i peli sulla schiena bagnata.
<<Stai serena tesoro, vedrai, ora che ci saranno anche gli amici Elfi a proteggerti, nessuno oserà avvicinarsi alla casa>> tentò di rassicurarla Jack, e l'espressione convinta sul suo volto riuscì in parte nel suo intento, <<sarai al sicuro e potremo anche uscire più spesso. Che sia di giorno o di sera per una cena. È fatta amore, finalmente vivremo in pace>> l'abbracciò con trasporto, stampandole un veloce bacio sulle labbra.
Per fortuna Adrian non percepì alcun imbarazzo. Gli piacevano i suoi nuovi amici, augurava ogni bene alla nuova coppia.
<<Ragazzi, mi dispiace ma sono distrutto, vado a riposare. A noi Elfi non servono molte ore di sonno. Perciò, se avete intenzione di organizzare qualcosa per questa sera, vi avverto che sono dei vostri.>>

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